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La ricchezza del Regno Unito d'Inghilterra, Scozia ed Irlanda

Ricchezza t e r r i e r a .

La popolazione del Regno Unito (Inghilterra e Galles, Scozia ed Irlanda, escluse le isole di Man e dei Normanni), la quale era nel 1780 di circa 12 '/, milioni, salita nel 1821 a quasi 21 milioni, era nel 1891 di 37.732.000, nel 1900 di 40.909.925.

Vilfredo Pareto nel suo Cours d'Economie politique (1), presenta la seguente tavola della divisione della popola-zione inglese secondo il territorio, da me completata per gli anni successivi al 1891 (2).

Anni 1066 1381 T>28 1672 1700 1712 1730 1754 1770 1780 18 il Inghilterra e Galles (000) 2150 2360 4356 5500 5475 62S0 5791 7020 7428 8080 8992 Scozia (000) 350 400 550 900 1050 1265 1130 1608 Irlanda (000) Anni Inghi itsrra e Galles (000) Scozia (000) 1000 1811 10164 1806 l i n o 1821 12000 2092 770 1831 13897 2364 1320 1841 15914 2620 1851 17928 28S9 2099 1861 20006 3062 1871 22712 3360 2373 1881 25975 3736 1891 29:101 4026 3050 1896 30717 4186 1900 32091 4313 Irlanda (000) 6802 7767 8197 6574 5799 5412 5175 4705 4560 4504

Ciò premesso e premesso che il Regno Unito (Inghilterra, Galles, Scozia ed Irlanda, escluse le isole di Man e dei

(1) V I L F R E D O P A R E T O , o p . c i t . , i, 1 1 0 .

(•2) Statistical Abstract. London, 1900, Edit, by Wyman and Sons, p. 250.

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N o r m a n n i ) , h a u n ' e s t e n s i o n e di 313.555 c h i l o m e t r i q u a d r a t i dei q u a l i l ' I n g h i l t e r r a e il paese di Galles soli o c c u p a n o 151.015 k m q . (1), la d i s t r i b u z i o n e d e l l a p r o p r i e t à t e r r i t o -r i a l e dal 1872 al 1875, si p -r e s e n t a v a c o m e s e g u e : (2)

T A B E L L A A

Distribuzione della proprietà territoriale in Inghilterra e Galles, esclusa la capitale, secondo il censimento 1872-75:

Classi di estensione delle proprietà Numero dei proprietari Estensione delle proprietà • • in acri (! acro = 40.47 are) ' Proporzione percentuale | del numero dei '

proprielari ! Proporzione percentuale della estensione-delio proprietà Meno di un aero 703.289 151.171 7 2 . 2 9 0 . 4 6 Da 1 acro a 10 121.983 478.679 1 2 . 5 4 1 . 4 5

Da meno ài 1 acro a 10 8 2 5 . 2 7 2 6 2 9 . 8 5 0 8 4 . 8 3 1 . 9 1

10 acri a 50 72.640 1.750.079 7.47 5.30 50 100 25.839 1.791.605 2.66 5.43 1 0 1 0 0 9 8 . 4 7 9 3 . 5 4 1 . 6 8 4 1 0 . 1 3 1 0 . 7 3 100 500 32.317 6.827.436 3.32 20.68 500 1.000 4.799 3.317.678 0.49 10.05 1 0 0 1 . 0 0 0 3 7 . 1 1 « 1 0 . 1 4 5 . 1 1 4 3 . 8 2 3 0 . 7 3 1.000 10.000 5.115 13.S03.221 0.52 40.30 10.000 50.000 289 5.015.750 0.03 15.19 50.000 100.000 3 194.938 0.59 olire 100.000 1 181.616 0.55 da 1 0 0 ad oltre 1 0 0 . 0 0 0 4 2 . 5 2 4 2 8 . 8 4 0 . 6 3 9 4 . 3 7 8 7 . 3 6 Estensione ignota 6.448 0 . 6 6 Rendita ignota 113 1.423 0.01 T O T A L E j 972.836 33.013.596 I 100.00 | 100.00

(1) Almanach de Gotha. Iustus Perthes, 1900, pag. 867.

(2) CARLO F. FERRARIS, Saggi di Economia, Statistica e Scienza

dell' Amministrazione. Torino-Roma, E. Loescher, 1880, pagg. 304,

Il fatto più saliente — nota il prof. Ferraris — si è che 42.524 ossia il 4,37 per cento possiede 28.840.639 acri, ossia 1'87.36 per cento del totale del suolo.

