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LE RESIDENZE UNIVERSITARIE E IL RAPPORTO CON LA CITTA’

Stefano Cascone

Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura

Gaetano Sciuto

Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura

Parole chiave

Localizzazione, Integrazione, Tessuto urbano, Riqualificazione, Servizi

Abstract

By comparing the data provided by the Eurostudent Report on the student living conditions in Europe it emerges that Italy ranks near the bottom as regards the number of accommodation places in residences for university students. Indeed, although a much higher demand, in Italy only about 4% of students live in university residences.

The housing condition of non-resident students enrolled at the University of Catania falls within that general reference framework. In the academic year 2014-2015, the Organization for the Right to University Study in Sicily (ERSU) offered housing services making available 698 beds for non-resident students enrolled at the University of Catania in view of the 1.754 students who were eligible, satisfying only the 39% of them. If we consider that more of 50.000 students are enrolled at the University of Catania, estimating that at least 35% of them are non-resident students, we can consider that about 19.000 students are forced to turn to private market of rental accommodation.

The town of Catania must increase the number and the quality of housing supply for university students, conceiving open structures over the city and offering multiple and flexible services, able to respond to the students housing needs. New structures should be inserted effectively in the urban space, in pleasant environmental contexts and at the same time lively and dynamic, connected through soft mobility to the university spaces of teaching and research activities.

The objective of the present research concerns the identification of areas where results favourable to locate the university residences and services, starting from the available areas and/or disused buildings to recover within the urban area near the main locations of the teaching and research activities of the University of Catania. To this aim, a software GIS was used which provided a classification of the areas and/or disused buildings and allowed to identify the most suitable location for new university residences.

One of the selected areas is located in the San Domenico quarter, in a consolidated urban and saturated context by the city planning point of view. Among the disused buildings located in that area it was concluded that those before utilized as cinemas represent the building category best suited to be transformed in university residence. As case study, the recovery and rehabilitation of the cinema Minerva was proposed, focusing attention on collective functions to establish, in order to make the university residence open towards the urban environment.

Introduzione

Fino agli anni ‘70 gli spazi dedicati alla residenza degli studenti universitari sono stati progettati e realizzati come luoghi “separati” rispetto al contesto urbano in cui si inserivano, sebbene il più delle volte localizzati all’interno dei tessuti urbani delle città. Le residenze universitarie, infatti, erano pensate come un luogo specializzato e il loro progetto il più delle volte si limitava a rispettare standard e parametri quantitativi minimi che venivano visti come elementi di salvaguardia della qualità della vita degli studenti. Il carattere di extraterritorialità di questi spazi inoltre, in linea con una lunga tradizione storica, era visto come un elemento di difesa dello studente e delle sue opinioni dall’influenza di correnti di pensiero estranee alla formazione universitaria.

Nel tempo è cambiata la concezione del rapporto tra i luoghi dell’università e il contesto urbano e territoriale in cui sono inseriti. All’isolamento si è sostituita l’idea dell’integrazione tra gli studenti e l’ambiente urbano circostante. L’università con i suoi servizi è diventata un organismo aperto e dialogante con il contesto dal punto di vista funzionale, sociale, culturale e formale, oltre che uno dei principali motori dello sviluppo urbano e della qualità delle città. Al fine di trasformare gli studenti universitari (in sede e fuori sede) in nuovi abitanti della città è innanzitutto necessario fornire loro le opportunità di lavoro e/o formazione una volta completato il percorso di studi, ma anche mettere a loro disposizione un’adeguata offerta abitativa, che rappresenta il presupposto minimo verso una successiva residenza stabile (Di Monte e Pedenzini, 2009).

