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5.3. Il progetto migratorio

Nel paese di origine

Le due famiglie burkinabè più rappresentate nel territorio del Comune di Spilimbergo e nelle frazioni limitrofe sono i Bance e gli Yabre. Nel 2009, stando ai dati forniti dall’anagrafe comunale, dei 277 cittadini del Burkina Faso residenti a Spilimbergo ben 107 avevano il cognome Bance. Si tratta di due nuclei familiari che provengono entrambi dalla Provincia di Boulgou, nella Regione Centro-Est del

76 Un informante che si è dimostrato sempre piuttosto attendibile ha riferito l’esistenza di un progetto di cooperazione e sviluppo decentrato finalizzato alla costruzione di un istituto scolastico in un piccolo villaggio del Burkina Faso. La costruzione del blocco centrale della scuola, che ospita già le prime tre aule, si è conclusa nel 2006. L’istituto è attualmente frequentato da quasi seicento bambini tanto che è in atto un progetto di ampliamento con l’aggiunta di ulteriori aule. I bambini che raggiungono l’istituto provengono ormai non solo da Beka Zourma, ma anche da tutti i villaggi limitrofi del Dipartimento di Zabré (Fulbé, Zata, Sakura, Doube e altri). In una delle interviste l’informante riferisce le ragioni che nel 2000 lo spinsero a iniziare la raccolta di fondi per realizzare questo progetto.

Bk2: No, è:: quello è già quando abbiamo fatto io ho perso, io ho perso mio primo figlio, dal 2000. Dal 2000 che, quando io lui vado qua ha lasciato due figli e loro vanno, attraversano fiume per andare a scuola e sono ++ caduta dentro acqua. Mio figlio ha salvato. C’è uno, altro figlio che sono morto. E mio figlio ha salvato quello giorno, ma il giorno dopo, una settimana dopo, stessa settimana ha preso il te|aveva bevuta una cosa e: non so, è:: mal di pancia, è morto. %È morto mio figlio.% Quando ha morto io ha andata fino|io andata giù con mia moglie ++ e dopo hanno pensato ha fatto escuola nel mio villaggio, che non puoi andare più eh:: attraverso, non puoi lasciare più bambini attraversare fiume, bambini di sei mesi. Per andare a quindici, venti chilométri per andare a fare scuola.

Da un’altra intervista emerge la consapevolezza di alcuni tra i migranti dell’importanza dell’istruzione ai fini di un positivo sviluppo futuro del Burkina Faso. L’informante spiega come il bisogno primario della popolazione del suo paese sia, ovviamente, quello alimentare. Al secondo posto nella sua graduatoria l’intervistato individua però già la necessità di educare al meglio le nuove generazioni. Bk1: Quello è il problema. Che noi ha bisogn|Ad esempio noi che sono qua arriva +++ a mandare no|no|nostro figlio a scuola perché noi lavoro qua, guadagna qua, manda la scuola. Sì, quelli che vivono lì ++ è difficile +++ perché scuola non è vicino, è lontano, e non c’è|non c’è, anche non c’è posto. (xxx) bambino e va ancora (xxx). Ma sans scuola non c’è disviluppo.

Ric.: Sì, sì.

Bk1: Deve studiare lì, così insegnargli anche l’agricoltura pe|pe|per esempio fare agricoltura e:: le::

agronome vuoi fare insegnate gente. Può fare a scuola, se non ha fare scuola come fa insegnare gente?

Seconda: développ ++ l’agri|l’agricoltura. +4+ C’è|C’è gente con la fame. +8+ Uguale, come qua, come l’Italia. Anche senza lavoro ha da mangiare perché c’è da mangiare.

Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 105 Burkina Faso. Secondo le stesse dichiarazioni degli informanti pare che gli abitanti di quella zona siano per tradizione migranti e che si spostino di frequente anche al di là dei confini nazionali alla ricerca di opportunità di impiego e inserimento lavorativo77. Nonostante non siano numerosi quanto il gruppo etnico mossi, che si concentra nella Regione Centro e nella capitale Ouagadougou, gli abitanti della zona di Boulgou si incontrano non meno di frequente, anche al di fuori dei confini del paese.

TAB 28. Percorsi migratori degli informanti

8/ Sei vissuto in altri paesi? Dove? Per quanti anni?

