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Realizzazione di una mappa di rischio vibrazioni per gli operatori del settore della raccolta rifiuti urbani e implementazione della banca

del settore

3.2 Realizzazione di una mappa di rischio vibrazioni per gli operatori del settore della raccolta rifiuti urbani e implementazione della banca

dati regionale

A cura di Daniela Sarto – Contarp Liguria

Il decreto legislativo 81/08 (cd Testo Unico della sicurezza) ha ribadito la necessità, per i Datori di Lavoro, di valutare il rischio da vibrazioni al corpo intero e al sistema mano- braccio, già introdotta dal D. Lgs. del 19 agosto 2005 n° 187.

Il Decreto rafforza, inoltre, il ruolo attivo dell’INAIL nel fornire consulenza alle aziende e nella prevenzione, anche in materia di esposizione a vibrazioni.

Il settore della raccolta dei rifiuti urbani utilizza mezzi di trasporto e macchine operatrici del tutto peculiari, in molti casi progettate o modificate appositamente dalle case costruttrici.

L’utilizzo quotidiano dei mezzi può esporre gli addetti a vibrazioni trasmesse al corpo intero dalla postazione di guida che si identifica con la postazione lavorativa dando luogo a disturbi muscoloscheletrici, patologie a carico del rachide lombare, ernia del disco, lombalgie.

Il panorama delle informazioni a disposizione a riguardo era però piuttosto scarso.

Da un lato, le banche dati nazionali ed internazionali non riportavano che qualche dato genico in merito ai mezzi della raccolta rifiuti, di fatto non utilizzabile né a fini assicurativi né ai fini prevenzionali.

Dall’altro, la peculiarità dei mezzi utilizzati e le modalità operative seguite rendono impossibile l’utilizzo di valori della banche dati riferiti ad altri mezzi.

Queste premesse hanno costituito il motore di avvio del progetto che ha visto coinvolti attivamente INAIL e AMIU per la realizzazione di una mappa di rischio che interessa un elevato numero di lavoratori sul territorio ligure e nazionale ed è utilizzabile, a fini prevenzionali, dalle aziende del settore.

Il progetto

Il progetto prevede due fasi. La prima, iniziata nel 2006, è relativa alla misura dei mezzi operanti su strada. La seconda - relativa ai mezzi operanti in discarica - terminerà a fine 2008.

E’ stata realizzata un’ampia campagna di misure che ha permesso di ottenere una notevole mole di dati da circa 60 tipologie di mezzi in servizio in città ed in discarica.Sono stati, infatti, monitorati mezzi per la raccolta rifiuti urbani, per il compattamento, per lo spazzamento meccanizzato delle strade e per la gestione della discarica. Tutte le misure sono state effettuate durante il normale svolgimento delle attività e su percorsi stradali vari, dall’asfalto al pavè tipico del centro storico di Genova.

Conformemente a quanto previsto dal D. Lgs 81/08 e dal riferimento tecnico in esso contenuto (norma ISO 2631-1:1997) le misure sono state realizzate tramite accelerometro triassiale con tecnologia ICP, fissato al sedile degli autisti mediante un adattatore ergonomico e collegato ad un acquisitore Soundbook Spectra, in grado di misurare il livello di accelerazione trasmessa al corpo intero (aw).

Il più alto dei valori quadratici medi delle accelerazioni ponderate in frequenza, determinati sui tre assi ortogonali (awx, awy, awz) che idealmente attraversano il corpo umano viene utilizzato dalle aziende per il calcolo dell’esposizione personale giornaliera di

ciascun operatore, espressa come accelerazione continua equivalente su 8 ore A(8), secondo la formula:

A(8) =

¦

ni 1

>

Ai

8

@

2 

Le misure sono state effettuate con la collaborazione di AMIU (Azienda Multiservizi Igiene Urbana) in servizio nel Comune di Genova, che ha messo ha disposizione i mezzi, il tempo e le risorse umane necessarie, in particolare l’ SPP Aziendale.

Riferimenti normativi

L’attuale riferimento normativo in Italia è il D. Lgs. 81/2008, che ha fissato i valori limite di esposizione indicati in tabella 1.

Fino al maggio 2008 erano in vigore i limiti previsti dal D.lgs. 187/2005 (che costituiva una modifica del D.Lgs. 626/94); il valore limite su 8 ore è diminuito, rendendo quindi la legge più cautelativa nei confronti della popolazione lavorativa. E’stato introdotto il “valore limite per periodi brevi”, precedentemente non previsto, che rende necessaria una più dettagliata analisi del rischio e dei valori di vibrazione misurati sui mezzi.

