poco remunerative, praticate per lo più in sistemi produttivi estensivi; pertanto, la diversa caratteriz- zazione delle colture in asciutto rispetto a quelle irrigate limita fortemente la possibilità di svolgere confronti pienamente esaustivi sull’importanza assunta dalla risorsa idrica nel raggiungimento dei risultati produttivi ed economici per i diversi processi produttivi (Figura III.1).
Molto più significativo, per le finalità dello studio, è il confronto svolto per le colture condot- te in regime “misto” (colture praticabili, cioè, sia in asciutto che in irriguo), che nel presente studio sono rappresentate da: pomodoro da industria, albicocco, pesco, vite per uva da tavola e olivo da olio. Come anticipato, la rilevanza economica di questi confronti risiede, in primo luogo, nel fatto che le produzioni ottenute sono gli elementi essenziali per definire l’attivo di bilancio di tali conti colturali e valutare, quindi, le variazioni, il segno e l’ordine di grandezza delle stesse che l’adozione della tec- nica comporta a livello di singole attività colturali. In secondo luogo le voci di spesa considerate, e determinate dall’adozione della tecnica colturale irrigua, possono mettere in evidenza eventuali modificazioni nella loro struttura e nell’incidenza che ciascuna di esse ha sul valore delle produzio- ni. I risultati del confronto sono contenuti nella figura III.2 e nelle tabelle presenti all’interno delle analisi specifiche per singolo processo produttivo, mentre per avere un quadro della localizzazione territoriale delle superfici per i diversi processi analizzati si può osservare la figura III.3.
Un quadro riepilogativo della redditività delle colture in regime misto è offerto dalla figura III.2. In essa, sono riportati i livelli di produzione lorda, delle spese specifiche sostenute e del mar- gine di contribuzione della coltura, ottenuto quale differenza tra le due precedenti voci, per entram- be le tecniche di produzione (asciutto ed irriguo) e per tutte le colture considerate nel gruppo a regi- me “misto”.
In linea generale, appare evidente come per tutte le colture il processo produttivo irriguo otten- ga risultati produttivi ed economici decisamente migliori che la corrispondente tecnica in asciutto, e tale comportamento è comune a tutto il raggruppamento. La produttività delle colture esaminate si avvantaggia notevolmente del ricorso alla pratica irrigua, che agisce positivamente, naturalmente, sul livello delle rese unitarie, e per l’uva da tavola anche sulla qualità del prodotto ottenuto che registra prezzi più elevati; per le restanti colture si assiste ad un incremento di valore delle produzioni pro- venienti da tecniche irrigue più contenuto.
L’intensificazione produttiva resa possibile dall’adozione dell’irrigazione conduce, natural- mente, ad un conseguente innalzamento dei costi di produzione, il cui livello si incrementa di un minimo che si aggira intorno al 50% (pomodoro), fino ad aumentare di circa il 130% per l’albicocco e oltre il 140% per l’olivo da olio. La notevole superiorità produttiva riscontata per la tecnica irrigua compensa ampiamente i più elevati costi di produzione, consentendo di raggiungere un risultato in termini reddituali (ML) sensibilmente superiore nella tecnica irrigua: per la maggior parte delle col- ture il ML risulta essere almeno il doppio rispetto a quanto ottenibile in asciutto.
In estrema sintesi, si può affermare che la capacità delle colture esaminate di reagire alla irriga- zione consente di ottenere un evidente incremento della produttività della coltura, tale da compensare ampiamente i maggiori costi di produzione derivanti dall’intensificazione della tecnica produttiva: il risultato è dunque di una evidente migliore redditività della tecnica irrigua. Di seguito si analizzano più specificatamente i risultati produttivi ed economici ottenuti in ciascuna delle colture analizzate.
3.1 Pomodoro da industria
La coltivazione del pomodoro è praticata complessivamente in 378 aziende del campione RICA esaminato, per una superficie totale di 728 ettari, buona parte dei quali (87%) è condotta con tecnica irrigua. L’irrigazione per il pomodoro da industria riveste dunque una particolare importanza e rappresenta una delle pratiche colturali che influiscono maggiormente sulla resa, specialmente negli ambienti caldo aridi, con precipitazioni nel periodo primaverile-estivo basse o assenti, come gran parte di quelli meridionali. Tuttavia, anche se in misura marginale, come emerge dalla distribuzione delle aziende esaminate tra le due tecniche, la coltivazione del pomodoro da industria viene effettua- ta anche senza ricorrere alla pratica dell’irrigazione, naturalmente con risultati produttivi ed econo-
mici fortemente penalizzati.
