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CAPITOLO I La condizione del patrimonio edilizio italiano

7. Le principali fonti di danno nel Comune di Milano

Le stesse problematiche riscontrate su tutto il territorio possono essere individuate anche su scala ridotta all’interno delle entità comunali. Si vuol fare ovvio riferimento al Comune di Milano, il quale è stato il primo in Italia ad introdurre un nuovo provvedimento come il CIS volto all’analisi dello stato di salute dei fabbricati. Le casistiche sono ovviamente numerose, si farà nel seguito riferimento a soli casi di edilizia privata.

La credenza popolare attuale, o meglio, la prima causa che viene associata ai danni o ai crolli degli edifici risulta essere l’azione simica, soprattutto se ci si trova temporalmente collocati in vicinanza a qualche evento rilevante. Nella realtà però esistono una moltitudine di fattori che possono influenzare lo stato di salute degli edifici, il degrado temporale, l’azione del fuoco, l’azione del vento, lavori di ristrutturazione, cedimenti strutturali, intensi nubifragi, cambi di destinazioni d’uso, e molto altro.

Cercando di tenere in considerazione quante più fonti possibili di danno e ponendo l’attenzione su come questi inneschino e propaghino sofferenze ed eventualmente danni sulle costruzioni, è possibile ricavare diversi elementi di riflessione. Proprio in merito a

questa considerazione, osservando gli eventi accaduti negli ultimi 25 anni a Milano è possibile rilevare un dato molto interessante; cioè il fatto che il numero di crolli registrati a causa di problematiche antincendio sia maggiore rispetto a quello registrato nei confronti delle azioni eccezionali come il sisma (come verrà tratto nel seguito, questa è una delle motivazioni forti per cui nel CIS viene richiesto espressamente nei primi punti di descrivere e comprovare con documentazione inerente il livello di sicurezza al fuoco dell’edificio). Sicuramente questo è uno di quei temi che spesso viene sottovalutato e nel peggiore dei casi totalmente trascurato, nonostante siano ormai noti gli effetti negativi che può produrre un carico termico del genere sulle costruzioni.

Al fine di motivare concretamente quanto si è descritto sopra si vogliono ora riportare una serie di esempi riguardanti diverse strade che hanno portato al danno e/o crollo degli edifici nel Comune di Milano.

- La “prima categoria” comprende quegli eventi che vengono causati da fughe di gas ed esplosioni. In ordine cronologico il primo caso segnalato riguarda un

edificio di sette piani fuori terra crollato in Viale Monza n°112 durante la mattina del 30 Settembre 1994. L’evento si è verificato a causa di una fuga di gas in uno dei piani più alti dell’edificio, sul quale ha pesato fortemente l’effetto “tappo” di quelli adiacenti, con la conseguente implosione dell’edificio. Le prime testimonianze furono unanime nel confermare la forte presenza di gas nell’intorno del fabbricato proprio poco prima dell’esplosione; i cittadini fecero ricadere la colpa subito sui lavori inerenti al collegamento del gas metano, in particolare incolpando l’azienda incaricata della metanizzazione14. La tragedia suscitò forti

polemiche in merito a queste tipologie di lavori/manutenzioni, che hanno portato nel breve tempo ad accentuare l’interesse proprio verso queste operazioni. Gli accertamenti portarono poi a concludere che lo scoppio era avvenuto per la saturazione dell’appartamento a causa del gas. Il secondo caso riguarda invece l’esplosione di una palazzina in via Ungaretti (Cerro Maggiore), l’11 Novembre

2015, in seguito ad una perdita di gas oltretutto segnalata già il giorno prima da più residenti. L’odore di gas si è iniziato a percepire in seguito all’apertura di un cantiere relativo all’installazione dei cavi di fibra ottica. In seguito all’esplosione

la deflagrazione ha causato l’innesco di un forte incendio il quale a completamente distrutto la palazzina. Un terzo ed ultimo caso di cui si vuole accennare riguarda

invece lo scoppio sempre a causa di una perdita di gas all’interno di una palazzina di quattro piani in via Brioschi (zona navigli) il 12 Giugno 2016, con un

conseguente crollo parziale dell’edificio. In questo caso la palazzina era impegnata da lavori di ristrutturazione sulla facciata principale. La palazzina contava circa una ventina di appartamenti dove all’interno di uno di questi è avvenuta l’esplosione; l’episodio incriminato riguarda la presenza di una valvola di impianto chiusa e la manomissione di una delle tubazioni principale di adduzione, ad ogni modo ancora oggi sono da accertare le cause reali dell’episodio.

Questi sono solo alcuni esempi ma è lampante come una tematica del genere abbiamo necessità come tante altre di essere tenuta in debito conto, la quale necessità più controlli ed attenzione. Basti pensare che nel 2016 i vigili del fuoco sono intervenuti in tutta Italia a causa di segnalazioni in merito a perdite di gas per un totale 38 esplosioni e 10.625 interventi.

- La “seconda categoria” riguarda invece il tema degli incedi in parte direttamente legata alla precedente, in quanto da una fuga di gas si può facilmente propagare un incendio. Il livello prestazione dei materiali nei confronti dell’azione termica prodotta da un incendio è fondamentale per preservare la sicurezza in prima istanza degli utenti e più in generale del fabbricato stesso. L’interesse verso questo tema sta diventando sempre più forte, questo è dovuto principalmente al fatto che troppo frequentemente si sentono terminologie quali “l’incendio/rogo è divampato” nell’edificio, proprio dietro questa affermazione si possono celare una serie di concause di svariato tipo. Ciò che va sottolineato è come le conseguenze in merito ad eventi del genere possano in casi fortunati non colpire gli utenti, mentre in casi meno fortunati sì.

