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La ricchezza d'Italia

Vili. — Alcuni dati su altri Stati

IX. La ricchezza d'Italia

1.

Proprietà fondiaria.

a) Proprietà terriera.

11 conto della ricchezza d'Italia fu abbozzato da Panta-l o n i e da Bodio, ma conviene correggerPanta-lo e compPanta-letarPanta-lo con maggiori particolari perchè si approssimi maggior-mente alla realtà.

Il territorio italiano ha un'estensione di Ivq. 296.305,41, equivalenti ad ettari 29.630.541 (29.600.000 secondo Jacini

xie\\'Inchiesta agraria), dei quali 5.600.000 circa sono

let-t e r a l m e n let-t e incollet-ti, m e n let-t r e ben due milioni di essi, secondo Bodio, sarebbero suscettibili di coltura (1). I beni dema-niali, provinciali, e diritti comunistici si riducevano n e l 1896 a 500.000 ettari di demani napoletani e siciliani, a 200.000 ettari negli ex-Stati Pontifici ed a 165.600 e t t a r i di adempiivi, beni rustici patrimoniali dello Stato pel va-lore di 97 milioni, dei Comuni pel vava-lore di 160.000.000 (2).

Orbene, il territorio italiano nel 1825 sarebbe stato diviso t r a 1.341.000 proprietari, 1 su ogni 15 abitanti, in media 22 ettari per ciascuno, secondo afferma Boccardo; nel 1868,

se-(1) BODIO. Di alcuni indici misuratori del movimento economico in

Italia. Roma, Tipografia Nazionale, 1891, pag. 47.

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condo Maestri, tra 3,242 000, 1 su ogni 8.38 abitanti, colla media di ettari 9,13 per ciascuno; tra 3.428.000 nel 1881 se-condo Pantaleoni, dei quali 2 milioni possedevano meno di 250 lire di rendita, 1 milione meno di 500 lire, e solo 428.000 possedevano più di 500 lire (1). Nel 1893 il terri-torio italiano si ripartiva, secondo l'avv. Giretti (2), tra 4.931.000 proprietari, dei quali ben 4.339.000 pagavano una imposta governativa sui fondi rustici inferiore a lire 20, 343.000 un'imposta tra le 20 e 40 lire e solo 250.000 un'im-posta governativa superiore alle lire 40.

Nel 1888 gli articoli di ruolo dell'imposta sui terreni erano 5.571.662, nel 1894 erano 5.814.024, nel 1899 erano 5.258.181. Infine nel 1900, secondo l'allora ministro Ru-bini (3) il numero dei proprietari rurali era di circa 5 milioni, il che indica che in Italia, come in Belgio, il numero dei proprietari, specialmente piccoli, è in continuo aumento.

Gli Annali Universali eli Statistica del febbraio 1866 rilevavano come nel 1861 l'Italia contava 1.264.753 pic-coli proprietari che coltivavano i propri fondi in econo-mia ed 1.248.286 mezzadri, mentre nell'insieme pochi erano i latifondi, posti specialmente in Sicilia, nel Napoletano, nel Basso Veneto, nella Bassa Lombardia e nel Patrimonio di S. Pietro, dove 204.000 ettari dell'Agro Romano erano posseduti da 204 persone (4), più della metà dei quali, cioè un'area di oltre 100.000 ettari, in mano di 8 grandi pro-prietari (5).

La popolazione, secondo il censimento del 1871, era di 26.801.154 abitanti, secondo quello del 1881 di 28.459.628, (dei quali 14.896.000 agricoltori, 7.812.500 al di sopra dei 15 anni), di 30.138.408 nel 1892 secondo Bodio (6) e nel

(1) FOURNIER DE FLAIX. Critique et Statistique comparée. (2) Il Secolo di Milano, 11-12 dicembre 1900.

(3) Esposizione finanziaria del Ministero del Tesoro. Roma, 1900, pag. 38.

(4) ELLERO. La Riforma civile. (5) SOMBART. La Campagna romana. (6) BODIO. Op. cit. p a g . 6.

