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La ricchezza della Francia

» 1888 51 12310 531.751 Nel 1891 più di 1500 Società cooperative di consumo

II. La ricchezza della Francia

1.

La popolazione e la sua divisione.

La popolazione della F r a n c i a , per non risalire più ad-dietro, e r a (1): nel 1851 di 35.783.170 » 1861 » 36.713.866 » 1872 » 36.102.921 » 1876 » 36.905.788 » 1886 » 38.212.903 » 1891 » 38.343.192 » 1896 » 38.517.975

La popolazione del 1851, secondo Oarou (2) si distribuiva così:

Agricoltori . . . _20.351.370 dei quali lavoratori 4.318.476 Piccole i n d u s t r i e

(Arti e mestieri) 7.810.144 » » 4.713.026 Grandi i n d u s t r i e

(mani fatt., officine) 2.094.371 » » 1.331.260

A riportarsi 10.362.762

(1) Jahrbücher für National Oekonomie und Statistik, Jena, 1898, 16» Band, 4° Heft, p. 542.

— 71 — . Riporto 10.362.762 P r o f e s s i o n i l i b e r a l i 3.991.026 dei q u a l i l a v o r a t o r i 2.297.960 Domestici . . - 906 666 I M e n d i c a n t i , d e t e - ( nuti, i n f e r m i , sen- ( za professione . 782.496 ] Lavoratori 12.660.722 D o m e s t i c i e m e n d i c a n t i . . . 1.689162 Borghesi 21.586.189 Tornano . . • 35 936.073

dei quali 9.763.618 f a n c i u l l i sotto i 15 a n n i

1.310.272 vecchi al disopra dei 70 anni.

La statistica agricola del 1868 segna il numero dei contadini giornalieri in 2.003 714, dei quali proprietari 1 134.480. Senza t e r r a nè casa 869.224.

I servi di masseria ad anno erano 2.090.177, i servi di masseria stabili 47.000, i gastaldi (regisseursj 10.000, i co-loni o mezzadri 415.414, dei quali 203.803 proprietari, gli affittitali 1.035.369, dei quali 386.583 non possedevano al-cuna proprietà fondiaria (1).

I proprietari coltivatori venivano calcolati in 1.774.000 famiglie e possedevano il terzo almeno della terra arabile. Gli artigiani erano contati in 7.810.144, dei quali: lavo-ratori 4.720.000, padroni 1.548.334, apprendisti 170.000, operai adulti 1 500.000, operaie 1.600.000.

II personale della grande industria di 2.094.000 individui dava 1.331 260 operai attivi.

Thiers, nel 1850, valutava da 9 a 18 miliardi i prodotti dell'agricoltura e dell'industria.

11 censimento del 1872 dava famiglie in tutto 9.525.717. Tutte queste cifre e scomposizioni sono segnalabili, per quanto da accogliersi con riserva, come dati approssima-tivi, in confronto ai dati ed alle cifre degli anni posteriori.

Il censimento del 1881 dava abitanti 37.405.000, dei quali appartenevano all'agricoltura 18 249.209, alle miniere ed

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officine metallurgiche 1.300.000, alle altre fabbriche e ma-nifatture 2.100.560, vivevano dei trasporti 549.568, della marina 251.173.

Erano dell'esercito, gendarmeria e polizia 552.851, nel commercio 3 843.447, dei quali nel commercio minuto 1.895.195, negli alberghi, osterie, caffè 1.164.590, banchieri, commessi, negozianti ingrosso 783.662.

Le professioni liberali contavano 1.585.358 individui, dei quali nelle funzioni pubbliche 806.050, nell'insegnamento libero 111.330, nelle Comunità religiose 115.595, nei culti

112.771 (1), professioni mediche 139.000.

La piccola industria era rappresentata da 6.093.453 per-sone.

I redditieri (rentiers) erano 2.121.173.

La popolazione degli Istituti di istruzione, ospìzi ed ospe-dali, era di 928.000 persone ; si calcolavano i domestici in 2.557.266, dei quali donne 1.506.639, uomini 1.050.627, con-sacrati all'agricoltura 1.400000, all'industria 234.000, al commercio 347.000.

