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* 2C' 0. A.'li PARNASO DEGL ITALIANI VIVENTI VO LUME XXII. Digitized by Google

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(1)

*

2C

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0.

A

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.

PARNASO

DEGL

ITALIANI VIVENTI

VO LUME XXII

\

{ Digitized

byGoogle

(2)
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(4)

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(5)

POESIE

DI

DIODATA SALUZZO

TORINESE

TOMO

I

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PISA

%

DALLA TIPOGRAFIA

»

dellasocietà letteraria

M DOCCI

I

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(6)

IVMWlW«W* V

"

V»~/W»/v»/«

Noncantonoper gloriosa farmi;

Mavopassandoilmar", passandol’ore

,

Einvece deglialtruicantoimiei carmi

.

Zappi

(7)

ALL’ ORNATISS. UOMO

IL SIGNOR

GIUSEPPE SALUZZO

DI

MENUSIGLIO

G. R.

Era

ben dovere che rivedendoper opera

mia nuova

luce queste colte e gentiliPoesie,fosseroesseintitolate achin’erastatol’anticopromotore, a chi permezzod’unaaccurataedu- cazioneaveafattesviluppare in

una

tenerafiglia quelle qualità, che la rendono adesso

una

de’più. carior- namentidelsesso.Pochia

mio

cre-

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(8)

derevorrannopersuadersichelamag- giorparte di questiversi sial’opera d’unagiovinetta,chenon avea com- pitoilquartolustro;eche avendolo adessodi pocovarcato, mostracoi nuovi componimentidicuivaador- na questaRaccoltaquanto l’Italia

può

ripromettersi

un

giornodaLei

.

Gradite, gentilissimo Signore,que- stoattestato distima particolare;si-

curo che ne ricevereteda chiunque avràilpiacere dileggere,e

d’ammi-

rarquestiversi

.

(9)

AI

MIEI GENITORI

PIGMALIONE

CANZONE

Legio signoreun tempo, Illustre figlio di

famosa

schiatta,

Ebbe

nel vasto albergounpìcciol loco ,

Ove

candidapietra

Ad

(ogniguardoaltruiteneasottratta:

Et

givaa poco a poco Artefice divino

Cangiando

inninfabella Ilsasso alabastrino:

Cosìseungiornoattempo Interamentenon morrò}dicea:

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(10)

6 Questamirabil

Dea

Eterneràmiofragile destino;

So

chebarbaramortenons’arretra, Perch’èdelfatoancella,

Ma

lamiavitad’

una

nubeoscura Tuttanon

può

coprir

V

etàventura

.

O

nobilfabbrod’

una

nobilopra, Pigmalione,anch’io

Di

giovili

Musa

ilsimulacroeressi:

Un

velche la ricopra Pietoso almiodesio

Oh

ritrovarsapessi!

Ma

nonilveld’obblio.

Il veld’accortoindugioy

Che

silevassesoloalmorirmio.

Poichétuasortefiera

Al

crudorammentar

V anima

trema,

E

ricerca neltempoilsuo refugio:

Che

sequest3opraaltera Allopratua somiglia, Invaghirmenetemo

Qual madre

cieca divenustafiglia:

(11)

7

Ma

sedi

Musa

in vece

Dal

mioscalpello umile

Deforme

mostro,ahimè!surse,esifece

Che

sarebbe di

me

,fabbrogentile ?

Ahi

sol

un

cuore avvezzo

A

viipensier

può

tollerar losprezzo

.

E

s’ancobellafosse,

E

che liberamente

Pel

miovoler sengisseinfra la gente,

Qual

timidafanciulla,

Gli’amabiletrastulla

,

Le

guancetenerellesi

fa

rosse S’unostranierlaguata,

O

sela

madre

irata

La

cara fantoccinale ritoglie, Così vergognosetta

La Musa

semplicetta

Ritrosa andrebbecerto' \

SottoVocchio severo

D

osservator chenelibrasseilmerto

.

Ah!

sarà meglio assai

Che 7

vel pietosononsilevimai.

(12)

8

Come

tufesti,ocolto

DelV

isoladiCiproalmosignorei

Alla Veneretuatutto rivolto ,

A

leiehèmiafattura L’intatta fronteepura

Ad

ogni giorno fregieròd’unfiore3

Sinchevagadiventi

Tantoche’l chiarodinonlaspaventi ,

E

possadirconnobilecandore:

Sotto notturno

ammanto Andai

celataavui}

Sol percheVoprad*

una

donnai’fui;

Dessa

ilpensiermipalesò nel canto,

Ed

iofuggendodallosguardoaltrui ,

Feidolci enon famosiigiornisui

.

Ahimè

!eh*indarnochiamo

U

oscuritate3ebramo Celar gelosamente

X

sensi eleparole:

Ahi

che*ldestinnoivuole.

Padre.che chiedimai ?

Padre,’ltuo

nome

d’

un

novello fregio

(13)

9

Uopo

non ha;conlasagace mente

Tu

Vonorasti assai;

E

* Vesserfiglia tuatutto

7

miopregio.

Perchè

7

miocorso spingi Sovraquel

mar

crudele?

E a

combatterm’accingi

Quelflutto altier,che sordoallequerele L*altruisperanze procelloso inghiotte ?

Deh!

sespezzate erotte Saranno poi

V

antenne

,

Chi mi daràdi

Dedalo

le

penne

?

Ah

eh*io resistoinvano Collapaterna

mano

!

Se

disvelila

Musa

}ahJlasciaalmeno Scolpito

7 nome

tuo

Sullaserenafronte ,

Suldisadorno seno:

Di

tue belV opre conte }

Come

d'unfregio suo,

Andrà

superbaechiara.

O madre

dolceecara Il vuoi tu

pur

?

....

Se

tuevirtutiimpronte

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(14)

IO To potessi lasciarne'versimiei,

Come

tu*lbramipilisecura andrei.

Canzon,

s’alcun$’avvede

Di

tuavenuta,echiede Chitipalesacolletuesorelle

,

Poichédel tuopoeta,

Che

solitarie felle, Il ragionarlovieta,

Rispondi:

Ad una

figlia

Comanda

ilgenitor

quando

consiglia.

(15)

II

SONETTI

INVITO AL CANTO

i.

