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Si tratta del Social Protection Committee (SPC); Comitato consultivo dell'Unione europea per i Ministri dell’Oc cupazione e degli Affari Sociali del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (EPSCO).

PERFORMA NCECURA

ACCESSO RISPOSTA

14 Si tratta del Social Protection Committee (SPC); Comitato consultivo dell'Unione europea per i Ministri dell’Oc cupazione e degli Affari Sociali del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (EPSCO).

IADL, come la preparazione dei pasti, la gestione di denaro, l’acquisto di generi alimentari o oggetti personali, l’esecuzione di lavori domestici leggeri o pesanti, e l’utilizzo del telefo- no)” (European Commission, 2014, pp. 11).

LTC e Stati Membri

“Tutti gli Stati membri dell’Unione europea si sono impegnati a garantire ai propri citta- dini l’accesso universale a un’assistenza a lungo termine economica e di qualità elevata”. Tuttavia l’invecchiamento della popolazione, nella situazione generale in cui si trova l’Europa, di sicuro non facilità questi presupposti, facendo aumentare il livello delle sfi- de dell’Unione e intensificando gli sforzi degli Stati Membri. “Questa situazione tenderà addirittura a inasprirsi in futuro, quando i governi si troveranno ad agire in un contesto in cui esigenze diverse e sempre maggiori dovranno essere soddisfatte con risorse limitate”. In generale nell’ambito dell’assistenza a lungo termine, l’attenzione si sta spostando dal rispetto dei requisiti minimi, verso situazioni che garantiscano una complessiva qualità che riguarda anche i diritti del paziente e la formazione continua del personale. Ad esem- pio i prestatori di cure informali nell’assistenza domiciliare, ossia familiari, parenti, amici o personale non specializzato al di fuori del nucleo familiare, non riescono a rientrare tra gli indicatori standard per la valutazione della qualità dell’assistenza (Commissione Eu- ropea, 2008), nonostante incidano cospicuamente sulla condizione dell’assistito. Come ha sottolineato la Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e le pari opportu- nità della Commissione Europea (2008, pp. 15) “è necessario dare un sostegno adeguato ai prestatori di cure informali, il che comprende informazioni, formazione, consulenza, assistenza di sollievo, formalizzazione nella previdenza sociale e sostegno finanziario”. Il modello Buurtzorg

Il Netherlands’ Buurtzorg Model, è un modello di servizio per l’assistenza domiciliare na- to 2007 da una squadra di infermieri nella città di Almelo (Paesi Bassi) che si dedicava al- le “cure di quartiere” della quale faceva parte l’infermiere e fondatore di Buurtzorg Ne-

derland Jos de Blok.

Nel 2015 la Buurtzorg Nederland è un’organizzazione che conta circa 8000 infermieri divisi in 700 squadre che nel 2014 si sono presi cura di 65000 pazienti. Tuttora viene defi- nita un’organizzazione per l’assistenza domiciliare no-profit (Gray, B. H., Sarnak, D. O., & Burgers, J. S., 2015) ed è suddivisa in piccoli team di infermieri (dislocati nei quartieri) che forniscono cure in casa.15

Di fatto sta diventando un modello di servizio per cure domiciliari che ha catturato l’atten- zione internazionale; Giappone, Norvegia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti hanno cerca- to e stanno cercando di capire come adattare questo modello nei propri paesi tenendo conto delle svariate differenze sulla base delle situazioni esistenti.

Dal 2014, ad esempio, il servizio è stato integrato anche negli Stati Uniti. Stabilitasi co- me prima negli USA in Minnesota la Buurtzorg Neighborhood Nursing è un’organizzazione no-profit con la missione sociale di ”cambiare e migliorare l’erogazione e la qualità dell’assi- stenza sanitaria a casa attraverso la leadership e la collaborazione della comunità di infermie- ri, permettendo all’individuo di ricevere il tipo di cure di cui ha più bisogno […] evitando la costosa assistenza istituzionale il più a lungo possibile”.16

Infatti, uno dei punti di forza di questo modello è proprio il costo in relazione alla tipologia di servizio offerto. Assistenza di alta qualità a costi inferiori rispetto alla maggior parte delle or- ganizzazioni concorrenti. Questo è possibile grazie al dispiegamento di squadre di infermieri basate su sistemi di ‘auto-governo’ (Gray, B. H., Sarnak, D. O., e Burgers, J. S., 2015). Il servizio è caratterizzato da una struttura semplice a livello organizzativo, attraverso il qua- le viene offerta una vasta gamma di servizi; il tutto facilitato dall’utilizzo di tecnologie dell’in- formazione. Il modello ha come obiettivi quelli di:

• portare un approccio olistico di quartiere per la prestazione di servizi;

• massimizzare l’indipendenza dei pazienti attraverso la formazione sull’auto-cura e la cre- azione di reti di risorse di vicinato;

• contare sulla professionalità degli infermieri.

Tutto questo considerando che uno dei motti di Jos de Blok (CEO e fondatore di Buurtzorg

Netherlands, nonché infermiere esperto nel settore delle cure domiciliari) è: “l’umanità al di

sopra della burocrazia”.

In sostanza il modello si basa su squadre di 10-12 infermieri (che si ‘auto-governano’) alta- mente qualificati e responsabili dell’assistenza domiciliare di 50/60 pazienti in un determi- nato quartiere. Questi team lavorano sia con i pazienti e le loro famiglie, sia con i fornitori di cure primarie e con le risorse della comunità, ed hanno l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei pazienti e aiutarli a mantenere o riacquistare la loro indipendenza.