II Censimento professionale del 1886 dava invece i ri-sultati seguenti (2): Professioni. Agricoltura 17.698.402 Miniere ed officine 965 010 Industria 8.324.196 Trasporti 1.020.721 Commercio 4.247.764 Forza pubblica 613.362 Amministrazione pubblica 711.027

Culti e ordini religiosi 224.657 Professione giudiziaria 207.401

» medica 161.632

A riportarsi 34.174.172

(1) Nel 1861 il numero di tutti gli ecclesiastici era di 204.477 nel 1876, di 200.142 (preti 42.672, frati 30.287, monache 127.783), nelle Comunità religiose 158.070.

— 73 — .

Insegnamento

Scienze, lettere ed arti

Persone viventi esclusivamente dei loro redditi

Riporto 34.174.172 348.527 152.016 2.295.966 36 970.681 960.078 37.930.759

Nel 1893 i proprietari coltivanti essi stessi la loro t e r r a erano ritenuti 9.000.000, dei quali piccoli proprietari 3 500.000, gli affittii ali, mezzadri e coioni 5.000.000, ì bo-scaiuoli 'e carbonai 500.000, rappresentanti insieme il 50 % della popolazione produttrice.

L'industria contava un personale di 9.000.000, dei quali alla grande industria appartenevano 3.250.000, alla piccola più di 6.000.000, ossia più del 65 °/„.

Il commercio ed i trasposti contavano 4.000.000, gli ad-detti alle strade ferrate erano 550.000, alla marina mer-cantile 250.000, alle professioni liberali 1.600.000, alla forza pubblica 550.000, dei quali di gendarmeria e polizia 120.000, proprietari e reddittuari più di 2.000 000.

Queste cifre e queste divisioni, così diverse anche a distanza di sole decine di anni, non possono trovare altra spiegazione che nell'inesattezza delle osservazioni, non es-sendo possibile ritenerle effetto di svolgimenti naturali; ma di fronte alle altre nazioni servono a molteplici com-parazioni, ed ogni dato si presta a controllo.

La statistica del 1851 dava la proprietà fondiaria divisa fra 8.769.714 proprietari, in una popolazione di 36 milioni, e come lavoratori agricoli 4.318.476; la statistica agraria del 1882 dà i lavoratori per 6.954.000.

La statistica del 1851 attribuisce alla categoria delle professioni liberali il numero di 3.991.026, quella del 1882, nella stessa categoria pone 1.585.358, differenze stridenti, che per quanto si sappiano dipendenti da una diversa distribuzione nelle sottospecie della stessa categoria, por-tano imbarazzo, sebbene nella massa delineino la fisonomia

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del paese, come il profilo a matita delinea la fisonomia di una figura, tutti e due potendo venire facilmente ritoccati.

Gli uomini impiegati nel lavoro (Parigi coi Comuni con-termini ha 1.300.000 operai) costituiscono, secondo Leroy Beaulieu, il 50,4 % dei lavoratori, le donne il 49,6%- I bisogni della donna sarebbero di */B appena inferiori a quelli dell'uomo, e il suo salario è invece appena la metà del salario dell'operaio; è già un rilievo rilevante e poco confortante, e anch'esso serve al conto del lavoro.

Orbene, Paolo Lafargue, senza indicazione di fonte, per dimostrare l'aumento dei domestici — lavoratori impro-duttivi — e la diminuzione dei lavoratori dei campi, riporta la seguente statistica ( l j :

1861 1871 1881 Domestici . . . . 1.367.782 1.633.514 1.803.810 Lavoratori agricoli . 2.010.454 1.657.138 1.383.184 Operai industriali . 5 184.201 5.910.028 6.373.367 Lafargue pone cifre in realtà corrispondenti alla mas-sima dimostrata dagli economisti agrari, che quanto più l'agricoltura intensiva cresce in un paese, tanto più au-menta il capitale che vi si impiega, e tanto più diminuisce il lavoro impiegato, ma dimentica di avvertire che l'agri-coltura intensiva accresce largamente la produzione e con essa la ricchezza del paese.