P

astorelle gentil,finche la rosa Piegailvirgulto sullamolleerbetta

,

E

chesu’vanniazzurriilvoi,eh’ affretta Ilfrescozeffiretto,inleiriposaj

Finche da frondia’caldirainascosa Ilcantoscioglievagaallodoletta

,

Finché in breveconfin corre ristretta L’ondachespumasullaroccaannosa; Suquellaverderivaa’ raidel sole

L’Oreadichiamiamcintedifiori ,

DriadieNinfe adintrecciar carole£ Noicanteremosulprimier mattino,

E

delle selveiFauniabitatori Bisponderannodalpendiovicino.

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(16)

VITA PASTORALE

il.

Indorailsoleilrusticomiotetto,

E

m’invitatornaralverde bosco$

Salutarilmattinèmiodiletto,

Quandoilgiorno succedeall’aerfosco. Premalamorbidezzailvanoletto

,

Cuidannoè’lsonno, edilriposo è tosco Vegliilsozzolivor,edilsospetto, Chesospetto e livori’nonconosco.

Solatalor col crine inanellato, Peregrina su Pindo andarmipiace.

Cintadi fresche roseilplettroaurato

.

ÀI mioritorno siedo ingremboa’ fiori ,

Delsolnascentealladiurnaface

,

E

son1’aureeiruspelliimieitesori

.

(17)

i3

L’ AMOR

DEL LUOGO NATIO

III.

Quando

sorge’lmattin sorgendo anch’io

?

In verdepraticelmeno’lmiogregge, Involontario’lcuor per guida elegge Ilcorsobrevediquel chiarorio.

Deh! dimmilacagionchealpiedemio Senzaeh’io

men

avvedaimponlalegge

,

E

ipassimiei costantemente regge Cosìch’aimargostessoognorm’avvio.

Ah

nonè giàperchè più dolcesia

L’ombrainquel luogo,o l’erba sia migliore,

Piùfrescal’aura, opiùpianala via,,

È

solperchèioscorgo

,oscorgercredo Laterrau’nacqui,epervirtù delcuore Gliaffettimieicolà raccoltiiovedo.

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(18)

*4

IL

BAGOLO D’ AGLAURO NOME ARCADE

DI FAUSTINA MARATTI

IV.

Questobacoloverdea

me

lodiede Ireneilgiornoch’io la vinsialcanto:

È

bello assai,

ma

purs’iol’amo tanto

Non

èper suabeltà,com’altricrede.

Già l’ebbe Irene, aleineprestofede.

Da

quel canutovecchiarelloAlcanto,

Quel cheinAusonia had’essersaggioilvanto;

Ei l’ottenne qualvate insuamercede.

Ma

invidiatemi,oNinfe!

Un

dìd’Aglauro Questo bacolofu,d’Aglauro vaga, Ch’italicarmife’suonareall’etra.

Pastorellanefeceilsuo tesauro;

Io pastorella l’ebbi,epure,ahi!paga

Non

sono ancor!doveandòmaisua cetra?

(19)

i5

IL MATTINO

i

' v.

Levatisuso,Elpin:

dammi

lamoltra.

Dall’anticodoverionont’assolvo: Già scuote Auroraladivinacoltra,

E

ungran disegnonellamentevolvo

.

Sorgi:negletto’lcrin rattotispoltra;

Tu’llattepremerai,edio risolvo Dell’usatocamminandar piùoltra,

E

giànelbiancolintuttam’avvolvo

.

Un

panieriniovo’dipomicolmo.

Voglioun nappodi latte, equindiall’ombra VadoAmarilliadaspettard’un olmo. Dirosecingeremlenostrechiome

Coltealcespuglio,che quel pianoadombra;

Ella’lmiocanterà,io’lsuo belnome.

Snluzzo T.I. 3

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(20)

i6

IL DONO

vi.

Sopralostessosteicresceanduerose:

Nascerle vidi,aprirsiapocoapoco, Piegarsientrambe,e nello stesso loco D’uncespugliocader chelenascose.

Due

pomavidi sulle piaggieerbose

,

CuischerzandoNaturaavea pergioco Delsolorientai esposti al foco Unitisì,chenonpareanduecose

.

Colsilepoma,elerosecercai Traquellefrondi,edallagiovinGlori Lebellerose eibeipomirecaij

E

baciandoladissi:un dono,ocara.

Eccoti;in questi frutti e in questifiori

Come

tum’ami,ecom’iot’amo impara.

(21)

I

L

* i7

VOTO

VII.

ProtervoFauno,chesaltellie ridi

,

Dammi

’ltuonappo,eh’ è dinettar pieno

3

Certo

meno

leggiadro, e ricco

meno È

queldiBacco,ediol’egualnonvidi

.

Domaniall’alba, se di

me

tifidi ,

Ti darò bianco agnel conroseofreno:

Jer lo vedestiancor neicampo ameno.

Doveleallodolettehannolornidi

.

Non

mispingeall’inchiestaingordasete 3

L’acquadei fontea

me

bastòfinora, Nettarea

me

sonFondepuree qruete

.

Ma

voglio solquelnappoal

Nume

amico Offrir in olocausto,atfin eli’ognora Eiserbia

me

quelmioriposo antico.

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(22)

i8

L’ACQUA DELL’OBLIO

Vili.

Cade

nelmareilsol;guardatiIrene D’entrarnell’acquediquelchiarorio:

Per lungogiro egli dalgremboviene Difiume, c’haunpoter funestòe rio.

Pastoreun tempofu;barbarepene Gli dièninfadelmar, ond’eimorio:

Venereinondalocangiò;laspene

Fama

èchenonperdesse, edildesio.

Ma

’lcielpietosoal finoprò cotanto

,

Ch’insensibil divenne,e chisibagna Inlui,stupidoprovaefreddo incanto.

Fuggiamlavenadel funestoumore.

Cara, fuggiam;iotisaròcompagna,

0

Tirsi, eLesbiascorderàtuo cuore.

(23)

*9

LA

COLLINA DEL PO

IX.

i

O

collinetta,che poggiandostai Dell’Eridansullafioritariva,

E

che’n tuo vago senricetto dai

A

unaleggiadramagionettaestiva•,

Come

seibella

,quandode’suoi rai L’Occidentalcadentesoltipriva;

E

quandodisplendor candidie gai Lapallidettalunatiravviva!

Come

sei bella,quandofrescaaurora Dietro tue cimesorge,eamabilmente

Ipoggituoiverdi fronzutiindora!