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1898 di 31.667.946 secondo VAnnuario Statistico (1) dei quali (togliendo i dati dal censimento del 1881, l'ultimo di cui sinora si conoscono ì risultati) :

gli agricoltori che coltivavano la terra in proprio

erano 1.325.879 1 mezzadri 1.045.359 I fittabili ed enfiteli ti . . • 411.643 I giornalieri 5,851.605 Totale 8 634.486 E più particolarmente:

Contadini e bifolchi a lavoro fisso . . 2.815.012 Braccianti a lavoro non fisso . . . . 2 561 669

Totale giornalieri (2) 5.376.681 Secondo Malagodi (3) gli operai dell'agricoltura sarebbero in tutto 8 milioni, mentre i proprietari, secondo Bissolati, sarebbero in tutto 4 !/, milioni su una popolazione rurale di 18 milioni (4).

Gli operai delle industrie non superavano i 750 mila, ma quasi 2.000.000 erano gli operai autonomi, o piccoli arti-giani, nelle campagne e nelle città specialmente di pro-vincia (5).

I calcoli meno problematici sul valore della proprietà terriera sono stati fatti pel suo reddito.

Nel 1881 secondo Pournier de Flaix i terreni coltivati in Italia erano:

(1) Annuario Statistico, 1900, pag. 58. — NB. Mentre rivediamo le prove di stampa, la Direzione Generale della Statistica pubblica i risultati complessivi del censimento del 9 febbraio 1901, secondo i quali la popolazione del Regno è di 32.449.754 abitanti.

(2) BISSOLATI. Critica Sociale di Milano, 1896, n. 4, pag. 56. (3) Critica Sociale, 1893, n. 10, pag. 150.

(4) Critica Sociale, 1896, n. 1, pag. 10.

(5) MALAGODI. Critica Sociale, 1893, n. 12, pag. 179. « Ricchezza fondiaria ».

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Coltivati in terre arabili 8.465.694 ettari » » prati 7.500.000 » » » boschi 4.136.400 » » » vigne 3.081.000 » » » oli veti e castagneti . . 1.391.000 * Lande e pascoli 5.600.000 » Totale 30.174.094 » Nel 1869 secondo Maestri i prodotti dell'agricoltura sa-rebbero stati di 2.859.000.000 lire e netti di 1.142.000.000.

Secondo la relazione del Ministero d'Agricoltura nel quinquennio 1870-74 il prodotto lordo sarebbe stato di 4.833.705.780,22, e il bestiame, a giudizio di Maestri, era di 6.696.681 capi con un reddito di 846 milioni, reddito to-tale 5.681.705.780,21, e secondo la Statistica del Ministero del 1875, i capi grossi erano 5.874.425; le t e r r e paludose 7.094.610 ettari (1).

La relazione ministeriale sul progetto di legge sulla pe-requazione fondiaria, tenendo conto dei prezzi dei pro-dotti agricoli nel decennio 1874-82, assegna al prodotto lordo dell'agricoltura italiana miliardi 4 e 250 milioni, ma pel deprezzamento del valore dei prodotti dal 1884 al 1893 Bissolati (2) calcola questo reddito lordo ridotto a mi-liardi 3 e 825 milioni.

Amy calcolò che la produzione agricola in Italia fosse di un miliardo 750 milioni, detratte con ciò le spese di produzione al 66 per cento.

Il prof. Giulio Alessio adottò la stessa somma valutando la produzione agricola nel quinquennio 1870-74, somma che ottenne moltiplicando la quantità dei prodotti per i prezzi del mercato più vicino al luogo di produzione, de-traendo poi le spese al 60 per cento (3).

Jacini nella relazione sull'inchiesta agraria, calcolando il reddito netto dell'agricoltura italiana, parte da una cifra lorda di 3 miliardi, che colla deduzione delle spese,

se-(1) GIULIANI PIERO. Condizioni del Regno d'Italia, 1878. (2) Critica Sociale, 1896, n. 4, pag. 59.