Si vegga ora il conto ormai antico di Moreau de Jonnès sulla divisione della proprietà verso il 1839 (2).

Proprietari 3 . 6 6 5 . 3 0 0 con rendita netta Fr. 6 4 appresa, arpenti per testa 8 . 6 9 928.000 » » 464 212.635 « « 2127 18.846 » « 7340 8.216 » » 9272 64 296 1022 2684 Totale proprietari 4.832.997

Lullin de Ohateauvieux riteneva che 54 2/3 milioni di arpenti prussiani di t e r r e lavorative in Francia

apparte-(1) « Critica sociale di Milano », 1894, n. 10, p. 155. (2) Le commerce au x i x siècle.

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nessero a piccoli proprietari, 40 milioni dati a cheptel, 20 milioni 2/3 in affittanza, e 14 milioni e '/2 in media pro-prietà coltivati dai proprietari.

Così Dupin (1) calcolava che in un milione di abitanti vi erano 667.000 uomini capaci di lavorare, non contando i giovani da 12 a 17 anni e gli uomini da 54 a 60 se non come mezzi lavoratori.

Orbene, ecco la nota socialista:

I piccoli proprietari da 1 a 5 ett. ammontano a 7.380.000, e non possiedono tutti insieme che 11 milioni di ettari in cifra tonda, mentre 29.000 proprietari ne possedono più di 12 milioni (2).

2.

La ricchezza immobiliare.

Innanzi tutto si rilevi q u a l e è la proprietà t e r r i e r a della Francia.

Nel 1884 essa e r a costituita da 528.854 chilometri qua-drati (3).

Nel 1868 la statistica dava le seguenti notizie ufficiali:

- . . , • r G r a n d e z z a S u p e r f i c i e Popolazione

Estensione della proprietà m e d i a occupata c o r r i s p o n d e n t e

Grande . . ett. 164 17.328.000 1.000.000 Media. . . » 35 7.700.000 1.100.000 Piccola . . » 14 6.720.000 2.400.000 Minima . . » 3 14.252.000 10.500.000

Totale ettari 46 000.000 15.000.000 Nel 1866, sopra 38.064.064 abitanti, si riteneva che 19.598.115 campassero della t e r r a , 11.000.000 dell'industria e 1.500.000 del commercio (4).

(1) Forces productives de la France.

(2) « Critica sociale di Milano », 1893, p. 102. (3) LEROY-BEAULIEU, Le collectivisme, Paris, 1884.

(4) MARTELLO, Storia della Internazionale, Padova-Napoli, 1873, pagg. 312-315.

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Il Bulletin de Statislique et de Législation comparée, pubblicato dal Ministero delle finanze, nel mese di aprile 1883 dava una divisione delle t e r r e più recente ma non meno eloquente:

Superficie utilizzabile della terra omesse le strade, i fiumi, le riviere ett. 50.035,159 dei quali, secondo il Catasto, in lande, pàtes

o pasture e terres vagues » 8.108.306 ridotti nel 1881 a in boschi nel 1879 prati e foraggi vigne t e r r e lavorative 6.746 000 8.379 131 4.998.280 2.320.000 26.173.657 terreni di qualità superiore » 695.929

Nel 1894 d'Avenel (1) stabiliva che sopra 44.000.000 ettari produttivi, la F r a n c i a ne aveva 4 milioni improduttivi, il decimo, in gran parte nelle provincie delle montagne. Dei 4.300.000 ettari che costituivano la proprietà comunale, la metà era in boschi e non rimanevano che 37.000 ettari assolutamente improduttivi.

Dopo ciò, quanti sono veramente i proprietari in Francia? Secondo l'inchiesta del 1879-81 i proprietari di t e r r e erano 8.454.000, i proprietari di case 6.595.000.

Levasseur invece calcola che esistano 8 milioni in tutto di proprietari di t e r r e e di case, dei quali 4.800.000 di b^ni rurali, Menier li fa salire a 9 milioni, e già si è visto che il censimento del 1876 li poneva in 10.600 000, e quello del 1886 in 3.000.000.

