4. PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE DELLE ABILITÀ LINGUISTICHE DE
4.3 Strumenti e procedure: il Protocollo
4.3.1 Prove orali
Le prove orali sono state studiate per valutare le abilità di lettura, lessicali e morfosintattiche dei soggetti. L’uso della Frog Story si rivelato utile per paragonare la narrazione guidata dal supporto visivo delle immagini che compongono la storia (Appendice A) e la narrazione spontanea avvenuta durante un dialogo con chi somministrava il test.
Test for Reception of Grammar (TROG 2): è un test sul linguaggio recettivo ideato da D. V. M. Bishop, che permette di valutare la capacità di comprensione del linguaggio verbale, in particolar modo delle strutture grammaticali. Esso permette di valutare la comprensione dei contrasti grammaticali indicati dai suffissi, dalle parole funzionali e dall’ordine delle parole. Il test è composto da 80 item e si articola in diversi subtest riferiti a specifici contrasti grammaticali e composti ciascuno da 4 item. I subtest sono disposti con difficoltà crescente e la prova è interrotta quando si falliscono 5 subtest consecutivi. Il subtest si ritiene superato con successo se tutti gli item sono completati correttamente (Appendice A). Le costruzioni incluse nel TROG 2 sono:
A - Due elementi - La pecora sta correndo B - Negativo - L'uomo non è seduto
C - In e su invertibili - La tazza è nella scatola; D - Tre elementi - La ragazza spinge la scatola;
E - SVO (sogg./verbo/ogg.) invertibili - Il gatto sta guardando il ragazzo; F - Quattro elementi - Il cavallo vede la tazza e il libro;
G - Proposizione relativa soggetto - L'uomo che sta mangiando guarda il gatto; H - Non solo X ma anche Y - La matita non è solo lunga ma anche rossa; I - Sopra e sotto invertibili - Il fiore è sopra l'anatra;
J - Comparativo/assoluto - L'anatra è più grande della palla; K - Passivo invertibile - La mucca è inseguita dalla ragazza;
L - Anafora assente - L'uomo sta guardando il cavallo e sta correndo; M - Genere e numero del pronome - Essi lo stanno portando;
N - Congiunzione pronominale - L'uomo vede che il ragazzo lo sta indicando; O - Né questo/ né quello - La ragazza non sta né indicando né correndo; P - X ma non Y - La tazza, ma non la forchetta, è rossa;
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R - Singolare/plurale - Le mucche sono sotto l'albero;
S - Proposizione relativa oggetto - La ragazza insegue il cane che sta saltando; T - Frase racchiusa al centro - La pecora, che la ragazza guarda, sta correndo; Ai soggetti è stato consegnato il libro contenente gli 80 item suddivisi in gruppi di 4 item per pagina e si è chiesto loro di scegliere quale delle immagini corrispondesse alla frase pronunciata dall’operatore. In caso di difficoltà i soggetti potevano chiedere di ripetere la frase e potevano, eventualmente, cambiare la risposta data.
Prova di Denominazione Lessicale: il test è tratto dalla BVN 12-18: batteria di valutazione neuropsicologia per l'adolescenza (Gugliotta et al, 2009) ed è composto da 88 immagini disposte a gruppi di 4 per pagina (Appendice A). Esso prevede la produzione di parole bilanciate per bassa e alta frequenza d’uso, appartenenti a più categorie semantiche (ad esempio animali, mestieri, indumenti e via dicendo). Questo test consente di stabilire quanto sia ricco l’inventario lessicale del soggetto e se ha delle difficoltà nel recupero lessicale.
Ai soggetti è stato consegnato il libro contenente le figure e si è chiesto loro di sfogliarlo nominando ciò che vedevano. In caso di difficoltà, chi somministra il test poteva aiutare il soggetto incoraggiandolo a descrivere ciò che vedeva e a ricercare la parola corretta nella sua memoria.
Prova di Lettura di brano: il test consiste nella lettura di un brano ripreso dalle Prove di lettura MT avanzate a cura di Cornoldi, Pra Baldi e Friso (2010). Questa batteria serve per misurare parametri di rapidità e correttezza nella lettura e, dunque, il livello di automatizzazione della lettura; si compone di brani per ogni livello di scolarizzazione, con crescente numero di sillabe e complessità del test. Nel nostro protocollo è stato usato un brano tra i più complessi progettati per il secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado (Appendice A). Il brani in questione è: Le origini della tecnologia (tratto da A. Salza, “Atlante delle popolazioni”, Utet, 1997, p.65) composto da 1287 sillabe e piuttosto difficile da leggere per la presenza di parole tecniche.