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menti, piantine, utensili, attrezzi rurali, concimi, è ridotta ad 1 miliardo 500 milioni, senza che vi siano comprese le imposte. L'Annuario Italiano del 1884 ha opposto che il reddito lordo si poteva elevare a 4 miliardi e che le spese detratte nella stessa misura di quella di Francia, dove l'a-gricoltura è più intensiva e perciò più dispendiosa, non potrebbero ritenersi più del terzo del prodotto lordo (33 per cento), criterio esso pure non positivo, come non era positivo, ma semplicemente indicativo, il conto di Jacini.

Pietro Ellero (1) valuta le terre e gli edifìci a 38 bilioni di lire divise tra 2 milioni di proprietari.

Gaspare Finali, nella relazione 25 febbraio 1886 sul pro-getto di legge al Senato pel riordinamento dell'imposta fondiaria, traduce i 432 milioni della rendita catastale in 750 milioni di rendita effettiva, il che forse è troppo poco, tenuto conto dei miglioramenti.

Il valore delle produzioni agrarie, secondo le denuncie degli agricoltori, è stato anche valutato in 5 miliardi, dai quali detraendo, con Jacini, il 50 per cento per spese, ri-marrebbero netti 2 '/s miliardi su una popolazione addetta all'agricoltura di 16 milioni, i quali 2 t/a miliardi al saggio dell'8 per cento (2) darebbero un capitale di 31,250 milioni invece dei 26 miliardi apparenti sulla base delle succes-sioni per immobili.

L'Annuario Statistico del 1898 pone in tale anno la

se-guente produzione nel nostro paese :

Cereali e civaje . . Patate e castagne Canapa, lino, tabacco Vino, olio, agrumi

(000) Lire 1.285.761 100.673 83.277 1.034.892 Bozzoli Bestiame grosso . . 1.424.000

88.001

Totale 4.016.604

(1) La tirannide borghese, pag. 378.

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e col pollame, uova, cacciagione, frutta, ortaggi, 5 miliardi diproduzione annua, 175 lire per individuo (1); con che, secondo lo stesso Annuario, il valore commerciale della proprietà t e r r i e r a in Italia sarebbe di 24 miliardi gravati dal debito ipotecario, cambiario e chirografario.

Bodio ha raccolto il seguente quadro della statistica dei raccolti in ettolitri (2): P r o d o t t i 1860-62 1870-74 1879-S3 1889 1890 F r u m e n t o E l . 35.820.000 50,899.000 46.655.000 38.873.000 88.464-000 47.203.000 G r a n o t u r c o . Il6.900.000 31.174.000 29.661.000 25.606.000]28.918.00o',28.148.0q0 A l t r i c e r e a l i ( a v e n a , orzo, s e g a l a ) . . 1 R i s o O l i o V i n o 1)3.760.000 orzo 17.150.000 13.155.000 12.172.000 9.356.000 10.515.000 5-698.000 a v e n a 1)1.449.000 s e g a l a 1.433.000' 9.798 000' 7.381.000 5.155.000 8.428.000 7.940 000 1.565.000' 3.323.000 3.436.000| 3 024.000 1.559.000 -24.003.000 27.539.000 36.594,000 32.846,000 21.757.000 36.760.000

Il valore medio annuale dei prodotti della coltura agraria nel periodo 1879-83 e r a : Frumento milioni 803 Granoturco » 384 Avena » 47 Orzo » 47 Segala » 22 Riso » 134 Leguminose da granella. » 98 Canapa » 72 Lino » 20 Patate » 40 A riportarsi milioni 1667

(1) MAKRO. Istruzione ed agricoltura. Prolus., Roma 1899. (2) BODIO. Di alcuni indici misuratavi del movimento economico in

— 161 — Riporto milioni 1067 Castagne Vino . . » 1066 » 334 » 4 » 151 » 75 » 82 Olio Tabacco. Bozzoli Agrumi Totale milioni 3380

