LXXXII.
feePincreato
Amor
timira,edode Pietosamenteilsuonde’preghituoi Misticolsuondisua perenne lode.Ottienimi pace tu chefarlopuoi
.
Tempo
conMortelatua salma rode,Memoriafugge,ellamorrà connoi;
Ma
socheneltuo cuorbeandogode Chifattispegliovivoa’raggisuoi.Da
chedivisesiam,candido giornoNon
sorse, e stassi alcuordi teripienoNube
dimorte ottenebrata intorno.
Solanel cieco allegro
mondo
sono; Iosempre,ahsemprepiansi alpianto tuo Ortu perchèlasciarmi inabbandono?93
PER LA STESSA
L XXXII
I.Dietroalgranvelo dellanotte oscura Flebile vocealmiolanguirsiduole.
Odoilsuondelleangeliche parole Soavementedir:chimitifura? Sciolse’lmiofragilvelSorte eNatura,
Anziilvolere deldivino Solej
A
che piangicosì?tiracconsole Pensier,cheUmanitàpassaenondura.Avraipurcalmanelmiosenoepace
,
Chequitiaspetto,e’lrimanerfiacorto3
Io leporgolepalme,e,ferma!sciamo3 Iot’
amo
ancor.'..Ellarifugge e tace.
Ahipiùnonm’ ode!e vamiogridoassorta Per
P
aervano ridicendo:t’amo
l,
-' .v«fv
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94
PER LA STESSA
LXXXIV.
S
iofanciullettarivolgevailpiede Golpensiercheattraevailtuocandore Allatranquillatuaplacidasede,
Rideamiilvolto, epalpitavailcuore.
Ah
!l’alma ancorrammenta,ancora vedeE
ledolciaccoglienze,e’ldolceamore;Udir per ancoilromoroso crede Allegro,puerile,altoclamore
.
Adultatiserbai lafesoave,
E
semaivolsialtuo novelloseggio, Recaivimecoladolcezza antica:Orguataindietromiopensier,che pavé Quell’avvenireu’nontisento eveggio,
Oh
d’ognimiastagion fedeleAmica!/
9 5
PER LA STESSA
LXXXV.
Sovra’1carrodel Sol vid’io colei.
Che mifeadolcequest’amaravita;
Piovevan
gemme
icriniscioltiebei Giùperlastrada del cielofiorita.
No!cosìvagada chelaperdei Dal giorno dell’amaradipartita,
Nè
cosìchiarasuquestiocchilùteiNon
balenòlasuavistagradita.
Come
abalconed’ór stava del cielo Tra’lbel fulgore, e collaman
dineve Mezzoschiudev’ilrilucente velo.Oh
gioja assaimaggior d’ognlmiovanto,Se da quelfonteovelalucebeve Ellavientrattaalsuon mestodelcanto!
SaluzzoT.J. n
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9 6
PER LA STESSA
LXXXVI.
v.
E
questaVora!èquestal’ora stessa Oh’iotecopursedei sottoquelfaggio$ Nottestellata lucidas’appressa,E
risplende del Sol l’ultimo raggio.Quipurmigiaccioimmobile ed oppressa,
E
cupa guatosovra’lsuol selvaggio, Mentre miechiomesospirosaanch’essaLambe
l’auretta del ridentemaggio.
Quit’aspetto,qualpriatum’aspettavi,
E
invanragionmivagridandoincuore Chepiùnontorneraicometornavi.
Latuavoce,ituoi passi, indolceinganno Rapitaascolto;ah!senza’lcaro errore
,
Ah
qualvivrei frasipenoso affanno!97
PER LA STESSA
LXXXVII.
Ellaèpur dessa! ...quelsoave, riso Eccosullabbro morbido ridente
,
Ecco’lbelguardo tenero languente
,
E
idolcivezzi delserenoviso. 'Stommicolguardomutamentefiso, 1?. , , ,,
Nè
più’lfierodolorl5animasente, ' .')
Che unvivo,unforteimmaginareardente
Ha
1mesto cuordallaragiondiviso‘t”• <(
Aspetto, ahivandesir!eh’ ella favelli, .,
*
E
co’tenerinomi, ondesolca*’r
ci
Chiamarmi untempo, me- dolenteappelli,’f
Taccio, spero,
k
guardo;alfine-ilsanto ,*
Voltocorroabaciar;latela rede:.;bc • .A
Cedealmiobacio,ediomisciolgoin pianto.