T A B E L L A Scozia. Classi di estensione delle proprietà Numero dei proprietari Estensioni) dello proprietà in acri (latro = 10.17 ari) Proporziono percentuale del numero doi

proprielsri

Proporzione percentuale della estei:8:one'

delle proprietà Meno di un aero 7 6 . 7 3 2 2 2 . 3 2 1 . 8 1 . 0 8 0 . 1 2 Da 1 a 1000 1 6 . 1 5 8 1 . 4 5 2 . 4 4 4 1 7 . 0 8 7 . 6 7 « 1000 « 1 0 0 0 0 1 . 4 2 5 4 . 3 5 5 . 4 0 1 1 . 5 1 2 3 . 0 1 S o p r a 1 0 0 0 0 3 2 6 1 3 . 0 9 5 . 5 4 4 0 . 3 4 6 9 . 1 9 D a 1 0 0 0 s o p r a 1 0 0 0 0 1.751 1 7 . 4 5 0 . 9 4 5 1 . 8 5 9 2 . 2 1 T O T A L E 9 4 . 6 4 1 1 8 . 9 2 5 . 7 9 0 1 0 0 . 0 0 1 0 0 . 0 0

Questa tavola prova, commenta il prof. F e r r a r i s , che, 1751 proprietari, ossia 1' 1,85 del loro totale, possiede in Scozia il 92 °/0 del suolo.

Il censimento dei proprietari eseguito nel 1872-73 po-neva dunque in luce che 1*87 per cento del suolo dell'In-ghilterra e Galles, esclusa Londra, apparteneva a 42.524 persone sur una popolazione di 19 milioni, come pure che il 92 per cento del suolo della Scozia, escluse le sue nove principali città, era posseduto da 1751 persone sur u n a popolazione di circa 2 '/2 milioni.

È interessante anche il notare che 421 proprietari dis-ponevano di 9.152.302 ettari (ossia in media 21.700 ettari per ciascuno), che il Duca di Sutherland aveva 482.676 ettari, quattro altri signori più di 80.000 ettari (tutti in Scozia), e che parecchi proprietari in Inghilterra avevano oltre 60.000 ettari ; 10.207 landlords possedevano 7 d e l l ' I n -ghilterra e del Galles, 12 persone possedevano 1.038.883

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acri, 100 persone 3.917.611 acri. In Scozia un solo proprie-tario disponeva di 1.323.000 acri e 26 altri di 1.500.000 acri. In Irlanda non si avevano più di 12.000 proprietari impor-tanti.

Anche de Foville nel Morcellement avvertiva che su un territorio di 31 milioni di ettari, metà circa di essi ap-parteneva a 225 proprietari « Novanta persone possiedono 1 1.760.000 acri, ossia '/-, del Regno Unito, 63 persone possie-dono '/a d el| a Scozia. Non si conta che 1 proprietario su 26 capi di famiglia in Inghilterra, 1 su 84 in Scozia. 1 su 54 in Irlanda, m e n t r e in Francia il rapporto è dì 1 proprietario su 2 capi di famiglia ed agli Stati Uniti di 1 su 3 ».

In Inghilterra dunque si notava una immensa spropor-zione, molto maggiore che in F r a n c i a , fra il numero dei g r a n d i e quello dei piccoli proprietari, e nella estensione delle grandi e delle piccole proprietà.

Di guisa che i socialisti avevano ragione di affermare c h e metà dell'Inghilterra e del paese di Galles era

posse-duta da 150 persone e la metà della Scozia da 70 persone, mentre uno dei più autorevoli economisti osservava che vi era un milione di famiglie indigenti, un altro milione sospeso con un filo di cotone su l'abisso della miseria.

Per cui John Bright, in un discorso pronunciato a Bir-m i n g h a Bir-m il 27 agosto 1866, diceva: « Sapete voi che 150 per-sone posseggono la metà del suolo in Inghilterra, che il suolo di Scozia appartiene a 10 o 12 individui? » —

Egual-mente F o u r n i e r affermava che '/, dell'Irlanda appartiene a 2860 proprietari (1), e Ottavia Hill notava che le leggi di espropriazione dal 1710 al 1843 avevano ridotto in de-manio privato 7.660.413 acri di terreno, ossia V3 dell'area coltivata che .nel 1807 comprendeva 2.545.162 acri.