Il bestiame avrebbe reso nell'anno 1881: Carne Ossa . Lana. Latte L. 569.705.000 7.500.000 35.000.000 198.735 000 46.800.000 Pelli da concia

Lavoro degli animali equini e bovini

e aumento degli animali giovani i » 321.170.000 Totale L. 1.178.910.000 I prodotti dei boschi si distinguono così secondo i dati del 1886 ( ] Ì

Legnami da opera

e per usi sociali . . m3 1.374.000 L. 17 062.000

Prodotti second., quintali 15.527.000 » 32.174.000 (2)

I prodotti secondari; frutta, ortaggi, pollami uova, fiori, paglia per cappelli, manna, liquirizia, succhi oleosi, funghi, tartufi, sugheri, si esportano per 80 milioni e calcolando tre volte tanto il loro consumo in paese in 240 milioni, si ha un totale generale del reddito agricolo in 5 mi-liardi (3).

(1) BODIO. I b i d e m , p a g . 46. (2) BODIO. Op. cit. p a g . 46. (3) BODIO. Op. cit. p a g . 47.

11 — J. TIV\roni. Legna da fuoco . Carbone . . . . 6.289.000 » 20.632.000 3.019000 » 18.133.000 •é

— 162 —

In un discorso tenuto da Bodio nel 1886 al Consiglio Centrale di Statistica egli ha stimato, valendosi di altri elementi, la proprietà fondiaria, dicendo: « Non si sa esat-tamente il valore che può rappresentare la proprietà fon-diaria, ma ammettendo che la superficie coltivabile del Regno sia di circa 24 milioni di ettari e stimando l'ettaro a 1000 lire solamente, prezzo basato sulle vendite di beni del patrimonio ecclesiastico, venduti fino ad ora, il valore della proprietà fondiaria sarebbe di 24 miliardi ».

Ma questo punto di partenza è troppo basso imperocché è fuori di dubbio che la proprietà ecclesiastica è stata in generale acquistata a qualche cosa meno del suo valore normale.

Per cui noi riteniamo più prossima al vero di questa somma ottenuta per deduzione dal valore della proprietà ecclesiastica, quella che si ottiene dal computo del prodotto netto dell'agricoltura nazionale. Essendo questo valutata come si è visto, a 2 '/2 miliardi di franchi, esso al saggio dell'S per cento, dà un capitale di 31.250 milioni, che rap-presenta il valore complessivo delle terre in Italia.

b) Valore dei fabbricati.

Nel 1881 i fabbricati davano un reddito imponibile di 388 milioni con 2.324.294 contribuenti (1). Nel 1888 secondo i ruoli delle imposte dirette, il reddito imponibile dei fab-bricati era di 417 milioni di lire. Capitalizzando il reddito imponibile dei fabbricati ad un saggio lordo del 4 '/2 Pe r

cento (che torna al 3 '/s per cento netto dalle imposte) Bodio ha trovato la somma di 9 miliardi (2). Secondo l'ultimo

Annuario Statistico, il reddito imponibile dei fabbricati

era nel 1889 di 547 milioni di lire. Capitalizzando questo reddito al saggio lordo del 4 '/2 per cento proposto dal Bodio, si ottiene la somma di 12.155 milioni di lire, al lordo dell'ammontare delle ipoteche. Per cui il valore

compies-t i ) FOURNIER DE FLAIX. Cricompies-tique ecompies-t scompies-tacompies-tiscompies-tique comparée. (2) BODIO. Di alcuni indici misuratori, ecc. Op. cit. pag. 133.

sivo della proprietà immobiliare in Italia, sarebbe di 43.405 milioni. Ora si chiede: Si deve detrarre da questa ricchezza l'ammontare del debito ipotecario che grava sopra di essa? E si risponde negativamente, nei riguardi della proprietà terriera, dal momento che il suo valore fu calcolato in base al prodotto netto, il quale non subisce alcuna detrazione in causa delle ipoteche gravanti su di esso; affermativamente per ciò che si riferisce ai fabbri-cati. Ed in vero se ne ottenne il valore capitalizzando il reddito al saggio del 4 '/2 %. al lordo, come si è detto, degli interessi delle ipoteche. Ma poiché non si sa (1) come l'onere ipotecario complessivo, il quale nel 1898 era di 9793 milioni, si divida fra terreni e fabbricati, così siamo nell'impossibilità di prender nota del valore delle ipoteche gravanti sui soli fabbricati.

