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Provenienza: Accademia della Crusca.

Il codice contiene:

1. cc. 1r-100r: DOMENICO CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli73; inc.: «In nomine Domini nostri Ihesu Christi. Prolago del volgaritore (sic) frate Domenico di Pisa de’ frati predicatori»; expl.: «[…] Dio, c’amaestravagli della fede di Christo arditamente et nullo a cciò gli contastava»;

2. cc. 101r-121r: Martirio dei ss. Pietro e Paolo74; inc.: «In nomine Domini nostri Ihesu Christi. Amen. Incominciasi il martirio delgli apostoli santo Piero et sancto Paolo»;

expl.: «Io, Marcello, disciepolo dello appostolo santo Piero, queste cose vidi et òe

scritte. Deo gratiasse. Qui scrisi: scribat semper cum Domino vivat. Amen»;

3. cc. 122r-171v e 185r-203v: Bono Giamboni, Della miseria dell’uomo; inc.: «Questo libro dà conoscimento perché si possino consolare coloro che de le tribulationi del mondo si sentono gravati»; expl.: «Explicit liber qui nomina‹tu›r servus sanctus. Deo gratias. Amen»;

72 Per la descrizione di RV, e la relativa bibliografia, si è tenuto conto di S. T

OSTI, Descriptio codicum Franciscanorum Bibliothecae Riccardianae Florentinae, in «Archivum Franciscanum historicum», vol. VIII (1915), pp. 271-272 e di DEL POPOLO, Una predica in volgare cit., pp. 204-207. Il codice è registrato anche nell’Inventario e stima della libreria Riccardi cit., p. 53.

73

Cfr. CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti apostolici cit., p. V et passim; ID., Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli cit., p. XVI et passim; ID., Atti degli apostoli volgarizzati cit., p. XXVI; KAEPPELI, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevicit., p. 305; LEONARDI, Inventario dei manoscritti biblici cit., nr. 183, p. 874;CICCHELLA, «Volendo a pitizione e per devotione...» cit., p. 9 et passim.

74 Cfr. BAI cit., pp. 598-599. Del Popolo sottolinea che si tratta di un «volgarizzamento anonimo della

Passio sanctorum apostolorum Petri et Pauli, per cui si veda: Acta Apostolorum Apocrypha, edidit Lipsius, Darmstadt 1959 (anast., Lipsia 1891) pp. 119-177 […]. Nello stesso volume c’è una Passio Apostolorum Petri et Pauli, brevior (pp. 223-234), diversa da quella qui volgarizzata. Si veda anche Apocrifi del Nuovo Testamento, a cura di L. Moraldi (che traduce il testo del Lipsius), Torino 1971, pp. 1041-1059» (DEL POPOLO, Una predica in volgare cit., p. 205).

33

4. cc. 172r-176v: Visione dell’inferno di s. Paolo75; inc.: «Quando sancto Pagolo fu menato da sancto Michele archangelo a vedere le pene dello ’ferno»; expl.: «[…] la gloria di paradiso co lli angeli e co lli archangeli e con tutti li sancti, li quali ànno la gloria di Dio in sempiterna. In secula. Amen. Finisce la visione di sancto Paulo»; 5. cc. 176v-177v: Orazione alla Vergine76; inc.: «Questa è la intemerata in volgare. Chi lla

dirà o udirà dire divotamente, à di perdono anni vii da papa»; expl.: «Donatore delle gratie, il quale col Padre e ’l Filio vive e regna in secula seculorum»;

6. cc. 177v-179r: Preghiera alla Vergine77; inc.: «Ave regina potentissima, sopra lo cielo sé esaltata, sovra la vita angelicha voi siete sanctificata»; expl.: «A cciò che aggiate remissione da Dio Christo, che nacque dalla vergine Maria, tutti quanti ci meni alla buona via. Faccialo Idio per la sua cortesia. Amen»;