E

comenelmiosen posenatura

Un

cuor chetuttavede,etuttasente Latuabellezzasemplicettaepura!

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(24)

ao

IL BALLO

x.

Quando

fervoriledanze,e ’ndisegnale Errorsivoi ve’1pièsopral’erbetta.

Certonoiniego,vividam’assale Scossadi gioja,cheimieipassi affretta

.

Un nume

parmi chemicingad’ale Rapidopiùche rapidasaetta

.

Tu

miguardi, turidi? e’1geniale Piacer motteggi accortaevezzosetta?

Pursappi,amica,ch’aliaprimaetate Careledanzefur de’

Numi

stessi.

Ne’sacrifizi,e nellepompeusate.

solpiaccionoanoi;

ma

suque'lidi Cintidi scogliorrendiedinaccessi Danzailselvaggio alsuond’acutistridi

.

(25)

2r

LA SERA

XI.

Aurettafigliadellanottebruna, Chedolcedolcesussurrandovai,

'

E

alquetoraggio dellabiancaluna Inmezzoa’ fiortranquillamentestai;

April’alidi rose,epoiraduna Tuttigliodoripiùvivaci e gai,

integra lascia pianticellaalcuna:

Che uninnoinpremioditaldonoavrai

.

Ma

quigliporta,dov’iosiedo sola Dolcecantando’lcrind’Aglaja,e’1cinto Dileiche’l

pomo

disputatoinvola.

Forseeh’ io cessi’lcantohaitu desio?

Ilcesserò:,bell’auretta;hai vinto;

Grata è tua voce piùdelcantomio.

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(26)

I

L

DESIDERIO MODERATO

xil.

Dammi

semplicegonna,e ghirlandella Ond’iocircondi laserenafronte,

E pommi

allumedi vivace stella Su’lidierbosi ditranquillo fonte.

Dammi

unaloggia solitaria e bella Tra frondaefrondadelfioritomonte, Doveposi lafidarondinella, Providamadre,Falibruneepronte.

11mollelusso,lelascive feste, Ildolceinganno,lalusinga,e l’arte Volganolungelelorcureinfeste.

Meco

solsirimangailmioriposo

,

E

quel

Nume

chespandeinsumiecarte Piacer eh’ è alvulgoeternamentoascoso.

(27)

a3

T

I

T IR 0

E

L’

OMBRA DI NICE

XIII.

O

anima bennata,orche t’immergi Delsoleternonegl’immensirai

,

Tu

sullenubi maestosat’ergi

,

Iolanguo aterra, etu noi vediesai!

Ah

troppo soprame, donna,t’emergi!

.

Ah

potessi scordarquantot’amai?

Mieicrudi affanniperpietà dispergi,

O dammi

forza ne’mieilunghi guai.

Titiro disse;frasinghiozzi uscita Yintalavocedal dirottopianto

Fu

pertrevolte sulsuo labbro udita

.

Xj’ombradiNicedall’eternastanza Lietadisceseadaleggiargliacanto

,

E

godette mirarlasua costanza.

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(28)

PEL GIORNO

NATALIZIO DI FILLE

INPRINCIPIODI

PRIMAVERA

XIV.

,, Incestellino di leggiadrifiori

DormialapargolettaPrimavera,

Delpicciolsengl*irrequieti avori Coprialachiomalucidaleggiera

.

Erapinta di vividi colori Laritondettagota lusinghiera,

E

de’piùvispi giovinettiamori L’accarezzavalaridenteschiera.

L’óra colseleroseaduna ad una,

Conquelleroseletoccò 1belviso,

Ond’ella apri la pupillettabruna,

E

sogguardando suo novel soggiorno

,

Salutò conuntimidosorriso

„ U

sacroaFilleavventuroso giorno

.

(29)

a5

PER LA STESSA

xv.

j, Ilsacro a Filleavventuroso giorno,

Soavementesussurrò1’auretta

,

T’invitaa far tranoi dolceritorno, Bambolinagentilevezzosetta

.

Vatenovel, novellamente adorno Dighirlandella lasuacetra eletta, Ovefremel’altierrapido corno Delmagnofiumed’Eridan,t’aspetta.

Non

maida ninfaodapastoreudito

Un

inno aFilleconsacrò;d’unfaggio Sullascorza recisaeil’ha scolpito.

Recaloallagrandonna;ituoi tesori Recale insiemcolmeritatoomaggio

5,Incestellino di leggiadrifiori.

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(30)

LA GLORIA

XVI.

Qual

farfallettache d’intornogira

Ad

unnotturnoscintillantelume,

E

rattosenteincenerirlepiume

,

Trascurateli,epurnonsiritira;

Volamia mente,cheagrancoseaspira.

Ove haseggio di gloriailvano

Nume

:

AltoRagionlegrida;iltuocostume Segui piùd’uneh’ inva.n ornesospira

.

Ellanonsente:suocamminoaudace Calcaverso l’eterna e

somma

sfera,

E

dietro lascial’innocente pace.

Oh

cieca!ohfolle!Chevarrà l’alloro, Benchécingesselamiafronte altera, S’avrò perdutoilmaggiormiotesoro?

(31)

a?

LA PASTORELLA

E

LA CITTADINA

XVII.

O

rusticavezzosaforosetta,

*

Che misogguardi mesta,epoi sospiri.

D’unostatomaggiorinvidiosetta,

Uno

statomaggiordunquedesiri?

tipiacevederlatua negletta

E

biondachiomain tortuosi giri.

Da

roseo nastro sultuocapostretta,

piùlatuacandidavesteammiri? Semplice! tunonsai,l’aurate anella

Quantocostino adonnaeccelsa egrande,

Perarte solnonper naturabella.

Col tuo vermigliovivido colore Benvorrebbe cangiarl’alteghirlande,

E

iricchipannie’lsuo superbo cuore

.

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(32)

s8

LA FANCIULLEZZA

XVIII.

O

fanciullini,cuisidolceeviva Giojasipingenelserenoviso

,

Deh

!dondenascequell’ allegroriso?

Quelvivopiacerdondederiva?

Sivolge forsed’amarezzapriva Vitaimmaginpervoi delparadiso?

O

nonperancoha’l vostrocuor conquiso Lacieca alata ingiusta instabildiva?

Ali! nelvedervimi rammentoanch’io Com’eralieta in quell’etàmiasorte, Com’erasoddisfattoognidesio.