Riguardo alla localizzazione territoriale delle superfici esaminate vi è una prevalenza in Sardegna (32%) e in quote simili in Molise e Puglia (entrambe 18%).
Un elemento distintivo per questa coltura è l’adozione della tecnica irrigua in aziende di mag- giore dimensione fisica, in possesso di migliori dotazioni strutturali: la loro superficie media è, infat- ti, circa il doppio di quella delle aziende che coltivano il pomodoro in asciutto. I dati produttivi indi- cano una più elevata intensificazione produttiva della coltura in regime irriguo, con una capacità pro- duttiva che raggiunge rese di circa 530 q.li/ha, quasi 2,5 volte quello che viene prodotto senza ricor- rere all’irrigazione.
Una significativa diversificazione si registra a livello di prezzi dei prodotti, inferiore per il pro- dotto proveniente da tecnica irrigua (-28%): l’acqua di irrigazione, se da un lato è determinante per l’ottenimento di elevate rese fisiche, per altro verso potrebbe avere, per prodotti a destinazione indu- striale, effetti indesiderabili sulla qualità delle produzioni che, conseguentemente, realizzano quota- zioni inferiori (poco più di 25.000 £/q.le, contro le quasi 35.000 del prodotto ottenuto in asciutto).
I risultati produttivi del pomodoro da industria irriguo e di quello non irriguo
Variabili Coltura irrigua % Coltura % Differenza
non irrigua %
Numero aziende 313 83 65 17 Superficie colturale totale 632,2 87 95,9 13
Superficie aziendale media 2,0 1,5 37 Resa (q.li/ha) 528,3 155,1 241 Prezzo (p. p.) 25.187 34.842 -28
Produzione Lorda Vendibile (000 £/ha) 12.234 100 5.404 100 126
Di cui: reimpieghi (000 £/ha) 0 0 0 0 Premi (000 £/ha) 9 0 0 0
Fertilizzanti (000 £/ha) 713 6 167 3 327 Antiparassitari (000.£/ha) 479 4 405 7 18 Canone di irrigazione (000 £/ha) 379 3 0 0
Altre spese (000 £/ha) 1.602 13 1.519 28 5
Spese specifiche totali (000 £/ha) 3.173 26 2.091 39 52
Margine lordo (000 £/ha) 9.061 74 3.313 61 174
Fonte: Elaborazione INEA su Banca Dati RICA
Differenze si rilevano anche in relazione alle spese specifiche sostenute nei due percorsi pro- duttivi. I maggiori livelli (3,173 milioni £/ha) si sostengono nella coltura irrigua, superiori di oltre il 50% alle spese della tecnica in asciutto. Il maggior volume della produzione, tuttavia, fa in modo che esse pesino relativamente meno nella tecnica irrigua che in quella in asciutto (rispettivamente 26 e 39%). In relazione alle singole voci di costo si riscontrano significative differenze in corrispondenza oltre che ovviamente del canone di irrigazione (379 mila £/ha) in particolare delle spese per fertiliz- zanti (713, contro 167 mila £/ha), sempre superiori nella tecnica irrigua, quale conseguenza dell’a- dozione di un processo produttivo più intensivo.
Questi maggiori livelli di costi di produzione non sono tuttavia sufficienti a spostare la conve- nienza relativa verso la tecnica non irrigua. La coltivazione del pomodoro da industria che usufrui- sce dell’irrigazione conserva un’ampia superiorità economica in termini di margine lordo, superando i 9 milioni £/ha, contro i 3,313 ottenibili nella tecnica in asciutto. Il divario registrato secondo le ana- lisi effettuate è dunque sufficientemente ampio da poter affermare l’assoluta superiorità economica della tecnica irrigua per il pomodoro da industria. In questo caso la pratica dell’irrigazione diventa fondamentale per garantire il conseguimento di adeguati risultati produttivi ed economici.