« Sapete voi, continuava Bright a Birmingham, che il mo-nopolio della proprietà privata si concentra di giorno in giorno in un numero più esiguo di mani, e che questo monopolio ingrandisce vieppiù? ».

Senonchè gli ultimi censimenti del 1885 e del 1895

pre-(1) E. FOURNIER DE FLAIX, Traité de critique et statistique

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sentano dati alquanto diversi, e dimostrano che vi è piut-tosto tendenza alla diminuzione delle imprese grandi e grandissime ed all'aumento delle imprese piccole e medie.

Cosi Bernstein (1) ci presenta la seguente tavola delle imprese agricole in Gran Bretagna, dove gli acri sono ridotti in ettari e dove, non si sa perchè, sono omesse le imprese minori di 2 ettari.

Classi di imprese 1885 1895 Aumento o diinionziptie

da 2-20 ha 232 955 235.485 4- 2.526 » 20-40 » 64.715 66.625

+

1.910 » 40-120 » 79.573 81.245

+

1.672 » 120-200 » 13.875 13.568 307 oltre 200 » 5.489 5.219 270 La seguente tabella invece è tolta dal « Journal of the Royal Statistical Society » del 1897 (2) e mostra come erano composte (nel 1895) le diverse classi delle aziende agricole in riguardo al numero ed all'estensione.

T A B E L L A y .

, Classificazione delle aziende

nella Gran Bretagna

Numero Percento del numero Numero degli acri Percento degli acri Estensione media della tonala in acri da 1 a 5 aeri 117.968 22.68 366.792 1.13 3 5 20 149.818 22.80 1.667.647 5.12 11 20 50 85.663 16.47 2.864.976 8.79 33 50 100 66.625 12.81 4.885.203 15 — 73 100 300 81.245 15.62 13.875.914 42.59 171 300 500 13.568 2.61 5.113.945 15.70 377 500 1000 4.616 0.89 3.001.184 9.21 650 oltre 1000 603 0.12 801.852 2.46 1330 TOTALE 520.106 100 — 32.577.513 100 — 6 3

-Con i dati esposti in questa tabella io ho formato il seguente diagramma rettangolare dimostrante la classifi-cazione della proprietà terriera in Gran Bretagna nel-l'anno 1895.

(1) BERNSTEIN, Socialisme théorique et social-démocratie pratique. Paris, 1900, pag. 111.

0.12 oltre 1000 acri 0.89 da 500 a 1000 acri 2.61 da 300 a 500 acri

ri

a K> pq ri o a <i ci « " CU S s ce QÌ O S bD a 3'S Qi Cfi r-t tn 53 T , ri o C"„ tu O o "ce T3 15.62 da 100 a 800 acri ho o 12.82 da 50 a 100 acri 3 16.47 1,758 da 20 a 50 aeri 22.80 da 5 a 20 acri 1.024 22 68 Da 1 a .'1 neri «J o ® CD <D 3 ~o «Q tD O •—1 co O 0) p O o 1 1 1 o TS "A S'TL a s * * o « 2 T3 = ri „Zi =! a, © o m ^ ro Co C3 « gH «2 s sz;

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Questa tabella e le cifre diligentemente raccolte dal dott. Paasche in suo studio sullo sviluppo dell'agricoltura inglese sotto la pressione della concorrenza estera (1), ci permettono di istituire degli utili confronti tra periodo e periodo.

Il numero delle imprese nella Gran Bretagna era 1880 1885 1890 da '/4 a 50 acri 391.429 392.203 409.422 da '/4 a 50 1895 da 50-100 » 64.095 67.715 66.625 » 100-300 » 78 721 79.573 81.245 » 300 500 » 14.075 ì 3.875 13.568 » 500 1000 » 4 831 4 826 4.616 oltre 1000 » 585 663 603 Ma mentre i dati esposti nella tabella a e lì indicano il nu-mero dei proprietari rurali, quelli raccolti dal dott. Paasche e dal sig. Bernstein, e quelli rappresentati nella tabella y si riferiscono alle classi d'impresa. Per cui non è possibile un confronto esatto tra gli uni e gli altri. — Però è in-controvertibile che anche in Inghilterra cresce il numero dei piccoli proprietari. Le piccole porzioni di terreno, col-tivate dai loro stessi proprietari (Allotments) sono pure in rapido aumento. Queste ultime erano (2) nel