Non sono rari i casi in cui lo sviluppo di un incendio porta al crollo di una o più porzioni dell’edificio, come nel caso di via Beroldo 2, dove è avvenuto il crollo del tetto in seguito all’incendio, o nel caso più estremo, come nei casi di edilizia industriale, vedi il crollo di via Chiasserini 21, dove il propagarsi dell’incendio ha portato in poco tempo al collasso di tutto il capannone. È evidente che il livello prestazionale in termini di sicurezza antincendio degli edifici sia fondamentale, in

particolare è stato riscontrato come nei casi di edilizia privata il collasso riguardi spesso le coperture a meno che chiaramente non ci sia uno sviluppo omogeneo dell’incendio in tutto il fabbricato, per l’appunto causato da una fuga di gas. Nel caso di capannoni ed edifici industriali in genere è fondamentale invece che venga tenuto in debito conto il confronto tra i livelli di sicurezza del fabbricato e il rischio indotto dalle attività svolte all’interno.

- La “terza categoria” prende in considerazione il tema relativo allo stato di degrado avanzo che può insistere sui fabbricati. Non è raro infatti trovare edifici che mostrino una o più criticità con il rischio di eventuali crolli in merito a una o più porzioni dello stesso, o eventualmente, che questi si verifichino a seguito di modifiche o interventi sulle stesse strutture. Si può per esempio considerare la grande famiglia degli elementi accessori ai fabbricati, i quali sono diventati spesso fonte di pericolo per l’incolumità dei cittadini. Non è raro il verificarsi di crolli in merito a porzioni del fabbricato ammalorate che non essendo opportunamente trattate riducono il loro livello prestazionale fino al collasso. Tipicamente ci si riferisce al caso di cornicioni dei palazzi (tipico caso per gli edifici a bordo strada), comignoli e intradossi dei balconi (spesso ammalorati a causa degli agenti atmosferici). Nel caso dei crolli in merito ai cornicioni, tra i più frequenti a Milano, negli ultimi anni si sono verificati tra i 3-4 casi l’anno con conseguenze gravi, tralasciando dunque tutti i casi in cui per fortuna non accaduto nulla di grave. Altri elementi accessori di cui va monitorato lo stato di conservazione sono i comignoli in copertura, ringhiere dei balconi, antenne satellitari, insomma tutti quegli elementi la cui caduta può provocare un forte danno all’incolumità.

- La “quarta” categoria riguarda invece i lavori di ristrutturazione i quali sono

strettamente legati al tema del punto precedente. Molto spesso infatti edifici vetusti, abbandonati o in stato di forte degrado necessitano di interventi più o meno complessi volti al risanamento generale. Il problema rilevato in questi casi riguarda il primo approccio iniziale in merito ai lavori, infatti, capita molto spesso vengano fatti partire senza un accurato studio preliminare in merito alla condizione del fabbricato, assumendosi dunque rischi molto elevato in termini di sicurezza. I lavori di ristrutturazione possono interessare anche edifici con livelli di degrado contenuti. A dimostrazione dello stretto legame tra il tema del degrado

e i lavori di ristrutturazione si riporta un primo caso relativo al crollo della copertura dell’istituto Gherardini a Quarto Oggiaro nel 2013. L’edificio versava

da tempo in condizioni di abbandono totale tanto da avere tetti e pareti interne che si sgretolavano e aree intere allagate ad ogni scroscio di pioggia (questo tema si lega a quanto descritto per l’edilizia scolastica al par. 4). Senza controlli, senza analisi preliminari e senza il rispetto delle norme di sicurezza, l’inizio dei lavori ha compromesso la staticità del fabbricato tanto da provocare il crollo della copertura.

Il secondo caso considera invece un aspetto intrinseco ai lavori di ristrutturazione a cui probabilmente pochi porgono una reale attenzione, gli effetti delle vibrazioni [11]. A questo tema si stanno avvicinando sempre più tecnici del settore, soprattutto in virtù degli odierni sviluppi in merito agli effetti delle vibrazioni indotte dalle lavorazioni edilizie. Va fatta però una considerazione. Sì, gli effetti indotti dalle vibrazioni a secondo della loro intensità e frequenza potrebbero nei casi peggiori provocare danni, crolli, inibire impianti, danneggiare tubazioni; ma nella grande maggioranza dei casi questi effetti sono prodotti anche da ulteriori concause. Si riporta in merito il caso relativo al crollo di un pavimento in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione in un appartamento in piazza Virgilio nel 2017. In particolare, si stavano svolgendo dei lavori mediante martello pneumatico quando all’improvviso il pavimento è collassato e precipitato al piano sottostante. In seguito a delle analisi svolte post-danno è stato constatato che la condizione dello stabile aggravata dalle vibrazioni indotte è stato un connubio tale da portare al collasso del solaio.

Com’è stato evidenziato il panorama delle casistiche di danno nei confronti dei fabbricati è molto ampio, e questo breve elenco non le raccoglie sicuramente tutte; si può notare come dietro tali eventi si possa individuare una comune mancanza (giustificata o meno) di interesse verso lo stato di conservazione e dello stato di salute del fabbricato.

CAPITOLO II