4.1. Struttura
4.1.2. Seconda parte
La parte centrale del romanzo narra gli eventi che portano dalla morte del padre di Charles alla conversione di quest’ultimo. Il racconto si apre con un’anacronia che copre un anno e mezzo e un cambio di ambientazione: seguiamo Reding e Sheffield intenti a preparare i propri esami durante la loro terza e ultima vacanza prima di rientrare a Oxford. I due studenti hanno preso in affitto un piccolo cottage in un villaggio a tre miglia da Oxford, Horsley e sono guidati nello studio da un tutor, Mr. Carlton. I primi otto capitoli sono interamente devoluti alla riproduzione degli scambi fra i personaggi sui temi più disparati, mentre si osserva a partire dal Capitolo IX una svolta diegetica con la fine dell’estate e con il ritorno di Reding a Oxford, cui l’eroe guarda con mutati sentimenti dovuti in primo luogo all’arrivo dell’autunno, la stagione che ricorda a Charles “the sad reverse which came upon him two years before”, viz., la perdita del padre e, in secondo luogo, dai cambiamenti che Charles percepisce nella Oxford che gli era cara solo due anni prima:
The hopes of spring, the peace and calm of summer, had given place to the sad realities of autumn. He was hurrying to the world, who had been up on the mount; he had lived without jars, without distractions, without disappointments; and he was now to take them as his portion. For he was but a child of Adam; Horsley had been but a respite; and he had vividly presented to his memory the sad reverse which came upon him two years before—what a happy summer—what a forlorn autumn! With these thoughts, he put up his books and papers, and turned his face towards St. Saviour's.
Oxford, too, was not quite what it had been to him; the freshness of his admiration for it was over; he now saw defects where at first all was excellent and good; the romance of places and persons had passed away. And there were changes too: of his contemporaries some had already taken their degrees and left; others were reading in the country; others had gone off to other Colleges on Fellowships. A host of younger faces had sprung up in hall and chapel, and he hardly knew their names. Rooms which formerly had been his familiar lounge were now tenanted by strangers, who claimed to have that right in them which, to his imagination, could only attach to those who had possessed them when he himself came into residence. The College seemed to have deteriorated; there was a rowing set, which had not been there before, a number of boys, and a large proportion of snobs. (194)
Nella semantizzazione dell’autunno come stagione portatrice di “sad realities” troviamo un correlativo oggettivo delle emozioni di Charles e un suggerimento analettico rispetto agli svolgimenti successivi dell’intreccio: come
l’autunno di due anni prima fu foriero di morte e dispiaceri per il protagonista, così quello che sta per arrivare si preannuncia ugualmente ominoso. Horsley, come Hartley villaggio inesistente almeno nel raggio di tre miglia da Oxford e dunque altro luogo dell’anima, era stato un felice ritiro “up the mount” dove Charles non aveva avuto preoccupazioni e aveva messo da parte i suoi dubbi religiosi per concentrarsi sullo studio. Di nuovo, rintracciamo nel toponimo di questo secondo luogo dell’anima una carica simbolica, stavolta non affidata all’assonanza ma alla lettura visiva del segno il quale, richiamando il cavallo quale oggetto di ira del Signore nel morferma hors-, preannuncia la caduta di Charles: “Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere” (Es 15, 1).
È infatti sullo sfondo decadente della terza stagione dell’anno che Charles si appresta ad affrontare una prova severissima che lo porterà dritto a fare esperienza della propria morte socialmente determinata, allorché sarà convocato dal vicerettore Jennings per chiarire la propria posizione in merito alla dottrina anglicana –convocazione formalizzata in seguito alle segnalazioni dei numerosi delatori che a Oxford si occupavano di riportare ai superiori affermazioni, frequentazioni o letture di “inclinazione papista” fra gli studenti dei colleges:
A still more tangible trial was coming on him. The reader has to be told that there was at that time a system of espionage prosecuted by various well-meaning men, who thought it would be doing the University a service to point out such of its junior members as were what is called “papistically inclined.” They did not perceive the danger such a course involved of disposing young men towards Catholicism, by attaching to them the bad report of it, and of forcing them farther by inflicting on them the inconsistencies of their position. Ideas which would have lain dormant or dwindled away in their minds were thus fixed, defined, located within them; and the fear of the world’s censure no longer served to deter, when it had been actually incurred. […] He became a marked man in the circles of Capel Hall and St. Mark’s. His acquaintance with Willis; the questions he had asked at the Article-lecture; stray remarks at wine-parties—were treasured up, and strengthened the case against him. One time, on coming into his rooms, he found Freeborn, who had entered to pay him a call, prying into his books. A volume of sermons, of the school of the day, borrowed of a friend for the sake of illustrating Aristotle, lay on his table; and in his bookshelves one of the more philosophical of the “Tracts for the Times” was stuck in between a Hermann De Metris and a Thucydides. Another day his bedroom door was open, and No. 2 of the tea-party saw one of Overbeck’s sacred prints pinned up against the wall (195-6).