1873 243.398 1886 357.795 1890 455.005 Le piccole aziende (small Holdings) di '/» — a c r i

aumentano parimenti di numero. Esse erano (3) nel 1875 388.941 1880 391.429 1885 392 203

1890 409.422 Laonde, osserva il dottor Paasche (4), dal quale abbiamo tolte queste cifre, non vi è nessun cenno ad un'evanescenza

(1) Dr. PAASCHE, Die Entwickelung der Britischen Landwirtschaft

unter dem Druck ausländischer Konkurrenz. Jahrbücher für National

Oekonomie und Statistik, i n F., III Bd., I Heft. Jena, 1892, p. 53. (2-3-4) Dr. PAASCHE, op. cit., p. 53-54.

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della classe media, ad una quiete da tomba nelle campagne, ad immensi latifondi, popolati solo da bestiame, ma piut-tosto sembra che, malgrado la forte diminuzione della col-t u r a a grano, si mancol-tenga la col-tendenza all'impiccolirsi delle imprese agrarie.

Per fermo l'Inghilterra, in causa del regime feudale che essa mantiene pressoché integro ancora nel secolo ventesimo, rimane il paese tipico della grande proprietà agraria, e la divisione della t e r r a non vi è così molteplice come in Francia ed in Italia, ma i dati qui raccolti di-mostrano che non è vero che la proprietà agraria si con-centri ogni giorno in un numero sempre più esiguo di mani, come affermava .John Bright nel 1866, ma che al-l'opposto vi è la tendenza ad una diminuzione della grande proprietà e ad un incremento della piccola e della media. Che se esistesse la tendenza al condensamento della proprietà fondiaria in poche mani, e questa tendenza fosse l'effetto di una legge economica, dovrebbe venire il mo-mento nel quale questa proprietà sarebbe condensata in un numero cosi piccolo di proprietari, che basterebbe una scossa, anche occasionale, per farla passare in mano ad un solo, cioè dello Stato.

È stato detto che la piccola proprietà non può resistere all'imposta, alla concorrenza delle maggiori imprese, alle minori spese proporzionali della grande proprietà, e che per conseguenza è destinata a sparire.

Ma si dimentica che se in realtà una parte della piccola proprietà scompare, la tenace attività dell'interesse indi-viduale ne crea incessantemente una nuova, perchè nel mondo, e specialmente in Inghilterra, la proprietà t e r r i e r a non è la sola fonte di ricchezza, e perchè il nullatenente il quale ha conquistato nell'industria o nel commercio il suo modesto capitale e sente il bisogno di riposarsi, è ine-vitabilmente spinto ad impiegarlo nella terra.

Tutti i fenomeni e la tendenza alla condensazione sono in tale maniera compensati da fenomeni e da tendenze al frazionamento, cosicché i primi perdono ogni carattere di rigidità e quindi di legge costante.

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dell'agricoltura inglese va crescendo l'importanza del capi-tale e diminuendo quella del lavoro.

Così secondo Marx (1) dal 1851 al 1861 il personale im-piegato nell'agricoltura della Gran Bretagna era diminuita da 1.241.269 individui a 1.163.227.

Anche dati più recenti confermano questo movimento di diminuzione del proletariato agricolo, come lo dimostra il seguente specchietto (2):

Numero degli operai agricoli Diminuzione, 1871 1891 per cento

Inghilterra e Galles 966.642 798.912 19,85 Scozia ' 165.096 120.770 26,8 Irlanda 509.314 288.086 45,5

1.671.082 1.207.768

E qui torna opportuna anche un'altra osservazione. Ricardo sosteneva che l'accrescimento della ricchezza e l'aumento della popolazione (3) devono creare una rendita, un maggior valore del suolo, indipendentemente dall'opera del proprietario — unearned increment — donde i colletti-visti deducevano la conseguenza che la rendita non spetta equamente al proprietario. E il prof. Gide, in un suo studio sulla Proprietà fondiaria (4), riteneva che il valore della terra si raddoppiasse ogni 70 anni.

Ma a ciò R. Giffen (5) oppone che le t e r r e del Regno Unito, le quali nel 1865 valevano 1864 milioni di lire ster-line e che erano salite nel 1875 a 2000, secondo le va-lutazioni dell' income tax, ridiscesero nel 1885, ad onta dell'aumentata popolazione, a 1691 milioni di lire sterline.