Posizione del problema e obiettivi della ricerca

I dati forniti dall’ultimo rapporto sulle condizioni di vita degli studenti (Hauschildt et al., 2015), rivelano un quadro molto eterogeneo nelle diverse nazioni europee dal quale emerge che l’Italia si colloca agli ultimi posti nella graduatoria per consistenza di posti alloggio disponibili in residenze universitarie. Infatti, in Italia, nonostante la richiesta sia molto superiore, soltanto circa il 4% degli studenti vive in residenze universitarie a fronte di una media del 23% degli altri Paesi europei (Laudisa, 2013). Risulta evidente, pertanto, che uno dei punti di maggiore criticità dell’attuale politica per il diritto agli studi universitari in Italia è rappresentato dalla carenza di residenze per studenti (Baratta e Carlini, 2012) che costituiscono infrastrutture in grado di unire società, cultura e servizi (Ciaramella e Del Gatto, 2012) e rappresentano un importante fattore di qualificazione e competitività per gli atenei a supporto delle attività didattiche e di ricerca.

Negli ultimi quindici anni, l’offerta di alloggi per studenti universitari ha registrato una significativa crescita, favorita dalla maggiore attenzione al tema della residenza da parte delle istituzioni nazionali che ha portato alla definizione di una legge specifica per le residenze universitarie e di standard dimensionali minimi. Tali norme prevedono l’erogazione di cofinanziamenti statali, fino al 50% del costo previsto dai progetti esecutivi, anche per interventi, promossi da enti pubblici o da soggetti privati, finalizzati al recupero di edifici esistenti da destinare a residenze per studenti universitari. In tal modo, dunque, viene incentivata la possibilità di intervenire sul patrimonio edilizio esistente coinvolgendo anche soggetti privati interessati alle ricadute sociali degli investimenti (Ciaramella e Del Gatto, 2012). In applicazione della legge sono stati emanati, dall’anno 2001 ad oggi, tre bandi per l’assegnazione dei cofinanziamenti nell’ambito dei quali gli interventi sugli edifici esistenti hanno rappresentato circa il 60% del complesso degli interventi proposti, impegnando la quota prevalente delle risorse disponibili (Baratta e Carlini, 2012). In tale quadro generale di riferimento si colloca anche la condizione abitativa degli studenti fuori sede iscritti all’Università di Catania che con i suoi 582 anni di storia è la più antica università a sud di Napoli.

Catania deve incrementare il numero dei posti alloggio e la qualità dell’offerta abitativa dedicata agli studenti universitari, ai dottorandi, agli studenti Erasmus e ai visiting professor, al fine di attrarre

sempre nuovi studenti ed incrementare il tasso di internazionalizzazione dell’ateneo. Fondamentale è però non soltanto il numero ma, soprattutto, la concezione di tali residenze che devono offrire servizi molteplici e flessibili, in grado di rispondere alle reali esigenze abitative degli studenti e nello stesso tempo devono essere efficacemente inserite nello spazio urbano, in contesti ambientali gradevoli e al contempo vivaci e dinamici, connessi ai luoghi di studio e di ricerca tramite percorsi di mobilità dolce. In tale contesto si inserisce la presente ricerca, il cui obiettivo generale riguarda la messa a punto di una sperimentazione progettuale sulla realizzazione delle residenze universitarie all’interno dell’ambiente urbano catanese.

L’obiettivo particolare della ricerca riguarda l’individuazione di aree in cui risulta conveniente localizzare le residenze e i servizi per gli studenti universitari, a partire dalla presenza di aree disponibili e/o edifici dismessi da poter recuperare all’interno del tessuto urbano in prossimità delle principali sedi delle attività didattiche e di ricerca dell’Università di Catania.

L’offerta e la domanda di posti alloggio

I bandi pubblicati dalla sede catanese dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (ERSU) fissano, sulla base delle indicazioni dettate dalle norme nazionali, che per l’Università di Catania sono considerati “in sede” gli studenti che risiedono nel Comune di Catania e in altri 11 Comuni nell’immediato intorno della città di Catania, sono considerati “pendolari” gli studenti che risiedono in 17 Comuni della Provincia di Catania dai quali è possibile raggiungere in un tempo compreso tra 30 e 50 minuti le sedi dei corsi avvalendosi di mezzi pubblici di trasporto, sono considerati “fuori sede” gli studenti che risiedono in tutti gli altri Comuni che distano più di 30 km dalla sede dei corsi e che per raggiungere tali sedi impiegano più di 50 minuti avvalendosi di mezzi pubblici di trasporto. Per l’anno accademico 2014-2015, l’ERSU ha offerto servizi abitativi per gli studenti “fuori sede” iscritti all’Università di Catania in dodici residenze universitarie ubicate in città, gestite direttamente dall’Ente o in convenzione. I posti letto messi a disposizione per l’anno accademico 2014-2015 nelle suddette dieci residenze universitarie sono riportati nella tabella 1. Dunque, nell’anno accademico 2014-2015 i posti disponibili nelle residenze universitarie gestite dall’ente a Catania hanno consentito di soddisfare soltanto 698 domande di alloggio da parte di studenti fuori sede a fronte di 1.771 richieste in graduatoria.