D.Lsg.187/05 D.lgs. 81/08 Valore di soglia A(8)=0.5 m/s2 A(8)=0.5 m/s2 Valore limite 8 ore A(8)=1.15 m/s2 A(8)=1.0 m/s2 Valore limite brevi periodi A= 1.5 m/s2 Tabella 1

Mappa di rischio vibrazioni

Per quanto riguarda i mezzi in servizio sulle strade i dati di relativi a ciascun mezzo hanno evidenziato che l’asse lungo il quale i livelli di accelerazione sono più elevati è nella maggioranza dei casi l’asse Z, ma in qualche caso è risultato essere l’asse X e l’asse Y;

l’asse Y in particolare (che attraversa le spalle da destra a sinistra) è risultato dominante in automezzi adibiti ad attività particolari: autospurgo, autobetoniera e gancio, e questo si può ipotizzare sia da mettere in relazione alla modalità e tipologia di attività svolta dai mezzi stessi. L’asse X invece (che attraversa il corpo dalla schiena allo sterno) è risultato tipico di autocompattatori grandi a carico laterale, mentre quelli a carico posteriore hanno dato prevalentemente accelerazioni maggiori sull’asse Z.

In tabella 2 sono sintetizzati i valori di accelerazione equivalente misurati per categoria di automezzi, per ognuno dei quali è espresso il valore minimo e il valore massimo misurato.

Percentuale di mezzi e fascia di rischio

Aw eq <0,5 m/s2 67%

Aw eq >0,5 m/s2 29%

Aw eq > 1 m/s2 4%

tipologia automezzi

Aw eq

min – max m/s2

spazzatrici 0.30 – 1.02

compattatori piccoli e medi 0.28 – 0.51 compattatori grandi 0.19 – 0.79

porter 0.30 – 0.53

autocarri 0.36 – 0.51

autospurghi 0.18 - 081

Tabella 2

I risultati hanno evidenziato per più del 30% dei mezzi il superamento del valore di soglia di 0.5 m/s2 e tra queste una piccola percentuale supera il valor limite di 1.0 m/s2 (figura 1).

Ciò rende necessaria da parte delle aziende che effettuano la valutazione del rischio una attenta analisi della distribuzione oraria della guida dei mezzi, al fine di contenere l’esposizione quotidiana entro il valore soglia. Con riferimento al valore limite per brevi periodi va detto che nessuna misura ha fatto rilevare valori superiori a 1.5 m/s2 .

La variabilità registrata tra un mezzo e l’altro della stessa tipologia sottolinea la necessità da parte delle aziende del settore di effettuare la valutazione del rischio partendo da dati puntuali relativi a tipologie di mezzi, marche e modelli, in uso.

Figura 1 – Fasce di livelli di accelerazione e percentuale di mezzi

Banca dati

I risultati della prima fase del progetto (mezzi in uso su strada) sono stati illustrati alla azienda in un incontro tenutosi presso la Direzione Regionale e rivolto alla Direzione AMIU, al Servizio di Prevenzione e Protezione e in particolare ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, che rappresentano il più appropriato tramite tra azienda e lavoratori per la diffusione delle cultura della sicurezza tra gli addetti.

I dati del monitoraggio sono stati, inoltre, utilizzati per l’implementazione della “Banca dati vibrazioni” realizzata dalla CONTARP Liguria consultabile liberamente da tutti i soggetti coinvolti nella prevenzione (datori di lavoro, parti sociali, RLS, RSPP, soggetti pubblici:

ISPESL, Regione, organi di vigilanza, …).

Attualmente la banca dati vibrazioni è disponibile all’indirizzo http://www.software-on-line.it/inail/, un indirizzo utilizzato come test e per il quale è possibile inviare commenti per eventuali modifiche, prima della definitiva pubblicazione sul sito istituzionale della Direzione Liguria INAIL.

Nella banca dati i valori di accelerazione misurati per ogni tipologia di mezzo, completi di tutte le informazioni relative al mezzo misurato ed alle caratteristiche dell’ambiente (es.

sottofondo stradale) sono stati organizzati in una scheda disponibile on line (figura 2)

Figura 2 - Esempio di scheda presente nella banca dati

SETTORI MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVI IN LIGURIA

3.3 PANORAMICA E DATI INFORTUNISTICI SULLA CARPENTERIA LEGGERA ARTIGIANA IN

LIGURIA

A cura di Daniela Sarto – Contarp Liguria

Il presente contributo deriva dall’utilizzo e dall’analisi dei dati contenuti nel CD dei Flussi informativi INAIL-ISPESL-REGIONI 2007

L’artigianato in Liguria comprende complessivamente circa 48.000 aziende, distribuite sul territorio prevalentemente nella provincia di Genova (50%) , e in percentuale minore in tutte le altre province del territorio (La Spezia 13%, Savona 21%, Imperia 16%).