Ed ora g i o v a riportare qualche altra valutazione. Mulhall nel 1870 stimava il patrimonio immobiliare italiano 43.750 milioni, nel 1882 56.275 milioni, con la rendita di 5 miliardi 800 milioni, 76.000 milioni nel 1885, dei quali 4652 milioni avrebbero rappresentato la produzione agricola.

Fournier de Flaix porterebbe la rendita ad 8 miliardi 500 milioni, ed il capitale a 60 miliardi. Cosicché il red-dito lordo della proprietà fondiaria italiana, valutato dai

più competenti da un minimo di 3 miliardi salirebbe ad un massimo di 8, e la approssimazione dovrebbe scegliersi tra questi due termini estremi.

Ancora più difficile riesce la ricerca nel movimento della proprietà fondiaria in Italia nei suoi svolgimenti.

I socialisti sostengono che la piccola proprietà dimi-nuisce, che la grande proprietà va addensandosi a spese della piccola.

A Macerata i proprietari, secondo il catasto del 1268, erano 1387 capita; l'inchiesta agraria del 1882 li deter-minava in 865, cosicché in 6 secoli sarebbero diminuiti attraverso notevoli vicende storiche di 522 (2).

A Dogliani, comune vicino a Mondovì, dove la grande

(1) Annuario Statistico 1900, p. 853. (2) Critica Sociale 1894, n. 17, pag. 271.

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proprietà non sarebbe mai esistita, i proprietari che e r a n o 485 nel 1677, divenuti 638 un secolo fa, nel 1894 e r a n o in-vece 1300. I proprietari al di sopra di 38 ettari nel 1793 erano 12, nel 1894 rimasero 4; allora possedevano il 23,38"/0

del territorio, m e n t r e nel 1894 ne detenevano solo il 4,96 per cento. È diminuito assolutamente il numero di quelli che possedevano da 7,60 ettari a 38, detenendo essi a n c h e u n a m i n o r parte del territorio, 41,35 per cento contro 48,36 per cento, ed il c e n t r o di g r a v i t à nella scala dei possessi è passato ai minori p r o p r i e t a r i coltivatori (1), cosicché la t e r r a vi si frazionerebbe senza mai polverizzarsi. Questo avviene nelle L a n g h e e in g r a n parte del Monferrato.

Le grandi e le medie proprietà vi sono così c a r i c h e di ipoteche che bastano appena a s b a r c a r e il lunario ai pro-prietari.

Senonchè così fatte informazioni risultano troppo insuffi-cienti per poterne d e d u r r e qualsiasi conseguenza e biso-gnerebbe moltiplicarle in g r a n copia per c a v a r n e un costrutto. D'altra parte, secondo i ruoli dell'imposta, il n u m e r o dei c o n t r i b u e n t i è in continuo accrescimento.

P e r r i m a n e r e a d u n q u e equanimi si deve a v v e r t i r e che la affermata scomparizione della piccola proprietà, che sarebbe fatalmente ingoiata dalla grande, ha bisogno di nuove dimostrazioni positive p r i m a che si possa r i t e n e r e un fatto vero.

2.

Dati sulla ricchezza mobiliare.

Nel 1888 gli operai delle m i n i e r e e solfare e r a n o 49.154 e le m i n i e r e e solfare davano l i r e 52.377.908; nel 1889 gli operai e r a n o 48.981, ed il prodotto e r a di lire 53.554 255 con u n a media per o g n u n o di lire 1093.

