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4.4 Il passaggio del testimone padre-figlio

4.4.2 Il profilo del successore

L’obiettivo di questo paragrafo è stato quello di analizzare alcuni dei tratti caratteristici della figura del successore al fine di poter delineare le possibili valutazioni in merito alla predisposizione per la corretta gestione del processo di successione e al grado di capitale umano e capitale sociale in possesso del’erede. Alessio riceve una formazione attinente all’ambito della gestione aziendale, indirizzato dal padre solo nella scelta della scuola media superiore. Consegue un diploma in Ragioneria , una laurea triennale in Economia Aziendale (Finanza, Marketing e Produzione) ed infine conclude il suo percorso di studi con la laurea specialistica in Strategia Management e Controllo.

L’ultima fase del percorso di studi ha permesso ad Alessio di consolidare delle conoscenze manageriali che hanno successivamente trovato applicazione in azienda. Ad esempio, attraverso il suo lavoro di tesi, il quale analizzava l’implementazione di un sistema informativo integrato in azienda, ha contribuito alla definizione di una linea strategica28.

Come già accennato, da sempre il suo interesse orbita intorno all’impresa di famiglia verso la quale detiene una profonda conoscenza delle dinamiche che l’hanno contraddistinta. Egli inizia ad apprendere e svolgere piccole mansioni operative sin da giovane per poi entrare in azienda a tempo pieno una volta terminati gli studi. Quando gli viene chiesto il perché ha scelto di lavorare nell’impresa di famiglia risponde così: «Ho subito avuto la consapevolezza che

fosse oggettivamente un’occasione troppo grande da lasciarsi sfuggire. Tuttavia, al tempo stesso posso dire che la mia è stata una decisione guidata e non

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Nel par. 4.5.2 si vedrà come sia stato avviato un progetto per l’implementazione di un sistema informativo, considerando anche le valutazioni elaborate da Alessio nella suo lavoro di tesi.

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obbligata. Se non avessi avuto quest’opportunità non posso affermare con assoluta certezza che avrei seguito una strada del genere. Tuttavia diciamo che lo stretto contatto con la realtà della mia azienda ha fatto nascere in me la passione sia per l’ambito nella quale è inserita sia, soprattutto, per il lavoro artigianale di cui essa è portatrice , alimentando progressivamente anche la vocazione a intraprendere un percorso imprenditoriale».

In poco più di un anno di attività con un bagaglio di competenze sicuramente ancora da sviluppare, per via della poca esperienza, ma con una grande dose di impegno. Alessio è responsabile della produzione. Sulla base della pianificazione delle consegne data dal cliente si occupa di pianificare la relativa realizzazione dei capi, quindi, coordinare i processi di ordine dei materiali e il lavoro interno per poi poter inviare, nei tempi giusti, i prodotti ai partner che ultimeranno la lavorazione in relazione ai processi produttivi che la Zac ha esternalizzato29. A lui spettano, inoltre, il controllo sulla riconsegna del prodotto da parte dei partner, nei tempi concordati e nel rispetto delle specifiche qualitative, e il coordinamento del lavoro interno e del personale che ruota intorno alla produzione.

Considerando i tempi apparentemente prematuri per ricoprire un simile ruolo, Alessio dice «Mi rendo conto che è una posizione di alta responsabilità e che

probabilmente ad oggi non posseggo tutte le competenze necessarie per ricoprire la stessa posizione in un’altra azienda. Tuttavia, riesco a svolgere il mio ruolo in virtù di un forte impegno e sacrificio, che mi consentono di apprendere giorno dopo giorno sempre di più, di una forte conoscenza dell’azienda e dei suoi meccanismi e della possibilità di essere seguito da mio padre». Inoltre, va

aggiunto che il suo inserimento è stato effettuato a fronte di una specifica necessità e volontà dell’imprenditore nel voler pervenire ad un graduale processo di delega della funzione di produzione. La scelta di Roberto nel conferire al figlio