Maurizio Block conta le quote (cotes) censuarie da 1 a 10 fr. 8.702.321

da 10 a 50 » 3.325.164 da 50 a 300 » 978.193

da 300 in su » 113.045 Totale fr. 13.118.723

Lallemand (1) avverte che 1.800.000 proprietari posse-devano meno di 5 ettari, 1.200.000 da 5 a 20 ettari, e 400.000 da 20 a 40 ettari, e Tombeau (2) precisa come il contadino che coltiva il suo fondo possiede meno di un decimo del territorio, cioè su 50.000.000 di ettari, il con-tadino che lavora il proprio non ne possiede che 4.000.000, e i contadini sono 2.000.000, mentre la metà di tali quote

paga imposta inferiore a 5 fr.

I proprietari da 1 a 2 ettari sono più deH'85% del nu-mero totale dei proprietari fondiari che sono 10 milioni e non posseggono che 12 milioni di ettari, cioè il quarto del suolo della Francia.

Vero è, come rileva Ottavio Ottavi (3), che questi pic-coli proprietari posseggono quasi esclusivamente il terreno vitato in ettari 2.300.000, e che i latifondi nei terreni vi-niferi scompaiono grado a grado e la proprietà rurale si fraziona.

Molti adunque sono i piccoli proprietari in Francia e la proprietà rurale non ha tendenza ad accentrarsi ; anzi Leroy Beaulieu afferma che la metà del suolo appartiene alla piccola proprietà, la proprietà media possiede il terzo o il quarto della t e r r a francese, ed è molto se la grande proprietà ne tiene il quarto o il quinto. Inoltre non è in-differente avvertire che di questi grandi proprietari nep-pure la metà sono discendenti degli antichi possessori di feudi. Le grandi proprietà del medio evo sono scomparse e sostituite da grandi proprietà di origine più recente. Che se si rifletta al valore impiegato in capitali di sfrut-tamento della t e r r a nei soli ultimi secoli, si comprende facilmente come esso è superiore al valore dei beni stessi. Ora, sulla divisione della proprietà, ecco il movimento che il sig. de Foville pone come avvenuto nelle quote fondiarie :

1815 10.296.693 1835 10.893.000 1858 13.160.000

(1) L'assistance des classes rurales au xix siècle. (2) Le prolétariat en France depuis 1789. (3) Viticultura pratica.

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1 8 6 0 1 3 . 2 9 3 . 0 0 0

1 8 7 0 1 4 . 4 8 5 . 0 0 0 c o m p r e s a P A I z a z i a c l a L o r e n a m a s e n z a S a v o i a e ¡Vizza. 1 8 7 2 1 3 . 8 6 3 . 0 0 0 s e n z a l ' A l z a z i a e la L o r e n a c o m p r e s e S a v o i a e N i z z a . 1 8 7 7 1 4 . 2 0 0 . 0 0 0

E questo movimento è in parte avvalorato, in parte ret-tificato dal movimento delle quote stesse, pubblicato nel 1892 dall'Amministrazione, la quale dichiara di aver tenuto conto dei doppi e ritenerlo conforme a v e r i t à :

1826 10.296.693 1835 10.893.528 1842 11.511.841 1851 12.445.614 1858 13.118.723 1861 13 660.312 1865 14.027.200 1871 13.819.355 1872 13.857.727 1873 13 933.518 1874 14.012.036 1875 14.071.294 1876 14.117.675 1877 14.166.174 1878 14.203.746 1879 14.237.630 1880 14.264.388 1881 14 296.689 1882 14.333.709 1883 14.233.127 1884 14.220.972 1885 14 271.167 1886 14.259.431 1887 14.242.085 1888 14.238.102 1889 14.211.607 1890 14.141.080 1891 14.121.781 1894 13.957.528

Con tutto questo però, non vi sono probabilmente in F r a n c i a più di 50.000 persone che godano di un reddito fondiario da 7 a 8000 fr., o superiore a questa cifra e non più di 15.000 persone, possedenti 15.000 franchi di reddito fondiario od un reddito superiore (l).