Ciò significa che l’offerta di posti letto da parte dell’ERSU ha consentito di soddisfare soltanto il 39% della domanda effettiva da parte degli studenti selezionati sulla base dei criteri di valutazione della condizione economica e del merito stabiliti in un apposito bando.

Residenza Maschi Femmine Totale

Calatabiano 31 29 60 Caracciolo 35 27 92 Centro 67 89 156 Cittadella 103 62 165 Dante 14 24 38 Suore Cappuccine 0 32 32 Morano 0 40 40 Musco 0 32 32 San Marzano 29 14 43 Verona 18 22 40 Totale 297 401 698

A tale domanda inevasa di alloggi da parte di studenti inseriti nella graduatoria dell’ERSU si aggiunge la domanda ben più elevata di tutti quegli studenti fuori sede che non presentano la domanda all’ERSU per l’assegnazione del posto alloggio nelle residenze universitarie e/o non soddisfano i criteri del bando dell’ERSU per l’attribuzione del posto alloggio e, di conseguenza, si rivolgono al mercato privato degli affitti di stanze per studenti o si rassegnano al pendolarismo. Inoltre gli studenti che vivono nelle residenze universitarie, rispetto ai colleghi che invece risiedono altrove, percepiscono un maggiore senso di sicurezza fisica e protezione e un minor livello di minaccia per la loro sicurezza sociale (Paltridge, et al., 2010). Dalla “Relazione sui risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico e sui finanziamenti ottenuti da soggetti privati e pubblici per l’anno 2013”, redatta dall’Università di Catania ai sensi dell’art. 3-quater della Legge 1/2009, risulta che nell’anno accademico 2012-2013 nell’Università di Catania si sono iscritti complessivamente 53.803 studenti, che rappresentano oltre il 15% della popolazione residente all’interno dell’area metropolitana (tale percentuale è analoga a quella degli atenei presenti nelle grandi metropoli europee come Milano), di cui 50.519 studenti iscritti ai corsi di laurea attivati ai sensi del D.M. 509/99 e del D.M. 270/04 e 3.284 nei corsi di laurea di ordinamenti precedenti. Il 98,7% di tali studenti risiede in Sicilia (49.855), lo 0,7% (368) è residente in altre regioni d’Italia e lo 0,6% (296) è costituito da studenti stranieri, la cui presenza è legata ai programmi di scambio e mobilità nell’ambito dei processi di internazionalizzazione promossi dall’Unione Europea. Dall’analisi delle tabelle riportate nella suddetta relazione si deduce che, dei 49.855 studenti siciliani, il 59,5% risiede in provincia di Catania, il 13,8% risiede in provincia di Siracusa, il 9,1% in provincia di Ragusa, il 6,2% rispettivamente nelle provincie di Enna e Caltanissetta, il restante 5,1% risiede nelle restanti province siciliane.

Tali dati mostrano che l’Università di Catania attrae studenti che provengono dai territori posti a breve-media distanza, con invece una modesta apertura verso gli ambiti extra-regionali che certamente potrebbe aumentare qualora fosse presente un’offerta abitativa dedicata a questa tipologia di studenti. Sulla base di tali dati si può ragionevolmente e cautelativamente considerare che almeno il 35% degli iscritti nell’Università di Catania è costituito da studenti che possono essere considerati “fuori sede”, così come definiti in precedenza. Assumendo che soltanto tali studenti costituiscano la popolazione degli interessati a una residenza in città, si deduce che poco meno di 19.000 studenti hanno certamente bisogno di trovare un alloggio a Catania per potere frequentare i corsi di laurea nei quali si sono iscritti. Dunque, l’offerta istituzionale di 698 posti alloggio attualmente offerti dall’ERSU in strutture dedicate copre meno del 4% della domanda potenziale di posti alloggio. Da tali considerazioni emerge che ancora oggi, nonostante le iniziative gestite dall’ERSU, a Catania il problema dell’alloggio degli studenti universitari fuori sede non ha ricevuto una sufficiente attenzione.

