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Principali caratteri floristico-vegetazionali generali degli spettri pollinici.

Vengono considerati qui di seguito i principali raggruppamenti emersi negli spettri pollinici, con l’indicazione della sigla con la quale sono stati inseriti in tabella. Di seguito sono riportate e descritte le principali categorie di taxa riconosciuti e i gruppi pollinici, o categorie

polliniche in cui le piante sono organizzate in base all'habitus (alberi e arbusti, erbacee), e

sono riunite quando condividono gli stessi aspetti ecologici (ad esempio piante di ambienti umidi e piante coltivate/coltivabili).

Piante legnose (A+ar+L)

La presenza delle specie arboree raggiunge valori medi del 27% (dal 17,34% al 43,21%) nei campioni riferibili al periodo compreso tra l’Altomedioevo e il XIII secolo (P1-P13), mentre la concentrazione diminuisce gradualmente negli ultimi secoli (P15, P17, P18) con picchi negativi al 6,25%, indicando per il periodo basso medievale e moderno una maggiore estensione delle aree aperte e prive di vegetazione alberata o arbustiva. In generale il valore non supera mai il numero delle piante Erbacee.

Gli Alberi+Alberi/Arbusti (A, 32 taxa, da 5% a 32,89%), costituiscono la componente maggiore. Seguono molto dopo gli arbusti (ar, 7 taxa 1,57% in media) e le Lianose (L, 4 taxa, 0,82%), entrambi presenti solo in alcuni campioni.

Domina il gruppo delle Latifoglie Decidue (LD, 32 taxa, min. 5,63% max 41,62%), tra cui prevale abbondantemente il Castagno/Castanea sativa, che raggiunge concentrazioni tra il 4,51% e il 16,4% tra l’Altomedioevo e il X secolo (P1-P4). Ben attestate sono anche le specie tipiche dei Querceti planiziari (Q(A+ar), 13 taxa, min. 1,79% max 17,07%), con la generica Quercia caduciforme/Quercus caducif. indiff., ma si riconoscono anche la Farnia/Quercus cf.

robur, il Rovere/Quercus cf. petrea e la Roverella/Quercus cf. pubescens. In ordine di

rappresentanza sono presenti inoltre il Carpino Comune/Carpinus betulus L., il Carpino Nero- Orientale/Ostrya carpinifolia e C. orientalis, il Nocciolo Comune/Corylus avellana L., il Frassino Comune/Fraxinus excelsior tipo, l’Orniello/Fraxinus ornus L. e quello indifferenziato, l’Olmo/Ulmus, l’Acero/Acer campestre tipo e infine il Corniolo/Cornus mas L.

Le Igrofite legnose si presentano in quantità piuttosto rilevanti (I: min. 0,89% max. 15,27%) e sono costituite da tipiche specie di vegetazione ripariale come l’Ontano comune/Alnus cf.

Le specie Sempreverdi (SV) appaiono in tutti i campioni esaminati, anche se con valori piuttosto residuali compresi tra lo 0,63% e il 4,51%. Vengono rappresentate principalmente dal gruppo delle Conifere (Cf.), in particolare dal Pino/Pinus indiff. e qualora distinguibili dalle varietà del Pino mugo/Pinus cf. mugo, Pino nero/Pinus cf. nigra, Pino domestico/Pinus

cf. Pinea e Pino silvestre/Pinus cf. sylvestris. Tra le conifere infine troviamo anche l’Abete bianco/Abies alba Miller e rosso/Picea excelsa (Lam.) Link e il Cipresso/Cupressus cf.. A completare il gruppo degli arbusti Sempreverdi concorrono in sottordine l’edera/Hedera

helix L., l’Eliantemo/Helianthemum e l’Efera fragile tipo/Ephedra fragilis tipo.

Non particolarmente significativa risulta la copertura di specie Mediterranee (M: 3 taxa da 0,30% a 3,6%), tra cui spiccano il Leccio/Quercus ilex, l’Olivo/Olea europaea L., oltre al già citato Pino da pinoli/Pinus cf. pinea.