7. cc. 179r-181r: Leggenda di s. Giuliana78; inc.: «Questa sì è la leggenda di sancta Giuliana e de la sua festa di xv febraio e fasse festa a Como, in Lombardia»; expl.: «In vita eterna, con grandi canti dinanzi a Dio, che vive e regna in secula seculoro. Amen»; 8. cc. 181v-183v: Leggenda di s. Cristina79; inc.: «Questa è lla leggienda di sancta Crestina

vergine. Santa Crestina fu d’uno luogo che ssi chiama il lago di Bolsena»; expl.: «e quando ella fu molto rovente sì vi fece mettere [mutila]»; il richiamo en bas de page, «entro», non corrisponde con l’inizio della c. successiva;

9. cc. 184r-184v: Frammento di una leggenda di s. Paolo; inc.: «[…] il sangue mio è sparto. Eccho io, che morto fui, sono nel terzo dì sucitato»; expl.: «[…] se non coloro che lla diritta [****] ànno perché tutte le cose che sa s’apar<ten>[gono ad]»; il richiamo, gono ad, non corrisponde con l’inizio della c. successiva;

10. cc. 185r-203v: cfr. punto 3;

11. cc. 204r-214v: Benedetto d’Orvieto, predica fatta a Firenze il 25 gennaio 136680, inc.: «Al nome del nostro Singnore Geso Christo, Amen. Questa infrascritta predica predicò frate Benedetto d’Orbivieto de l’ordine de’ frati predicatori»; expl.: «[…] alla quale esso ci conduca per la sua misericordia, il quale è benedetto in secula seculororum. Amen. Amen»; segue un fascicolo che ripete le cc. da 212r a 214v ad opera, probabilmente, della stessa mano;

12. cc. 215r-221v: Sermoni diversi; inc.: «Nolo vos ignorare de dormientibus ut non contristamini sicut gratiari81, qui spem non habent. Queste parole soprascritte sono

75

Cfr. BAI cit., pp. 560-561; cfr. inoltre M.P. CICCARESE, Visioni dell’aldilà in Occidente. Fonti Modelli Testi, Firenze 1987, pp. 41-57.

76

Cfr. C. DEL POPOLO, Io dissi dianzi il Te lucis e la ’Ntemerata, in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», n. CLXXXIV, 2007, pp. 222-244.

77

Cfr. G. VARANINI, Un’antica redazione toscana della lauda «Rayna possentissima», in Lingua e letteratura italiana dei primi secoli, a cura di L. BANFI et alii, Pisa, Giardini, 1994, pp. 31-39 e C. DEL

POPOLO, Un’altra redazione di «Rayna possentissima», in «Giornale Italiano di Filologia», n. 60, 2008, pp. 235-270.

78 Cfr. BAI cit., pp. 372-374. 79 Cfr. ivi, pp. 184-187. 80

Cfr. DEL POPOLO, Una predica in volgare cit., pp. 199-233.

81

La lezione gratiari parrebbe non avere senso. Per Del Popolo, infatti, «deriva da un’errata lettura di et ceteri, stando a 1 Th 4,13, dove si legge: “Nolumus autem vos ignorare, fratres, de dormientibus ut non contristemini sicut et ceteri qui spem non habent”» (DEL POPOLO, Una predica in volgare cit., p. 206).

34

parole di sancto Pagolo»; expl.: «[…] così i demonii temono e ànno pa‹u›ra di madonna sancta Maria e della sancta Croce […] Amen. Amen»;

13. cc. 222r-235v: Leggende di santi; inc.: «Legiesi nella vita di santi padri che fu uno sancto padre ch’avea nome Appollino, lo quale, stando una stagione in oratione, dicea: “Io ti priegho Messer, Iesu Christo”»; expl.: «[…] e fecene grande festa e questi disse loro tutto il fatto e portò sì bene sua vita che, alla fine, ebe vita perpetua. Amen».

♦F

IRENZE

, Biblioteca Medicea Laurenziana

I.10

[A]*=Ashb. 435 (già 367)

82

Membr., XIV ex. (?); mm 154 x 107; cc. I + 116 + I; fasc.: I-XIV

8

, XV

4

.