La ghisa nel 1889 dava tonnellate 13.473 per L. 2123.096, il f e r r o tonnellate 881.623, l'acciaio tonnellate 157.809, con operai 14.518, pel valore complessivo di 86 milioni di lire,

— 165 —

il piombo e l'argento per 11 milioni di lire; altri metalli, oro, rame, mercurio, antimonio per 15 milioni di lire, le officine meccaniche ed imprese governative davano 100 mi-lioni, le cave, fornaci e m a r n i e r e 100 mimi-lioni, il sai marino ed i prodotti chimici 44 milioni con 200.000 operai impie-gati in tutte queste industrie; il corallo dava 1 milione e mezzo, i molini da cereali 60 milioni di quintali con un personale di 60.000 individui, gli opifici di seta, bozzoli e seta greggia occupavano 1E0.CC0 persone, l'industria del co-tone impiegava70.0C0 persone, quella dellalana £0 000. quella della carta con 10.000, della concia-pelli altre 10.000 (1).

Il capitale di tutte le società industriali e commerciali in azioni era nel 181 7 di 1277 milioni, il capitale impiegato nelle società di credito 122 milioni, in tutto 16£9 milioni (2).

Nel 1889 le 640 Banche popolari possedevano un capitale di 80 milioni con 20 milioni di riserva, conti correnti per 150 milioni, e 36 milioni di benefici, nel 1890 le Casse di risparmio tenevano 830 milioni di lire in depositi. Nel 1888 le Banche e Società per azioni detenevano un capitale, versato di 1.660.446X00, le Società estere di 440.241.600, mentre le Banche di emissione avevano scontato nel 1889 4.500.157.087, operalo in anticipazioni per 171.091.545 lire, e tenevano in riserva metallica L. 438.436.036. in circola-zione 1.114.123.935, in portafoglio 743.596 118, in biglietti di Stato 340.348.939 le Casse postali possedevano lire 264.502.039, i Monti di pielà 30.686.7 04 (3).

Giova anche notare i seguenti dati riportati dal profes-sore Masé-Dari (4) e completarli con quelli offerti dall'ul-timo Annuario di statistica.

Al 31 dicembre 1891 gli istituti di risparmio (Casse ordi-narie, Uffici postali, Società cooperative di credito, Banche popolari, ecc.) erano 5749, e fra tutti presentavano nella situazione dei depositi 1.843.024.692.

Al 31 dicembre 1895 gli istituti di risparmio erano saliti a

(1) BODIO. Di alcuni indici misuratori, ecc. Op. cit. (2) Critica Sociale 1898, n. 6, pag. 90.

(3) CAUWÈS, Cours d'Econ. polit., NI ».

— 166 —

5972 e fra tutti figuravano nella situazione dei depositi per lire 2.072186.361 (1).

Risulta cosi il notevole e non interrotto aumento dei depositi a risparmio in Italia, i quali da meno di mezzo mi-liardo di lire, nel 1872, sono saliti a oltre 2 miliardi e 300 milioni nel 1899.

L'aumento del credito dei depositanti nelle Casse di ri-sparmio, per le quali le situazioni sono certe, tenuto conto anche degli interessi capitalizzati, è dato dalle seguenti

cifre (2) :

Anno Milioni A n n o Milioni

1886 43 1893 35 1887 20 1894 24 1888 24 1895 38 1889 21 1896 16 1890 25 1897 58 1891 23 1898 34 1892 32 1899 58

Il seguente specchietto mostra il movimento del com-mercio con l'estero dal 1870 al 1899 (3)

C O M M E R C I O S P E C I -A- X , E

A n n i I M P O R T A Z I O N I E S P O R T A Z I O N I

Merci

(milioni di Urei Metalli preziosi (milioni di lire) (milioni di lire) '(milioni di lire) Merci ¡Metalli preziosi

1870 894.4 1.4 755.3 1.0 1880 1186.8 38.8 1104.1 28.2 1890 1319.6 57.6 895.9 66.7 1895 1187.3 7.3 1037.7 21.3 1897 1191.5 8.7 1092.7 23.1 1899 1506.0 5.5 1431.4

!

15.8

(1) Annuario Statistico Italiano 1900, pagg. 828-829.