D’altra parte, il compito di garantire un’offerta adeguata di servizi di accoglienza non può essere strettamente affidato all’ERSU ma deve essere svolto innanzitutto dall’Università di Catania, in quanto condizione indispensabile per aumentare la sua attrattività e migliorare le sue capacità di concorrere con gli altri atenei, ma anche dal sistema politico-amministrativo della città, per il ruolo di funzioni motrici dell’economia locale che le residenze universitarie possono svolgere nel tessuto sociale ed economico cittadino. Sia l’ateneo che la città devono porsi l’obiettivo di garantire a tutti gli studenti la possibilità di frequentare i corsi di studio nei quali sono iscritti, senza dover sopportare i costi personali di un pendolarismo esasperato o i costi economici di un mercato abitativo poco trasparente e spesso speculativo. La crescente limitatezza delle risorse pubbliche disponibili non deve far desistere dalle iniziative che possono essere intraprese per la realizzazione di nuove residenze universitarie. In una città come Catania, infatti, l’elevata domanda di posti alloggio per studenti può giustificare, sia in termini di ritorno economico sia in termini di rischio, investimenti privati per la realizzazione di residenze universitarie agevolati da cofinanziamenti pubblici.

Analisi delle residenze universitarie esistenti

Per analizzare i rapporti che le residenze universitarie instaurano con l’ambiente urbano in cui sono inserite sono state prese in considerazione, come casi di studio rappresentativi, la residenza Cittadella e la residenza Centro, che con il numero di posti alloggio disponibili, rispettivamente pari a 156 e 165, rappresentano quasi il 50% dei posti alloggio totali offerti dall’ERSU. Le due residenze prese in esame appartengono a modelli insediativi differenti, dovuti al fatto che la prima è una residenza di nuova costruzione, mentre la seconda è divenuta una residenza per studenti in seguito a un intervento di recupero e rifunzionalizzazione di un edificio avente destinazione d’uso differente.

La residenza Cittadella, realizzata alla fine degli anni ’70, era ubicata in una zona semiperiferica della città che nel tempo è stata inglobata all’interno del tessuto urbano consolidato. Il modello insediativo è quello del campus universitario di matrice anglosassone e americano, in quanto è insediata all’interno di un’area in cui oltre alla residenza per gli studenti trovano posto le sedi di diversi corsi di laurea e dipartimenti dell’università di Catania, oltre che i laboratori per la ricerca ed altre strutture collegate all’istituzione universitaria. Il vantaggio di tale modello consiste nel fatto che gli studenti sono posti direttamente a contatto con le aule in cui si svolgono le lezioni, raggiungibili a piedi o in bicicletta. Di contro tale residenza, oltre alla limitata capacità dei posti alloggio offerti, ben distante dal soddisfare il fabbisogno di posti alloggio del numero di studenti fuori sede iscritti ai corsi di laurea che hanno sede all’interno della Cittadella, tende a isolare gli studenti rispetto al resto della città. Inoltre, a differenza del campus anglo-americano, mancano all’interno della cittadella universitaria catanese i servizi complementari alla residenza e alle funzioni connesse alle attività di tempo libero. Infatti il modello del campus presuppone la presenza di una serie di elementi che manca all’interno della cittadella universitaria catanese quali:

- la compresenza di offerte di tipologie ricettive diverse;

- il mix e l’interazione di utenze residenziali diversificate che convivono e si rapportano tra loro dando vita ad un importante scambio ed arricchimento culturale;

- la dotazione di servizi comuni di supporto.