Il settore più rappresentato è quello delle costruzioni, che occupa il 32%; il settore della metalmeccanica nel suo insieme rappresenta circa il 5% dell’attività artigianale.

Le aziende che operano nel settore della “carpenteria leggera” si possono individuare attraverso le seguenti voci di tariffa INAIL (Nuove tariffe dei premi - INAIL dicembre 2000, Gestione Artigianato):

voce 6211: Taglio, piegatura, saldatura di laminati e trafilati (esclusa la saldatura effettuata a sé stante, per la quale v. voce 6291), costruzione di carpenteria metallica e lavori in materiale metallico (travature, ponti, torri, tralicci, pali, tettoie, capriate, scale, chioschi, serre, verande, cancelli, cancellate, parapetti, inferriate, saracinesche, paratoie, infissi, serramenti anche corazzati, insegne, castelli per macchine e apparecchi, ecc.), con posa in opera (escluso il montaggio degli elementi metallici delle opere edili, idrauliche, dei ponti, delle linee e condotte, delle attrezzature per impianti industriali, per il quale v. gruppi 3100, 3200, 3300, 3400 e 3600).

dimensione aziendale (come classi di addetti)

fino a 3 78%

da 11 a 15 2%

oltre 15 1%

da 4 a 10 19%

distribuzione per ASL delle aziende artigiane 6211,6212,6215

186

262

408 89

148

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

Imperia Savona Genova Chiavari La Spezia

ASL

numero aziende

voce 6212: Lavorazioni di cui alla voce 6211, senza posa in opera.

voce 6215: Costruzione di arredamenti e di mobili in materiale metallico, di casseforti, armadi corazzati, serrature e lucchetti di sicurezza, di lampadari, di carrozzine e passeggini per bambini, di sedili per impianti di risalita (compresa la lavorazione delle parti accessorie in diverso materiale).

Costruzione di serramenti in lega leggera (compresa l'eventuale posa in opera).

Si tratta di circa 1100 aziende (dato riferito all’anno 2006), distribuite sul territorio come evidenziato nel grafico 2

Grafico 2

In linea con quanto avviene in generale per l’artigianato, quasi la metà delle aziende afferenti alle 3 voci di tariffa selezionate sono localizzate nella provincia di Genova. Dal grafico 3 appare evidente la dimensione aziendale di questa tipologia di artigiani.

Grafico 3

Addetti del settore

Il settore selezionato impiega circa 2.700 addetti (dato 2005), includendo sia i dipendenti che i lavoratori autonomi.

Negli ultimi anni si nota una leggera crescita della forza lavoro (grafico 4).

Grafico 4

Se confrontata con la forza lavoro dell’artigianato ne rappresenta il 3% in Liguria, ma rappresenta ben il 46% degli addetti della metalmeccanica artigiana (gruppo di tariffa 6200) (grafico 5).

Grafico 5- Rappresentatività del settore,come numero di addetti (dato relativo al 2005).

ADDETTI nelle aziende del settore selezionato

0 500 1000 1500 2000 2500 3000

2001 2002 2003 2004 2005

La carpenteria leggera artigiana rispetto alla m etalmeccanica artigiana

54%

46% metalmeccanica

carpenteria

La carpenteria leggera artigiana rispetto al complesso dell'artigianato

97%

3%

artigianato carpenteria leggera

Analisi infortunistica

Il numero di infortuni occorsi a lavoratori della carpenteria leggera è pressoché costante negli ultimi 6 anni (tab1).

voce di tariffa 2001 2002 2003 2004 2005 2006

6211 158 146 185 133 132 131

6212 25 22 16 16 22 25

6215 60 69 46 29 36 39

Totale infortuni carpenteria

leggera

243 237 247 179 188 195

Tabella 1

Se consideriamo, invece, la frequenza infortunistica, ovvero il numero di infortuni rapportato al numero di addetti, si nota un lieve calo nel biennio 2003-2004 (grafico 6); si noti, però che il dato della sola carpenteria leggera artigiana fa registrare una frequenza infortunistica pari quasi al doppio rispetto al dato nazionale e regionale generale (grafico 7).

