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C Fig 3.15: Trattamento degli esemplari decedut

3.3.5. Raccolta dati: dati ambientali e microambiental

Con lo scopo di caratterizzare nel dettaglio l’ambiente dei frammenti boschivi oggetto di studio e dell’area di controllo, sono stati registrati una serie di parametri relativi alla struttura e alle risorse trofiche disponibili; in particolare:

sono state rilevate le variabili geometriche (forma, dimensione, distanza interpatch, presenza e numero di siepi) dei frammenti e dell’area di controllo;

è stata rilevata la complessità strutturale del sottobosco;

è stata stimata la presenza e l’abbondanza delle specie arbustive e arboree fruttificanti significative per le specie oggetto di studio.

La raccolta dei dati relativi alle variabili ambientali è stata svolta nei mesi di novembre 2011 e aprile 2012; la prima fase è stata dedicata alla stima dell’abbondanza delle ghiande prodotte da Quercus pubescens e Quercus cerris (roverella e cerro, le due specie di quercia più presenti sul territorio e dei cui frutti i roditori sono noti consumatori), la seconda ai rilievi sulle specie arbustive. In ambo i casi la vegetazione è stata campionata tramite aree di saggio.

77 Per stimare la produttività delle due specie di Quercus sono state selezionate all’interno di ciascuna griglia di trappolamento due aree di saggio, ciascuna della dimensione di 400m2 e avente come vertici i punti di posizionamento di quattro trappole; ogni area era suddivisa in quattro quadranti, esaminati uno alla volta, all’interno dei quali sono stati identificati tutti gli alberi di Quercus spp. produttivi la cui chioma ricadesse almeno per metà nell’area di saggio. Di tali alberi, classificati come matrici o ceppaie, era misurato il DBH (diametro a 1,5 m da terra, rappresentativo della maturità dell’albero) e stimata la dimensione della chioma (misurando la proiezione al suolo dei due assi, maggiore e minore, della chioma approssimata a un’ellisse); dopodiché sono stati delimitati sotto a ciascun albero produttivo due plot di forma circolare, del diametro di 0,5 m, equidistanti dal tronco e dal margine della chioma e perpendicolari tra loro (per garantire la massima indipendenza) (Fig. 3.16). All’interno di ciascun plot sono state radunate, contate e pesate tutte le ghiande presenti nel soprassuolo e nei primi centimetri di lettiera, annotando anche il numero di ghiande bacate o già consumate da Roditori; successivamente è stato prelevato e pesato un campione pari al 10% delle ghiande totali (o tutte le ghiande trovate se risultavano essere meno di 10), estraendole in modo casuale dall’insieme delle sole ghiande “sane” (non bacate né rosicchiate). Le ghiande rimaste sono state ridistribuite sotto all’albero di appartenenza, mentre il campione prelevato e conservato in sacchetti di stoffa è stato sottoposto ad essiccazione in un forno speciale per 48h a 70°C per determinare il peso della massa secca ed effettuare successivi esperimenti di determinazione del valore calorico delle ghiande delle due specie tramite bomba calorimetrica.

Fig. 3.16: Protocollo di campionamento delle variabili microambientali. A sinistra, raccolta delle ghiande

78 Queste operazioni sono state sempre svolte da squadre di due o più operatori, che variavano quotidianamente per minimizzare gli errori sistematici; il periodo di raccolta è stato scelto in quanto garantiva che la quasi totalità delle ghiande fosse già caduta al suolo, ma minimizzava la percentuale di frutti già consumata da animali o in marcescenza.

La successiva fase di analisi vegetazionali, svoltasi ad aprile 2012, ha abbracciato un insieme più ampio di variabili relative alla struttura complessiva del sottobosco, alla gestione del bosco e alla disponibilità trofica di arbusti fruttificanti; anche in questo caso, si è proceduto a identificare in ogni griglia due aree di saggio di 400m2 , posizionate l’una al centro e l’altra ai margini della griglia, ciascuna suddivisa in quattro quadranti di rilevazione (per un totale di 8 plot per griglia). In ciascun plot una squadra di operatori rilevava visivamente (previa standardizzazione) e annotava un totale di 41 variabili, divise tra:

Struttura e gestione del bosco: pendenza, esposizione; presenza di pascolo; numero di alberi morti; numero di alberi per plot (considerando tutte le specie); altezza della canopy; copertura della canopy (valutata mediante l’utilizzo di classi qualitative che vanno da 0=nessuna copertura a 8=copertura totale); DBH (stimato a vista mediante l’impiego di classi dimensionali di 5-10 cm, e successivamente convertito in un valore medio) ed età media delle piante; specie dominante (bosco misto, dominanza a roverella o dominanza a cerro).

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Cover arbustivo: si è deciso di stratificare il campionamento per altezza dal suolo, in modo da ottenere un valore per ciascuna delle 7 classi considerate: 0.5, 1, 2, 4, 8, 16 e 32 m. Per facilitare la raccolta dati sul campo ciascun plot è stato suddiviso in 4

79 quadrati uguali di 5 metri di lato, all’interno dei quali veniva assegnato un 1 o uno 0 per il raggiungimento o meno di uno strato della vegetazione. La somma dei quattro valori ha dato una stima del cover di ciascuna classe per ogni plot eseguito. Per mancanza di dati le classi 16 e 32 m non sono state considerate.

La scelta di raccogliere tali variabili nel mese di aprile è stata dettata dalla necessità di attendere la piena apertura delle foglie delle specie a foglia caduca per facilitare il riconoscimento specifico e la valutazione dell’effettiva copertura della canopy, nonché l’inizio della fioritura delle specie arbustive per la loro identificazione. Tutti i dati sono stati raccolti da squadre di due o più operatori; per aumentare l’uniformità delle valutazioni, tutti gli operatori sono stati sottoposti a una fase di addestramento in campo, tale da standardizzare le capacità di rilievo.

3.4. Disegno sperimentale: Muscardinus avellanarius