Tra le altre specie legnose arboree si segnalano la Betulla/Betula pubescens tipo, il Bagolaro comune/Celtis australis L., le piante dai Frutti eduli come il Noce comune/Juglans regia e diverse Rosaceae come l’Albicocco/Prunus cf. armeniaca, il Ciliegio/Prunus avium e il Pruno/Prunus. Si riconoscono granuli pollinici anche di Sambuco comune/Sambucus nigra L. e rosso/Sambucus cf. racemosa, di Clematide vitalba/Clematis cf. vitalba e di Trifoglino legnoso cf./Dorycnium pentaphyllum cf..

Si conclude con il gruppo delle Lianose, costituito principalmente dalla Vite/Vitis vinifera.

Piante Erbacee (E)

In tutti i campioni analizzati le piante erbacee riportano sempre valori percentuali decisamente maggiori rispetto alle specie legnose (E: 125 taxa da 62,4% fino a 92,86%) e rappresentano il raggruppamento qualitativamente più ricco e più variegato dal punto di vista floristico. Si tratta sia di piante spontanee, sinantroniche e non, che di specie coltivate, collegate variamente ad aree aperte, ma anche a spazi fortemente antropizzati.

Per descrivere questo complesso panorama vegetale, le specie verranno suddivise in base ai principali indicatori di riferimento, che ne aiutano a inquadrare la presenza sia all’interno del paesaggio naturale, che in relazione alle eventuali attività antropiche.

Piante di ambienti umidi. (I+igro+idro+elo).

La presenza di questo gruppo allargato di piante si lega saldamente alle caratteristiche stesse del paesaggio naturale in cui crescono e si sviluppano. La variabilità appare piuttosto elevata (18 taxa), nonostante il valore di concentrazione delle sole erbacee non risulti particolarmente apprezzabile (3,9% in media), ma raggiunge livelli significativi (min. 3,57%

max. 22,53%), sommato alle arboree precedentemente elencate (Ontano, Pioppo e Salice). In generale si rileva una concentrazione più elevata nei campioni delle fasi cronologiche centrali (X – XII secolo, P4-P12).

Si riconoscono in maggior quantità le Cyperaceae, da quelle indifferenziate/Cyperaceae indiff., al Carice tipo/Carex tipo, seguito dalla lisca tipo/Schoenoplectus tipo e infine dal giunco nero tipo/Schoenus tipo. A questa famiglia vanno aggiunti i Ranuncoli, come la calta palustre tipo/Caltha palustris tipo e il Ranuncolo delle passeggere/Ranunculus flammula gruppo e alcune Typhaceae, la lisca a foglie strette/Typha angustifolia, e la lisca maggiore/

Typha latifolia. Inoltre si ritrova il Millefoglio d’acqua comune/Myriophyllum spicatum tipo, il

giunco fiorito/Butomus umbellatus L., la lenticchia d’acqua/Lemna, la cannuccia di palude cf./Phragmites cf. australis, il finocchio acquatico/Oenanthe fistulosa tipo, l’Imperatoria delle paludi tipo/Peucedanum palustre tipo e il sedano sommerso tipo/Apium cf. inundatum.

Piante salmastre (Al)

La presenza delle Alofite è testimoniata da un’unica specie, la Sueda tipo/Sueda tipo, ritrovata in 4 campioni collegati alla riva del canale maggiore.

Indicatori antropici = Piante collegabili all’uomo. (CC+cc+AS+As).

Con questa espressione vengono categorizzate numerose specie, sia legnose che erbacee, la cui diffusione appare strettamente collegata alle attività umane e più in generale alla presenza antropica sull’area indagata. Il gruppo maggiore viene suddiviso tra le piante Coltivate/Coltivabili (CC+cc, sia arboree che erbacee) e gli indicatori antropici spontanei (AS+As, sia arboree che erbacee). Queste ultime consistono in specie naturali la cui proliferazione si collega indirettamente alla presenza antropica sul contesto analizzato, come le piante infestanti, le specie da ambiente ruderale e infine quelle tipiche degli spazi soggetti a calpestio.