Il duca d'Ayen (2) contava 31.290 famiglie, con un red-dito superiore a 25.000 fr., 30.000 il cui redred-dito avrebbe variato tra 12.000 e 25.000 fr., 90 famiglie che avrebbero disposto di un reddito superiore a 500.000 fr. ; 45,000

sa-(1) LEROY BEATJLIEU, Essai sur la répartition des richesses, op. cit., p. 548-550.

— 79 — .

rebbero stati i redditi da 7500 a 12.000, 75.000 quelli da 3500 a 7500, e 220.000 proprietari avrebbero disposto di un reddito complessivo di più che un miliardo e 200 milioni.

Occorre però notare che appartenendo molte delle quote censuarie, separatamente censite, ad un solo proprietario, conviene ridurre notevolmente in loro confronto il vero numero dei proprietari, come ha fatto nel surriportato qua-dro l'Amministrazione di Francia. Anche de Foville (1), sui calcoli amministrativi del 1851 e del 1879 per stabilire il rapporto medio tra il numero delle quote e i proprie-tari, riduceva nel 1851 il numero dei proprietari a 7.800.000, e nel 1876, a 12.587.000, dei quali coltivanti essi stessi le loro terre 10.620.000, e proprietari o redditieri 1.957.000, e i 14.000.000 di quote del 187/ ad 8.000.000 di proprietari, e nel 1881 a 9.000.000, i quali con le donne ed i fanciulli calcolati a 3 per famiglia compreso il capo, formerebbero una popolazione di 27 milioni, direttamente o indiretta-mente profittante di un reddito fondiario.

Tuttavia qui conviene fare una larga riserva, impe-rocché de Foville stesso (2) riporta dalla statistica ufficiale del 1862 la seguente tabella dei proprietari, del resto con-forme al censimento del 1876.

8s eiisiuiio dello proprietà Numero

da 0 a 5 ettari . . 1.815.558 » 5 a 10 » 619.843 » 10 a 20 » 363.769 » 20 a 30 » 176.744 » 30 a 40 » 95.796 » 40 al disopra . 154.167 Totale proprietari 3.225.877

Spezzando anche più le valutazioni dei redditi, la metà di essi, al disotto di 1000 fr„ spetta, secondo Leroy Beau-lieu, alla piccola proprietà, un quarto alla media da 1000 a 3000, l'ultimo quarto alla grande, superiore a 3000,

cal-t i ) Le Morcellemencal-t, 1883.

(2) Transformation des moyens de transport et ses conséquences

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coli però che appaiono elastici ed ipotetici, se un momento prima lo stesso autore segnava che i redditi superiori a L. 7000 erano 10.000.

Nel 1884 si riteneva che al di sotto di 6 ettari vi fosse il 25.7 o/o del totale, da 6 a 50 ettari il 38.9 °/o, il 3 5 % oltre a 50 ettari, il 16"/° oltre a 200 ettari.

Altri elementi fa mestieri ricercare ancora, dovunque si trovino, per formarsi un concetto della ricchezza pubblica e privata, nella mancanza in Francia di quel contributo sul reddito che rende più precisi i calcoli sulla ricchezza dell'Inghilterra, della Germania e degli Stati Uniti.

Il reddito netto dei fondi rustici e urbani è stato valutato ufficialmente a 1440 milioni nel 1791, a 1580 milioni nel 1821, a 2643 milioni nel 1851, a 3216 milioni nel 1862, a 4409 milioni nel 1874, a 4671 imponibili nel 1879, dei quali 2881 in t e r r e n i e 2090 per fabbricati, compresi i dipartimenti, i Comuni, gli ospizi, gli ospedali.