Chesepel vizioognidelizia èpoco

,

Dell’innocenzasullequete porte

. Siedeingremboaldoverl’allegrogioco.

(33)

a9

LA VECCHIAIA

'i

XIX.

-Buonvecchiarelloincanutitoebianco, Cheigiorni passisenzalutto eguai

,

E

con tua caravecchiarella à fianco Movendo’lpièperlapendicevai;

Mentrequiposideboluzzoestanco

,

Dimmi,’ldestinonont’offesemai?

Ah

no!che biecanonguardottiunquanco Stellamalignaco’funestirai

.

Oh

tefelice!aquest’età condotto Pascendo’lgreggesullabalzaamena Per quarantottoverni equarantotto.

Giovanei’sono,epuriocangierei Conlacadente tuavitaserena Lapiùbellametàdeglianni miei.

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(34)

3o

LA BELLEZZA

xx.

In

queta stanza su tappeto aurato Dormenegletta lavezzosaElmira, Mentredidolce aurettailmollefiato Scherzandoleggerissimo sospira.

Ed

ahidestin!viene aronzarle a lato Dalloco stesso,ondequell’auraspira,

Ape,che sopra’lcrine inanellato,

E

sopra’lbianco senrattas’aggirai Alfinscendendosulla roseabocca

Un

fiorlacrede,e sulsuppostofiore Ilvelenosostrairapidascocca.

Se avea labbro

men

fresco e

men

vermiglio Lavagadonna,nonseguial’errore; Ch’ovcèmenobellezza è

men

periglio.

(35)

L’ACQUISTO FUGACE

»

XXI.

ir

m

Stavan duegiovinninfein sull’erbetta In

man

tenendounaugellincanoro; Legato'1mancopièd’unfilod’oro Scuoteva ancorle fuggitive alette

.

Una

loprese,eperlepiumeelette

Lo

teneacomevivoebel tesoro; L’altrasidolse,ne provò martoro,

E

in sè crucciosasospirandostette

.

Un

satirelpassandoaleivicino Mestalavide, edoh!gridò,tusei Ingrata,o pastorella,altuo destino

.

Ha

Paliancorquell’augellinoaudace;

Ah

certo,semplicetta,iononvorrei

Un

acquistolieve,efugace.

SuluzzoT.I 3

(36)

IL RUSCELLO

XXII.

Fonte

leggiadro,chegliestiviardori Rallenti in parte aquesta piaggiaombrosa

,

Mentrebaciandovai1’erbaodorosa,

E’1 pinto sendegliolezzantifiorij

Seuna metatu brami a5lunghierrori, Ruscellettogentil

,quitiriposa:

In

men

bassapendice,e

meno

ascosa Proveraidell’estàgliaspri rigori

.

Dipiù che brami?Sei dipiantecinto

A

mille aurette,agliaugellettinido

,

inbronzoaltiervaiprigionieroavvinto.

Ma

tuseguiiltuocorso?eun vandesio Incostantetispingealmareinfido?

Ah

nel tuoinganno riconoscoilmio!

(37)

33

L’ A P E

x x

III.

Ape

novellatraleggiadrifiori Scherzavalietaindolceprimavera,

E

raccogliendo givaisuoi tesori Sull’erbaumil,e sullarosa altera.

L’alibattendoinmezzoa’dolciodori Diceafraspemecara e lusinghiera:

Avrà,soncerta,avràdatuttionori Quel mieich’io giunsiaradunar primiera

.

Apeamical’udì$chesperiPohfolle!

Sciamò,sefossepure oprad’unDio Quellache industreorcomponendovai

,

Gentivedrai delcibovansatolle Dannarl’ape edilmielealcieco oblio:

Piacereatutti?

Ah

noi sperargiammai

.

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(38)

34

LA SCHIAVITÙ

XXIV.

Rabbiosettoaugellin,.chein lacciavvolto Vai dibattendolefugacipiume,

E

desiriseguendoiltuo costume Andarliberamenteall’auresciolto, Piùnonsispezzailfildoveseicolto,

E

primaal sol sitoglieràsuolume

,

Che’l tuo destino,invariabilnume, D’unalieve pietàsitinga in volto

.

Inaspriscetuasorteiltuo lamento: Ab!seognora piangesseun’infelice, Ilriso del piacersarebbe spento

.

Tutti viviamoschiavi,edilrigore Pubsoldischiavitù renderfelice Latolleranza dipieghevol cuore

.

(39)

35

LA METEMPSICOSI

xxv.

P

erchè,Nice, perchèstringercotanto Quellafarfallavaga,edinfelice?

Essapena, noi vedi? ed hai tu tanto Cuordivederlapalpitare, oNice?

Forseforse,chisa?quel vagoammanto, Ch’orpremelatua

man

cruda edultrice.

Celafanciulla,chedibellailvanto Ebbesu questarusticapendice.

E

s’èverciòchescrisseun’altraetate.

Certofarfalla diverraitustessa,

O

fiantue

membra

sottounfiorcelate.

Tu

ridi?...tunoncredi?epurderiso

Non

fu’l

nome

di lui,che prima espressa Mostròla fola,ch’or£imuoveariso

.

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(40)

36

IL

SISTEMA DI BERKLEY

CHE NEGA

L’ESISTENZA DE’

CORPI

XXVI.

»

S

èvereh’uncorponon mivesta,e sia Questomiovelounsoffio,ahperchèmai Quellarosacogliendo un’asprae ria Spinamipunse,etantoduol provai?

Senon hocorpo,della sortemia Chevotemendo?che sperandoornai?

Quella spinami punse?...ehnondovria Costarmi quel dolor tormentiolai

.

Forse chel’ariapenaallorche Spinto Nelsuo senoèlostraichela ferisce?

Segnodiduoloinleiunqua nonvedo.

Ah

seBerkleyde’ suoi sofismicinto Darmiperveritateunsognoardisce

,

Mostripria eh'iononsoffro,e poi locredo:

(41)

3 7

IL PIACERE

E

L’

INNOCENZA

XXVII.

Bionde

lechiome,e l’occhioazzurro ardente Giovinettovid’iocintodirose,'.

Che miporgeala

mano

,epoi repente Lieto fuggivasulle spiaggieerbose. Loriconobbe’1cuor più chelamente.

Alle suelucitenere vezzose;

ErailPiacere,el’almaalteramente Seguirloovunque,ahicieca!sipfopose. Allorm’apparve semplicettadonna

,

Chesulla fronteavea candor divino

,

E

bianchissime

membra

inbiancagonna

.