17 Costa D’Avorio 13 Meno di 1 1

No 22 Camerun 1 Da 1 a 3 7

Non risponde 1 Costa D’Avorio e Siria 1 Più di 3 2

Totale 40 Non risponde 2 Non risponde 7

Totale “Sì” 17 Totale “Sì” 17

Non è quindi raro constatare attraverso i questionari e le interviste l’esistenza di progetti migratori a breve o medio termine che coinvolgono i paesi confinanti con la Regione Centro-Est del Burkina Faso: il Ghana, il Togo, nonché la tradizionale meta di tanti tra questi spostamenti che è rappresentata dalla Costa D’Avorio. Una percentuale significativa del campione ha affermato di avere trascorso dei periodi piuttosto lunghi anche in altri paesi, prevalentemente dell’Africa occidentale, prima di giungere in Italia. La constatazione di questa realtà induce a pensare che il meccanismo prevalente in questo genere di catena migratoria sia prevalentemente quello di spinta, pur senza trascurare la forte attrattiva esercitata da un mercato del lavoro più ricco come quello dell’Unione Europea. Sarebbe quindi la necessità a

77 Dalle parole di uno degli intervistati apprendiamo che gli abitanti dell’area di Boulgou sono scarsamente stanziali. Le mete preferite da questi nomadi burkinabè sembrano essere la Costa D’Avorio, ma anche il Ghana. Il medesimo informante si spinge in seguito ad affermare che la maggior parte dei cittadini del Burkina Faso presenti in Friuli Venezia Giulia proverrebbe da un unico gruppo etnico.

Sal: Eh, Boulgou è una zona:: piccola, ma però sono come nomadi, sono dappertutti. Erano più via|Erano più in viaggio che quelli che sono a Boulgou. E in Costa D’Avorio sono tantissimi, e in Ghana non se ne parla.

Ric.: Ah sì? Tantissimi?

Sal: E qua in Italia:: diciamo che sono sempre loro i più… Ric.: Anche quelli che ci sono a &Vicenza?&

Sal: &Sì. Se|Se vuoi sapere:: se vuoi sapere quanti burkinabè ci sono qua: la maggior parte sono sempre:: noi, i mossi sono sempre pochi. E gli altri, pochi. Siamo sempre noi.

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spingere i burkinabè a spostarsi al di fuori dei confini del proprio paese, mossi non tanto dal desiderio di migliorare il proprio stato sociale o le proprie possibilità di successo economico, quanto dal bisogno immediato di far fronte a condizioni di vita alquanto drammatiche. La destinazione privilegiata degli spostamenti più a corto raggio è naturalmente la Costa D’Avorio, paese che con il Burkina Faso condivide un passato storico comune. Nella maggior parte dei casi (il 41,2% di quelli dichiarati) la permanenza all’estero si protrae per un periodo da uno a tre anni, anche se dalle affermazioni degli informanti pare che esista anche la pratica di attraversare solo stagionalmente il confine per cercare lavoro altrove.

L’arrivo in Italia

La maggior parte del campione è costituita da burkinabè residenti sul territorio italiano da lungo tempo. I casi di neo-arrivati che abbiano accettato di partecipare alla ricerca sono stati i meno frequenti, dato che per gli immigrati giunti da poco in Italia l’ostacolo linguistico e il timore di offrire una cattiva immagine di se stessi e del proprio paese hanno solitamente dissuaso dalla compilazione del questionario. TAB 29. Durata della permanenza in Italia

Meno di 1 Da 1 a 3 Da 4 a 10 Più di 10 Non risp.

9/ Da quanti anni sei in Italia? 1 6 18 11 4

Anche se la quasi totalità del campione (esclusi due informanti, uno residente a Manzano e l’altra a Pordenone) ha dichiarato Spilimbergo o una delle frazioni limitrofe come luogo attuale di residenza è evidente come per molti dei burkinabè il trasferimento dal paese di origine alla destinazione finale del loro percorso migratorio abbia comportato non di rado numerose tappe intermedie. Tanti tra gli intervistati hanno dichiarato che la loro città di arrivo in Italia è stata Roma. Dalla capitale si sono poi immediatamente trasferiti, talvolta il giorno stesso, verso Napoli dove pare che la comunità burkinabè sia piuttosto nutrita e sappia meglio accogliere i nuovi arrivati dando supporto per le immediate necessità e aiutando nella ricerca

Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 107 della prima occupazione78. Successivamente, non appena le condizioni lavorative e il perfezionamento della documentazione di soggiorno lo permettono, avviene il ricongiungimento con i familiari già residenti in altre città italiane. È questo il percorso che ha caratterizzato anche alcuni dei migranti giunti a Spilimbergo.