Fin dal 1827 Covoleau riteneva che la Francia

produ-c e s s e ordinariamente 40.143 000 ettolitri di vino, dei quali

impiegava 6 milioni nelle distillerie, 1.200.000 nelle espor-tazioni, e consumava 33 milioni di ettolitri, vale a dire un ettolitro per testa (1) e Schnitzler (2) faceva ascendere nel 1842 il prodotto lordo dell'agricoltura, della pastorizia e della pesca di Francia a 5105 milioni di fr„ e il prodotto industriale, detratto un terzo per le materie prime in 1600 milioni, mentre Malchus (3) nel 1826 stimava la pro-duzione delle materie prime in un valore annuo di 4262 mi-lioni, e la produzione industriale in 1820 mimi-lioni, due fonti diverse, eppure non soverchiamente difformi.

Chaptal, ne\V industrie Française (4), valuta il capitale impegnato nel 1830, comprese le fabbriche e le costru-zioni, a 7581 milioni di fr„ e senza le costruzioni a 4581 mi-lioni, per conseguenza a 48.35 fr. per arpento. Moreau de

(1) Œnologie française, 1827.

(2) De la création de la richesse ou des intérêts matériels en Fr, Paris, 1842.

(3) Statistik und Staatenkunde, bei Cotta, 1826. (4) i, p. 222.

— 81 — .

Jonnès (1) calcolava le spese di coltivazione nel 1750 al 3 5 % del reddito lordo, nel 1760 al 37%, nel 1788 al 43 °/„, nel 1813 al 60 °/0, nel 1840 al 60 °/„, e tale è oggi.

L'inchiesta del 1879 ai 49.000 000 ettari produttivi della Francia attribuiva un reddito netto di due miliardi 650 mi-lioni.

Nel 1894 si valutava il reddito netto della proprietà non costrutta a 2 miliardi 645 milioni, tenendo conto del ri-basso verificatosi negli ultimi anni, e nel 1894, secondo d'Avenel, non poteva superare i 2 miliardi 400 milioni, se-condo questo quadro diligentemente studiato dei mutamenti avvenuti in un secolo nella coltivazione delle terre.

Impieghi della terra nel 1776-1800 nel 1891

Terre arabili, colture diverse 21,000,000 27,000,000 Prati 3,750,000 5,000,000 Viene 1,650,000 2,300,000 Giardini 500,000 700,000 Boschi 12,500,000 8,400,000 Lande e terre incolte 10,000,000 6,700,000 Totale 49,400,000 50,100,000 D'Avenel reca documenti numerosi per stabilire che la proprietà mobiliare dal medio evo ha perduto grandemente nei suoi interessi, che la immobiliare ha guadagnato, e che la proprietà cittadina è stata favorita più di tutte, quella di Parigi aumentando da 1 a 2000. L'ettaro di t e r r e n o compreso nei venti circondari di Parigi, che valeva in media nel XIII

secolo 652 fr., vale oggi 1,297,000 fr. Il mq. che allora va-leva 6 cent, e '/2, oggi vale 130 fi'., nel 1890 a Parigi vi erano 1200 affìtti da 13 a 25,000 fr. e forse 300 superiori a 25,000, fra i quali un certo numero non comprende nep-pur l'uso di tutta la casa, il che indica che i grandi red-diti sono minori di quanto generalmente si crede.

Parigi offre ad Avenel un'occasione di stima con dati positivi che lo conducono ad affermare come nei dieci vecchi circondari della città 28,000 case sono ritenute del valore di 7 miliardi 200 milioni: prezzo medio d'ognuna

(1) u J o u r n a l des Économistes a, 15 oct. 1850. 6 — J . T I V A R I M .

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260,000 fr. I dieci circondari eccentrici, invece, con 55,000 case erano valutati 3 miliardi e 600 milioni: 66,000 fr. per ogni casa; tutto Parigi comprende 7800 ettari di terreno. I vecchi circondari nel 1790 valevano una media di 40 mila lire per casa, aumentarono adunque nel secolo xix del 360 °/0 ; i circondari eccentrici valevano nel 1790 lire 5800 per casa; un dieci volte e mezza meno che ora, mentre l'insieme delle città francesi non ha progredito che da 5800 a 13,000 per casa. De Fovillo attribuisce a Parigi che fosse da vendere, tutto compreso, il valore di 17 miliardi.