E

sdegnosetta,ilbreveerrorperdono

,

Disse,t’additerò l’altocammino;

Piaperstameco,ed Innocenzai’sono.

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(42)

38

V INSETTO TRASFORMATO

XXV

IH.

Se

qttelPinsettoschifoso e vile

,

Chebavaimpuravaspargendo intorno, Divaghealettesivestisseungiorno

,

E

d’órcoprisse lasuascorzaumile;

E

sedell’albaallagrimargentile Sul verde sermolinfessesoggiorno,

E

sipascesse, di beltateadorno, D’unodorosonettare sottile;

Credi tuforse eh’einonscorderebbe L’anticasorte, e ch’egli avriamemoria Chein sozzoammantodisprezzatocrebbe?

Ah

ch’io noicredo!Quandostatoamico Ebbrofa’lcuordelnettare di gloria, .

Ov’èchisappiaricordarl’antico?

(43)

3 9

LA POLVERE

FULMINANTE

XXIX.

P

osta nel ferro sullefiammeardenti Polvedellampoestivoemulatrice.

Priadiventalicor,eposciaa’venti Spandedolce fiammellaavvivatrice.

Volge’lfanciulcupidi sguardiattenti Alcaldovaso,esuondi gioja elice Battendopalmaapalma,ectiportenti S’appressaadammirardell’arte ultrice.

Sospesoilpiè,fissolosguardoeitace:

Oh

sventurato!confragoreorrendo Scoppialafiammarapidaefugace;

Scoppia!edilfanciullino atterra estrugge.

Ah!

daquell’infelicealmens’apprenda

Come

splende Lusinga, uccide,efugge.

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(44)

4C

L’ACQUA

£HE IMPIETRISCE

I

LEGNI

\

XXX.

Fola

nonè,cheinsend’Italiamia Scorreun umordi così raravena

,

Cheverde legnotoccal’acquaappena Giàs’indurisce* eparchepietra sia

.

’1pastorello,chelovidepria Cintodi foglie sullaspondaamena.

Ilriconoscetra lafreddaarena,

Cheintornocoprelacalcata via

.

Passaenoicura;

ma

s’è

meno

adorno

È

piùsaldoqueltronco,esprezzaiventi Cheromoreggian sordamente intorno

.

cangiaavversitateilcuornelseno;

Men

dolceilfanlunghissimitormenti,

Ma

ilfan rigidopiù, piùfortealmeno.

(45)

41

L’EDUCAZIONE PERSIANA

XXXI.

Nato

tra ricche fasce inregio tetto Crescea’lPersianopressoalsuo Signore,

E

dirigida

man

giusto rigore

FanciullogK.vietavaognidiletto.

Quattro eranquelli,cheinaustero aspetto -Guidavanoa virtuteilpuro cuore;

Un

santo,ungiusto,unfortesprezzatoli D’ognideliziad’ognimolleaffetto.

Cangiaval’altroilvandesir di vita Inbel desio di gloria;uscivan poi Glialunnia respirarauragradita

;

.

Ma

ohimè!lavista delpiacerdell’empio Ratto cangiavai'giovanetti eroi; Clièpiùeh’idetti altruipuotel’esempio.

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(46)

4a

LA NAVE

XXXII, Al

deboilumed’un’infida stella

Sull’agitatomarpassarvid’io Senza nocchieroinfranta navicella In-susospintae ’n giù dal flutto rio

.

Entroilfuror dellacrudelprocella Apparì’llidoall’avid’occhiomio:

Ma

ahimè!respinseconla

man

rubella Ildeboi legnoinmarfolledesio

-

Ivandanzandodellaproraintorno Ilusinghierisogni,e vipiovea Fiorchenon dura più che duriilgiorno.

Udii vocegridar;Donna,tidesta,

È

tempoancor;

ma

sequelmartibea Col vandesir,alnaufragar t’appresta.

(47)

LA GIOVENTÙ

XXXIII,

Starasiinmezzoa’ fiordonnaridente Di deboi mole rovinosaincima,

E

quantodipiùbelloil

mondo

estima Tutto scorgevainleimiaciecamente.

Pareami’lcrin delpiùbell’órlucente, Tal chespiegarlonon m’èdatoinrima.

Ed

ayeafiammanonpiùvista inprima Sulroseolabbro,esulbell’occhio ardente.

Ma

caddeesisfasciò lamoleantica,

E

secocaddelaleggiadradonna', Cosìche piantotrasseall’almaamica;

Ahich’era dessa Gioventù! Sedea Dinostravita sullafralcolonna,

E

alfatosuovicinnonseivedea

.

(48)

44

L’ETERNITÀ

XXX

IV.

Sopra unerto ciglionimmensavidi Voraginetremendaapoco a poco Aprirsi, e rattad’unorrendofoco Striscialambirgl’inariditilidi

.

Ilbatter delle

man

trafierigridi Rendevasuon ferocementefioco:

Nelporre’lpiè presso’ltremendoloco Udii più lunghi,piùdolenti stridi.

Eternità sédeasull’orlo atroce

,

Tenea’ngrembolaMorte,e dolorosi Piantiversavanellabrunaloce.

Fuggi,figliodell’uom, s’udiva intorno;

Purifiglidell’uomvidianimosi Ebbri danzarpresso’lièralsoggiorno.

(49)

45

LA TOMBA

.

XXXV.

Oh

terra!odossa!

Oh

miserandi avanzi Dichiprimadi

me

chiuse suavita!

Tacita parmichefravoisistanzi DibrunomantoEternitàvestita

.

Queleenerbiancoricoprìpoc’anzi - *

Alma

mortaic’hasuastagion compita*:

Forse avverrà chedella serainnanzi Iopur quimuta dormae scolorita.

Spezzatalor lapiù robusta pianta Soffiodivento,o folgoreimprovviso,

Ed

ifronzutiramiatterra eschianta

.

Nacqui,vissi,morròjcangialamorto In piantoamarol’ingannevolriso,

E

intempo immensol’orelieviecorte.

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(50)

I

46

IL CADAVERE

XXXVI.

-L*ehchideposeinquest’immondafossa Quelteschiomozzoequellaspogliaimpura?

Ve’!.

.qualschifosa,ohimè,copre sozzura Lasfracellatacarne,erarid’ossa!

