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4.1. Struttura

4.1.1. Prima parte

Il romanzo si apre con la presentazione dell’eroe, figlio di un pastore anglicano e persona di acuta sensibilità, destinato dal padre a prendere gli ordini. L’infanzia di Charles, il suo sviluppo prima di entrare a scuola, è condensata nel discorso libero indiretto che riproduce i pensieri di suo padre allorchè questi si trova a dover decidere a quale tipo di scuola iscriverlo:

“[…] Did I guard him here at home ever so well, yet, in due time, it would be found that a serpent had crept into the heart of his innocence. Boys do not fully know what is good and what is evil; they do wrong things at first almost innocently. Novelty hides vice from them; there is no one to warn them or give them rules; and they become slaves of sin, while they are learning what sin is. They go to the University, and suddenly plunge into excesses, the greater in proportion to their inexperience. And, besides all this, I am not equal to the task of forming so active and inquisitive a mind as his. He already asks questions which I know not how to answer. So he shall go to a public school. There he will get discipline at least, even if he has more of trial; at least he willl lear self-command, manliness, and circumspection; he will learn to use his eyes, and will find materials to use them upon; and thus will be gradually trained for the liberty which, any how, he must have when he goes to college.”

This was the more necessary, because, with many high excellences, Charles was naturally timid and retiring, over-sensitive, and, though lively and cheerful, yet not without a ting of melancholy in his character, which sometimes degenerated into mawkishness. (11-2)

La scelta cade su Eton, una delle public schools inglesi, istituzioni prestigiose di antica fondazione che in Inghilterra formano le élite, per garantirgli un’educazione solida e rigorosa e per evitare che l’ingenuità e l’ignoranza di male e bene connaturata alla giovane età portino Charles sulla strada del peccato; inoltre, riconosce suo padre fra sé, la mente di suo figlio è “così attiva e curiosa”

da richiedere maestri più qualificati di se stesso: “Fa già domande alle quali io non so come rispondere” (“He already asks questions which I know not how to answer”). L’intervento del narratore nel capoverso successivo completa il ritratto del ragazzo e, oltre a segnalare l’istanza di onniscienza della voce narrante di qui in avanti, la tinge di connotazioni pedagogiche quando, fornendo informazioni caratteriali su Charles e descrivendolo come “di natura timida e ritrosa, ipersensibile”, dotato di una vena melanconica che facilmente degenerava in sentimentalismo, giudica che un’educazione corroborante si

rendesse per lui necessaria. La prospettiva narrativa è pertanto chiarita in queste

prime battute, nelle quali è possibile osservare come, alternando la distanza dalla focalizzazione interna a quella onnisciente, il narratore costruisca la vicenda in modo simile alla tecnica manzoniana la quale, nelle parole di Marchese,

ci presenta la classica figura del narratore-‘autore’ onnisciente come massima istanza comunicativa del racconto o punto focale da cui sono state viste e dette le cose che avvengono. Tuttavia la specificità del discorso narrativo del romanzo consiste in un’accurata separazione delle parti fra il narratore e i personaggi. Ciò permette l’autonomia del narratore nell’assumere, con la propria voce, la responsabilità dei giudizi morali, psicologici, storici o d’altro tipo che attraversano il racconto229.

Il primo capitolo costituisce quindi una prima condensazione spaziotemporale che rappresenta Charles preadolescente formarsi a Eton sugli “Old Church-of England Principles of Mant and Doyley [which] gave his mind a religious impression” (12) e poi iscriversi al St. Saviour’s College di Oxford, dove incontra il deuteragonista della vicenda, William Sheffield. Questi è introdotto dal narratore in chiusura del capitolo come una sorta di termine di

paragone con il quale misurare Charles:

What was the character and degree of that friendship which sprang up between Reding and Sheffield, we not here minutely explain; it will be enough to say, that what they had in common was freshmanship, good talents, and the back staircase; and that they differed in this –that Sheffield had lived a good deal with people older than himself, had read much in a desultory way, and easily picked up opinions and facts, especially on controversies of the day, without laying anything very much to heart; that he was ready, clear-sighted, unembarassed, and somewhat forward; Charles, on the other hand, had little knowledge as yet of principles on their bearings, but understood more deeply that Sheffield, and held more practically, what he had once received; he was gentle and affectionate, and

easily led by others, except when duty clearly interfered. It should be added, that he had fallen in with various religious denominations in his father’s parish, and had a general, though not a systematic, knowledge of their tenets. What they were besides will be seen as our narrative advances. (13-4)

La razionalità e la franchezza di Sheffield sono paragonate alla timidezza e al riserbo di Charles in relazione alle opinioni e conoscenze di ognuno sulle controversie religiose del tempo, le quali saranno esaminate, dice il narratore, “as our narrative advances”.

Nel passare da considerazioni di tipo pedagogico sulla scelta della scuola superiore per Charles al suo inserimento al college, nel primo capitolo si tratteggia la scena tematica della narrazione la quale, utilizzando le dinamiche universitarie oxoniane come specchio delle controversie religiose del tempo, intende illustrare il percorso di formazione intellettuale e crescita interiore dell’eroe: i motivi connaturati al Bildungsroman sono pertanto arricchiti da un chiaro intento pedagogico da parte del narratore –intento che sarà perseguito incarnando i vari orientamenti religiosi nei personaggi che via via appariranno sulla scena, affidando a lunghi passaggi dialogico-mimetici la rappresentazione delle dinamiche di controversia pubblica del tempo. Va notato come alla precisione dei riferimenti geografico-culturali su Eton e Oxford nella narrazione non corrisponda menzione né del luogo di nascita di Charles, identificato nell’incipit in un generico possedimento nelle midlands (“a valuable benefit in a midland county”, 11) né del tempo in cui la sua vicenda biografica si dispiega: intenzionale vaghezza cronotopica questa che, se da un lato generalizza le origini della vicenda, contribuendo a facilitare l’immersione del lettore in un qui e ora abbinabile al presente storico, dall’altro è funzionale a idealizzare la narrazione e a rendere Charles uno fra i molti studenti che a Oxford, in quel tempo, hanno fatto esperienza del cammino di conversione.

I capitoli seguenti fino al dodicesimo illustrano dunque, nell’arco di tempo che copre il primo anno di Charles da matricola a Oxford, la dinamica di scambio fra le varie confessioni all’interno della Chiesa d’Inghilterra, che passeremo in rassegna nell’analisi tematica e dei personaggi. A livello strutturale, va segnalato che la fine dell’undicesimo capitolo segna una svolta narrativa importante, poiché rappresenta uno degli incontri decisivi fra Charles e Willis, studente di simpatie cattolico-romane, colto da Reding all’uscita di una

cappella cattolica. L’intenso scambio che segue l’incontro vede Charles impegnato a dissuadere Willis dal frequentare ancora il luogo, e al contempo segna l’emergere dei primi dubbi del protagonista in merito alla natura della propria fede, testualizzati nel monologo interiore:

“Well,” said Charles, “you must promise me you will not go again. Come, we won’t part until you do.”

“That is too much”, said Willis gently; then, disengaging his arm from Reding’s, he suddenly darted away from him saying, “Good-bye, good-bye; to our next merry meeting –au revoir.”

