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IL RAPPORTO TRA FUNZIONI ABITATIVE E FUNZIONI DI SERVIZIO

Roberto Bologna

Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro interuniversitario TESIS Il rapporto tra le funzioni abitative e le funzioni

di servizio rappresenta un nodo principale nella progettazione e gestione delle residenze universitarie. La questione appare evidente dall’esame dell’evoluzione che gli standard hanno subito attraverso i programmi attuativi che si sono succeduti in applicazione della L. 338/2000, la prima, in Italia, ad occuparsi di questo genere di strutture abitative1.

I termini del problema sono definiti dalla volontà di garantire adeguati livelli qualitativi dell’offerta residenziale e dalla necessità di contenerne i costi in una condizione di ristrettezze di risorse sempre più incalzante. Capire dove si trova il punto di equilibrio tra queste due forze è fondamentale non solo per le residenze universitarie ma in generale per tutti gli interventi a carattere sociale, pubblici e privati, il cui l’obiettivo è di ottenere il massimo risultato, in termini di soddisfacimento delle aspettative dei fruitori, con il minimo impiego di risorse, agendo sui meccanismi di efficacia ed efficienza del servizio offerto. L’impostazione originaria degli standard minimi punta al raggiungimento dei livelli minimi qualitativi necessari per le residenze nell’interesse prima di tutto dello studente2, nella consapevolezza

che il futuro dipende dallo sviluppo del capitale umano e sociale e si costruisce sulle “comunità di apprendimento” attraverso la formazione degli individui e la messa a disposizione delle infrastrutture e dei servizi dedicati3. Tuttavia, se dal

punto di vista dello studente la maggiore quantità e la qualità dei servizi costituiscono elementi necessari per soddisfare le esigenze di crescita individuale, rapporti sociali, formazione nel corso degli studi universitari, nella visione dei soggetti responsabili della struttura il dimensionamento dei servizi è correlato alla necessità di contenere i costi di gestione e manutenzione pur garantendo livelli adeguati di qualità ed efficienza dei servizi offerti. Non è così negli Stati Uniti, dove la consistente disponibilità

di risorse e le rette molto elevate, spingono verso una dotazione di servizi di livello superiore (simile a quello di alberghi di lusso), che tuttavia, secondo alcuni, distrae lo studente dai veri obiettivi della vita all’interno del college4. La L. 338/2000 nella

sua impostazione originaria ha indicato uno standard quantitativo e qualitativo che allo stesso tempo potesse garantire il livello minimo di qualità percepita dallo studente e l’efficacia ed efficienza del servizio offerto dal gestore nei limiti di una convenienza economica. La possibilità di applicare standard dimensionali senza limiti massimo per ottenere superiori livelli di qualità è infatti controbilanciata dall’obbligo di compartecipazione finanziaria alla realizzazione degli interventi a carico dei soggetti richiedenti. I risultati dell’indagine sugli interventi realizzati e in esercizio in base ai decreti attuativi della L. 338/2000, confermano che, a fronte della riduzione dello standard minimi per le funzioni abitative e per i servizi di supporto previsti con il secondo bando, i valori delle superfici effettive a posto letto rimangono quelli dell’impostazione originaria. Il problema della qualità offerta non si risolve solo nei termini di un corretto rapporto dimensionale ma è strettamente connesso ad alcuni aspetti che devono entrare in gioco nei processi decisionali sin dalla fase di programmazione degli interventi e che possono costituire elementi di innovazione nel determinare le condizioni di equilibrio tra le funzioni abitative e di servizio nel progetto delle residenze. Le residenze studentesche rappresentano una modalità temporanea dell’abitare in quanto risponde all’esigenza di fruire di uno spazio abitativo per un periodo limitato, in cui gli utenti si avvicendano con ritmi più o meno frequenti. Il ricambio dell’utenza determina cambiamenti in ordine ai criteri con i quali si identificano i fruitori della residenza, ovverosia le condizioni che determinano il loro backgound