Qtaalmaidalsonno orribilmentescossa OrnrPhauniversal

somma

paura!

Ahi!dopovitachepoco dura Cadrò! fuggirda quinonv’hachipossa!

Questadonnafupur!laleggiadria Dov’è?dov’è quellusinghier sorriso?

E

quel labbroturpeèqueldipria?

Oh

folle!cheal cielmuovieterna guerra Perchènondiedea temirabilviso$

Guarda!quelfu bellezza,edora è terra.

(51)

47

PER L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE

DI EN RIGHETTA

'

TAPPARELLI BALBO

XXXVII.

\ -

Libri,velatoilciel,l’alisuebrune Madred’orrorlacupa notte;e’lcanto Lungi,ohimè,dalle altrui giojeimportune Disciolgailgufoallamiacetraaccanto.

E

voi,che andatedi piacerdigiune,

Alme,cheildì traete inlungo pianto, Ditesefradi voiforano alcune

,

Ch’abbian mioduoldisuperareil.vanto.

Orvolge l’anno, chetrafierdolore

E

giusto, ahitroppo!mifurò lamorte

11dolce oggettodimioprimoamore;

valsebiondocrin,nèfrescaguancia;

Ch’Eternitàdalle terribilporte Tuttougualmenteadingojarsislancia.

SaluzzoT.I. /,

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(52)

48

PER LO STESSO

XXXVIII.

Alterimarmi,che chiudeteinseno Ifreddiavanzidi beltàdivina, Voimestamenteilcuorpietosoinchina D’amor,diduol,diriverenza pieno.

Colui che reggedell’etatiilfreno

Non

ccftisentagiammaivostra

mina

; Cheallastranieragentee alla latina Del nostro duolvoi parleretealmeno.

Lo

sappiaognun,sev’hachinonloprovi

,

QuantoèMortecrudele,equantofiera Nell’altruidannoilsuopiacer ritrovi.

E

semaifiaquaggiù chifidi,ahi lasso!

A

gioventùlaspemelusinghiera

,

Dolente volga arimirarquelsasso

.

(53)

49

PER LO STESSO

xxxix.

Genii

d’Amor,poichélanotteimbruna Fra’ldubbiovolteggiar delletenèbre,

Veniteu’s’ergemaestosaebruna Sacraad eterno duoltombafunébre

.

Quibelladonnaèchiusajad una aduna Sopralenubinericanti ecrebre Passano l’Orejdatreanni alcuna >/<>“•**£•

Non

fugò51sonnodallesue palpebre.

Amori,ahchiladesta?ah mirecate Colmedelpiantodellamadrettnante Tresacre alabastrineurne dorate.

Beva1sassol’umor:voifisiintanto Mirateseravvivailbelsembiante Ladolceforza delmaternopianto

.

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(54)

5o

IL SOGNO

XL.

Sognai,chein foscatenebriasepolto Giacevailmondo,econ negrissim’ale StavailSilenzio nell’immensesale, Ov'e’lmiodubbio passoera rivolto.

Vidi d’ossa copertoilsuoloincolto, Udii lungo eccheggiargrido ferale:

Mortevidibrandirl'acuto strale, Alta minaccia dipingendoinvolto.

Seguendo,odolcemadre,ipassituoi Nella

tremerà

strada edisusata, Morteavventossifieraadambenoi

.

A’suoi colpitiscudomioseno;

Salva tufosti,ediocadeipiagata;

Oh

sogno!oh morte!ohfosseveroalmeno!

(55)

Si

LA MALATTIA

XLI.

Lenta

sospesasullenerepiume Dalturcasso fataisuodardoscelse L’orrenda Morte,ecomeèsuocostume Ognipietàdall’empio cuorsisvelse.

Poivoltoa

me

l’inferocito

Nume

:

Non

micompiacciosol trafuocoedelse,

Sciamò:d’eternità nel vastofiume Cadonl’almevolgar,cadonl’eccelse.

È

giuntal’oraanche pertejqui tacque,

E

malignasorrise;ilmiovigore

A

pocoapocoindebolirlepiacque.

Lungaera l’opra:sistancòcostei;

Ruppelo strai, epienadi livore

Si furòdispettosa agli occhimiei. ,

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(56)

5i

IL

DELIRIO POETICO

PER

MALATTIA IN PRIMAVERA

X

LII.

ITindaridiancornonaveanmossa L’aurata bigadell’antico Infirto, Quandodifierdelir l’orridapossa Mostrommi Mortecolcrinnero edirto.

Ardente febbremiscorreaperl’ossa

,

E

tuttotuttoni’accendealo spirto;

Giàmipareaveder l’estremafossa,

E

cangiarsi in cipresso elauroemirto.

Ahilassa!ahidicadergiàmiparea;

E

pur,chi’lcrederia?scioglieva’lcanto,

E

d’immagini l’almasipascea.

Cantavadegli eroi;del colleaprico

La

doppia cima;edella gloriailvanto:

Tanto puòsulmiocuorcostume antico!

(57)

53

AL

FRATELLO ALESSANDRO

XLIII.

Gennari,tu parti?ohimè!tuparti?evai Di morte cruda adaffrontargliorrori

.

Ah

eh’ionontivedrò!nonmivedrai!

Non

vuoieh’iopianga?etumilascie plori?

Meco

sedutoa’chiariamiciTai

#

Tuo

cantononudranninfe e pastori;

Meco

leserepiùnonpasserai,

Meco

nonpiùtitroverangliàlbori..

Ah

dove?o caro,ahdovePè forse gloria Chet’allontana...tuo soave canto Sobenche bastaafartieternoechiaro.

Scritta innotedisangue orrendastoria Vuoi cheserbi’ltuonome?ebrami’lvanto D’irrorare1’allór colpiantoamaro?

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(58)

54

ALLO STESSO

X L

IV.

Jl crindinembie di saette cinto Atrocefigliodella feraMorte Fantasmaorrendo,dell’eterneporte PassaPirremeabilerecinto;

Tuttodisangue orribilmentetinto DietrositraeNecessitatee Sorte;

E

piùresoperloro ardito e forte Mugghia,sislancia d'atrarabbia pinto.

Figlio diguerra,eglit’additaFossa Degliestintinemici,es’ergeaudace Sull’ orlonerodell’immondafossa.

Ohimè!tua pura

man

ditabelorda, Ah!tra’l periglio,chet’allettaepiace.

Nostra amistate,e’1genitorricorda.