Grafico 6

Frequenza relativa di infortuni (per 1000 addetti)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

2001 2002 2003 2004 2005

infortuni

Frequenza infortunistica: confronto col dato nazionale e regionale (anno 2005)

27,2

37,49 36,81

71,27

0 10 20 30 40 50 60 70 80

italia liguria artigianato carpenteria

leggera artigiana

tasso grezzo infortuni riconosciuti

Grafico 7

Gli infortuni in itinere rappresentano una percentuale poco rilevante (circa 6%)

Nel dettaglio gli infortuni hanno determinato nella quasi totalità un danno reversibile, che viene indennizzato dall’INAIL come “rendita temporanea” (96% dei casi); solo il 3% dei casi ha dato luogo a conseguenze permanenti.

conseguenze dell'infortunio

6 2

180

0 50 100 150 200

temporanea

regolare senza indennizzo permanente

Il numero di giornate di assenza dal lavoro per infortunio nella maggioranza dei casi va da 8 a 30 giorni; in aggiunta risulta però un infortunio mortale nel 2000.

giornate di assenza dal lavoro

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

1-7gg da 8 a 30 gg 31-40 >40

giornate diagnosi

L’infortunio mortale è occorso ad un operaio carpentiere che ha riportato una lesione al cuore a seguito di un investimento da scariche elettriche.

Gli infortuni gravi (> 40 giorni) sono occorsi per la maggior parte a operai carpentieri, colpiti, schiacciati o urtati da macchine utensili oppure materiali solidi; una buona percentuale è stata anche determinata dalle cadute in piano su superfici di lavoro. La sede del corpo maggiormente interessata da infortuni gravi è stata la mano destra.

2001 2002 2003 2004 2005

>40gg 44 36 39 28 30

% del totale 18 15 16 16 16

> 40 gg e grado >15 1 2 1 2 0

2624,5 2669,1 2643,6 2675

frequenza relativa 0,38 0,75 0,38 0,75

Sono avvenuti anche infortuni particolarmente gravi, tali da determinare un grado di invalidità superiore al 15%.

Di seguito è illustrato un dettaglio della forma di accadimento degli infortuni nel settore selezionato, della natura della lesione, del luogo in cui è avvenuto l’infortunio e dell’attività in corso al momento dell’accadimento (anno 2005).

Forma di accadimento dell'infortunio 32

17

14 14

7

0 5 10 15 20 25 30 35

punto da ha urtato contro si è colpito con caduto in piano su schiacciato da

Natura della lesione 75

45

28

23

0 10 20 30 40 50 60 70 80

ferita contusione lussazione distrorsione frattura

Attività che ha determinato l'infortunio Luogo dove si è verificato l'infortunio

183

officina laboratorio magazzino area per operazioni di

manutenzione o riparazione

cantiere, fabbricato in costruzione

Le aziende nelle quali si sono verificati gli infortuni sono il 15% circa del totale (dato costante negli anni); tale valore è di molto superiore al dato medio regionale che è del 6%,

Aziende con infortuni

3%

12%

85%

aziende con più di un infortunio/anno aziende con almeno un infortunio/anno aziende senza infortuni

Aziende con più di un infortunio/anno:

aziende che compaiono più di una volta nel triennio

13%

31%

56%

infortuni in tutti gli anni infortuni in 2 anni infortuni in 1 anno

gli infortuni quindi sono più distribuiti sulle aziende, probabilmente a causa del carattere artigianale e delle ridotte dimensioni delle stesse.

Nel 3% di esse, inoltre, si è verificato più di un infortunio all’anno, un caso ben 5 infortuni in un anno, a fronte di 10 -12 addetti.

Dall’analisi dell’andamento infortunistico annuale si individuano chiaramente alcune aziende che hanno avuto più di un infortunio/anno per tutti gli anni del triennio esaminato.

4 aziende hanno avuto in tutti e 3 gli anni considerati più di un infortunio.

Un primo confronto dei dati ottenuti tramite le elaborazioni realizzate e le procedure istituzionali ha infine permesso di verificare qualche discrepanza tra l’andamento infortunistico delle aziende e l’oscillazione del tasso per prevenzione, erogato a favore delle stesse.

In conclusione, l’approfondimento ha permesso di evidenziare una criticità e relativa all’elevata frequenza infortunistica delle aziende afferenti alla carpenteria leggera artigiana, fornendo elementi utili per sviluppare una prevenzione efficace.

A questo scopo è stato sviluppato dalla Direzione Regionale Inail Liguria il progetto

“Realizzazione di Linee Guida per un SGSL per le Imprese Artigiane” , per il quale è stato scelto appunto il settore della carpenteria artigiana come settore campione per lo sviluppo e la sperimentazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza auspicabilmente in grado di controllare e prevenire i fattori di rischio che determinano una frequenza infortunistica così elevata.