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La programmazione regionale in atto Dal Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità all’aggiornamento del nuovo ciclo di programmazione

Capitolo 3 Le politiche regionali di sviluppo Percorsi paralleli delle strategie europee attuate a livello locale

3.4 La programmazione regionale in atto Dal Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità all’aggiornamento del nuovo ciclo di programmazione

2007-2013.

Dal punto di vista normativo, la Regione Siciliana ha previsto strumenti di gestione e pianificazione della mobilità locale sin dalla Legge Regionale n.68 del 14 Giugno 1983 che stabiliva di dotare l’Amministrazione regionale di un proprio Piano Regionale dei Trasporti99.

Tuttavia solo nel gennaio del 2002, dietro impulso del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, sono state avviate le procedure per la redazione di un Piano

99 Cfr. Legge Regionale 14 giugno 1983, n. 68, recante Norme per la predisposizione del piano regionale dei trasporti, per la

Regionale dei Trasporti e della Mobilità per la riqualificazione del sistema dei trasporti e della mobilità nell’Isola.

Per potere allineare le strategie locali con le politiche nazionali ed europee, il processo di pianificazione messo in atto dalla Regione si ricollega direttamente agli indirizzi per la redazione dei Piani Regionali dei Trasporti contenuti nel PGTL del 2001.

Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti nel territorio siciliano (SNIT)

Nostre elaborazioni

La pianificazione regionale mira quindi a disegnare una rete integrata ed intermodale della mobilità che vada direttamente a riagganciarsi alle linee di sviluppo disegnate dal Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti definito dal PGTL del 2001 ed alle Reti Transeuropee di Trasporto TEN-T disegnate dall’Unione Europea nel 1996 e successivamente rimodulate in occasione della redazione del Libro Bianco dei trasporti del 2001.

Si tratta di definire un progetto di sistema che superi il concetto di “sommatoria di progetti e interventi” slegati tra loro.

"macro" di base per il riassetto dei trasporti mediante un “Piano Direttore” e che tali scelte venissero tradotte in interventi operativi attraverso i “Piani Attuativi”. Questi ultimi dovevano approfondire i temi specifici di natura istituzionale, gestionale ed infrastrutturali, per ogni modalità e settore di trasporto, nel rispetto delle scelte generali e delle realtà locali.

Rete Trans-Europea dei Trasporti nel territorio siciliano (TEN-T)

Nostre elaborazioni

Viene inoltre introdotto il concetto di “progetto di sistema” da aggiornare nel tempo in funzione delle istanze e delle esigenze socio-economiche ravvisate dalla Regione100. Sulla base di tali indicazioni il Dipartimento Trasporti e Comunicazioni della Regione Siciliana, oggi confluito nel Dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, ha avviato il processo di pianificazione regionale vigente con la redazione del proprio Piano Direttore, approvato dalla Giunta di Governo nel novembre 2002101. In generale l’impianto pianificatorio adottato parte dall’inquadramento generale

100 Nel momento in cui si scrive è in corso proprio l’aggiornamento del Piano Direttore del Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità.

Tuttavia, non essendo ancora completata e pubblicata la sua redazione, nel presente testo si farà riferimento esclusivamente alla pianificazione e alla programmazione vigente.

101 Cfr. Regione Siciliana, Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità – Piano Direttore. Indirizzi strategici ed interventi prioritari del

definito "Piano Direttore" che contiene gli obiettivi, gli indirizzi, le strategie che divengono in seguito sviluppati in sei differenti “Piani Attuativi”, e contiene gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, già ratificati dal Governo regionale.

Il Piano Direttore contiene dunque le linee guida sia per gli interventi istituzionali, gestionali ed infrastrutturali da ricomprendere nella cosiddetta “Pianificazione Strategica”, di lungo periodo e a scala regionale, sia per gli interventi operativi da inserire nella “Pianificazione tattica”, di breve termine e a scala provinciale e locale. Il Piano, oltre a comprendere e fissare gli orientamenti fondamentali in materia di trasporto e mobilità regionale, sotto il profilo infrastrutturale, indica anche gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, già individuati nei quattro Accordi di Programma Quadro relativi alle rispettive modalità di trasporto, in parte in corso di realizzazione o in avanzata fase di progettazione.

In particolare la fase di Pianificazione strategica regionale, con un orizzonte temporale al 2015, viene in parte completata dal Piano Attuativo del Trasporto delle Merci e della Logistica e dai Piani Attuativi del Trasporto stradale, ferroviario, marittimo ed aereo adottati entrambi nel 2004102.

