• Non ci sono risultati.

Il programma di ginnastica per N e gli obiettivi prefissati

Nel documento Ginnastica e autismo (pagine 58-62)

4. IL CASO DI N

4.2 Il programma di ginnastica per N e gli obiettivi prefissati

N. iniziò a frequentare la palestra nel mese di ottobre dell’anno 2010, portando il certificato di un ortopedico che prescriveva ginnastica per irrobustire i muscoli e migliorare per quanto possibile la sua postura; fu ipotizzato che N. potesse avere dolore in quanto presentava una contrattura lombare sinistra dovuta ad atteggiamento scoliotico. Prima di iniziare il lavoro con N. mi recai dalla logopedista che segue N. per farmi indicare un tipo di approccio comunicativo che mi permettesse di stimolare l’attenzione e di farmi capire.

N. non era mai stato in una palestra di ginnastica quindi non aveva praticato nessun esercizio e non conosceva nessun attrezzo, tutte queste cose mi fecero decidere in accordo con i genitori di impostare un programma di

57

lavoro individuale. Ad inizio lavoro la madre riferì che N. stava molte ore seduto e sempre scomposto su un lato tanto da avere un’abrasione a livello gluteo in corrispondenza dell’ischio sinistro. Il primo obiettivo che mi ero prefissato era quello di levare il dolore e rinforzare i muscoli (compatibilmente con il dolore) e con il livello di comprensione di N. . Nelle prime lezioni ho proposto pochi esercizi e ne ho curato molto l’esecuzione; la progressione didattica nella difficoltà degli esercizi è sempre stata lenta.

N. ha sempre dimostrato livelli di forza molto buoni, però inizialmente aveva timore di sbagliare e di venire rimproverato. La parola NO cerco di usarla il meno possibile con bambini e ragazzi; nel caso specifico mi fu suggerito di evitare di dire no in quanto N. prende questa parola come un ammonizione, infatti nel primo periodo di lavoro N. rispondeva sempre si ad ogni domanda che gli veniva posta. Ho fin da subito utilizzato il P.A.L (posizionatore antalgico lombare) per dare sollievo alla zona dolorante, e ho fatto eseguire esercizi di semi sospensione ai vari attrezzi della ginnastica classica dove era possibile l’esercizio; nel caso specifico gli attrezzi maggiormente utilizzati per l’esercizio di semi sospensione sono stati la spalliera svedese (Fig. 6), gli anelli, le funi e la scala curva montata alta con N. posizionato dietro e sotto la scala. Questo esercizio ha un’azione positiva sulla colonna vertebrale e sull’articolazione scapolo omerale ed inoltre consente il rinforzo dei muscoli della mano, molto utile perché in molti degli esercizi agli attrezzi è richiesta una presa salda. Lo stesso esercizio è stato proposto ad attrezzi diversi perché abbiamo un presa diversa (basti pensare a quanto cambia la presa delle mani agli anelli, dove la mano fa presa su di un anello di legno con superficie liscia e orizzontale, mentre nella fune la presa è scomoda in quanto verticale e non liscia). Inoltre poi ho iniziato subito il lavoro di coordinazione ed equilibrio sull’asse di equilibrio (Fig. 7). Ho sempre cercato di non utilizzare uno schema fisso ma di variare l’ordine, volevo evitare il più possibile l’instaurarsi di una procedura fissa, senza però venire meno ai principi della ginnastica. Ho fin da subito lavorato con esercizi di schema corporeo e con esercizi di rinforzo per gambe, tronco e braccia. Inizialmente il lavoro per il rinforzo specifico era senza attrezzi e a corpo libero davanti allo specchio. Nel giro di poche