3.2 Albicocco
Il confronto dei conti colturali per l’albicocco mostra anche per questa coltura in maniera ine- quivocabile l’importanza assunta dall’irrigazione per il conseguimento di adeguati risultati. I dati analizzati si riferiscono ai 491 ettari di albicocco coltivati nelle 307 aziende contabilizzate nel cam- pione RICA per le regioni meridionali, nell’ambito delle quali la Basilicata riveste un ruolo priorita- rio (60% delle superfici ad albicocco non irriguo e l’80% di quelle irrigate). La diffusione della pra- tica irrigua nella tecnica di coltivazione della coltura in esame è fortemente radicata (quasi il 60% delle aziende e delle superfici) e trova giustificazione oltre che da un punto di vista economico (mag- giore produttività e redditività della coltura) anche in considerazione delle esigenze agronomiche della coltura per l’ottenimento di soddisfacenti livelli qualitativi delle produzioni.
I risultati produttivi dell’albicocco irriguo e di quello non irriguo
Variabili Coltura % Coltura % Differenza
irrigua non irrigua %
Numero aziende 176 57 131 43 Superficie colturale totale 259,5 53 231,5 47
Superficie aziendale media 1,5 1,8 -17 Resa (q.li/ha) 164,6 63,2 160 Prezzo (p. p.) 79.936 82.332 -3
Produzione Lorda Vendibile (000 £/ha) 13.260 100 5.255 100 152
Di cui: reimpieghi (000 £/ha) 0 0 0 0
Premi (000 £/ha) 103 1 54 1 92
Fertilizzanti (000 £/ha) 384 3 275 5 40 Antiparassitari (000.£/ha) 284 2 168 3 69 Canone di irrigazione (000 £/ha) 351 3 0 0
Altre spese (000 £/ha) 140 1 57 1 146
Spese specifiche totali (000 £/ha) 1.159 9 500 10 132
Margine lordo (000 £/ha) 12.101 91 4.755 90 154
Fonte: Elaborazione INEA su Banca Dati RICA
Se da un canto la presenza dell’irrigazione non sembra un elemento caratterizzante l’ampiez- za delle superfici aziendali destinate alla coltivazione dell’albicocco (superficie media aziendale destinata alla coltura inferiore nelle aziende che praticano irrigazione), per altro verso essa appare determinante nell’ottenimento di elevati livelli produttivi. La sua pratica comporta un significativo incremento produttivo, che consente di raggiungere rese superiori ai 160 q.li/ha, del 160% superiori a quanto ottenibile nella tecnica in asciutto, dove le rese vanno di poco oltre i 60 q.li/ha. Le quota- zioni del prodotto, sostanzialmente simili per i prodotti provenienti dalle due diverse tecniche di pro- duzione, con una leggera superiorità per il prodotto ottenuto senza il ricorso all’irrigazione, fanno sì che il valore della produzione ottenibile da un ettaro di coltura irrigua, pari a 13,260 milioni £, sia del 154% superiore a quanto prodotto nella coltura in asciutto, per la quale il valore della PL si ferma a 5,255 milioni £/ha.
Estremamente ridotta è l’incidenza delle spese specifiche sul volume della produzione, sia nella tecnica irrigua, dove rappresentano solo il 9% del valore della produzione, che nella tecnica non irrigua, quando costituiscono il 10% della PL. In termini assoluti la differenza tra le due tecniche è considerevole essendo le spese specifiche totali per la tecnica irrigua più che doppie rispetto a quan- to registrato nella tecnica in asciutto, quale effetto congiunto della presenza del costo dell’irrigazio- ne (351 mila £/ha) e di una maggiore intensificazione produttiva praticata nella tecnica irrigua, che comporta più alte spese per la fertilizzazione e la difesa della coltura.
La redditività della coltura, grazie al più elevato livello produttivo possibile mediante il ricor- so all’irrigazione, rimane, perciò, ampiamente a favore della tecnica irrigua con oltre 12,1 milioni
£/ha, contro i 4,755 ottenuti senza ricorrere all’irrigazione, valori che per entrambe le tecniche costi- tuiscono all’incirca il 90% del valore della produzione.
3.3 Pesco
Oltre i i tre quarti delle 601 aziende RICA meridionali, localizzate in prevalenza in Basilicata e Campania, in cui è presente la coltivazione del pesco pratica l’irrigazione, interessando una per- centuale simile dei 1.409 ettari investiti alla coltura. L’irrigazione, pertanto, svolge un ruolo fonda- mentale sia in considerazione della sua diffusione all’interno della realtà considerata, sia nel deter- minare le rese della coltura, che con la tecnica irrigua risultano del 140% superiori rispetto a quanto ottenibile nella tecnica in asciutto (oltre 150 q.li/ha, contro 63 q.li/ha).