/

(59)

55

ALLO STESSO

XLV.

ScrivevaTirsi;un Amoringentile A’piedi suoitacitamente stava,

v Guatandointorno dolcemente umile,

E

roseapennadisua

man

temprava.

Altro cruccioso

Amor

unpuerile Dirotto pianto tenero versava;

Altrolaspada armigeravirile Dal suolo invanosollevartentava.

Altro più vispomilitar divisa Vestia superbo,econ doratafreccia Stavainguardiaallaquetaamicasoglia.

E

Tpiù leggiadroinnonusataguisa

,

Cintodivaga fronda boschereccia*

Elmofaceva d’odorosafoglia.

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ut;

(60)

56

ALLO STESSO

Per

LO SCIOGLIMENTO

D’

UN’ ACCADEMIA POETICA

XL

VII.

Tirsi,quell’arboscel,cheundì piantasti Conlatua

mano

fanciullesca epura Sulariva gentil,dovescherzasti

,

Primadel genitorsoave cura; Ipicciolramidiseguali e guasti

Mai

nonfregiòdinobileverzura;

Ed

ahi!pernostroduol sapercibasti, Cherecisacadéo piantaimmatura.

Vi pianser sopraipargolettiAmori, PianserleMuse;conlachiomasciolta Pianserlegiovinninfe,edipastori.

Eratopresso diquel troncoinfranto Sedè sdegnosa,edissea

me

rivolta:

Donna,aqualombrascioglieremoilcanto?

(61)

5?

'

ALL’AMICA

GIUSEPPA PROVANA

INVIANDOLE

IL

SEDECIA TRAGEDIA

DEL GRANELLI XL

VII.

D

iSedecialanguenteilcasoestremo

Dal tenero Granellialvivo espresso, Ninfagentil, insulescene spesso Farsicagiondell’altruipiantoudremo.

Soavepianto!cheminoreoscemo

Piacernonrende!

Un

cuord’ affettioppresso Tutte spiegar con questo piantoistesso 31suo sperar, l’affanno suovedremo.

O

diquest’almamiadelizia ecura,

A

te,Giuseppa,isacricarmiinvio, Te,cuidolce cuor diede natura.

E

setipiace,conlesuore unita

,

Cara,nonisdegnarilbuondesio

,

Te

1nostroamorarecitarloinvita.

\

!

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(62)

58

ALLA STESSA

IMITAZIONE

DI GIUSTO DE’CONTI

X L

Vili.

O

sacremura,o reveritoalbergo,

Dovestad’onestateilvivo sole,

Mentrelagrime spargo,e cartevergo, Uditeilmesto suondimieparole

.

pernascer d’aurorailpiantotergo,

laluce deldi terger losuole,

E

invansull’alidelpensicriom’ergo, D’onde

Madonna

dipartirsivuole.

Quandol’augel delsuodestilisilagna

Mi

lagnoseco,piangoquandopiange Ilruscellettochelefrondibagna. A.rammentar mio dannoi’Tn’affatico;

Nè P

dolcenodoperetàsifrange,

E

solmipascelo sperare antico.

(63)

59

ALLA STESSA

XLIX.

Talor

ripiena d’undivinfurore

Scrivo, escrivendomidistemproin pianto.;

E

scherzandotalor disciolgoilcanto,

E

ridel’almanelsuo dolceerrore

.

Ma

perchè sempre egualvedi’lmiocuore,

E

seguirsiimieidì similitanto

,

Credich’iomerchisimulandoilvanto Del piacervivo,edelcrudel dolore? T’inganni,amica.Imagoa’mieideliri

Sonoituoisogni,io cuilecosecrea

Tuo

spirto,ond’ oresulti,edor sospiri.

Euggeiltuo sogno,e’lmiosen fugge anch’esso

E

neidestarmi,dalla rivaAscrea Scende’lmiospirto,e ridivien lo stesso

.

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(64)

6o

ALLA STESSA

L.

JDonna

nongià,

ma

spiritodel cielo, Vid’iovestita diterrenoammanto, Chetraspariva dalleggiadrovelo Dell’anima divinail

sommo

vanto.

Vidi,emistrinsereverentegelo Alcastosguardodolcemente santo

.

Orcolciecodestinnon miquerelo,

Se per quell’angiol vivoinlungo pianto.

Lontanda’ carimodi,e dall’ accorte gaggieparolem’èchiusalavia, Chefasoaviigiorni,e1*ore corte.

Ma

seadessa vicintornarm’èdato,

La

sua

somma

virtutee leggiadria Scordarfarammiilmiodolor passato

.

(65)

6i

ALLA STESSA

LI.

F

orse avverrà,che sopra’lmutosasso

,

Dovechiusostarassiilcener mio, Abbiailbuonpellegrinqualchedesio Diriposareilpièlanguentee lasso

.

Indicollabbro chiuso,eVocchio basso Alciel sivolga reverenteepio,

E

per

me

preghipaceinsen d’iddio, Poivolga altrovemestamenteilpasso- Forseavverrà,che sospirandodica:

Separtirledoveacontalrigore, Perchèlediedeilciel sì fidaamica?

Perchèmaisuonar suo canto intorno?

Perchè mai ebbefidoedolcecuore?

, Setutto èsogno,e $e sparì colgiorno.

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(66)

6a

ALLA STESSA

*

ni.

Ah

orche semplicette bamboli ne Parlare, oNice,potevamoastento, TJn sertofecia te di roselline:

Forse’lrammentiancor;iolorammento.*

Giuro, sciamai, chese allebalzealpine Lemie canzoni d’eternareiotento, .Eternerò’ltuonome:eidallebrine D’etànonforaricoperto espento

.

Mi

rispondesti:amica,ah!sevorrai Secondarcoltuovotoilvotomio

,

Invocami amistà,glorianon mai

.

Nice, que’detti tuoimipiacquer tanto, Chedegliannialcangiarcangiai desio

,

Ed

è’lmiocuorcheticonsacrailcanto.

(67)

6i

ALLA STESSA

LUI.

T

useifelice!

Ah

!seifeliceappieno, Dolcediquesto cuor tenera cura:

Sfavillal’umidetto occhio sereno, Specchio veracedi gentilnatura.

Quel caro pianto, ch’ortibagnailseno, Timidetta perchè tua

man

mifura?

Lorasciughi’lmiolabbri,o’lcolgaalmeno Sulatua gotasorridente epura.