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165 tale ruolo non si è basata esclusivamente sull’appartenenza familiare30, ma soprattutto sulla valutazione delle sue potenzialità. La delega della produzione al figlio viene accompagnata da un progressivo aumento del grado di responsabilizzazione di tutti i membri dell’organizzazione, in relazione a tale circostanza Alessio afferma «Si tratta di un passo importante, quello di mio

padre è stato un atto di deresponsabilizzazione dal processo di produzione e la sua delega nei miei confronti, ma anche a quelli di tutta l’azienda, che in un solo anno ha condotto ad ottimi risultati. Quest’ultimi sono stati raggiunti sia grazie al mio lavoro che di per sé presuppone un grosso livello di responsabilità sia grazie alla presa di coscienza e all’incremento della responsabilità di tutti i componenti dell’azienda […] di fatto i responsabili di produzione di Missoni e di Trussardi quest’anno si sono complimentati già due volte con mio padre per l’ottimo lavoro eseguito e scaturito dalla delega».

Dalle interviste e dalle relative impressioni scaturite dall’osservazione dei comportamenti delle figure dell’imprenditore e del successore è emersa una visibile differenza caratteriale. Roberto appare una persona attenta a ciò che lo circonda, abile nel sapersi interfacciare, con un forte intuito nel riconoscere chi gli sta davanti, una persona equa nei confronti di tutti senza distinzione alcuna, dal forte temperamento, disponibile e scherzoso quando la situazione lo permette ma altrettanto rigido ed esigente quando si tratta di impegno e serietà lavorativa. E’ plausibile credere che parte di tali caratteristiche non possano essere ancora percepibili in Alessio che sebbene abbia ereditato gran parte dei valori trasmessi dal padre, soprattutto quelli di natura etica, stenta ancora a palesare una personalità di impatto nel contesto lavorativo. Questo si ritiene che sia dovuto, da una parte, all’esiguo tempo di inserimento in azienda e alla presenza molto carismatica di Roberto che inevitabilmente tende a fare ombra e, dall’altra, al distinto grado di grinta profuso e alla diversa predisposizione alla leadership. Dalle parole del figlio «una differenza risiede nella capacità di leadership che in

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Condizione che spesso, a fronte di una inadeguatezza del soggetto inserito o dell’insussistenza di un ruolo da ricoprire, conduce ad una gestione inefficiente (Corbetta, 2010). Per maggiori approfondimenti vedi: par. 3.2.4.

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mio padre è visibilmente più forte e consolidata. Confido comunque che in futuro possa acquisire la medesima capacità arricchita dalle mie personali caratteristiche e penso di avere le carte in regola per poterci riuscire».

A tale proposito occorre sottolineare che le differenze nelle due personalità sono fisiologicamente dovute anche al diverso background e alle diverse condizioni di sviluppo che hanno caratterizzato la crescita dei due soggetti. Basti pensare che Roberto essendo il fondatore della Zac non solo ha sopportato grandi sacrifici soprattutto nel periodo iniziale ma oltretutto ha dovuto dimostrare, per primo a se stesso e in secondo luogo alle persone che credevano nella sua idea, un forte spirito imprenditoriale con un’altrettanto forte propensione al rischio31

. Al riguardo Alessio afferma: «[…]io diciamo che ho trovato la tavola semi

apparecchiata ma questo non rende il mio lavoro attuale e soprattutto quello futuro esente dal rischio, dalla responsabilità individuale e sociale e dalla necessità di formare le mie conoscenze e competenze. Al riguardo credo di possedere le basi necessarie per capire cosa voglia dire assumersi le responsabilità tipiche di un imprenditore nei confronti dell’azienda, dei membri familiari e non che ne costituiscono la struttura, dei partner, dei clienti, di chiunque sia in relazione con la Zac. Di fatto è quello verso cui mi sto avviando».

Una componente, inoltre, che spicca nell’analisi del profilo del successore è l’elevato grado di commitment che a fronte sicuramente dell’appartenenza familiare32 e della totale identificazione con l’azienda permette ad Alessio di dedicare molto tempo e parecchie energie nel suo lavoro.