There was no help for it. Charles walked slowly home, saying to himself: “What if, after all, the Roman Catholic Church is the true Church? I wish I knew what to believe; I am so left to myself”. Then he thought: “I suppose I know quite enough for practice –more than I do practise; and I ought surely to be contented and thankful.” (82-3)

Durante il capitolo seguente si dà brevemente conto delle vacanze estive di Charles, trascorse in famiglia; è tuttavia nel tredicesimo e nei capitoli seguenti che si assiste ad altre svolte diegetiche, di nuovo incentrate e conseguenti a un incontro fra Willis e Charles in un luogo non precisato nella parte occidentale della città di Londra, dove Willis ha preso temporanea residenza prima di convertirsi definitivamente al cattolicesimo e dove Charles lo raggiunge prima di rientrare a Oxford per l’inizio del semestre successivo, sollecitato da una lettera dell’amico. L’incontro è dettagliatamente riportato in un secondo, intenso scambio, alla fine del quale di nuovo seguiamo il corso dei pensieri dell’eroe in un discorso libero indiretto nel quale lo osserviamo vacillare nella sua posizione recisamente antiromana:

“I can’t persuade these good people,” thought Charles, as he closed the street-door after him, “that I am not in a state of conviction, and struggling against it; how absurd! Here I come to reclaim a deserter, and I am seized even bodily, and against my will all but hurried into a profession of faith. Do these things happen to people every day? or is there some particular fate with me thus to be brought across religious controversies which I am not up to? I a Roman Catholic! what a contrast all this with quiet Hartley!” naming his home. As he continued to think on what had passed he was still less satisfied with it or with himself. He had gone to lecture, and he had been lectured; and he had let out his secret state of mind: no, not let out, he had nothing to let out. He had indeed implied that he was inquiring after religious truth, but every Protestant inquires; he would not be a Protestant if he did not. Of course he was seeking the truth; it was his duty to do so; he recollected distinctly his tutor laying down, on one occasion, the duty of private judgment. This was the very difference between Protestants and Catholics; Catholics begin with faith, Protestants with inquiry; and he ought to have said this to Willis. He was provoked he had not said it; it

would have simplified the question, and shown how far he was from being unsettled. Unsettled! it was most extravagant. He wished this had but struck him during the conversation, but it was a relief that it struck him now; it reconciled him to his position. (100-1)

Il passaggio è particolarmente significativo poiché in esso il narratore implicito indica nella ricerca della verità religiosa (“seeking the truth”) un nucleo tematico di estremo rilievo nell’economia narrativa: esso è, come vedremo, lo scopo intellettuale di Charles e, di conseguenza, il centro della rappresentazione romanzesca. A questo si aggiungono considerazioni sulle differenze metodologiche nella ricerca di tale verità da parte di cattolici e protestanti, osservando come per i primi sia la fede il punto di partenza, mentre i secondi facciano perno principalmente sulla ragione (“inquiry”): la demarcazione di tale differenza risulta particolarmente interessante se considerata come uno spiraglio intertestuale che riporta direttamente alle speculazioni della Grammar of Assent, rifrangendo nel romanzo l’ombra di un motivo filosofico al quale Newman dedicherà gran parte della propria vita. Inoltre, per la prima volta dopo una sostanziale porzione di narrazione, Charles nomina casa sua in Hartley –dato, questo, che non contribuisce a stabilire con certezza di quale Hartley si tratti (tutte le città con questo nome in Inghilterra sono fuori dalle Midlands), ma sottolinea nell’assonanza fra Hartley e heart la semantizzazione di questo non-luogo nel dominio affettivo del protagonista suggerendo come, in definitiva, le tappe salienti del Progress dell’eroe siano da ricercarsi al di fuori di quel luogo dell’anima e più precisamente nella percorrenza della tratta Oxford-Londra, Londra-Oxford.

È infatti con il ritorno a Oxford che i dubbi di Charles, per ora evidentemente presenti nella sua coscienza ma zittiti da resistenze rassicuranti, trovano libero sfogo allorché si trova a esercitare la facoltà dell’indagine (“inquiry”), da lui connaturata al Protestantesimo, con il docente incaricato delle lezioni sui Trentanove Articoli, Mr Upton, e con l’evangelico Freeborn nel corso delle conversazioni che portano alla conclusione della parte prima, nella quale significativamente il narratore cala il sipario su Charles quando apprende, con sgomento, della morte improvvisa e inaspettata di suo padre.