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F) DISPOSITIVO PER LA RIPRESA E LA RESILENZA

I) PROSSIME SCADENZE

La Commissione valuterà i piani di ripresa e resilienza rispetto alle raccomandazioni specifiche per Paese. Gli Stati membri sono stati pertanto incoraggiati a presentare i loro programmi nazionali di riforma e i loro piani di ripresa e resilienza in un unico docu-mento integrato, che fornirà una panoramica delle riforme e degli investimenti che lo Stato membro prevede di intraprendere nei prossimi anni, in linea con gli obiettivi della struttura.

L) L’ITALIA

Il Recovery plan è il piano che ogni nazione europea deve presentare per ottenere gli aiuti di NextGenerationEU e che contiene i progetti di riforma strutturali che devono se-guire le linee guida europee. In Italia questo piano è stato chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il PNRR stabilisce gli obiettivi da raggiungere, delineando sei missioni:

Digitalizzazione, Innovazione, Competitività;

Rivoluzione verde e transizione ecologica;

Salute;

Infrastrutture per la mobilità;

Istruzione, formazione, ricerca e cultura;

Equità sociale, di genere e territoriale.

Gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono così definiti:

Raddoppiare il tasso medio di crescita dell’economia italiana (0,8% nell’ultimo decennio), portandolo quantomeno in linea con la media UE (1,6%);

Aumentare gli investimenti pubblici per portarli almeno al 3% del PIL;

Portare la spesa per Ricerca e Sviluppo (R&S) al di sopra della media UE (2,1%, rispetto al nostro attuale 1,3%);

Conseguire un aumento del tasso di occupazione di 10 punti percentuali per arri-vare all’attuale media UE (73,2% contro il 63,0% dell’Italia);

Elevare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale;

Ridurre i divari territoriali di reddito, occupazione, dotazione infrastrutturale e li-vello dei servizi pubblici;

Aumento dell’aspettativa di vita in buona salute;

Promuovere una ripresa del tasso di natalità e della crescita demografica;

Abbattere l’incidenza dell’abbandono scolastico e dell’inattività dei giovani;

Migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati;

Rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese a fronte di calamità naturali, cambiamenti climatici, crisi epidemiche e rischi geopolitici;

Promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari;

Garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.

In particolare, le riforme strutturali mirano alla transizione ecologica e digitale del no-stro Paese.

Il Piano di ripresa e resilienza è tuttora in fase di elaborazione. La recente crisi di Gover-no e i passaggi necessari alla formazione del nuovo GoverGover-no hanGover-no rallentato il proces-so.

L’ultima bozza di PNRR disponibile (aggiornamento del 7 gennaio 2021) avrebbe do-vuto essere analizzata dal Consiglio dei Ministri e “costituire la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e so-ciali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell'adozione definitiva del Piano 'Next Generation Italia'"…. "La presentazione del PNRR - viene precisato nel testo - ne-cessiterà di una più precisa definizione delle riforme e delle strategie di settore connesse al Piano e di ulteriori passaggi politico-amministrativi che consentano di finalizzare le progettualità e le tempistiche previste, attraverso l'individuazione dei soggetti

responsa-bili, delle attività da compiere e delle modalità operative di lavoro e di coordinamento delle amministrazioni e degli attori istituzionali a vario titolo coinvolti".

Investimenti con ingresso capitali privati. Il piano Recovery al quale il Governo Con-te II stava lavorando con l'obiettivo di aumentare il volume degli investimenti "può pre-vedere, in alcuni ambiti (politiche industriali per le filiere strategiche, miglioramento dei servizi turistici e infrastrutture di ricettività, economia circolare, housing sociale), l'uti-lizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi per facilitare l'ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento".

"In questa prospettiva - viene spiegato - l'intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamento privato oppure di una copertura dell'eventuale prima per-dita dell'investimento azionario finalizzato alla realizzazione di specifici progetti". Qua-rantasei miliardi

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: era questa la prima missione del nuovo Pnrr messo a punto dal governo Conte II e a cui sarebbero stati destinati com-plessivamente 45,9 miliardi. Si articolava in tre componenti: "digitalizzazione, innova-zione e sicurezza nella PA" che potrà contare su 11,3 miliardi, "digitalizzainnova-zione, ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo" (in cui rientra Transizione 4.0), con una dotazione di circa 26,6 miliardi, e "turismo e cultura" con 8 miliardi. Questa voce era stata "significativamente rafforzata" rispetto alla dotazione precedente di circa 3 mi-liardi.

Rivoluzione verde Sarebbero scesi a 69 miliardi i fondi del Next Generation EU desti-nati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. E' quanto prevedeva la nuova versione del Pnrr del Governo Conte II , che 'taglia' di circa 5miliardi il precedente stan-ziamento di 74 miliardi di euro riservato alla missione green del Recovery plan. Quattro le componenti: "agricoltura sostenibile ed economia circolare" (5,5 miliardi), "energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile" (18,2 miliardi), "efficienza energetica e ri-qualificazione degli edifici" (30,7 miliardi) e "tutela del territorio e della risorsa idrica"

(14,5 miliardi).

