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Problematiche sul piano operativo

Nel documento il nuoto (pagine 151-158)

Le controindicazioni all’attività natatoria: il problema dell’incontinenza L’incontinenza, ovvero il mancato controllo degli sfinteri, rappresenta l’unica vera controindicazione all’attività natatoria per un allievo disabile; occorre sin-cerarsi con tutto il tatto e la delicatezza del caso se si è in presenza di questo problema, che è risolvibile solo parzialmente con le mutandine contenitive. I colibatteri non vengono eliminati dalla clorazione e se superano la soglia di si-curezza la vasca va svuotata immediatamente, con tutte le problematiche anche economiche a cui va incontro la gestione dell’impianto.

Sussistono casi di persone con una disabilità psicofisica talmente grave (o di-sabilità multiple) per cui l’attività può essere svolta solo in strutture dedicate, con vasche idroterapiche di piccole dimensioni.

Come prevenire il problema dell’incontinenza?

Facendo innanzitutto opera di informazione con i genitori, specialmente se gli allievi con disabilità hanno meno di dieci/dodici anni di età, nei quali casi è opportuno adottare il costume contenitivo specifico in neoprene, a meno che

il genitore possa garantire con un certo margine di sicurezza che la pratica del contenimento si sia ormai consolidata definiti-vamente.

Si può inoltre sollecitare i geni-tori a comunicare eventuali epi-sodi di malesseri o indisposizio-ni. Appare lapalissiano, ma l’esperienza insegna che si sareb-bero potuti evitare molti sciagu-rati episodi con il conforto di una migliore comunicazione.

Quando è necessario interrompere l’attività?

Oltre alla problematica sopra esposta possono subentrare nello svolgimento dell’attività altri fattori di crisi, fisiologici e non.

L’attività natatoria non è un trattamento a cui la persona si sottopone in forma passiva, bensì presuppone la volontà attiva del soggetto. Sta alla sensibilità del tecnico capire quando questa volontà viene a mancare e per quali motivi. Se alla base c’è un problema di rapporto compromesso con l’istruttore (conflitti o semplice saturazione del rapporto) occorre valutare se è il caso di cambiare fi-gura di riferimento. Ad ogni modo bisogna assolutamente evitare qualsiasi for-ma di forzatura, nuotare deve sempre e comunque essere un’attività liberamente scelta.

Il burn-out, quando è l’istruttore a toccare il limite…

La tematica del burn-out viene esaurientemente trattata nel modulo on-line relativo all’area psicologica della formazione sul sito F.I.N.P., a cura della dott.ssa Celsi.

Lavorare quotidianamente a stretto contatto con problematiche di disabilità può comportare nel tempo effetti di logoramento, esaurimento e finanche de-pressione, che si instaurano a volte in maniera subdola e aspecifica.

Spesso le motivazioni degli operatori che scelgono un lavoro di tipo assisten-ziale si tingono di un entusiasmo idealistico, che li porta a travisare i reali obiet-tivi di tale atobiet-tività.

Quando le aspettative sono sovradimensionate e non vengono soddisfatte l’operatore si sentirà frustrato, insoddisfatto e passerà dal superinve-stimento iniziale ad un graduale disimpegno, poi a comportamenti aggressivi o di fuga ed infine al disinteresse ed al distacco emozionale e fisico.

L’insegnamento è sicuramente un lavoro incen-trato sulla relazione di aiuto, ma rimane un la-voro, con tutti i limiti che il ruolo professionale impone. Concepirlo come una “missione” da portare a termine a qualunque costo significa sbilanciare tutti i rapporti interpersonali e in de-finitiva espone seriamente l’istruttore al rischio

“burn-out”.

Le barriere architettoniche

Ormai quasi tutti gli impianti natatori hanno eliminato (o risolto almeno in parte) le barriere architettoniche presenti, consentendo l’accesso all’utenza in situazione di disabilità. L’entrata e l’uscita dalla vasca rimangono comunque momenti delicati, dove occorre prestare molta attenzione per evitare piccoli o grandi incidenti. Ad esempio è utile ricordare che se un allievo paraplegico si procurasse un’escoriazione sfregando con la parte bassa della schiena sul bordo vasca, riporterebbe una ferita difficile da rimarginare per la posizione seduta che normalmente mantiene e che può anche degenerare in piaga da decubito.

Nell’insegnamento sportivo si rivela una modalità appropriata la composizione mista del monte ore di lavoro degli operatori, con persone

disabili e con persone normodotate, ma non sempre

ciò è praticabile

La piscina comunale di San Benedetto del Tronto ha eliminato nel 1993 le proprie barriere architettoniche

Le barriere socio - culturali

Anche le barriere più subdole e persistenti, quelle dei pregiudizi, sono cadute o stanno cadendo.

La percezione della persona disabile vista come un “malato” da evitare nello stretto contatto è quasi definitivamente tramontata. Al contrario vengono sem-pre più apsem-prezzati anche dal grande pubblico quegli impianti che si sono dotati di uno staff in grado di svolgere professionalmente un’attività natatoria per di-sabili.

L’integrazione con le altre attività all’interno dell’impianto natatorio Non presenta problemi di sorta, a condizione che non si verifichino episodi di incontinenza, sui quali bisogna vigilare e soprattutto fare opera di prevenzione.

Se si verifica un episodio grave di incontinenza, per cui la vasca debba essere svuotata e le attività natatorie interrotte per due o più giorni, si crea un danno economico e di immagine già piuttosto serio; ma se gli episodi si ripetono nel-l’arco dell’anno la situazione può diventare insostenibile sia per la gestione del-l’impianto che per le società operanti al suo interno.