TAB 30. Percorso migratorio in Italia

12/ Hai vissuto in altre città italiane? Quali?

15 Napoli 9

No 24 Roma e Napoli 1

Non risponde 1 Treviso 2

Trento 2

Non risponde 1

Per quanto riguarda la domanda che indaga le motivazioni che hanno spinto molti dei burkinabè a raggiungere l’Italia, ovviamente quella più importante è risultata essere il lavoro, seguita dai ricongiungimenti familiari. Almeno 31 informanti su 40 (pari al 77,5%) hanno selezionato anche l’opzione lavoro tra le risposte a loro permesse79. Questo dato è in sintonia con quanto indicato sia

78 Un’informante spontaneamente racconta il suo percorso attraverso l’Italia prima di raggiungere il Friuli Venezia Giulia, sua attuale regione di residenza. Nella sua interessante storia l’intervistata menziona l’esistenza di un campo di immigrati presso Villa Literno, paese della Campania noto alle cronache nazionali per le terribili condizioni di vita e di lavoro degli stranieri, oltre che per drammatici fatti di cronaca del passato tra i quali l’assassinio del rifugiato sudafricano Jerry Essan Masslo nell’agosto del 1989. Già in relazione alla vicenda i quotidiani dell’epoca avevano reso nota la presenza a Villa Literno di gruppi di cittadini del Burkina Faso, alcuni dei quali avevano offerto ai giornalisti testimonianze sconcertanti sulle loro condizioni di vita in Italia.

Ass: E lì arrivava a Roma, c’erano dei conoscenti che li accompagnava direttamente a Napoli. E c’era un campo immigrato, non mi ricordo, Villa Literno, a Napoli. Non so se...

Ric.: Ah! Son stato una volta, per un mese, non conosco bene.

Ass: @ Sì, be’ sì. E fanno pomodoro ++ e lì hanno attrezzato un campo::, un ghetto, eh, si può, dire di|di|di africani. Chi arrivava:: a Roma, direttamente la portavano lì. Ed è, è il perché tante persone sono passate per Napoli.

79 Alcune delle domande presenti nel questionario prevedono la possibilità di indicare più di una risposta. In questi casi il trattamento dei dati raccolti si confronta con la necessità di dover scegliere in quale maniera rappresentare i valori al meglio e più fedelmente. La scelta di un metodo piuttosto che un altro in sé e per sé introduce uno scostamento dalla realtà in quanto si tratta di una variabile per la maggior parte dipendente dalla soggettività dell’operatore. Dato che le ridotte dimensioni del campione avrebbero reso poco interessante una tabulazione che riportasse tutte le combinazioni possibili delle diverse variabili si è preferito ricorrere a una doppia rappresentazione, così come fatto da Chini (2004). Attraverso questa rielaborazione è stato possibile evidenziare le informazioni che si sono ritenute più rilevanti ai fini dell’indagine:

1. da una parte sono state indicate, con la medesima dicitura del questionario, le scelte numericamente più frequenti operate dagli informanti, quelle che indicano cioè una loro preferenza netta nei confronti dell’opzione;

108 Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine

dall’Anagrafe di Spilimbergo, sia dall’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia. I valori sembrano rappresentare una immigrazione giovane, ancora nelle sue fasi iniziali, ma che si sta evolvendo gradualmente verso una forma di presenza sempre più radicata e stanziale nel territorio. Gli arrivi a seguito dei ricongiungimenti familiari, con l’obiettivo di ricostituire i legami affettivi interrotti alla partenza, testimoniano l’esistenza di un processo di evoluzione della condizione dei migranti sul territorio. Queste forme di ricomposizione delle famiglie hanno al momento una rilevanza secondaria rispetto alle scelte lavorative, ma sono comunque ben rappresentate all’interno del campione.

TAB 31. Motivi della partenza

10/ Per quali motivi sei venuto in Italia?