Si noti come in questo raccordo diegetico il narratore indulga nella critica di questo “sistema di spionaggio”, il quale ebbe come esito quello di avvicinare ancora di più i giovani alla Chiesa di Roma: sopraffatte dalla violenza con cui le proprie posizioni venivano giudicate incoerenti, queste giovani menti trovavano beneficio nell’allontanarsi dall’Università, il cui sistema inquisitorio aveva provveduto a fissare e rendere presenti delle idee che altrimenti sarebbero rimaste dormienti o scacciate via dal ragionamento.
La gravità della posizione di Charles è determinata non solo dalla sua frequentazione con Willis e dalle domande poste a Mr Upton durante la lezione sugli Articoli, ma anche da una serie di testi presenti nella sua stanza: il volume di sermoni “of the school of the day” che Charles aveva preso in prestito per “illustrare Aristotele” richiamano la citazione da All Saints’ Day di Keble presente in Poetry, utilizzata da Newman come esemplificazione del procedimento poetico di espressione dei sentimenti in relazione al mondo fisico: “Ordinary writers, for instance, compare aged men to trees in autumn –a gifted poet will in the fading trees discern the fading man.* Thus: –
‘How quiet shows the woodland scene! Each flower and tree, its duty done, Reposing in decay serene,
Like weary men when age is won,’ etc.”230.
Poiché i versi citati testualizzano la caduta dell’uomo assimilandola alle atmosfere autunnali (“in the fading trees the fading man”), è ragionevole ipotizzare che nel “volume di sermoni” stia un nascondimento indicalizzante The
Christian Year e che il riferimento all’“illustrazione di Aristotele” punti dritto al
saggio sulla poesia scritto da Newman. L’autore rincalzerebbe in questo modo la semantizzazione del senso di perdita e pericolo imminente nei sentimenti di Charles a cospetto della stagione autunnale (più avanti dichiarerà a sua madre “It makes me melancholy”, “I can’t separate the look of things from what it portends; that rich variety is but the token of disease and death.” , 208, e “Autumn is the ‘fall’”, 209) e, allo stesso tempo, stabilisce un ponte comunicativo fra se stesso e certi lettori particolarmente informati sugli scritti trattariani, avviando in questo modo una pratica di disvelamento dell’identità
dietro la persona: un’ulteriore conferma che quei “sermoni” portino a quel saggio a commento della Poetica e, dunque, a colui cui Reding fa da alter-ego letterario è la presenza nella libreria, incastonato fra “un Tucidide” e un De
Metris Poetarum Graecorum et Romanorum di Gottfried Hermann, di uno dei
“più filosofici” dei Tracts for the Times. Quale fra i molti Tracts questo sia è intuibile se si accetta la validità del gioco di rimandi extra e intratestuali appena illustrato in base al quale, coordinato com’è da camuffamenti allegorici e spostamenti semantici e indicali, si può ipotizzare un riferimento al Tract 90, il cui contenuto è drammatizzato nel capitolo XV della Prima Parte, nel quale si riporta l’“inquiry” condotta da Charles sugli Articoli durante le lezioni di Mr Upton. Torneremo in seguito su questo passaggio, rimarcando per ora come la vertigine intertestuale in esso scorgibile sia funzionale all’apertura di finestre extratestuali su elementi cronotopici che svelano la finzionalità di Reding e al contempo, corrispondendo a realia fondati nella vicenda trattariana, lo indicano come raffigurazione simbolica di un personaggio esistente o esistito. Tali procedimenti retorici di nascondimento e rivelazione problematizzano la lettura dell’intera vicenda, invitando il lettore più attento a guardare oltre le apparenze e a scorgere tra le pieghe della trama e al di sotto dei “costumi di scena” –al di sotto del nome del personaggio di finzione, il racconto di una conversione
realmente accaduta.