Gli orari di svolgimento dell’attività

Nella maggioranza degli impianti, pubblici o privati che siano, gli orari dedicati a questa attività sono quelli della fascia mattutina, principalmente perché sono meno richiesti e affollati, ma anche perché, nel caso di allievi disabili adulti provenienti da Centri Diurni di Riabilitazione, sono le ore del mattino le più indicate a svolgere un’attività fisica impegnativa.

I problemi insorgono quando consideriamo bambini e ragazzi disabili in età scolare, i quali ovviamente hanno solo il pomeriggio a disposizione per svolgere l’attività natatoria. Al pomeriggio gli spazi sono molto richiesti e i gestori non hanno nessuna intenzione di cedere corsie gratis o sottocosto, per cui occorre affrontare mediazioni a volte ardue per ottenere uno spazio appena sufficiente.

Sicurezza e responsabilità

Il nuoto praticato nelle piscine è una disciplina sportiva considerata tra le più sicure, in virtù della quasi totale assenza di impatti traumatici nell’ambiente fluido, in cui si rende anche più dolce e graduale l’applicazione della forza nel movimento.

Ciò non toglie che l’elemento rischio sia comunque presente, ad esempio nel-l’esecuzione dei tuffi o nella minaccia, remota ma pur sempre presente, dell’an-negamento.

Alcune semplici indicazioni per la prevenzione dei pericoli:

• 1. Evitare di dare compiti superiori alle forze degli allievi

• 2.   Posizione di controllo dell’istruttore: che abbraccia con un colpo d’occhio tutti gli allievi

• 3.  Attrezzatura sportiva idonea

• 4. Organizzazione dei tempi marginali come l’inizio e la fine della lezione, disciplinare l’entrata e l’uscita dall’acqua

• 5. Evitare i tuffi in acqua bassa in fase di apprendimento

• 6.  Evitare un controllo troppo stretto, asfissiante, favorire invece la presa di coscienza guidata agli eventuali pericoli.

Osservazione:

• Il confronto con le situazioni di pericolo, la sfida, il superamento dei propri limiti, sono proprio questi i momenti che rendono interessante l’esercizio dello sport.

• Acquisire una certa sicurezza nell’affrontarli può aiutare ad evitare incidenti gravi in altre situazioni.

Come affrontare i pericoli dello sport

Adempimenti e indicazioni per le società sportive

• Assicurazione Responsabilità Civile: obbligatoria per tutelarsi contro il ri-schio di incidenti dovuti a imperizia o dolo degli operatori.

• Assicurazione infortuni: facoltativa ma consigliata, diverse compagnie as-sicurative propongono pacchetti vantaggiosi alle società sportive.

• Formazione specialistica: l’adeguata preparazione tecnica è fondamentale ai fini della prevenzione degli infortuni, soprattutto in un campo delicato e complesso come questo che richiede conoscenze in svariati ambiti, da quello sportivo a quello psicologico e medico.

• Coinvolgimento del gruppo o società sportiva, atleti, genitori, tecnici e di-rigenti, sui rischi dell’attività e sull’assunzione di responsabilità da parte dell’istruttore e della società, con riunioni, stage, momenti d’incontro.

• Certificati medici semplici o di idoneità agonistica: assolutamente obbli-gatori per svolgere attività sportiva formativa e/o agonistica.

Buon lavoro a tutti i futuri tecnici del nuoto!

Bibliograf ia

1) Orsatti Luciano - Sport con disabili mentali - Società stampa sportiva /Roma 2) F.I.N. - Manuali didattici

3) L.Durante, V. Ferrero, M. Marchetti, A. Tedeschi - Sportivamente abili - Aranblu Editore - Roma - 2001

4) Luca Michelini - Handicap e sport (nuova edizione)

5) Esercizi in vasca e fuori vasca per tutte le nuotate (Ruben J. Guzman - Società Stampa Sportiva Roma)

6) Nuotare (D. Maiello - Società Stampa Sportiva)

7) Equilibrio e movimento in acqua (A. Campara, G. Di Pierri, S. Grazioli- CSS Servizi Integrati per lo Sport)

8) La nuova scienza del nuoto ( J.E. Counsilman-Zanichelli)

9) Cei, A., e Madella A., (1992). Tecniche della comunicazione didattica. Roma: Coni - Scuola dello sport

10) Jean Piaget - Lo sviluppo mentale del bambino. Edizione italiana: 1967, Einaudi 11) Donatella Donati, Lo sport come attività di tempo libero nell’alunno con disabilità:

aspetti psicopedagogici. Psicologia e Scuola Giunti Organizzazioni Speciali -n. 127 Dicembre Gennaio 2005-06 - -n. 128 Febbraio Marzo 2006.

12) O’Donnel L. M., Livingston R.I., Active exploration of the enviroment by young children with low vision, a riview of literature, J.V.I.B., 11, 1991.

13) Hatwell Y., (Elaborazione dei dati spaziali e sviluppo cognitivo dei non vedenti) in Vedere con la mente, (a cura di Galati D.) F. Angeli, Milano 1992.

14) La tecnica del nuoto, Sem n. 2, Dicembre 2011 Gennaio 2012

Appunti

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Indice

Prefazioni dei Presidenti

3

Prefazione del curatore con ringraziamenti

8

Cronistoria del nuoto per disabili

dagli albori alla costituzione della FINP

10

Nel documento il nuoto (pagine 151-158)