I risultati produttivi del pesco irriguo e di quello non irriguo
Variabili Coltura % Coltura % Differenza
irrigua non irrigua %
Numero aziende 462 77 139 23 Superficie colturale totale 1075,5 76 333,3 24
Superficie aziendale media 2,3 2,4 -3 Resa (q.li/ha) 152,6 63,5 140 Prezzo (p. p.) 85.529 101.115 -15
Produzione Lorda Vendibile (000 £/ha) 13.117 100 6.435 100 104
Di cui: reimpieghi (000 £/ha) 0 0 0 0
Premi (000 £/ha) 69 1 13 0 432
Fertilizzanti (000 £/ha) 426 3 377 6 13 Antiparassitari (000.£/ha) 386 3 344 5 12 Canone di irrigazione (000 £/ha) 380 3 0 0
Altre spese (000 £/ha) 379 3 212 3 78
Spese specifiche totali (000 £/ha) 1.570 12 934 15 68
Margine lordo (000 £/ha) 11.546 88 5.500 85 110
Fonte: Elaborazione INEA su Banca Dati RICA
Anche in questo caso non emergono differenze di rilievo nell’ampiezza delle superfici per le aziende che praticano l’irrigazione. Da sottolineare, viceversa, il divario di prezzo esistente tra i pro- dotti ottenuti. L’irrigazione sembra influenzare negativamente le quotazioni di mercato: il prezzo del prodotto proveniente dalla tecnica irrigua è del 15% inferiore al prezzo del prodotto in asciutto. Tale differenza si giustifica con una maggiore attenzione riposta nella valorizzazione delle produzioni quando i livelli produttivi sono quantitativamente contenuti.
Il prodotto della quantità ottenuta per il relativo prezzo porta ad un parziale recupero di pro- duttività della tecnica svolta in asciutto, il cui livello, tuttavia, rimane decisamente inferiore a quan- to registrato per la tecnica irrigua. Quest’ultima, infatti, con un valore della produzione pari a 13,117 milioni £/ha, mostra una produttività doppia rispetto al processo in asciutto, che giunge a 6,435 milio- ni £/ha; ciò rende ancora più evidente l’importanza assunta dall’irrigazione nell’influenzare, attra- verso l’ottenimento di più elevate rese, i risultati economici in particolare del pesco, e in generale di tutte le colture finora analizzate.
In generale piuttosto contenuta è l’incidenza delle spese specifiche sul valore della produzio- ne, che rimane compresa tra il 12% della coltura irrigua ed il 15% di quella in regime asciutto, con il risultato di accentuare ulteriormente il divario tra i due processi anche in termini reddituali. In valore assoluto l’ammontare maggiore delle spese colturali si ha in coincidenza della tecnica irrigua, con una spesa di 1,57 milioni £/ha, mentre in assenza di irrigazione si spende mediamente 934 mila £/ha. Il più alto livello dei costi è da ascrivere essenzialmente alle spese necessarie per poter irriga-
re, che risultano pari a circa 380 mila £/ha, in quanto le spese per l’impiego di mezzi tecnici risulta- no sostanzialmente equivalenti nei due processi.
Come anticipato, il divario tra le due tecniche si accentua, seppure di poco, considerando il margine lordo della coltura che, quindi, risulta essere ampiamente superiore nella tecnica irrigua rispetto a quella in asciutto (+110%). Più precisamente mentre da un ettaro di coltura irrigata è pos- sibile ottenere un margine lordo della coltura pari a 11,546 milioni, nella tecnica in asciutto, a segui- to del basso livello produttivo e nonostante le maggiori quotazioni del prodotto, si raggiungono solo i 5,5 milioni £/ha. La redditività della coltura in regime irriguo è maggiore anche in termini relativi, dato che il ML rappresenta l’88% del valore della produzione, contro l’85% ricavabile dalla coltura in asciutto.