Scrittura: tarda littera textualis, a pagina intera. Il codice presenta una numerazione a

matita, moderna, sul margine superiore destro del recto delle carte. Alle cc. Ir, 1r, 33r e

116v è impresso il timbro «con la croce sabauda coronata della allora “Reale Biblioteca

Medicea Laurenziana. Firenze”». Appartenuto al marchese fiorentino Giuseppe Pucci

83

,

nel 1840, il codice fu venduto al bibliofilo Guglielmo Libri, che lo trasportò da Firenze

a Parigi

84

; fu poi acquistato da lord Bertram IV, conte di Ashburnam e quindi, alla sua

morte, dallo Stato Italiano su proposta di Pasquale Villari

85

.

Il codice contiene:

1. cc. 1r-116v: DOMENICO CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli86; inc.: «In nomine Domini. Amen. Prologo del volgariççatore, frate Domenico Cavalcha da Pisa de’ Frati Predicatori. Volendo a petitione e per devotione di certe divote persone»;

82

Per la descrizione cfr. inoltre G. RAO, Ashb. 435, in Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane (disponibile su: http://manus.iccu.sbn.it).

83 Cfr. Catalogo dei manoscritti della libreria Pucci [manoscritto], 498 voci, conservato presso la

Biblioteca Laurenziana di Firenze, ante 1843, n. 59. Sulla figura del marchese Pucci si rimanda, sub voce, a C. FRATI, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani, Firenze, Olschki, 1934.

84

Cfr. L. DELISLE, Notice sur des manuscrits du fonds Libri conservés à la Laurentienne, à Florence, Paris, Imprimerie nationale, 1886, p. 19.

85 Cfr. scheda n. 435, in Catalogue of the manuscripts at Ashburnham Place, London, Printed by Charles

Francis Hodgson, 1853; sull’acquisto da parte dello stato italiano si veda il punto 435/367, in Relazione alla Camera dei Deputati e Disegno di Legge per l’acquisto di codici appartenenti alla Biblioteca Ashburnham descritti nell’annesso catalogo, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati, 1884, p. 27.

86

CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli apostoli cit., p. XXXI et passim; E. ROSTAGNO, La Bibbia di F. Redi, in «Rivista delle Biblioteche e degli Archivi», vol. VI (1895), pp. 95-109, a p. 98, n. 1; KAEPPELI, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi cit., p. 305; LEONARDI, Inventario dei manoscritti biblici cit., nr. 37, p. 870.

35

expl.: «amaestravali de la fede di Christo constantemente e nullo a cciò contrastava

[****]».

I.11

[Re]* = Redi 127 (già Cod. Red. n. 2 127, Fascio 5

to

)

87

Cart., secondo quarto del sec. XV (4 dicembre 1460 - 31 ottobre 1462); mm 270

x 240; cc. IV + 142 + III; fasc.: I-VI

12

, VII-XIII

10

. Scrittura: umanistica, su due colonne.

Legatura moderna con dorso in cuoio della legatoria Bruscoli di Firenze. Un recente

esame codicologico ha messo in luce che la «numerazione comincia dal f. 1 del fasc. 1

(l’originario f. 1 è numerato f. IV), quindi, calante di una unità, salta da 50 a 52 e da 131

a 133, ripete 138 al posto di 139»

88

. A c. IVr, dov’è raffiguarata, a penna, una croce, vi

è una nota di possesso: «Questo libro è di Nicolò di Francesco Corsi», che ne fu anche il

copista; quindi, nella stessa carta, si legge che il manufatto passò al convento dei

Gesuati di San Giusto: «Questo libro è de’ frati Iesuati abitanti a sancto Giusto fuori

della porta a Pinti Firenze [****]. Sia riguardato et renduto per carità»

89

. Il codice

divenne quindi proprietà della Biblioteca Laurenziana nel settembre del 1820, per

volontà di Francesco Saverio Redi, pronipote di Francesco Redi.