Il livello di concentrazione degli indicatori antropici totali (CC+cc+AS+As) nei campioni analizzati risulta alquanto consistente, con punte fino al 38,16%, e in generale riporta valori che non scendono mai sotto il 10%. Decisamente elevata risulta la variabilità floristica (52

taxa).

L’indicatore comprende i cereali, i legumi, le piante ortive, le legnose da frutto e anche quelle tessili e ornamentali. Per il sito di Leno si possono annoverare tutti questi gruppi di piante.

Cereali (ce).

Risultano attestati in tutti i campioni, tranne in quello cronologicamente più recente (P18,

US 105).

In base ai caratteri morfo biometrici e a quelli ricavati in letteratura sono stati classificati in: - a) Gruppo Orzo/Hordeum gruppo15, che comprende, oltre all’Orzo coltivato/Hordeum

comune e al farro piccolo/Triticum monococcum, varie specie selvatiche;

- b) Gruppo dell’Avena Grano/Avena Triticum gruppo16 che comprende diverse specie di grano/Triticum, l’Avena coltivata/Avena sativa e un minor numero di specie selvatiche. Entrambi i gruppi risultano attestati in numerosi campioni, con concentrazioni simili che si aggirano attorno all’1%. Si segnalano inoltre discrete concentrazioni di Segale/Secale

cereale, Spelta/Triticum cf. spelta17 e minime quantità di Miglio/Panicum miliaceum.

La scarsa rappresentazione dei cereali negli spettri pollinici potrebbe essere legata essenzialmente a caratteristiche del polline18. E’ noto come i cereali abbiano limitata produzione e dispersione pollinica, poiché i generi Hordeum e Triticum sono entrambi autogami ed inoltre il loro polline ha dimensioni notevoli (>40 μm ca.), con velocità di caduta conseguentemente più elevata rispetto, ad esempio, al polline del gruppo delle

Graminaceae spontanee. E’ difficile quindi che il polline di cereali venga trasportato a

distanze notevoli rispetto alla zona di produzione19.

Piante infestanti (infce)

Direttamente collegate alla presenza dei numerosi taxa di cereali, si segnalano alcuni tipi di piante infestanti, tra cui le Papaveraceae indiff./Papaveracee indiff., il Papavero selvatico tipo/Papaver argemone tipo e il grespino comune/Sonchus cf. oleraceus.

Piante tessili (ts).

15 S.T. ANDERSEN 1979, modificato da K. FAEGRI, J. YVERSEN 1989. 16 S.T. ANDERSEN 1979, modificato da K. FAEGRI, J. YVERSEN 1989.

17 Secondo le classificazioni di H. J. BEUG 1961, 2004 e S. T. ANDERSEN 1979.

18A. M. MERCURI et alii 2007, pp. 261-262.

19 Ibidem, pp. 262. E' stato dimostrato che la percentuale di polline di cereali presente in un campione raccolto in mezzo ad un campo coltivato, varia notevolmente rispetto a quella di un campione prelevato a un metro di

In questo particolare gruppo di piante possiamo inserire solo la Canapa comune/Cannabis

sativa L., ritrovata in 5 campioni diversi (max. 0,93%). Data la discreta costanza della

rintracciabilità, i dati potrebbero indicare la coltivazione di questa pianta per uso medicinale, per la produzione di olio o più facilmente per la fibra, anche se, sulla base degli scarsi reperti, non è possibile escludere che si tratti invece di una presenza spontanea.

Piante ortive (or).