culturale, sociale ed economico, ma anche in ordine alle differenti modalità di uso e frequentazione degli spazi. Connessa a questo aspetto è l’evoluzione esigenziale, che nei giovani studenti è un fattore predominante: si tratta infatti di una categoria che per sua natura è caratterizzata da una evoluzione dei modelli comportamentali, sempre più rapida e radicale. Si pensi, ad esempio, all’uso delle nuove tecnologie che hanno modificato il modo di acquisire conoscenze e informazioni e le relazioni sociali e di comunicazione e alle diverse culture e tradizioni – anche religiose - che producono modi differenti di appropriazione dello spazio. Questi aspetti influiscono sulla concezione dei modelli spaziali e funzionali in termini di flessibilità e adattabilità alle esigenze di cambiamento delle dotazioni di ogni singola area funzionale. Nuovi modelli di approccio alla formazione universitaria stanno mettendo in crisi i tradizionali schemi di apprendimento: la mobilità studentesca tra sedi anche internazionali, la molteplicità delle fonti di conoscenza e informazione e la conseguente moltiplicazione dei luoghi di apprendimento, modificano il rapporto dello studente con i tempi e il luoghi dello studio, sempre più diversificati, e le modalità stesse dello studio, sempre più legate al passaggio dagli aspetti teorici a quelli applicativi. In Italia, l’insediamento delle strutture per l’università si è sviluppato prevalentemente in centri storici fortemente strutturati e consolidati con problematiche legate alla frammentaria dislocazione delle strutture e quando è stato possibile concentrare gli insediamenti, molto spesso è avvenuto in situazioni periferiche e scollegate dal centro urbano. L’inserimento della residenza

studentesca nell’ambito di influenza della struttura universitaria è soggetto a una attenta analisi dei servizi da erogare o già esistenti ed effettivamente disponibili in condizioni di comoda e facile fruibilità che possono supportare la nuova concentrazione di posti alloggio. L’obiettivo è di perseguire la reale integrazione con il contesto e la possibilità di ottimizzare l’utilizzo dei servizi e degli spazi già esistenti, affinché diventino luoghi reali di scambio culturale e sociale tra gli studenti stessi e tra questi e la popolazione residente. A ciò si aggiunga anche la opportunità creata dall’applicazione dei concetti della smart city che proietta la residenza sullo sfondo di un sistema che mette in relazione infrastrutture e servizi collettivi materiali della città con il capitale sociale al fine di migliorare la qualità della vita. La necessità di operare economie gestionali in ragione della ristrettezza delle risorse sempre più marcata negli ultimi anni, ha portato i soggetti titolari della gestione a ricorrere a sofisticate tecniche del facility management per ottimizzare l’efficienza e l’efficacia del servizio offerto allo studente. L’erogazione dei servizi prevede differenti modelli, da quello di base che contempla un numero limitato di servizi e strutture di supporto, a quello più complesso con elevati livelli di servizio sia per numero che per intensità. Ma l’erogazione del servizio può essere attuata con differenti modelli di gestione caratterizzati da un diverso rapporto tra gli operatori coinvolti e da diverse logiche di intervento legate alle modalità organizzative funzionali e spaziali5. La

progettazione degli spazi non può prescindere da una preventiva scelta del modello di gestione della struttura e dei servizi per gli studenti.

Note

1 R. Del Nord (a cura di) (2014), Il processo attuativo del piano nazionale di interventi per la realizzazione di residenze

universitarie, Edifir.

2 L'articolo 1 allegato A “Standard minimi qualitativi”, decreti attuativi della Legge 338/2000 definisce che “La realizzazione

di alloggi [ ... ] per studenti universitari deve garantire le necessarie condizioni di permanenza nella città sede di università, tale da agevolare la frequenza degli studi e il conseguimento del titolo di studio, sia per quanto attiene alle funzioni residenziali e alle funzioni di supporto correlate, sia per quanto attiene alle funzioni di supporto alla didattica e alla ricerca e alle funzioni culturali e ricreative. Il servizio abitativo deve inoltre favorire l'integrazione sociale e culturale degli studenti nella vita cittadina”.

3 O. E. Bellini, S. Bellintani, A. Ciaramella, M. L. Del Gatto (2016), Learning and living. Abitare lo Student Housing,

FrancoAngeli.

4 Si veda il servizio di TIME “The evolution of the college dorm” in http://content.time.com/time/

photogallery/0,29307,1838306,00.html (consultato il 15.07.2016).

LA RESIDENZA UNIVERSITARIA NELLA CITTÀ MODERNA