Quantoèdolce quel pianto!

0

figlie,ospose,

0

madri,ovoi,cuil’insensibilcuore Tiencosìcare voluttànascose, * Fuocoèquel pianto:sovra’1freddo petto

Ah

vicadesse!ahv’accendesseAmore Persì facilpiacereenegletto!

SuluzzoT.I. 5

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(68)

64

ALLA CONTESSA

TERESA PROVANA

NELLA PARTENZA DELLA FIGLIA GABRIELLA

SPOSATA

AL CONTE

GASPARO PIOSSASCO LIV.

Ov’è

chivuol chenonsisciolga inpianto Madrealpartir delfigliosuodiletto?

Ah

nonfu dinaturaildolceincanto Notoachi proferìl’atroce detto!

E

chidatepotrebbeesigertanto?

Ah

piangipur, Teresa,ildolceaffetto.

Ch’orètuapena,#fu sinortuovanto;

siceliYaffanno entroiltuopetto.

Orchetilascial’adoratafiglia,

Bendegnainverd’uncosìvivoamore

,

•Rassicuralatu,tula consiglia.

Mostraleilsuo dover,fidalaaDio, Allo sposo chescelseiltuobelcuore

,

E

addolcisci cosìquelfieroaddio.

(69)

65

PER

LE MEDESIME NOZZE

LV.

Qui

dove scherzacristallinofonte Trafrescheerbette evermigliuzzifiori- Sedealabelladonna,edirigori D’ un’ austeravirtùpingevainfronte.

Alvolger delle luci altere epronte.

Pienedi dolci emaestosiardori

,

Fermòilruscelloifuggitiviumori

,

Usciròi

Numi

del silvestremonte

.

E

di quell’acque pureilfrescoDio

A

leirivolto;equando,disse,ecome Costeivennea beareillidomio? Difatidicofuocoilcuorripieno.

Indigridò:novello eterno

nome

Avràl’Italia dalfecondo seno.

DigitlzedbyGoogle

(70)

66

PER

.

LE MEDESIME NOZZE

L

VI.

*

Qualoradornad’ungentil sorriso L’umidelabbrae’1 folgorante ciglio, Pinsecosteisoprailserenoviso Mistalafrescarosa almollegiglio;

Agliatti,alguardo,allasembianza,alriso Credei per opradeldivinconsiglio, Dallestelleimmortaifossediviso

Un

angelsceso nel terreno esiglio.

A

Gasparo,gridai, destinailcielo Indonnatal sìviva leggiadria

,

Spirtopuroin cosìpurovelo;

Oh

chiaro,avventuroso,e lietogiorno*

Chelaguidò per pianae cara via Aldolce giogo,edalnovel soggiorno!

(71)

6 7

PER

.

LE MEDESIME NOZZE

LVII.

V

agaangioletta,c’hailechiomed’oro

,

E

lasembianza nobilmentealtera

,

Celavi indarno1*immortaitesoro Della schivabellezza,intatta evera: CheIfnentividedal celestecoro

Trascelta, bella, giovinetta schiera D’Italedonne,e starti ’nmezzoaloro Consemplice onestate,efesincera.

A

tuafelicità lo spirto volse

,

Tantopiacestialui ritrosa e forte;

E

all’instahildestinprontotitolse

.

Gaspartidiede,eisemplicicostumi Serbart’invita,ondeinqualunquesorte Splendanoin te della virtuteilumi

.

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(72)

68

TER

ITE

NOZZE

*

DEL CONTE

GIUSEPPE D’AGLIANO

COLLA CONTESSA

FELICITA PROVANA

LVIII.

Ad

un’intattarugiadosafoglia Stavad’apiunacoppia avvinta insieme Conpiccioletto fren,ch’ondeggia e freme;

Purnonavvien chesirallenti e scioglia .

Da

sull’eternaluminosasoglia Dell’ ori-azzurre regionsupreme SceselaDiva, che’lbelcocchiopreme, E’1guidaovunquel’alma suas’invoglia..

L’Armoniariconobbiaquelsorriso

,

Che muovegliastridell’eterna sfera,

E

falavenustàdelParadiso

.

Salve,donna,sciamò,ne’ canti tuoi Pingi’lmiococchio,itiunpingiall’altera Sposailpiùsacro de’doverisuoi.

(73)

69

A MONACHE

LIX.

V

erginefu,che sostener poteo Solaconl’onestàsecuraeschiva L’acquanel cribrojeche gran provefeo Di suavirtùcostantementeviva.

Verginefu,chequandoaltoilchiedeo Accusatriceturba,in sulla riva Trasse pesantenave,enoncadeo.

Benchédi forzanelle

membra

priva

.

Orsepura onestà puote cotanto In profanavirtù d’inermedonna

,

Quantoinuncuor veracemente santo?

Figlie delciel!nel vostrosen divina Fasaionestade,e sottoa mortaigonna Invoi1*

uomo

l’ammira,e’1 ciell’inchina.

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(74)

7°

ADAMO ED ÈVA

LX.

\

Uscivailnostroprimogenitore Dallefelicibenedette porte;

Palpitantedisdegnoeditimore Yolgealosguardoall’infedelconsorte

Ella,ahimisera!tace,e nelsuo cuore Proval’ontafatai d*llasuasorte;

Celarvorria lacolpaedilrossore

,

Teme

la vita,e laspaventa morte

.

E

alfinpiangendo,otu, disse,chesei

Mio

campagno, miascorta, emiosostegno, Perdona,dolce sposo,ifallimiei

.

Non

piùcompagna,no,sarottiancella;

Ma

’1miosignorseitu;esai c’hasdegno Difacilevendettaanimabella.

(75)

ÈVA E CAINO

LXI.

Qualor

d’Adamoladolente sposa Madrechiamardal fanciullins’udio,

Non

piùfiera

nomò

,nè dolorosa Lasorte,ahisorte!acuidannolla Iddio

Ed

anzi,ebbrad’amor,bevea pensosa Coll’occhiopiendicupidodesio 11brevedetto, erispondeapietosa.

Ah

!parte di

me

,sei figliomio!

Tu

primo nato,almestogenitore Primoconforto,etucresciutoungiorno Pagherai coll’amoreilnostroamore.

Ahimisera!strisciò sullesuechiome

Lampo

d’orrore,e udiss’intorno intorno:

Caroticosteràl’amatonome

.

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