Ponti, viadotti, porti e ferrovie: Erano stati inseriti anche nuovi progetti per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano i maggiori problemi. Le risorse stanziate per questa voce, nell'ambito de-gli stanziamenti per le Infrastrutture, sarebbero state pari a 1,6 miliardi. Sul fronte ferro-viario, invece, era previsto un "consistente intervento "sulla rete, pari a 26,7 miliardi, che è stato "ulteriormente potenziato nel Mezzogiorno grazie al supporto dei fondi Fsc".

Sul fronte dell'intermodalità, poi, era previsto un "cronoprogramma nazionale per gli in-vestimenti per la logistica e la digitalizzazione dei porti, a partire da Genova e Trieste", e per il rinnovo delle flotte portuali e dei mezzi di terra e la navigazione fluviale. La com-ponente - si precisa – era stata "potenziata per finanziare investimenti nei porti del Sud, mentre sono stati eliminati gli incentivi al rinnovo delle flotte e del parco veicolare".

Turismo: Erano stati più che raddoppiati i fondi destinati al turismo dal Recovery Plan.

Nel documento veniva indicato uno stanziamento totale per la componente Turismo e cultura di 8 miliardi, più del doppio rispetto ai 3,5 miliardi della bozza del piano del 30

dicembre. La componente Turismo e cultura veniva "significativamente rafforzata", si spiega nel documento. Gli 8 miliardi erano suddivisi in: 2,7 miliardi per grandi attrattori turistico-culturali; 3,4 miliardi per siti minori, aree rurali e periferie; 1,9 miliardi a Cul-tura 4.0 formazione e sviluppo servizi turistici e di imprese creative culCul-turali. Per gli in-vestimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici, in particolare, si prevedeva la creazione di "un fondo di fondi, con un fondo operativo di 500 milioni". Venivano poi aumentate le risorse destinate a progetti dei comuni, venivano stanziate "risorse aggiun-tive per interventi sul patrimonio artistico-culturale di Roma in occasione del Giubileo"

e veniva inserito "un progetto Cultura 4.0 con l'obiettivo di promuovere l'integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura". Il disegno degli interventi, si pre-cisa, "punterà a valorizzare in particolare la dimensione femminile, generazionale e ter-ritoriale del cluster, disegnando gli interventi in modo da destinare una quota significati-va di risorse alle regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un'incidenza relativamente elevata di professionalità femminile e giovanile".

Donne, giovani e Sud: Donne, giovani e Mezzogiorno sarebbero state priorità trasversa-li contenute in tutti gtrasversa-li obiettivi del Piano Recovery al quale sta lavorando il governo e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES.

"Tali priorità - è scritto - non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR. Ogni missione, infatti, deve esplicitare le linee di riforma e di intervento mirate al perseguimento delle tre priorità trasversali, anche attraverso la definizione ex ante e la misurazione dei risultati attesi".

Alla Sanità il 9% dei fondi Con l'aumento dei fondi previsto nella nuova versione del Pnrr, alla sanità sarebbe stato destinato poco meno del 9% del totale dei 222 miliardi del Next Generation EU. Alla prima componente della missione, "Assistenza di prossimità e telemedicina" erano riservati 7,5 miliardi del Recovery fund, a cui si aggiungevano 400 milioni di ReactEu, con un incremento di quasi tre miliardi rispetto alla versione prece-dente del piano. L'obiettivo era potenziare e riorientare il SSN verso un modello incen-trato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria; a superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; a potenziare la prevenzione e l'assi-stenza territoriale, migliorando la capacità di integrare servizi ospedalieri, servizi sanita-ri locali e servizi sociali. Il governo avrebbe voluto anche sviluppare un modello di sani-tà pubblica ecologica e un sistema di sorveglianza della sanisani-tà pubblica veterinaria e si-curezza degli alimenti, in grado di preservare la salute dei cittadini a partire dalla salute dell'ambiente mitigando l'impatto dei fattori inquinanti. La seconda componente, "Inno-vazione dell'assistenza sanitaria", contava su uno stanziamento di 10,5 miliardi, a cui si aggiungevano 1,3 miliardi di ReactEu. Era finalizzata a promuovere la diffusione di strumenti e attività di telemedicina, a rafforzare i sistemi informativi sanitari e gli stru-menti digitali a tutti i livelli del SSN, a partire dalla diffusione "ancora limitata e diso-mogenea" della cartella clinica elettronica. Rilevanti investimenti erano quindi destinati all'ammodernamento delle apparecchiature e a realizzare ospedali sicuri, tecnologici, di-gitali e sostenibili, anche al fine di diffondere strumenti e attività di telemedicina.

Al Sud il 50% degli investimenti. La quota della parte investimenti per il Sud, trasversa-le a tutte trasversa-le missioni e i progetti previsto dal Piano Recovery del governo italiano, avreb-be ammontato al 50%.