(2) Ibidem. Ibidem. (3) Ibidem., pagg. 586-587.

— 167 —

Nel 1889 entrarono nei porti del Regno 100.676 basti-menti e ne uscirono 100.394 con un tonnellaggio

comples-sivo di 27.799.272 tonnellate.

Il movimento della navigazione internazionale, per com-mercio all'estero, si riassumeva in 16.114 arrivi, e 15.365 partenze. Alla fine del 1889 il naviglio mercantile italiano si componeva di 279 piroscafi che stazzavano complessiva-mente 182.249 tonnellate e di 6442 velieri della portata di €42.225 tonnellate.

Nel 1896 entrarono nei porti del Regno 100.615 bastimenti

e ne uscirono 100.158 con un tonnellaggio complessivo di 27.677.952 tonnellate.

Come si vede, in sette anni non vi fu alcun aumento nel tonnellaggio complessivo dei trasporti marittimi inter-nazionali. Infine nel 1897 il naviglio mercantile italiano si •componeva di 351 piroscafi che stazzavano complessiva-mente 237.724 tonnellate e di 6002 velieri della portata di 527.754 tonnellate.

Per strade comunali obbligatorie dal 1868 al 1889 si spe-sero 316 milioni in 21 anni, eseguendo 12.592 Ivm. (600 al-l'anno); colle nazionali e provinciali i Km. di strade erano •84.000.

Le ferrovie da 2561 Km. nel 1861 erano alla metà del 1890 Km. 13.116 oltre a Km. 2262 in trams a vapore, col capitale investito nel 1887 di 3 miliardi e 40 milioni, col prodotto lordo complessivo accresciuto da 125.569.807 nel 1872 a 248.899,742 nel 1889-90.

Nel 1897 i Km. di strada ferrata erano saliti a 15.696 (1) con un prodotto lordo complessivo di quasi 280 milioni, cioè di quasi 18.000 lire per Km.

Il servizio postale costava nel 1889 L. 39.211.548, rendeva 44.072.875; nel 1895 96 costava 51.090.043; rendeva 52.653 221. Il prodotto dell'esercizio telegrafico era nel 1895-96 di 13.955.512, la lunghezza delle linee al 30 giugno 1896 di 43.947 Km. quella dei fili di 160 406 Km.

A questi dati giova aggiungere i seguenti altri: 11 conto generale del patrimonio dello Stato il 30

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naio 1890 dava un valore tra beni mobili ed immobili di 6819 milioni, dei quali 3898 immobili, compresi 3256 milioni di ferrovie e 2921 milioni di mobili, compresi 824 milioni di consolidato e riserva, e 950 milioni di materiale militare ter-r e s t ter-r e e mater-rittimo; mentter-re d'altter-ra pater-rte le passività somma-vano a 13.104 milioni, più 1 miliardo per il debito vitalizio.

Bodio ritiene poi in 9 miliardi la somma totale dei titoli mobiliari posseduti da privati in Italia al netto.

Il valore mobile ed il denaro ascenderebbero a 5 miliardi, epperciò coi 9 mobiliari sarebbero in tutto 14 miliardi, poco-meno della somma desunta per mezzo delle successioni.

Nè riescirà superfluo riportare il numero e la classiflca-zione dei redditi superiori alle 5000 lire, quali si trovano nell'allegato n. 2856 i s, unito al disegno di legge Gagliardo-Grimaldi per l'applicazione di un'imposta progressiva sulla rendita (1J.