La ricchezza di Parigi è stata naturalmente studiata da più punti di vista e su basi precise. Così Leroy Beaulieu (1) rileva che nel 1896, secondo i dati forniti dall'Ammini-strazione delle contribuzioni dirette della città di Parigi, vi erano 364,879 locali d'abitazione.

La seguente tabella dimostra la classificazione per ca-tegorie dell'importo degli alloggi a Parigi e il reddito cor-rispondente alle singole classi del valor locativo. Si av-verte che, secondo Leroy Beaulieu, per tutta quella parte della popolazione che abita alloggi non sorpassanti 2499 fr. di valor locativo reale, l'abitazione rappresenta una spesa corrispondente ad del reddito, mentre su coloro che abitano case sorpassanti i 2499 fr., la spesa per l'abita-zione corrisponde ad Ve d e l reddito.

Categorie degli alloggi Numero dei locali

secondo 1 importo ,]',hilMione Reddito supposto del valor locativo

Da 1 a 300 413.450 inferiore a 2.100 » 300 a 499 224.273 da 2.100 a 3.500 » 500 a 999 127.163 » 3.500 a 7.000 » 1.000 a 1.499 36.452 » 7.000 a 10.500 » 1.500 a 2.499 28.951 » 10.000 a 17.500 » 2.500 a 3.999 15 809 » 17.500 a 32.000 » 4.000 a 6.999 10.683 » 32.000 a 56.000 » 7 000 a 9.999 3.264 » 56.000 a 80.000 » 10.000 a 14.999 1.737 » 80.000 a 120.000 » 15.000 a 19.999 565 » 120.000 a 160.000 » più di fr. 20.000 532 superiore a 160.000 Totale 862.879

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Vi erano nel 1896, a Parigi, 862,879 locali d'abitazione, ossia quasi esattamente 1 ogni 3 abitanti, la popolazione di quella capitale non vive quindi così addensata come quella di Berlino, di Pest e di Pietroburgo; ma risulta anche da questo specchietto che la metà,, all'incirca, della popolazione di Parigi ha un reddito inferiore ai 2100 fr. per testa.

Leroy Beaulieu ha anche studiato l'imposta sui cavalli a Parigi. Possessori di cavalli nelle grandi città erano da 7 ad 8000 persone, e il possesso di cavalli presuppone un reddito superiore a 50,000 fr.

Calcolando inoltre le spese dei funerali, un altro degli indizi della ricchezza, per i 4 anni dal 1876 al 1879, se ne constatarono per le cinque prime classi 15,926, nelle-altre cinque classi 186,564, dei quali 110,918 gratis.

De Foville (1) confrontando i dati degli alloggi forniti da L. Beaulieu nella prima edizione della sua opera (1881) e da noi non riportati con i dati dei funerali, concluse che a Parigi i milionari non sono la centesima parte dei capi di famiglia; Leroy Beaulieu rileva che nel 1878 a Parigi non vi erano più di 7 ad 8000 milionari con 50,000 fr. di rendita, ed in Francia non più di 18,000 o 20,000. Posti questi dati incompleti e parziali, ma giovevoli a far inten-dere apprezzamenti più generali, sta bene preninten-dere nota appunto delle numerose valutazioni generali, sebbene quasi, tutte non si basino su elementi di fatto precisi e possano dirsi ipotetiche; ma che provengono da studiosi, i quali hanno competenza nell'argomento.

Delai d'Agier nel 1791 valutava in 1050 milioni i redditi, dei quali 400 per interessi di capitali e rendite, 300 per gli stipendi pubblici.

Gondschaux nel 1818 ammetteva l'esistenza di redditi mobiliari per 3 o 4 miliardi.

J. B. Say al tempo della Ristorazione (1815-1830), sti-mava a 60 miliardi la ricchezza immobiliare, ed a 60 pure la ricchezza mobiliare, totale 120 miliardi, e .per quel tempo era troppo.

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Sotto Luigi Filippo (1830-1848) era giudizio comune che i redditi della Francia fossero da 6 a 10 miliardi.