Nel 1892, secondo la valutazione dell'incoine tax, alle

(1) C. MARX, Le Capital. Traduci, de M. J. Roy. Paris, Librairie du Progrès, cap. xxv, v, p. 298, 2" colonna.

(2) LUIGI EINAUDI, La crisi agraria nell'Inghilterra, in Giornale degli Econ., Roma, nov. 1895, p. 521.

(3) D. RICARDO. Œuvres complètes. Paris. Guillaumin, 1882, p. 44. (4) CH. GIDE, La propriété foncière. Journal des Économistes, 1884. (5) 1!. GIFFEN, The growtli of capital. London, 1889, p. 31, 43.

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t e r r e inglesi fu attribuito un valore ancora assai, minore, cioè di 1024 milioni di lire sterline.

Sotto l'influenza della concorrenza americana, provvi-soria forse, ma che non è il solo elemento della diminu-zione di valore dei fondi, le t e r r e inglesi hanno dunque subito una diminuzione di valore stimata dal 20 al 30 per cento.

In Inghilterra propriamente detta e nel Galles il numero delle case nel secolo X V I I I secondo YinhaUted house Duty,

era di circa 500,000; nel 1805 le case soggette all'imposta e r a n o 1.171.111, nel 1844 6 087.419 (1), nel 1892, secondo M. E. Boutin (2), vi erano ili tutto il Regno Unito 7.411.000 edifici col reddito di 3 l/s miliardi di franchi.

2 °

A l t r i in li zi della ricchezza.

Il reddito delle società industriali inglesi nel 1869 si valutava a L. st. 50.458.344, nel 1884 a L. st. 111.216.161 (3). Il reddito del commercio e delle professioni, che era va-lutato nel 1869 a Lire st. 122.595.850, nel 1884 saliva a L. st. 181.920.734, per Londra nel 1884 a L. st. 58.277.291 (4).

Secondo i dati della imposta dei poveri (poor-rale) la quale costa ai contribuenti inglesi 200 milioni di lire al-l'anno, nel 1881 il reddito lordo della proprietà imponibile in Inghilterra e Galles era valutato a 173.447.682 L. st., il reddito netto a 145.938.592 L. st.

(1) FORMER DE FLAIX, Critique et statistique comparée. (2) M. E. BOUTIN, La propriété bâtie en France, etc., nol Bulletin de l'Institut International de Stat:stique. Rome, 1892, p. 134.

- 33 —

Il Slalistical illustred (3" ediz., p. 36) stabilisce poi che un milione di famiglie inglesi ha un reddito di 25 lire ster-line ed un secondo milione da 33 a 50 lire st.

Il valore locativo delle terre era valutato 700 milioni nel 1804, 750 milioni nel 1838, le rendite della terra e delle decime rappresentavano nel 1814, secondo Leone Levi, 985 milioni di franchi.

Teisserenc de Bijrt nel 1871, discutendo all'assemblea francese con Wolowski, riteneva il reddito dell'Inghilterra di 25 miliardi, mentre nel 1838 il totale delle rendite fondiarie del Regno Unito ammontava, secondo la

West-minster Review dell'ottobre 1881 a circa 45 milioni di st.

e nel 1881 a 67, aumento attribuito in gran parte allo svi-luppo delle manifatture.

Il valore delle case della city di Londra che nel 1861 ammontava a Lire steri. 1.280.000, nel 1881 saliva a Lire sterline 3.535.500 (1).

Il perimetro del Board of Works di Londra (4 milioni di abitanti) non si poteva calcolare valer meno di 28 mi-liardi di fr (2).

Secondo Wolowski (3) nel 1874 la circolazione si faceva con 3 miliardi di fr. di numerario, mentre il capitale della Nazione era di 200 miliardi di fr., e Arnauné (4) calcolava in 75 od 80 milioni di lire st. lo stock di oro dell'Inghil-terra (da 1875 a 2000 milioni di fr.).

Gladstone in un discorso ai Comuni nel marzo 1893 valutava in due miliardi di sterline (50 miliardi di fr.) i crediti inglesi sull'estero.

I profitti dei noli marittimi, che l'Inghilterra ottiene dagli altri paesi, venivano valutati da Giff'en ad 1 miliardo per anno (5).