Nel complesso il PRTM, costituito dal Piano Direttore e dai Piani Attuativi, assume dunque una configurazione di “progetto di sistema dei trasporti e della mobilità in Sicilia”, nell’ambito del quale ogni singolo documento ha una sua propria validità individuale all’interno del quadro generale definito dal Piano Direttore e allo stesso tempo viene aggiornato periodicamente secondo le politiche o le necessità sopraggiunte.

Per quanto riguarda il trasporto via mare, sulla scia delle politiche nazionali che puntano alla “ricentralizzazione marittima” dell’Italia, le strategie regionali in modo analogo mirano a individuare nella Sicilia “una nuova agorà per il Mediterraneo”, quale crocevia dei flussi in transito nel Mare Nostrum destinati e provenienti dall’Europa.

Dal punto di vista gestionale è opportuno segnalare la previsione di istituire dei

102 Cfr. Regione Siciliana, Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità – Piano Attuativo del Trasporto delle Merci e della Logistica e

Piani Attuativi del Trasporto stradale, ferroviario, marittimo ed aereo, Assessorato Turismo Comunicazioni e Trasporti, 2004. Il quadro complessivo della pianificazione strategica dovrebbe essere completato dal Piano Attuativo del Trasporto Pubblico Locale, ad oggi non ancora approvato.

Sistemi Portuali Integrati che avrebbero l’obiettivo di coordinare in modo sinergico e complementare i porti siciliani in modo analogo al modello gestionale del Nord Europa dove i traffici marittimi convergono su un numero limitato di porti.

Sistema intermodale della mobilità siciliana (previsioni PRTM)

Fonte: Regione Siciliana, Interreg IIIB - MedOcc. ReMoMed, Dipartimento Trasporti e Comunicazioni, 2006

La creazione dei Sistemi Portuali Integrati è finalizzata al conseguimento di maggiori economie di scala dei principali porti regionali che sono in grado di generare una massa critica di traffici marittimi tali da renderli competitivi con gli altri porti del Mediterraneo.

Tale proposta si inseriva naturalmente all’interno dello scenario dell’apertura della zona di libero scambio del 2010.

L’obiettivo è quello di evitare improprie concorrenze fra i porti vicini estendendo l’offerta di servizi portuali, perseguendo una specializzazione ed integrazione dei singoli porti e una polifunzionalità a livello di sistema.

configurazione:

- il Sistema Portuale Occidentale, costituito dai porti di Palermo, Termini Imerese e Trapani;

- il Sistema Portuale Orientale, comprendente l’insieme dei porti collocati sulla costa Orientale e Sud Orientale dell’Isola e basato su Catania e Augusta; - il Sistema Portuale Meridionale comprendente l’insieme dei porti collocati sulla

costa Meridionale dell’Isola coordinato da Porto Empedocle;

- il Sistema Portuale dello Stretto basato su Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, da coordinare di concerto con la Regione Calabria e le Autorità Nazionali.

Sistema Portuali Integrati previsti dalla Regione Siciliana

Fonte: Regione Siciliana, Regione Siciliana, Piani Attuativi del Trasporto stradale, ferroviario, marittimo ed aereo, 2004

Sul piano gestionale e organizzativo della mobilità delle merci, il PRTM invece divide l’Isola in due parti prevedendo un Asse della Logistica Orientale e un Asse della Logistica Occidentale, che ruotano rispettivamente attorno ai costruendi interporti di Catania Bicocca e Termini Imerese a cui si appoggiano le infrastrutture logistiche di 3° e 4° livello costituite dagli autoporti e dalle piattaforme logistiche.

Il Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità ha quindi il merito di inserisce per la prima volta il disegno del sistema regionale della mobilità all’interno di una visione- guida coerente con la pianificazione nazionale ed europea e con la programmazione

economica degli interventi.

Proprio per questo motivo tale Piano rappresenta un punto di partenza per la definizione degli obiettivi di sviluppo dei trasporti nel nuovo ciclo di programmazione regionali 2007-13 dei Fondi Strutturali.

Fermo restando l’ovvio riferimento costante al QSN 2007-13 e al PON Reti e Mobilità, un esplicito esempio in tale direzione è l’Asse 1 del PO FESR Sicilia 2007- 13103 che, in continuità con il precedente POR Sicilia 2000-06 e l’obiettivo 1.1 degli Orientamenti Strategici Comunitari (“Potenziare le infrastrutture di trasporto), è dedicato alle Reti e i collegamenti per la mobilità.

I principali strumenti ordinari di piano richiamati dal PO FESR Sicilia per la predisposizione delle nuove politiche locali dei trasporti sono infatti il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001 ed il Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità redatto tra il 2002 e il 2004.