Gochut (1) nel 1849 calcolava 3177 milioni di redditi, dei quali 1155 profitti industriali e commerciali, 364 per le professioni liberali e gli impieghi, 454 per stipendi, pensioni e retribuzioni, 764 per rendite in fondi pubblici ed in intraprese private.

Nel 1859 Cochut invece valutava il totale reddito dei francesi in 16 miliardi.

Ippolito Passy nel 1849 riteneva in 6 miliardi i redditi mobiliari ed immobiliari.

Nel 1860 Leonce de Lavergne stimava la produzione agraria a 5 miliardi: imposte principali, addizionali e porte e finestre su di essa gravanti 300 milioni.

Wolowski nel 1871 assicurava ^all'Assemblea Nazionale esistere, senza tener conto dei redditi inferiori a fr. 1200, un minimo di 6 a 7 miliardi di reddito imponibile, con un corrispondente capitale di 100 miliardi; Tesseirenc de Bert combattendo Wolowski affermava: « gli studi dei più reputati cultori di statistica portano i redditi totali della Francia, salari compresi, t r a i 10 e i 12 miliardi, i più audaci fino a 15 miliardi ». Come reddito complessivo probabile Wolowski poco dopo ammetteva da 20 a 22 miliardi, e Rouvier nel discorso del 3 febbraio 1871 all'assemblea arri-vava a 16 miliardi.

Edoardo Vignes nel 1872 valutava ad 8 miliardi e 169 milioni i redditi mobiliari, dei quali 1734 per interessi di capitali, 2000 per profitti industriali, 900 per onorari del lavoro intellettuale, 3535 per salari del lavoro manuale.

Nell'insieme, 25 anni or sono, si valutava il reddito della Francia, tutto compreso, in 15 miliardi, nel 1871-72 la stima oscillava t r a 20 e 22 miliardi.

Nel 1874 Bouturel (2) dava come reddito della proprietà francese 4 miliardi, della produzione agricola 7 miliardi netti, dell'industria 4 miliardi, della Banca da 1 a 2 mi-liardi, in tutto da 16 a 17 miliardi.

(1) u Revue des deux mondes », gennaio 1849. (2) u Économiste français ». 14 febbraio 1874.

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Cochut, alla Società d'Economia politica il 5 luglio 1874, stimava il reddito da 18 a 20 miliardi.

Secondo Maurice Block, il valore venale del suolo era nel 1874 di 120 miliardi, secondo Monier, calcolando il valore medio degli ettari con De Foville a frane. 2000 per 44,934,732, si ottenevano fr. 89,869,464,000, più fr. 922,943 di ettari della terra di città a fr. da 1000 a 3000, si giungeva a 100 o 114 miliardi.

Maurizio Block « arrischiava » nel 1873 il seguente conto : P r o p r i e t à P r o p r i e t à A n n i i m m o b i l i a r e m o b i l i a r e T o t a l e m i l i a r d i m i l i a r d i 1 8 2 0 4 0 1 5 4 5 1 8 4 0 4 0 1 8 4 7 1 0 0 1 8 5 0 4 5 1 8 6 0 1 1 4 1 8 6 9 1 8 7 3 1 2 0

A giudizio di Girardin nel 1 8 5 3 ( 1 ) 9 2 3 3 1 2 5

Secondo Wolowski nella

se-duta del 22 dicembre . . 1 8 6 1 ( 2 ) 1 2 0 5 5 1 7 5

Secondo il duca d'Ayen nel 1 8 7 2 ( 3 ) 1 0 0 9 5 1 9 5

Secondo A. Amelin nel . . 1 8 7 8 ( 4 ) 2 1 6 4 4 2 6 0

Secondo S. Mony . . . . 1 8 8 1 ( 5 ) 1 3 5 1 0 5 2 4 0

Oordier du Calvados nel 1872 dava alla t e r r a coltivata il valore di fr. 96,282,000,000, e Menier (6) valuta in 160 a 180 miliardi il capitale fisso della Francia.

Cosi, secondo la statistica ufficiale, il reddito netto fon-diario sarebbe stato nel 1874 di 2 miliardi 700 milioni,

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