A partire dal capitolo seguente ha inizio la conversione interiore di Charles il quale, dopo aver appreso dal vicerettore Jennings di non aver più diritto ad un alloggio all’interno del campus, è fisicamente espunto dal contesto anglicano e costretto a tornare da sua madre, ora residente nel Devon (Capitolo XI). Qui, dopo un accorato confronto con sua sorella Mary, inizia a pensare di abbandonare il percorso ecclesiastico per studiare legge (“My only difficulty is about taking orders; and she thinks I am going to be a Roman Catholic. How absurd!”, 219) e intrattiene rapporti di convivialità con Bateman, suo amico che da Oxford era diventato ecclesiastico di una parrocchia nei dintorni di casa sua e un certo Mr Campbell, anch’egli rettore di una vicina parrocchia. I colloqui fra i tre si porteranno avanti fino ai Capitoli XIX e XX, nei quali è segnato il terzo incontro fra Charles e Willis, ormai cattolico, nel contesto di un pranzo organizzato da Bateman. Nel Capitolo XX in particolare, dopo una discussione sulla necessità della fede occorsa tra Bateman e Willis, la narrazione si dispiega
in un discorso libero indiretto nel quale Charles prende coscienza dei movimenti del suo cuore, portandoli alla ragione:
He perceived that he had found, what indeed he had never sought, because he had never known what it was, but what he had ever wanted, — a soul sympathetic with his own. He felt he was no longer alone in the world, though he was losing that true congenial mind the very moment he had found him. Was this, he asked himself, the communion of Saints? Alas! how could it be, when he was in one communion and Willis in another? “O mighty Mother!” burst from his lips; he quickened his pace almost to a trot, scaling the steep ascents and diving into the hollows which lay between him and Boughton. “O mighty Mother!” he still said, half unconsciously; “O mighty Mother! I come, O mighty Mother! I come; but I am far from home. Spare me a little; I come with what speed I may, but I am slow of foot, and not as others, O mighty Mother!”
By the time he had walked two miles in this excitement, bodily and mental, he felt himself, as was not wonderful, considerably exhausted. He slackened his pace, and gradually came to himself, but still he went on, as if mechanically, “O mighty Mother!” Suddenly he cried, “Hallo! where did I get these words? Willis did not use them. Well, I must be on my guard against these wild ways. Any one can be an enthusiast; enthusiasm is not truth ... O mighty Mother!... Alas, I know where my heart is! but I must go by reason ... O mighty Mother!” (272-3)
L’invocazione alla grande Madre è rivolta alla Chiesa cattolica: Charles si è convertito, ha trovato la fede e di qui in avanti procederà a percorrere le ultime tappe che lo dividono dalla completa adesione al culto romano. Va rimarcato come tale presa di coscienza sia passata, per Charles, dal riconoscimento di un sentire comune fra se stesso e Willis (“He perceived that he had found […] a soul sympathetic with his own”), attivatosi durante il discorso da quest’ultimo tenuto a casa di Bateman: se tale comunanza di anime risolve, a livello narrativo, la drammatizzazione della conversione interiore dell’eroe, essa caratterizza anche il personaggio di Willis come un doppelgänger che precede Charles lungo la via del cammino verso Roma, nei cui discorsi è rintracciabile la formalizzazione di un sentimento che in Reding è fino a quel momento ancora nascosto alla coscienza: “O mighty Mother!” he still said, half
unconsciously; “O mighty Mother! I come, O mighty Mother! I come; but I am
far from home. Spare me a little; I come with what speed I may, but I am slow of foot, and not as others, O mighty Mother!”.
L’unico legame residuo fra Charles e la Chiesa d’Inghilterra è a questo punto Oxford, dove Charles fa ritorno ancora una volta per sostenere gli esami finali, fallendo. L’occasione è ottima per esporre i propri dubbi di fede al tutor e
per concordare con lui una strategia che gli lasci tempo e spazio per meditare sul da farsi: insieme valuteranno positivamente l’opportunità di sospendere gli studi e ritirarsi a lavorare in parrocchia da Mr Campbell, vicino casa sua.