Prime preferenze Scelta unica Sc. multipla Totale

Lavoro 17 Lavoro 17 14 31

Lavoro e famiglia 10 Famiglia 5 14 19

Famiglia 5 Studio 2 6 8

La natura dei percorsi compiuti per raggiungere l’Italia rispecchia la medesima situazione delineata attraverso la domanda riguardo i fattori che hanno spinto i burkinabè a intraprendere il loro progetto di trasferimento in Europa. Se da un lato sembra plausibile che parte dei viaggi affrontati in solitudine debba essere attribuita agli individui più giovani, per lo più di sesso maschile e alla ricerca di un rapido inserimento nel mondo lavorativo, d’altro canto non sono così rare le situazioni in cui lo spostamento sia avvenuto in compagnia dei genitori o dei fratelli. Sono questi ultimi i casi che palesano l’esistenza in atto di un processo di stanziamento, con la formulazione di piani sempre più a lungo termine e con la parziale ridiscussione degli obiettivi finali. Il richiamo rivolto ai familiari in patria e finalizzato a un rapido ricongiungimento nel paese di arrivo sembra rappresentare la condizione di una

2. dall’altra sono stati totalizzati matematicamente tutti i casi in cui una opzione è comparsa almeno una volta tra le preferenze indicate, anche in combinazione non individuale, dagli intervistati. In questa maniera è stato possibile comprendere e valutare esattamente sia le preferenze assolute all’interno del campione, sia quelle che emergono come più significative in quanto presenti nella maggior parte delle scelte operate da differenti informanti.

Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 109 presenza degli immigrati burkinabè a Spilimbergo che si sta evolvendo in maniera spontanea e graduale verso una propria fase più matura80.

TAB 32. Compagni di migrazione 11/ Con chi sei venuto in Italia?

Prime preferenze Scelta unica Sc. multipla Totale

Da solo 16 Da solo 16 0 16

Genitori 6 Genitori 6 6 12

Genitori e fratelli 6 Fratelli 2 6 8

Figli 5 Figli 5 1 6

Marito 3 1 4

Amici 1 0 1

I dati sui matrimoni indicano l’esistenza di già un certo numero di nuclei familiari sul territorio. Spesso si tratta di famiglie assai numerose alle quali si sono uniti, alla ricerca di supporto e per assistenza reciproca, anche parenti più o meno stretti, definiti da alcuni degli intervistati con l’eloquente espressione “non di

80 Bonifazi, dirigente di ricerca presso l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, ha ricordato nel suo recente studio sui caratteri dell’immigrazione e sulla presenza straniera in Italia alcuni modelli strutturali della dinamica dei flussi migratori che sembrano essere adeguati a definire anche la situazione dei burkinabè residenti a Spilimbergo (2007, pp. 46-49). In particolare è stato citato il costrutto teorico introdotto da Böhning nella sua importante disamina dei flussi migratori diretti verso il Regno Unito nei primi anni Settanta (1972, p. 64 e ss.). L’allora direttore del Settore Migrazioni dell’organizzazione internazionale ILO affronta da diverse angolature l’intrecciarsi dello sviluppo delle società post-industrializzate con la crescente domanda di manodopera estera da parte dei mercati del lavoro dei più importanti paesi europei. La presenza immigrata attratta dall’esistenza di sacche di lavori definiti indesiderabili e disertati dagli autoctoni si sviluppa attraversando quattro tappe che gradualmente portano il meccanismo a divenire strutturalmente necessario e autoalimentante dal punto di vista dei flussi. Le fasi identificate sono in sintesi quattro:

1. immigrazione temporanea, per lavoro, caratterizzata dalla forte presenza di individui giovani, non sposati, che intrattengono ancora forti legami con il paese di origine;

2. prolungamento della durata dei soggiorni e creazione di reticoli sociali, spesso a base etnica, per mutua assistenza e solidarietà tra connazionali, oltre che tra familiari, anche come conseguenza dell’estendersi del fenomeno dalle aree urbane a quelle periferiche del paese di provenienza dei migranti;

3. incremento dei ricongiungimenti familiari ed, eventualmente, creazione di comunità etniche, con una presenza sul territorio che si configura sempre a più lungo termine, stanziale e strutturale sul piano economico;

4. formazione definitiva di comunità immigrate nel paese di arrivo, con conseguente ridiscussione dello stato sociale dei migranti stessi, crescente domanda di luoghi di culto e di socializzazione etnicizzati.

Apparentemente la comunità burkinabè residente nello spilimberghese si troverebbe in un momento di passaggio dalla seconda alla terza fase, e starebbe evolvendo in direzione di una presenza sempre più strutturale e radicata.