Ai soggetti è stato dato il foglio con sopra il testo del brano ed è stato chiesto loro di leggerlo nel modo più veloce e corretto; l’operatore invece aveva un foglio con lo stesso brano, ma con le righe distanziate in modo da poter segnare gli eventuali errori commessi dal ragazzo e un cronometro con il quale misurare il tempo impiegato per la lettura. La prova doveva essere sospesa se i soggetti non avessero finito di leggere il brano entro il tempo
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limite di quattro minuti. In quel caso, l’operatore doveva prendere nota del numero di sillabe lette per poter effettuare la correzione.
La correzione prevede due punteggi:
i. Accuratezza: il punteggio di accuratezza è dato dal numero di errori commessi. Si assegna mezzo punto agli errori lievi quali accenti, autocorrezioni, grosse esitazioni, errori che non cambiano il significato del testo; un punto viene assegnato, invece, a errori che producono alterazioni del significato come l’inesatta lettura delle sillabe, l’omissione o l’aggiunta di sillabe o parole;
ii. Rapidità: si misura il tempo impiegato per la lettura del brano dividendo il numero impiegato per la lettura del brano per il numero di sillabe di cui esso è composto. Frog Story: è una storia figurata ideata da M. Meyer (1969) con il titolo “Frog where are you?”. Essa è stata ampiamente utilizzata sia in ambito clinico che di ricerca, per valutare la competenza narrativa sia in età evolutiva sia in età adulta con sviluppo atipico o con traumi cerebrali come, ad esempio, l’afasia61. È una storia semplice raccontata da 24 immagini in bianco e nero (Figure in Appendice A), alcune rappresentate singolarmente in una pagina, altre inserite insieme in un’unica pagina. Nella storia sono presenti due protagonisti, uno principale e uno secondario, rappresentati da un bambino e un cane, inseriti in un contesto iniziale rappresentato dalla camera da letto del bambino. Sorge immediatamente un problema poiché, la rana che il bambino teneva in un barattolo scappa durante la notte mentre tutti dormono. Seguono alcuni tentativi dei protagonisti di risolvere il problema (il bambino e il cane cercano la rana in più posti). Durante i tentativi di ricerca si verificano diversi imprevisti, come la caduta di un alveare provocata dal cane, l’incontro con un gufo e con un cervo. Infine si ha la soluzione del problema e la conclusione positiva in cui il bambino ritrova la sua rana.
La Frog Story rappresenta un compito che analizza la capacità del soggetto di produrre una storia coerente e coesa a partire dall’osservazione di una sequenza di immagini.
Si è scelto di utilizzare questa storia a vignette, non solo per il suo largo uso in letteratura, ma soprattutto per la semplicità della storia raccontata e per il limitato impiego
61 Per quanto riguarda gli studi su bambini con sviluppo tipico si vedano: Bamberg (1987); Bamberg e Damrad-
Frye (1991); Berman (1988); Berman e Slobin (1994); Trabasso e Nickels. Per l’applicazione della Frog Story in ambito clinico si vedano: Reilly et al. (1990); Tager-Flusberg e Sullivan (1995); Losh, Bellugi, Reilly e Anderson (2000).
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di capacità di memoria62 richiesto; allo stesso tempo dà, però, la possibilità di valutare le capacità narrative del soggetto in un contesto guidato63.
Ai soggetti è stato chiesto di sfogliare la storia e poi di raccontarla immagine per immagine.
Dialogo spontaneo: il dialogo è avvenuto a partire da una domanda dell’operatore riguardo allo sport, al tipo di lettura preferita, al tipo di scuola frequentata o agli hobby dei soggetti (Appendice B). Il tutto è stato registrato ad insaputa dei ragazzi in modo da rendere la conversazione quanto più spontanea possibile.
Come si è detto in precedenza, queste prova, messa a confronto con la Frog Story, si è rivelata utile per stabilire se ci siano differenze nella coerenza, nella coesione e nell’uso delle strutture grammaticali, tra la narrazione spontanea e la narrazione guidata.