58

settimane la madre mi riferì che osservando N. si vedevano i benefici, il dolore si era come un minimo attutito, ed era diminuita l’abrasione che aveva a livello ischiatico. Ho inserito il lavoro in sospensione alla spalliera svedese (Fig.8), il rinforzo muscolare iniziava ad essere svolto agli anelli e alle funi in posizione raccolta con braccia e gambe. Nel giro di due mesi N. non aveva più dolore, l’abrasione sulla natica era sparita; solo allora ho impostato gli esercizi di ginnastica classica agli attrezzi. Gli esercizi proposti andavano dal facile al difficile, ho inserito il lavoro di rinforzo alle pertiche statico, la sospensione alla scala orizzontale curando sia il salto in alto che il salto in basso. In questa fase ho inserito come rinforzo per braccia e tronco esercizi alla scala di corda ed esercizi in quadrupedia. Ho insegnato i salti alla funicella ed inizialmente N. riusciva a fare qualche salto consecutivamente, poi ha iniziato a sbagliare l’esercizio (secondo la madre che lo ha osservato lo faceva volontariamente) e si divertiva a far sbattere con forza la corda contro il pavimento. Quindi ho sostituito il lavoro alla funicella con la cyclette sebbene ritengo siano due esercizi accomunati solo dal fatto che sono aerobici, la cyclette infatti non ha l’effetto coordinativo della funicella. Nonostante questo, il lavoro è sempre stato eseguito con costanza ed impegno; N. ha sviluppato la capacità di eseguire capriole e verticali agli anelli (Fig.9), la presa alle pertiche, che prima manteneva in forma statica, adesso gli consente di salirle fino in alto (Fig.10) (la palestra dove lavoro ha un soffitto alto tre metri, che può sembrare poco ma che in realtà mette in difficoltà molte persone che frequentano la palestra, almeno inizialmente). Dopo che N. è stato capace di fare le capriole agli anelli ho ritenuto che fosse pronto per eseguire in sicurezza la capovolta in avanti alla sbarra tubolare graduabile (Fig. 11); gli esercizi che propongo non sono mai improvvisati, c’è sempre una programmazione ben precisa dietro che mi consente di rinforzare non solo la muscolatura della persona con cui lavoro ma anche la mente (molte volte le persone si sottovalutano e quando riescono a fare l’esercizio che prima sembrava impossibile per loro, presi dall’entusiasmo, ti danno fiducia e su questa fiducia è possibile costruire un bel percorso). Gli esercizi proposti sono sempre svolti in sicurezza, infatti c’è uno studio dietro che consente all’educatore fisico di evitare che in caso

59

di errore la persona si possa far male. Si parte dai tappetti sotto ad ogni attrezzo per arrivare alle varie prese che aiutano la persona a fare l’esercizio. La progressione con N. ci ha consentito di riuscire ad eseguire delle oscillazioni alla scala orizzontale (Fig. 12) e successivamente al trapezio (Fig.13 e 14). Il quadro svedese è stato l’ultimo attrezzo ad essere stato inserito nel programma, N. è capace di svolgere esercizi estremamente complessi sul quadro (Fig. 15 e 16), non sbaglia mai la posizione delle mani per l’ingresso (per chi non avesse mai fatto il quadro svedese tengo a precisare che questo attrezzo della ginnastica non è fisso a terra per cui oscilla e le prime volte non è una situazione piacevole, figurarsi quando ciò avviene a tre metri di altezza). Nel quadro svedese la posizione delle mani cambia in conseguenza all’esercizio proposto, N. una volta capita la disposizione delle mani non ha più avuto bisogno che gli spiegassi niente, anzi, a volte lo lascio libero e mi crea un bel mix di esercizi senza mai sbagliare l’impugnatura.

Ho iniziato fin da subito un lavoro di sbloccaggio articolare con posizioni statiche; le articolazioni che ho ritenuto opportuno sbloccare perché rigide sono state l’articolazione dell’alluce, la caviglia e l’anca. I muscoli su cui ho principalmente lavorato con l’allungamento muscolare sono i muscoli anteriori della coscia, gli ischio-crurali e gli adduttori.

Il lavoro è stato svolto con i dovuti aggiustamenti fino ad oggi, il miglioramento è stato netto, i dolori che avvertiva sono scomparsi. In questo periodo di lavoro è stato inserito il tablet con un programma specifico per la comunicazione come strumento per interagire, e quando affermo che non ha dolore mi riferisco non solo a quanto osservano i familiari, ma anche a ciò che comunica N. con questo ausilio. Posso affermare con certezza che N. quando ha dolore lo comunica perché purtroppo qualche mese fa, in seguito ad una caduta da cavallo, con conseguenze fortunatamente lievi, col tablet ci comunicava di aver dolore alla schiena (ovviamente sono stati fatti accertamenti che hanno escluso lesioni).

I benefici ottenuti però non si sono fermati solamente alla scomparsa del dolore, ma è stato notato un miglioramento della postura in generale, un incremento della forza e della mobilità articolare ed inoltre sono aumentate molto, rispetto all’inizio, tutte le capacità motorie di base, N. ad oggi è in

60

grado di svolgere esercizi che sono proposti a persone normodotate e che presentano un grado di difficoltà tecnica di esecuzione medio/alto.

Nel documento Ginnastica e autismo (pagine 58-62)