Il codice contiene:

1. cc. 1ra-73rb: Dialoghi di Gregorio Magno volgarizzati da Domenico Cavalca90; inc.: «Qui incomincia il dialogo di Sancto Gregorio traslatato in volgare per il prudentissimo huomo frate Domenico da Vico Pisano e scricto per me Nicolò di Francesco di

87

Cfr. TAV. 49, in L. FRATINI, S. ZAMPONI, I manoscritti datati del fondo Acquisti e Doni e dei fondi minori della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2004, p. 78. Per i curatori il «manoscritto potrebbe essere identificato nelle tavole della quarta impressione del Vocabolario della Crusca (Crusca, Vocabolario, VI, 96, n. 32) con il testo dei Dialoghi di san Gregorio» (ibidem). Si veda inoltre, ad locum, F. DEL FURIA, Supplementum alterum ad catalogum codicum Graecorum Latinorum Italicorum etc. Bibliothecae Mediceae Laurentianae, [entro il 1858], IV voll. [manoscritti] e tavole di concordanze, vol. IV, 367bisr-367terv.

88

Ibidem.

89 «Le notizie riguardo questo convento sono piuttosto incerte. L’ingresso dei Gesuati nel convento di San

Giusto è probabile che sia avvenuto nel 1435 circa; è invece incerta la notizia che questo convento fu demolito per l’assedio del 1529 e che i Gesuati furono trasferiti stabilmente nel convento attualmente detto di San Giusto della Calza presso Porta Romana, che in precedenza accoglieva le monache de’ Cavalieri Gerosolomitani di Malta» (FRATINI, ZAMPONI, I manoscritti datati del fondo Acquisti e Doni cit., p. 78 e relativa bibliografia).

90 Cfr. G. D

UFNER, Die Dialoge Gregors des Grossen im Walden der Zeiten und Sprachen, Roma- Padova, Antenore, 1968, p. 76.

36

Domenico Corsi [...]»; expl.: «Qui finisce il quarto ultimo libro del Dialogo di sancto Gregorio. Copiato per me Nicolò di Francesco Corsi oggi a dì IIII dicembre 1460. Deo gratias».

2. c. 73 vab: Annotazioni cronologiche su Gregorio Magno, San Francesco e sull’età del mondo; inc.: «Papa Gregorio primo, morì nelli anni della incarnaçione del nostro Signiore Yhesù Christo»; expl.: «[...] MVIIIILXII cioè anni 6962 anni (sic)».

3. cc. 74ra-107vb: Epistole di san Paolo in volgare; inc.: «Qui incomincia il Prolago dell’epistole di sancto Paolo apostolo di Yhesù Christo e imprima si tracta dell’epistole mandate per lui alli romanij»; expl.: «Qui finiscono l’epistole del beato sancto Paolo apostolo di Yhesù Christo agli ebrei [...] ch’egli mandò per la salvatione della fede. Amen. Sono in tutto pìstole 136».

4. cc. 108va-128rA: DOMENICO CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli apostoli91;

inc.: «In nomine Domini nostri Iesu Cristi, Amen. Qui incomincia il Prolago del

volgariçatore di questo libro, cioè gli Acti degli Apostoli. Volendo a pitiçione e per divoçione di certe divote persone [...]»; expl.: «[...] e amaestravagli della fede di Ihesù Christo arditamente; e niuno gli contastava. Qui finiscie gli Acti degli Apostoli in volgare. Scricti per me 1462. Qui iscrisit iscribat sempe cum Domino vivat, vivat in celis semper cum Domino felix».

5. cc. 128rb-136rb: Epistole cattoliche in volgare; inc.: «Qui incominciono l’epistole canoniche e imprima la pìstola di sancto Iacopo apostolo di Yhesù Christo»; expl.: «Qui sono finite tucte l’epistole canoniche degli apostoli di Yhesù Yhesé (sic) Christo. Amen. Refereamus gratias Deo».