3.4 Uva da tavola
Nel presente studio sono state esaminate 131 aziende appartenenti al campione RICA, localiz- zate principalmente nelle regioni Sicilia, Basilicata e Puglia, nelle quali viene coltivata uva da tavo- la per uno sviluppo complessivo di 434 ettari. Anche per la presente coltura i dati a disposizione indi- cano una notevole diffusione dell’irrigazione (circa i 2/3 delle aziende e delle superficie sono inte- ressate da questa pratica). Essa, lì dove è presente, sembra stimolare anche un ampliamento delle superfici investite, dato che nella coltura irrigua le superfici aziendali mediamente destinate ad uva da tavola sono di quasi 1/3 superiori a quanto registrato nella coltura in asciutto.
I risultati produttivi dell’uva da tavola irrigua e di quella non irrigua
Variabili Coltura % Coltura % Differenza
irrigua non irrigua %
Numero aziende 82 63 49 37 Superficie colturale totale 306,3 69 138,2 31
Superficie aziendale media 3,7 2,8 32 Resa (q.li/ha) 230,6 140,1 65 Prezzo (p. p.) 86.252 79.089 9
Produzione Lorda Vendibile (000 £/ha) 19.890 100 11.053 100 80
Di cui: reimpieghi (000 £/ha) 0 0 0 0
Premi (000 £/ha) 2 0 17 0 -86
Fertilizzanti (000 £/ha) 464 2 441 4 5 Antiparassitari (000.£/ha) 582 3 434 4 34 Canone di irrigazione (000 £/ha) 479 2 0 0
Altre spese (000 £/ha) 832 4 499 5 67
Spese specifiche totali (000 £/ha) 2.357 12 1.374 12 72
Margine lordo (000 £/ha) 17.533 88 9.680 88 81
Fonte: Elaborazione INEA su Banca Dati RICA
Molto più ampio è il divario in termini di rese tra i due processi, con la tecnica irrigua che mostra una resa di quasi 2/3 superiore al livello produttivo conseguibile in assenza di irrigazione. Significativa è anche la differenza di prezzo del prodotto: l’irrigazione sembra essenziale dunque non solo per garantire più elevati livelli produttivi, ma anche per salvaguardare e sostenere la qualità del prodotto che riesce in tal modo a spuntare un prezzo di quasi il 10% superiore a quanto registrato per il prodotto in asciutto.
Il miglior prezzo del prodotto irrigato, unitamente ai più elevati livelli produttivi conducono ad una decisa superiorità economica della tecnica irrigua, capace di produrre un valore di 19,890 milioni £/ha, di circa l’80% superiore al valore della produzione proveniente dalla tecnica in asciut- to (11,053 milioni £/ha).
Le spese specifiche sono notevolmente più alte nella tecnica irrigua, e questo è attribuibile in parte alle più alte spese per mezzi tecnici sostenute per poter aumentare l’intensificazione produtti- va, ma è soprattutto riconducibile alla pratica dell’irrigazione che comporta una spesa media di quasi 480 mila £/ha. Complessivamente, quindi, la coltivazione di un ettaro di uva da tavola in presenza dell’irrigazione necessita di una spesa di 2,357 milioni £/ha, contro gli 1,374 milioni £/ha richiesti per coltivare lo stesso ettaro in regime asciutto.
L’incidenza relativa delle spese specifiche sul valore della produzione è, tuttavia, praticamen- te identica, essendo pari al 12% per entrambi i regimi e dunque non vi è alcun recupero di competi- tività da parte dell’itinerario tecnico in asciutto. La convenienza economica rimane quindi appan- naggio del processo irriguo, che con un valore del ML di 17,533 milioni £/ha, risulta essere ancora dell’80% superiore al ML proveniente dalla tecnica in asciutto (9,680 milioni £/ha).
3.5 Olivo da olio
Nell’ambito del campione RICA sono state selezionate 3.124 aziende interessate alla coltiva- zione dell’olivo da olio, localizzate per oltre la metà in Calabria, ed in buona parte anche in Puglia, per una superficie colturale complessiva di oltre 10.000 ettari; tuttavia, solo per poco meno del 20% della superficie l’irrigazione entra abitualmente nella tecnica colturale. L’olivo, pur rimanendo una specie arido resistente si avvantaggia comunque dell’irrigazione in quanto un buon livello di umidi- tà nel terreno, oltre a garantire le esigenze evapotraspirative della pianta, consente un miglior assor- bimento e traslocazione delle sostanze nutritive.