110 Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine

sangue”81. Come era prevedibile, in considerazione anche della storia relativamente breve dell’immigrazione burkinabè a Spilimbergo, la tendenza più diffusa dichiarata dagli informanti è stata quella di scegliere il proprio coniuge all’interno della comunità immigrata. L’esogamia è risultata essere una scelta marcata, operata da solo uno tra i venticinque informanti sposati. Da alcune interviste si intende come tale tipo di possibilità sia in taluni casi non solo scoraggiata, ma addirittura stigmatizzata dai familiari e dagli appartenenti alla comunità. Il matrimonio esogamico pare possa essere in certi casi interpretato come una forma di allontanamento dai valori tradizionali e culturali del paese di origine, una perdita per la comunità burkinabè di uno dei suoi membri82. D’altro canto è plausibile ritenere che la comunità autoctona di Spilimbergo manifesti non minori dubbi in merito alla eventualità di unioni miste.

I nuclei familiari più rappresentati all’interno del campione sembrano quelli costituiti principalmente da una coppia di genitori e da un certo numero di figli, nella maggior parte dei casi giunti in Italia in seguito, attraverso il meccanismo dei ricongiungimenti familiari. Più rari, sulla base delle dichiarazioni degli informanti, sono quelle situazioni in cui all’interno della medesima abitazione convivono anche altri parenti oppure amici. Dalla frequentazione diretta degli immigrati e dalle informazioni raccolte sul territorio sembrerebbe però emergere chiaramente come le differenti famiglie siano in contratto stretto, si frequentino spesso e trascorrano buona parte del tempo libero all’interno della comunità.

81 Un giovane informante, parlando del proprio nucleo familiare al quale si è da poco ricongiunto, cita la presenza di una parente non di primo grado che definisce per questa ragione come priva di effettivi legami “di sangue” con lui.

Pr2: Sì, se + sì + può essere. Sì, sarebbe vero perché c’è una signora che conosco, bon, dirò una zia, tipo. Zia per dire, non è che:: c’è un legame, non c’è un legame di sangue però il posto è lo stesso. Allora lei è stata %se non sbaglio una delle donne che è arrivata prima%.

82 Stando al frammento che segue parrebbe che anche solo intrattenere rapporti di amicizia o sentimentali con coetanei non burkinabè possa generare una reazione negativa da parte dei membri della comunità di appartenenza. Dalle parole dell’adolescente intervistato traspare il senso di frustrazione nei confronti della generazione dei genitori che pare non capisca il suo desiderio e la volontà di integrazione nel tessuto sociale del paese ospitante.

Sal: La gente c’è una cosa, sola, integrarsi tra:: stranieri in nostra comunità che italiani ++ loro non riescono, per esempio: la ragazza. Non riescono a parlare con la ragazza o:: avere un amico. Per esempio uno ce l’ha e i resti ti prendono in giro, pensano che|dicono che tu:: sei qua:: per %le ragazze bianche%. E sembra che|Sembra che non (sia giusta) ma non è così, è che è la ignoranza che li fa parlare così.

Tesi di dottorato di Gianluca Baldo, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 111 TAB 33. I nuclei familiari

15/ Con chi vivi adesso?

Prime preferenze Scelta unica Sc. multiple Totale

Coniuge e figli 17 Coniuge 4 19 23

Genitori e fratelli 9 Figli 0 17 17

Coniuge 4 Fratelli 0 9 9

Parenti 2 4 6

Genitori 1 2 3

L’analisi della condizione occupazionale degli immigrati ha una grande rilevanza come indicatore di integrazione nel tessuto sociale del paese di arrivo83. Il dato elicitato attraverso i questionari ha rivelato un tasso di attività all’interno della minoranza complessivamente pari al 37,5%.

TAB 34. Attività professionale svolta

16/ Stai lavorando? Che lavoro fai?

15 Industria 10

No 24 Servizi 2

Non risponde 1 Commercio 1

Agricoltura 1

Non risponde 1

Il grado di inserimento occupazionale sembra essere piuttosto basso, ma una certa influenza sul dato deve essere attribuita alla presenza all’interno del campione di una decina di giovani, di età inferiore ai vent’anni. Di fatto le fasce di età più basse tra i burkinabè hanno indicato assai più spesso rispetto alle prime generazioni di immigrati di non essere ancora riuscite ad avviare il proprio percorso nel mondo del lavoro. Il campione studiato è piuttosto ridotto, quindi limitato dal punto di vista