Tale modello abitativo del campus universitario che ha avuto notevole diffusione a partire dagli anni ’50 manifesta oggi alcune criticità, in quanto non rispondente alle reali esigenze degli studenti (Speechley, 2012). Al piano terra della residenza Cittadella (Figura 1), oltre agli spazi per le attività collettive, al fine di massimizzare il numero dei posti letto disponibili, sono state collocate anche

alcune camere da letto per gli studenti. Quindi, gli spazi per le attività sono stati ridotti al minimo, costringendo gli studenti residenti allo studio individuale nella propria camera oppure a spostarsi nelle aule-studio presenti all’interno della Cittadella.

La residenza Cittadella, quindi, essendo stata costruita con l’obiettivo di soddisfare, almeno in parte la richiesta di posti alloggio all’interno del polo universitario, non rispetta le attuali indicazioni date dal legislatore, che invece mirano sempre più ad una forte integrazione all’interno della residenza tra le attività individuali e le attività collettive, prevedendo al suo interno anche funzioni che si rivolgano a studenti non residenti all’interno di essa.

I poli didattici

È stato individuato, all’interno dello spazio urbano del territorio catanese, una serie di “poli didattici” ciascuno dei quali fa riferimento alla localizzazione delle sedi dei vari corsi di laurea presenti all’interno dei suoi confini. Nella tabella che segue, sempre con riferimento all’anno accademico 2014-2015, sono riportati per ciascun polo didattico il numero delle richieste di posti alloggio, la disponibilità di posti alloggio presso le residenze universitarie che sono all’interno o sono prossime ad esso e corrispondente il deficit di posti alloggio.

Dall’esame di tale tabella si evince che la maggiore richiesta di posti alloggio non soddisfatta dalle residenze universitarie gestite dall’ERSU è localizzata nel “polo didattico” denominato “Cittadella- Policlinico-Barriera” dove si riscontra un deficit di 508 posti alloggio, nel “polo didattico” denominato “San Domenico” dove si riscontra un deficit di 144 posti alloggio e nel “polo didattico” denominato “Benedettini-Verginelle” dove si riscontra un deficit di 252 posti alloggio.

Applicazione del GIS per la scelta della localizzazione delle residenze universitarie

Diversi studi sui problemi connessi alla ricerca di un’abitazione da parte di persone interessate all’acquisto di una casa (“homebuyers”) sono stati svolti mediante analisi spaziali delle aree urbane con l’obiettivo sia di valutare l’importanza della localizzazione dell’abitazione nell’ambito del tessuto urbano sia di collegare la scelta degli interessati alla qualità della vita dell’ambiente urbano. Sono pochi, invece, gli studi che hanno riguardato la localizzazione delle residenze per studenti universitari, i quali hanno necessità in parte analoghe a quelle di chi cerca una casa da acquistare, ma anche bisogni peculiari connessi alla temporaneità dell’abitare tipica degli studenti universitari fuori sede (Chiarantoni, 2008).

Al fine di elaborare delle mappe che possano tenere in considerazione sia gli elementi di struttura che definiscono la trama della città (viabilità, parcheggi, luoghi di interesse culturale e per il tempo libero) sia gli elementi legati all’istituzione universitaria (residenze universitarie, sedi dei dipartimenti e dei corso di laurea, aule), in questo studio è stato impiegato un metodo basato sull’applicazione di un software GIS, già largamente adoperato negli studi sull’ambiente urbano e nelle analisi sulle scelte localizzative di diverse attività, anche in ambito residenziale, finalizzato alla ricerca di un’abitazione da parte di persone interessate all’acquisto di una casa (Albacete et al., 2012).

Le mappe elaborate sono di due tipi: le mappe che descrivono la categoria di ognuna delle variabili presa in considerazione, di conseguenza ad ogni variabile scelta corrisponde una mappa; le mappe finali che mostrano le aree idonee per la localizzazione delle residenze universitarie e sono il risultato della combinazione delle mappe relative alle variabili. Al fine di rendere tale analisi quanto più possibile oggettiva, è stato scelto, come parametro fondamentale della ricerca, la distanza delle aree e degli edifici dismessi, presenti all’interno del tessuto urbano, dalle diverse informazioni contenute