I risultati produttivi dell’olivo da olio irriguo e di quello non irriguo
Variabili Coltura % Coltura % Differenza
irrigua non irrigua %
Numero aziende 576 18 2.548 82 Superficie colturale totale 1.896,7 19 8.133,1 81
Superficie aziendale media 3,3 3,2 3,2 Resa (q.li/ha) 60,1 30,8 95,0 Prezzo (p. p.) 62.624 74.230 -15,6
Produzione Lorda Vendibile (000 £/ha) 6.630 100 4.786 100 38,5
Di cui Premi (000 £/ha) 2.869 43 1.471 31 95,0
Fertilizzanti (000 £/ha) 237 4 55 1 331,4 Antiparassitari (000.£/ha) 116 2 47 1 146,8 Canone di irrigazione (000 £/ha) 215 3 0 0
Altre spese (000 £/ha) 706 11 423 9 66,8
Spese specifiche totali (000 £/ha) 1.273 19 525 11 142,5
Margine lordo (000 £/ha) 5.357 81 4.261 89 25,7
Fonte: Elaborazione INEA su Banca Dati RICA
La differenza esistente nel quantitativo di prodotto ottenibile tra le due tecniche mette riassu- me in maniera evidente gli effetti prodotti dalla pratica irrigua: in presenza dell’irrigazione si rag- giungono i 60 q.li /ha di olive, vale a dire all’incirca il doppio del quantitativo raggiungibile in assen- za dell’irrigazione, quando si producono mediamente 30 q.li/ha. Ciò si traduce, conseguentemente, in un valore della PLV4di quasi il 40% superiore alla tecnica in asciutto, con valori che superano i 6,6 milioni di £/ha.
4 Il valore della PLV è stato determinato considerando solo il valore del prodotto principale (olive da olio) e non anche quello del prodotto trasformato (olio), prescindendo, dunque, dalla destinazione del prodotto principale. In tal modo è possibile mettere a confronto processi produttivi con diverse destinazioni delle produzioni, eliminando qualsiasi elemento di distorsione nell’ottenimento del risultato economico.
Un parziale recupero di competitività della tecnica in asciutto si realizza attraverso una quota- zione del prodotto principale superiore (74.230 £/q.le, contro le 62.600); tale differenza trova spie- gazione nella maggiore resa in olio, generalmente ed entro certi limiti, ottenibile da olive non irriga- te, alle quali viene pertanto riconosciuto un valore più alto.
Il sostegno comunitario assume un ruolo rilevante in entrambe le tecniche, pur assumendo in corrispondenza della pratica irrigua una incidenza percentuale superiore (43%, rispetto a poco più del 30% in asciutto); ciò perché il premio è direttamente proporzionale alla quantità di olio prodotta, la quale è a sua volta proporzionale al quantitativo di olive prodotte.
L’ammontare delle spese specifiche è significativamente maggiore nella tecnica con irrigazio- ne: in valore assoluto l’ammontare maggiore delle spese colturali si ha in coincidenza della tecnica irrigua, con una spesa di 1,27 milioni £/ha, mentre in assenza di irrigazione si spende mediamente 525 mila £/ha. In generale, tuttavia, la loro incidenza sul valore della produzione rimane piuttosto contenuta, essendo compresa tra l’11% della coltura in asciutto ed il 19% di quella in regime irriguo. Il risultato è un ulteriore recupero di efficienza della tecnica in asciutto, che vede in questo modo ridurre anche in termini reddituali il divario esistente nei confronti dell’altra tecnica. La spesa per l’ir- rigazione appare anch’essa moderata (215 mila £/ha) considerando che le soglie di intervento gene- ralmente praticate per l’olivo fanno ritenere l’irrigazione un intervento di soccorso atto a coprire prin- cipalmente l’esigenza evapotraspirativa dell’oliveto.
Il margine lordo della coltura risulta ancora superiore nella tecnica irrigua rispetto a quella in asciutto (circa +25%): più precisamente mentre da un ettaro di coltura irrigata è possibile ottenere un margine lordo pari a 5,4 milioni, nella tecnica in asciutto, a seguito del basso livello produttivo e non- ostante le maggiori quotazioni del prodotto, si raggiungono solo i 4,3 milioni £/ha. Il divario evi- denziato in termini di valore della produzione (+40%), tuttavia, si riduce sensibilmente anche grazie alla minore incidenza delle spese specifiche, con il risultato che in termini relativi è maggiore la red- ditività della coltura in asciutto, capace di ottenere un ML pari all’89% del valore della produzione,