Gli infermieri Buurtzorg sono responsabili di una serie di servizi sia legati alla cura del pa- ziente sia a livello gestionale. Si occupano in particolare di:

• valutazione delle esigenze dei pazienti; • sviluppo e attuazione di piani di assistenza;

• fornitura di servizi o pianificazione delle visite mediche quando necessario;

• generare la documentazione necessaria per facilitare la cura continua e la contabilità. Inoltre un moderno sistema di Information Technology (IT) consente di gestire il servi- zio per la pianificazione on-line, la documentazione delle valutazioni di cura e dei servi- zi, la contabilità, nonché la condivisione di informazioni anche tra i vari team. In questo sistema le figure dei ‘managers’, sono sostituite da 15 ‘coaches’ per 700 squadre (dato ag- giornato al 2015). In una situazione di organizzazione tipica di questo modello, due in- fermieri condividono le responsabilità che si presentano in determinato momento su 6-8 pazienti facendo visite al mattino e alla sera. Ogni due settimane, il team si riunisce per rivedere i casi dei pazienti e discutere delle varie problematiche (Gray, B. H., Sarnak, D. O., e Burgers, J. S., 2015).

L’elemento di maggiore spicco è il fatto che i vari team di infermieri oltre a godere di au- tonomia, erogano una tipologia di servizio con lo scopo di rendere autonomi i pazienti in base alle diverse problematiche. Questo riassume l’approccio del modello Buurtzorg che si differenzia dalle altre forme organizzative per cure domiciliari. In generale, lavorando a stretto contatto con ogni singolo paziente, con i familiari, e con erogatori di cure pri- marie, e – se necessario – con gli altri operatori sanitari, l’infermiera Buurtzorg lavora per progettare e implementare il piano di assistenza più appropriato ed efficace in base alle esigenze di un individuo. La squadra di “infermiere-guida” integrano le ricerche e inno- vazioni nel campo dell’Home Care con un buon senso pratico, creando semplici proget- ti su base comunitaria, e fornendo prestazioni sanitarie centrate sul paziente.17

Caregivers e servizi, alcuni casi

I caregivers formali e informali, la badante, il professionista semi-specializzato, come è ormai chiaro e noto, stanno assumendo un ruolo centrale nel sistema Home Care. I mo- tivi sono molteplici, il primo fra tutti è perché svolgono tutte quelle mansioni che altre fi- gure anche troppo specializzate non svolgerebbero e per di più lo fanno a stretto contat- to con l’assistito. Hanno il doppio ruolo e stress legato alla capacità costante e quotidiana di trovare il giusto modus operandi in una rete tra assistito, familiari, medici e altro perso- nale che agisce direttamente o indirettamente sull’assistito. Per questo risulta interessan- te prendere brevemente in esame a titolo esemplificativo ancora servizi che si basano su questi rapporti e dove la badante, il caregiver formale o informale risultano uno dei fulcri di un intero sistema.

17 Cfr. “The Buurtzorg Model and Approach: Patient-Centered. Highly Skilled. Compassionate. Innovative. Synergistic” in <http://buurtzorgusa.org/about.html> (10/15).

Home Care.com

Si tratta di un portale statunitense; si definisce una ‘community’ di Caregivers professionali certificati al 100%. Il servizio consiste nello stabilire una corrispondenza tra le famiglie e i ca-

regivers professionali e fornire gli strumenti per metterli in comunicazione. Il sistema tecno-

logico a supporto del servizio consente la pianificazione delle cure e la gestione dei vari pro- cessi di fatturazione. La registrazione al portale consente al caregiver in cerca di un lavoro o ad una famiglia in cerca di un caregiver, di inserire i propri dati. Come altri strumenti di co- municazione già in uso, i dati vengono ‘matchati’ in base alle esigenze espresse ed un sistema di notifiche ed avvisi consente di mettere in relazione, e quindi in comunicazione, la fami- glia che necessita di cure domiciliare con il giusto caregiver.

Questa tipologia di servizi18, grazie alla rete, è in larga diffusione e consente di mettere in re-

lazione una domanda, molto spesso specifica e con grado di complessità variabile in base alle singole esigenze, con una risposta il più vicino possibile all’identificazione di figure adegua- te. Si tratta di servizi, strumenti di comunicazione che sfruttano tecnologie e sistemi già con- solidati, e che semplificano passaggi altrimenti molto complessi e lunghi; come il caso ormai in larga diffusione in Italia della ricerca della ‘badante’. Realtà che in Italia, già da molti anni ha trovato un vero e proprio mercato di riferimento.

assistenzamica.it

Un servizio attivo da molti anni ormai, tra il nord e il centro Italia è “Assistenza Amica”, che eroga il ‘servizio badanti’. Si tratta di un’agenzia attiva sul territorio nazionale che garantisce una certa affidabilità sia per chi necessita di un caregiver sia per chi è intenzionato a lavorare come caregiver. Al lavoratore infatti viene richiesta una quantità minima di anni di esperienza nel campo e alle famiglie viene richiesto il pagamento di una retta mensile che comprende: • Servizio di Assistenza Mensile;

• Gestione contrattuale burocratica e amministrativa; • Consulenza legale per le famiglie;

• Gestione delle sostituzioni;

• Copertura su tutto il territorio nazionale; • Gestione fiscale;

• Nessun vincolo di tempo, il servizio inizia e finisce quando la famiglia desidera.19

18 Esistono diversi servizi che si occupano in modo più o meno simile delle stesse tematiche e comunque basati sul

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