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9#
PER LA STESSA
LXXXVIII.
Iopiango,e’lpianto dolorosoevano
Tuo
cuor,miserame! noncuraevede;Forsesvanitoognipensieroumano Scordastilamia lungaepura fede?
O
piùnonvedi il.lagrimareinsano,0
noicompiangi oreh’eglitantoeccede;Ahi comefatto èl’amor tuo lontano
Da
questamiamortaleafflittasede!Tuttat’involvi nelgran Sole eterno, Scintilla accesa diquel fuocovivo Vibrifidgorcongliangiolettialterno?
Mentredelpensiermiodi giojaschivo Facupo duolo asprissimo governo
,
Ch’ionontivedo,epiùnont’odo,evivo»
99
PER LA STESSA
LX XXIX.
VibratobaMortepur l’iniquotelo* •
E
sciolta è l’alrna veritiera epura, »Io del
marmo
lachiedoalfreddogelo, Allaumana
volubilenatura.*
Lachiedoinvano'alnonpietoso cielo, 1 CheLeibeandomie speranzefura:
A
temivolgo, invanmivolgo,oh dura Tefrra,che cuopri suo caducovelo.Orridavistad’immensodolore!
Indarno pregoepiangoalnudosasso, Eglinonsenteilpiangermiod’amore:
Tuoigiorniasperse eternità d’oblio,
Oh
tusìcara!ediorimango?e’llasso Vivernonsciolsequello eterno addio?DigitizedbyGoogl
IOO
PER LA STESSA
se.
Era
lachiarafolgorante stella Che’lcuortraevaedipensieri a riva Spenta,velata,disua lucepriva FralacrudeleOccidental procella.Alsoffiard’aura dolorosae fella Dalbrunocielpallida luceusciva;
Iopelcamminostancafuggitiva Cercavalamiascorta anticaebella;
Solopotevailmiosolopianeta Alpavido segnar piede fugace Ladubbiasceltadelladubbiameta
.
Orstonimi, emancal’ardirmioprimiero, Stommitra ciecanoncurante pace,
ChevedoMortealfind'ognisentiero.
IOI
PER LA STESSA
XCI.f
Dov’è
quel caro, quel soave pianto.Piantodidolcenonmentitoamore, Chealsoloudirdelteneromiocanto Tantevoltetiuscì dagliocchifuore?
Dov’è losguardou’ sfavillavailtanto Di
me
ripienotuosensibilcuore?Dov’è’1desiod’onorsublimeesanto? * Doveilsemplice tuonobilcandore? Dov’è’lsorrisoche oghi dettomio
Ogni scherzoleggiernascerfacea?
Tuttomi hatolto,ahtutto!ildestinrio.
Sol
men
rimanelamemoria amara, /E
dall’amor,ch’eternoiomicredea,:
A
non amarquaggiù quest’alma impara.
i
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104
PER LA STESSA
XCII.
A
venticelsimileo$o lontano Tenera voce languida dolente; L’orecchio no,ma
l’anima ne sente Ilfavellarearmoniosoepiano.
Ellami chiama,ediopiangendo invano Seguo’1miovivoimmaginareardente
j
Veggol’Amica balenar presente,
E
m’alzoespingoadafferrarsuamano
.
Lentaellapassa,lentailnome mio Ripete,sospirosa pellegrina,
E
fammiundolce dimorirdesio.
Ch’iol’odofuoradel terreno velo Dirmi:ache tardi? fuggelamattina,
Ed
iot’aspetto sulmeriggioin cielo.PER LA STESSA
xeni.
( •~
Fallacesensoèl’amistàfallace,
Onde
sifregiaogni volubil cuore; Iniquo sensoè’lfolleggiarmendace,
Chedai
men
“fidiviennomato amore:Lusingaè gloria, e’lso!lusingaèpace Che
men
stabil di gloriahamen
fulgore.Fadura guerrailduro
Tempo
edace Allacredulaspemeedalcandore.
Oh
tu cagionedelmiolungo piantoNo
!nonfiaverch’altri t’involimai Parted’un’almachetipiacque tanto.Ma
s’iomiserbo qual vedutam’hai Eglièfavor di sorte, enon miovanto,Che
diemmiscuola d’infinitiguai.ic>4