Numero dei redditi Valutazione del reddito

5114 da L. 5000 a L. 6000 2802 » 6001 » 7000 3906 » 7001 » SOOO 5868 » 8001 » 9000 4625 » 9001 » 10.000 2062 » 10.001 » 12.000 1046 » 12.001 » 14.000 1481 » 14.001 » 16.000 2310 » 16.001 » 18.000 1943 » 18 001 » 20.000 1109 » 20.001 » 25 000 563 » 25.001 » 30.000 713 » 30 001 » 35.000 437 » 35.001 » 40.000 646 » 40.001 » 45.000 457 » 45 001 » 50.000 378 » 50 001 » 60.000 160 » 60.001 » 70.000 118 » 70.001 » 80 000 63 » 80 001 » 90.000 63 » 90.001 » 100 000

(1) Cfr. Disegno di legge presentato dal ministro delle finanze (Gagliardo) di concerto col ministro del tesoro (Grimaldi). « Imposta progressiva sulla rendita ». Atti parlamentari, Documenti n. 285, Legislatura XVIII — in MASÉ-DARI, op. cit., pagg. 721-T22.

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N u m e r o dei redditi Valutazione del reddito

162 da L. 100.000 a L. 200.000 32 » 200.000 » 300.000 17 » 300.001 » 400.000 7 » 400.001 » 500.000 7 oltre L. 500.001 — — Parimenti interessa il vedere quale sia la probabile gra-duazione dei redditi delle famiglie italiane. Orbene, il pro-fessore Rodolfo Benini (1) ha composto la seguente tabella dei redditi con le cifre che la Direzione generale della Statistica ha fornito poi 1881, le quali, se anche non h a n n o il pregio della freschezza, si riferiscono però ad un suffi-ciente numero di comuni e ad una grande varietà di essi, dal punto di vista dell'importanza amministrativa ed eco-nomica. Sono infatti contemplati nel prospetto seguente:

19 Capoluoghi di Provincia, con una popolazione

legale nel 1881 di 968.803 46 » di Circondario idem idem 543.292

355 Altri Comuni non Capoluoghi idem idem . 1.287.382 In ragione di 505 abitanti per 100 famiglie, le famiglie-(o i redditi) esenti o contribuenti ammonterebbero per tutti i 420 Comuni in questione a 554.551, così distribuite »:

Categorie di redditi N u m . assoluto Cifre r e l a t i v e

sotto 500 lire 312.040 5630 da 500 a 1000 123.385 2225 da 1000 a 1500 44.576 804 da 1500 a 2000 22.988 414 da 2000 a 2500 14.324 258 da 2500 a 3000 8402 151 da 3000 a 4000 10.522 190 da 4000 a 5000 5336 96 da 51 00 a 6000 3075 55 da 6000 a 7000 2027 37 da 7000 a 8000 1381 25 da 8000 a 10.000 2043 35 da 10.000 a 25.000 3450 62 oltre 25.000 — — 1002 18 554.551 10.000

(1) Dott. Rodolfo Benini, « Distribuzione probabile della ricchezza privata in Italia per classi di popolazione » in Riforma Sociale del 25 giugno 1894, pagg. 166-7.

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Ma i più importanti elementi del valore della ricchezza mobiliare si ricavano naturalmente dai dati dell'imposta sulla ricchezza mobile esistente in Italia.

I contribuenti della ricchezza mobile nel 1872 secondo i ruoli pubblicati dal Ministero delle finanze nel 1873 erano •631.586; per redditi maggiori di L. 1000, 83.372, per quelli maggiori di L. 2500, 17.597; e il loro reddito imponibile veniva computato in Lire 473.625.965. Ma già nel 1880 il reddito imponibile era salito a 848.224.152 ; nel 1897 i con-tribuenti erano 1.214.320 con un reddito imponibile di L. 647.444.772,44. Finalmente nel 1898, secondo l'Annuario

di Statistica del 1900, i redditi netti accertati dagli agenti

delle imposte ammontavano a 1.261.210.073 lire.

Di questi 1261 milioni, 883 derivavano dalle categorie A',

A", B, cioè indicavano redditi derivanti da un capitale. Le

seguenti cifre mostrano come si ripartiva questa somma per categorie di contribuenti :

Lire

^ ' ( r e d d i t i perpetui capitalizzati, 64.757.369

A" j redditi derivanti da mutui, ecc. 269.127 461 B redditi industriali e commerciali 589.228,622

Totale L. 883.113.452 Ora capitalizzando questi 883 milioni al saggio medio

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