6. cc. 136rb-142rb: Volgarizzamento dell’Apocalisse92; inc.: «Qui incomincia il libro chiamato l’Apocalisse [...] traslatato di gramatica in volgare, el quale fecie per volontà di Dio nell’isola di Palmos»; expl.: «Qui finiscie l’Apocalisse [...] Iddio ne sia sempre lodato. Amen. Deo gratias. Amen. Questo libro di tucte le pìstole cioè di sancto Paolo e le calonache e gli Acti degli Apostoli e l’Apochalisse compiute di scrivere per me oggi questo XXXI d’octobre 1462 per me Nicolò di Francescorsi. Iddio e la gloriosa vergine Maria sempre ne sia laudato. Amen. MCCCCLXII».

7. c. 143v: Ricetta di un impiastro per le ferite attribuito a Giovanni Villani93; inc.: «Questo nobile et sovrano impiastro a sanare ogni ferita o tagliatura o roctura e percossa, speçialmente di capo»; expl.: «e sorbilo due o tre volte il dì sença rinfrescare lo impiastro se non sono passati iiii o cinque dì che farà meravigliosa opera».

91

Cfr. KAEPPELI, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi cit., p. 305; BARBIERI, Per un censimento dei manoscritti degli “Atti degli apostoli” cit., p. 58.

92

Cfr. LEONARDI, Versioni e revisioni dell’Apocalisse in volgare cit., pp. 51-52 e ID., «A volerla bene volgarizzare...»: teorie della traduzione biblica in Italia (con appunti sull’Apocalisse), in «Studi medievali», XXXVII (1996), pp. 171-201, a p. 198.

93 G

37

I.12

[Pl]* = Plut. 27.06

94

Cart., sec. XV in.; mm 213 x 284; cc. VI + 69 + III; fasc.: I

40-2

II

32-1

. Scrittura:

mercantesca, su due colonne; da c. 33 intervengono mani diverse dalla principale,

verosimilmente del sec. XVI; da c. 37 si registra un vistoso cambio di modulo,

attribuibile a una quarta mano, che segna un’ulteriore frattura temporale. Numerato

modernamente in cifre arabe, a matita, in basso a destra. A c. 13v, ancora in una nota

recenziore si legge: «manca una carta»; la numerazione riprende da c. 14r che, pertanto,

avrebbe dovuto essere la c. 15r. Legatura moderna.

Il codice contiene:

1. cc. 1r-23r: DOMENICO CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli95; inc.:

«Nel nome di Giesù comincia il prolago del volgarezare. Volendo a petizione e per divotione di certe divote persone [...]»; expl.: «[…] e amaestravagli della fede di Christo arditamente, e nullo a cciò gli chontastava. Deo gratias».

2. cc. 23r-28r: Il martirio di San Pietro e di San Paolo96 apostoli; inc.: «Al nome di Dio comincia il martirio di San Piero e di San Paolo apostoli»; expl.: «[…] e sono posti in Vatigano naumachie di San Piero e di San Paolo nella via che ssi apella Ostiense presso a Roma, a due miglia, nel quale luogo per le loro orazioni molte virtù e benifici si fanno per infinita secula seculorum. Amen».

3. cc. 28r-32v: Epistola di San Giovanni Crisostomo mandata all’imperatore Teodoro97;

inc.: «Epistola di santo Giovanni Chrisostimo mandata a Teodoro. Se i pianti et sospiri

per lettera anunziare si potessono, leggeresti per cierto questa epistola piena di lagrime e di singhiozzi»; expl.: «Finita la epistola di santo Giovanni Chrisostomo mandata a Theodoro».

94 Per la descrizione del ms., e la relativa bibliografia, si è tenuto conto di S. B

ERTELLI, L’epistolario di Seneca e san Paolo in volgare. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 27.6, in Seneca: una vicenda testuale, a cura di T. De Robertis e G. Resta, Firenze, Mandragora, 2003, pp. 369-370.