Il PO FESR Sicilia non può disattendere le velleità marittime nazionali riportate più volte nel PON Reti e Mobilità. Sembra quindi d’obbligo basare la strategia locale sulla specificità geografica e l’insularità della Regione Siciliana rispetto al Mediterraneo ed all’Europa che determinerebbe una stretta connessione tra sistema dei trasporti e lo sviluppo socio-economico.

Ed anche in questo caso tali certezze sono fortemente connesse alla creazione nel 2010 dell’area di libero scambio nel Mediterraneo (che però ancora oggi non esiste), tanto da “ritenere che la Sicilia potrebbe svolgere, nel prossimo futuro, un ruolo importante di piattaforma logistica per l’ottimizzazione dei flussi di scambio e movimentazione delle merci in tutta l’area del Mediterraneo”.

Altro punto di partenza della politica marittima regionale è la collocazione geografica della Sicilia sulla direttrice Est-Ovest del traffico transhipment per l’attraversamento del Mediterraneo, che consente di candidare il sistema portuale siciliano a “nodo strategico per la rete di trasporto transeuropea che comprende le autostrade del mare da Ovest ad Est e verso i Paesi del Medio Oriente e viceversa, da Nord a Sud e verso i Paesi Terzi del Nord Africa e viceversa”.

La strategia complessiva dell’Asse dallo punta quindi fortemente sullo sviluppo della portualità regionale incentrato sulla conversione del porto di Augusta in hub di transhipment, i cui interventi vengono finanziati dalla Legge finanziaria 2007104.

Lo scalo era infatti già stato individuato dalla suddetta Finanziaria quale “porto con connotazione di hub portuale di interesse nazionale” assieme a Gioia Tauro, Taranto e Cagliari. L’indicazione di Augusta veniva inoltre confermata nelle strategie del Quadro Strategico Nazionale e nel PON Reti e Mobilità in connessione con il Corridoio n. 1 Berlino-Palermo e con la Piattaforma Strategica Territoriale Ionico- Tirrenica.

La scelta di Augusta sembrerebbe quasi obbligata in quanto risulta essere l’unico porto siciliano con profondità di fondali maggiori di 16 metri, tali da poter accogliere le navi portacontainer provenienti dal canale di Suez o dal corridoio Balcanico.

La strategia delineata prevede la realizzazione nel porto di Augusta di dotazioni ed infrastrutture funzionali a rendere lo scalo adatto al trasbordo di container tra grandi navi transoceaniche e navi feeder per la distribuzione delle merci provenienti dal Far East.

Ovviamente necessaria è l’integrazione del sistema portuale con i due interporti di Catania Bicocca e Termini Imerese e con la rete di autoporti diffusi su tutto il territorio.

Ad ogni modo il collegamento funzionale dei due interporti con il porto di Augusta deve essere inserito in un quadro complessivo all’interno del quale sono previsti l’investimento programmato da RFI nella nuova linea ad Alta Velocità tra Palermo- Catania (che però nel nuovo tracciato bypasserebbe i nodi di Caltanissetta ed Enna), la velocizzazione della linea Catania - Siracusa nonché il raddoppio della linea ferroviaria Messina-Catania.

Al ruolo centrale assegnato ad Augusta per il rilancio della portualità regionale si accompagnano gli altri porti commerciali di valenza nazionale e regionale che saranno prevalentemente dedicati allo short sea shipping.

104 Cfr. Art. 1 commi 1003-1004 della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

I suddetti porti dunque si limiterebbero in questo caso effettuare collegamenti di corto raggio Ro-Ro e feeder. In particolare i porti della costa meridionale dovrebbero garantire un raccordo con gli scali nordafricani in vista dei possibili incrementi commerciali determinati dall’apertura dell’area del libero scambio, mentre i porti della costa tirrenica avrebbero assegnati i collegamenti con gli altri porti nazionali e con il resto dell’Europa.

Il PO FESR Sicilia, riprende inoltre i quattro Sistemi Portuali Integrati individuati dal PRTM del 2002-2004 specificando in modo più dettagliato il raggruppamento meridionale, che qui viene definito “Sistema Portuale del Canale di Sicilia e del Mediterraneo Occidentale” e comprende gli scali di Trapani, Porto Empedocle e Pozzallo.

In generale vengono comunque confermate le scelte “macro” indicate dal Piano Direttore del 2002 per il riassetto dei trasporti regionali e riscontrate anche nei contenuti dell’Intesa Istituzionale di Programma e dei relativi Accordi di Programma Quadro di settore del 2001 e 2006 assieme agli Atti integrativi all’APQ Strade e Porti. Si riconosce però anche che, nonostante l’entità degli investimenti resi disponibili da suddetti strumenti finanziari, le priorità indicate sia dal Piano Direttore che dagli Accordi di Programma Quadro sono rimaste pressoché immutate per il mancato avvio della maggior parte dei principali interventi.

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