Saverio Merlino (6) a proposito dei profitti dei negozianti

(1) Westminster Review, 1881, October.

(2) FOURNIER DE FLAIX, Critique et statistique comparée. (3) Assemblée nationale de Franee, 3, li, 1874.

(4) ARNAUNÉ, Tm monnaie, le crédit et le change. (5) CAUWÈS, Cours d'Economie politique, li, 536.

(6) FR. SAVERIO MERLINO, Socialismo o monopolismo? Napoli-Londra, 1887, p. 75.

T

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rileva: nel 1851 furono vendute soltanto a Londra 7.856.158 tonnellate di carbone, e su ognuna di esse i negozianti hanno preso 1 scellino e '/, oltre il prezzo di costo. Cosicché il popolo di Londra ha lasciato loro a titolo di monopolio — si potrebbe anche dire a titolo di interesse del capitale impiegato e di rimunerazione del loro lavoro e della loro intelligenza — L. st. 589.264 in un anno.

Il profitto dei mercanti di pesce di Londra ascende al 50, all'80, al 100 e persino al 200 °/0, mentre il pescatore della costa deve vendere a prezzo basso o gettar via il pesce. Questi ed altri guadagni eccessivi, che di solito la libera concorrenza riduce al giusto, possono richiamare l'atten-zione dell'economista per studiare il modo di rimediarvi; ma come fatti sono indizi per il nostro conto.

Un altro valore ingente deve essere preso in nota, quello delle ferrovie, tutte private in Inghilterra, il cui

prezzo di riscatto si calcola in 22 '/2 miliardi (1).

Dal 1885 al 1899 le esportazioni dei principali articoli della produzione inglese ed irlandese sono salite da 213 a 264 milioni di lire st. (2).

Quanto alle Casse di risparmio, in principio del secolo esse erano istituzioni assolutamente private, ma nel 1817 il Parlamento decideva che d'allora in poi esse deposite-rebbero le loro somme al National Deht Office per essere gestite dallo Stato.

Questa prescrizione non è stata eseguita, ed abusi gravi s'introdussero nella gestione, una grande inchiesta — val-vola di sicurezza inglese — rivelava disastri che si eleva-vano a 10 milioni, sebbene le casse nel 1850 non avessero più di 723 milioni di depositi.

In seguito a ciò nel 1861 si creava una Cassa di Stato in dipendenza dell'Amministrazione delle Poste — Post

office Savings Bank — senza recare offesa, tuttavia, alle

casse private.

In 15 anni il risparmio popolare ha più che raddop-piato, la progressione dei depositi è stata di 100,000 lire

(1) CAUWÈS, Cours d'Économie politique, IV, 166. (2) Statistical Abstract, 1900, op. cit., p. 114-115.

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circa per anno, nel 1800 le Casse private avevano 1,585,000 depositanti e 41,259,000 1. st/di depositi, nel 1876, fra Casse pubbliche e private, si avevano 3,263,000 depositanti e 70,279,000 lire st. di depositi.

Certamente anche nelle Casse di risparmio si rimarca una sperequazione. Nel 1876 si avevano tra Inghilterra e Galles 1,118,902 depositanti nelle Casse pubbliche, dei quali la metà 560,200 possedeva lire st. 1,365,700, mentre 205,080 persone avevano depositato 20 '/, milioni di lire st., f}3 c i oè di tutti i depositi (1).

Ma si constatò pure che il Post office attira i piccoli risparmi.

Nel 1876, dei 1800 milioni di fr. di depositi, 761 circa appartenevano alle Casse postali e oltre un miliardo alle Casse private. Nel 1890 vi erano 6 '/.2 milioni di deposi-tanti con depositi di quasi tre miliardi di franchi col quoto medio individuale nelle antiche Casse di 750 fr., e nelle postali di 350 fr. (2). Nel 1899, nel Regno Unito il numero dei libretti delle sole Casse postali era di 8,016,680 (3).

Lo specchietto seguente (4) illustra a sua volta il mo-vimento delle Società Cooperative di costruzione inglesi (Building Societies).

Numero dello Società Membri Incassi annui

Inghilterra 1870 2000 800.000 11.000.000 » 1888 2444 582.000 19.480.489 Scozia 1870 88 20.635 1.000.000 » 1888 50 968 403.617 Irlanda 1870 17 3.836 — — » 1888 51 12310 531.751

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