95

Cfr. CAVALCA, Volgarizzamento degli Atti degli Apostoli cit., p. XXIV et passim; KAEPPELI, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi cit., pp. 305; BARBIERI, Per un censimento degli «Atti degli Apostoli» cit., pp. 57; LEONARDI, Inventario dei manoscritti biblici cit., nr. 25, p. 869.

96 Cfr. BAI cit., pp. 598-599. 97 Per i punti 3, 6 e 8 cfr. G. G

IAMBONINI, Prima revisione per Giovanni delle Celle e Luigi Marsili, in «Rinascimento. Rivista dell’istituto di studi sul Rinascimento», vol. 34 (1994), pp. 145-152; G. DELLE

CELLE, L. MARSILI, Lettere, a cura di G. Giambonini, 2 voll., Firenze, Olschki, 1991; L. BERTOLINI, Censimento dei manoscritti della ‘Sfera’ del Dati. I manoscritti della Biblioteca Laurenziana, in «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», vol. 12 (1982), pp. 665-705.

38

4. cc. 33r-36r: Credo di Dante di Antonio da Ferrara98; inc.: «Questi versi qui a presso fecie Dante Alighieri [...] Io iscrixi già d’amore più volte in rim‹e› // quanto più seppi dolci e belle e vaghe // e in pulirle operai tutte mie lime // di ciò sono fatte le mie volie insmaghe»; expl.: «O Vergine benedetta, sempre tu // ora per noi che Christo ci perdoni // e dieci grazia a vivere sì qua giù // che paradiso al nostro fine ci doni. Amen».

5. cc. 36v-36v: Formula per l’estrema unzione di Sant’Anselmo; inc.: «Questa è una amunitione che fece messere santo Anselmo, la quale si fa allo infermo quando egli è per passare di questa vita misera et cominciasi così […]»; expl.: «Dicendo tre Ave Marie et tre Pater Nostri con quel salmo che dice: “Miserere mei Deus”, co una candela benedecta in mano accesa».

6. cc. 37r-53v: Lettere di Giovanni delle Celle, Luigi Marsili e Guido di Tommaso del Palagio; inc.: «In nomine Dei eterni, Amen. Epistole fidelissimo quibus instruivit humane conversazio prenste peregrinationem quam vitam vocamus»; expl: «Per frate Luigi Marscilii di sancto Augostino».

7. c. 54r: Tre sonetti di Francesco Petrarca contro la curia di Avignone; inc.: «Fiamma da ciello su le tue treccie piova // malvagia che dal fiume e da le ghiande»; expl.: «Negli adulteri tuoi nelle mal nate // riccheze tante, o Ghostantin, non torna // ma tolga il mondo tristo ch’el sostene».

8. cc. 54r-63v: Sulla morte del beato Giovanni Cellense da Vallombrosa; inc.: «Don Giovanni a Guido, ove gli mostra in fiamma d’amore e di rarità questo nostro vivere essere propiamente cammino di pelegrini che passano»; expl.: «La penintenzia sua fece alle celle di Valembrosa in una picciola cappanetta, o cella, anni intorno a xl. Deo

gratias. Amen».

9. cc. 64r-67v: Epistolario apocrifo tra Seneca e San Paolo con breve introduzione tratta dal Catalogo dei santi uomini di san Giorolamo99; inc.: «Sancto Ieronimo, nel catalago de’ santi huomini, di Seneca disse […]»; expl.: «Nuovo huomo sanza corruptione e perpetua anima partoriscie a Dio di chostinii, afrettateli. Sta bene, Seneca, a nnoi carissimo».

10. c. 67v: Definizione di apocrifo nelle Etimologie di Isidoro di Siviglia100; inc.: «Quello che volgla dire apocrifa secondo santo Isidero delle Etimologie»; expl.: «[…] le quali tutte sotto nome d’apocrife dalla canonicha autorità con dilegente exsaminatione sono rimosse».