Riprende una certa variabilità delle specie (8 taxa), che risultano presenti in quasi tutti i campioni (tranne P1 e P17), anche se con livelli piuttosto bassi (min. 0,41%, max 2,96% tranne per il campione US 384, nel quale raggiungono il 6,25%)20. Sono attestate la bietola/Beta vulgaris cf., l’aneto puzzolente/Anethum graveolens L., l’angelica arcangelica tipo/Angelica cf. archangelica, il sedano comune/Apium graveolens L., l’anice vero tipo/Pimpinella cf. anisum e la cicoria comune/Cichorium cf. intybus.

Piante legnose da frutto e/o ornamentali (CC).

Sono comprese diverse piante legnose sia Latifoglie Decidue, che Sempreverdi e Conifere, Mediterranee e Lianose, generalmente coltivate per i frutti eduli o i prodotti derivati, come il vino, e infine per il legno. Presso il sito di Leno si contano 9 diversi taxa, con una concentrazione totale media del 4,7%. Tra tutte spicca il Castagno, seguito molto dopo dalla Vite, dal Noce, dalle Rosacee con Albicocco, Pruno e Ciliegio, il Pino da Pinoli, l’Olivo e infine il Cipresso, sfruttato forse con funzione ornamentale.

Indicatori di prati e pascoli (pp).

Particolarmente interessanti risultano i dati relativi all’attestazione delle specie che indicano l’estensione di prati e pascoli presso e attorno al sito. Questo gruppo viene rappresentato da ben 10 taxa diversi e i livelli di concentrazione superano abbondantemente in ogni singolo campione le stime dei cereali (min. 16,47%, max. 77,68%).

Tra le più attestate ci sono le Poaceae spontanee/Poacee spontanee gruppo, seguite da un nutrito gruppo di Fabaceae, quali vari tipi di Trifoglio/Trifolium cf. angustifolium, Trifolium cf. hybridum, Trifolium tipo, la veccia/Vicia cracca tipo, il ginestrino tipo e il ginestrino cf./Lotus tipo e Tetragonolobus cf., la lupinella cf./Onobrychis cf. e l’ononide/Ononis tipo.

Seguono infine le Asteraceae, sia indifferenziate, che il Tarassaco cf. comune/Taraxacum cf. officinale, il grespino cf. comune/ Sonchus cf. oleraceus e la barba di becco comune tipo/ Tragopogon pratensis tipo.

Indicatori Antropici Spontanei (AS+As).

Si tratta del gruppo con maggiore variabilità floristica (30 taxa), che corrisponde anche a un discreto livello di concentrazione (min. 6,02%, max. 19,14 %). In generale la loro presenza suggerisce indirettamente la gestione ordinata degli spazi e un certo controllo dell’ambiente. Valori bassi, quindi, vengono tendenzialmente collegati a contesti di insediamento duraturo, mentre valori alti si riscontrano solitamente durante le fasi di abbandono di un sito21.

In particolare, si segnala la presenza di piante da ambiente ruderale/nitrofile quali l’Ortica comune tipo/ Urtica dioica tipo l’artiplice tipo/Artiplex, Chenopodiaceae indiff., e farinello

tipo/Chenopodium cf., alcune Polygonaceae tra cui il Poligono centinodia gruppo e persicaria gruppo/Polygonum aviculare e Polygonum persicaria e il Romice acetosa tipo/Rumex

acetosa tipo, il centocchio comune tipo/Stellaria media tipo, e la Sagina sdraiata gruppo/ Sagina procumbens gruppo.

Risultano piuttosto numerose le Asteraceae tra cui il fiordaliso giallo e scuro/Centaurea nigra tipo, la Camomilla/Matricaria cf., il Senecione comune tipo/Senecio vulgaris tipo, la Tossilaggine comune tipo/Tussilago farfara tipo e la nappola minore tipo/Xanthium

strumarium tipo. Nel contesto specifico, queste piante potrebbero confermare lo sviluppo di

aree estese dedicate a prati e pascoli, già precedentemente documentato.

Tra le altre specie si evidenzia una certa varietà tra le Plantaginaceae (6 taxa), il cui significato però non appare chiaro.