11. c. 68r: Carme sulla vanità del mondo101; inc.: «Dov’ài posto la speme o peccatore? // Nel mondo falso, ciecho, pien d’erore // di vanità è pieno questo fallace // mondo sì

98 Cfr. D. A

LIGHIERI, Rime, a cura di D.De Robertis, Firenze, Le Lettere, 2002; D. DE ROBERTIS, I manoscritti di rime di Dante, in «Studi danteschi», 62 (1990), pp. 335-347.

99

Cfr. L. BERTOLINI, I volgarizzamenti italiani degli apocrifi (secc. XIII-XIV): un sondaggio, in Seneca: una vicenda testuale cit., pp. 355-412; M.BAGLIO, Seneca e le ‘ingannose lusinghe’ di Nerone: Zanobi da Strada e la fortuna latina e volgare di Tacito, “Annales” XIV 52-56, in «Studi petrarcheschi», vol. 13 (2000), pp. 81-149.

100 Cfr. J.M.F. C

ATÒN, E. ANSPACH et alii, Las etimologías en la tradición manuscrita medieval, León, Centro de Estudios e Investigaciòn San Isidoro, 1966.

101

Per i punti 11 e 12 cfr. A. BALDUINO, Ancora su un’edizione delle Rime del maestro Antonio da Ferrara, in «Lettere italiane», vol. 23 (1971), pp. 63-85. Per il medesimo autore Del Popolo rimanda a R. MANETTI, Rime di Antonio da Ferrara (Antonio Beccari) edite per il corpus testuale del Tesoro della

39

come disse Salamone»; expl.: «Da questo mondo pien d’ongni fallenza // ciascuno ritorni averà penitenza // se confessando col contrito cuore».

12. c. 68r: Parte del Credo espresso in terza rima; inc.: «Io credo in un Padre Christo che può fare // ciò ch’a lui piacie e da chui tuct’i beni // procedono di bendire e d’operare»;

expl.: «Non facto manuale, ma generato // simile al padre e ’l padre ‹e›102 Esso è uno di

Spirito Santo è incarnato».

13. cc. 69r-69v: Orazione di sant’Agostino per l’indulgenza dei peccati; inc.: «Orazione di santo Agostino. Chi la dirà a laude di Christo in quello dì che la dirà, niuno nimico nuocere li potrà»; expl.: «Sì cch’io vengha alla tua sancta gloria di vita eterna, a la quale spera di venire ongni huomo e fedele christiano. Amen».

♦F

IRENZE

, Biblioteca Marucelliana + R

OMA

, Biblioteca Angelica

I.13

[M]* = C.339 + cod. 2034 (cc. 157r-175)

103

Cart., metà del sec. XV; mm 212 x 140; cc. III + 61 + III; fasc.: I-IV

10

, VII

10-9

.

Scrittura: umanistica, a pagina piena, di una sola mano. Le rubriche, in rosso carminio,

parrebbero di altra mano, che le esempla in una gotica libraria incerta; le iniziali, invece,

sono in rosso vermiglio. Numerazione moderna sull’angolo superiore destro, che conta

c. II come c. 1r, per cui sono complessivamente seriate cc. 62 invece di 61; sebbene in

alcuni punti sia ormai deteriorata, è ancora leggibile un’antica segnatura dei ff. per

fascicolo all’angolo inferiore destro. Come il descritto R

IV

, il testimone è mutilo

dell’intero fascicolo finale, in cui erano riportati gli ultimi sei capitoli degli Atti e

l’intero Martirio dei ss. Pietro e Paolo, quest’ultimo ora conservato a Roma nella

miscellanea tràdita dal ms. 2034 della Biblioteca Angelica. Il codice, almeno per la

sezione marucelliana, appartenne all’erudito fiorentino Gerolamo Lagomarsini

104

,

gesuita. Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1775, il manufatto venne

Lingua Italiana delle Origini, in «Bollettino dell’Opera del Vocabolario Italiano», n. V (2000), pp. 250-