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Riconnettere ambiente e salute ai tempi del Covid-

di Giorgio Osti e Marco Ingrosso

1. Riconnettere ambiente e salute ai tempi del Covid-

Ambiente e salute pubblica hanno molte cose in comune; sono entrambi

commons nel senso tecnico del termine (poco escludibili e sempre più sot-

traibili), hanno una grande complessità sistemica e rappresentano basilari condizioni di benessere. Allo stesso tempo vi sono alcune asimmetrie: l’am- biente in teoria racchiude la salute pubblica, il monitoraggio del primo risulta assai più complesso di quello della seconda, le risorse pubbliche messe in campo per la salute sono molto più ampie di quelle per la tutela dell’ambiente (Osti 2008).

Questi elementi di somiglianza e differenza sono importanti per capire la percezione di eventuali problemi dell’uno e dell’altra e la messa in opera di rimedi o forme di prevenzione dei danni. Essendo commons entrambi richie- dono una forte mano pubblica, ancorché non esclusiva, sia in termini di di- rettive che di risorse. L’organizzazione dei servizi ambientali e sanitari di- venta allora il fulcro di ogni analisi ed anche di eventuali proposte per il mi- glioramento del SSN, anche alla luce dell’emergenza Covid-19.

La crisi sanitaria da Covid-19 ha due punti principali di aggancio con la questione ambientale: uno riguarda la qualità dell’aria – concentrazioni di PM102 avrebbero il duplice effetto di veicolare più rapidamente il virus e di

indebolire ulteriormente il sistema respiratorio sul quale poi si sviluppa la patologia da Covid-19 – l’altro riguarda la presenza di allevamenti intensivi, quali bacini privilegiati per lo sviluppo, trasmissione e mutazione del virus. Vi sarebbe anche il disboscamento selvaggio quale fattore che favorisce il

1 Il paragrafo 1 è da attribuirsi a Giorgio Osti, i paragrafi 2, 3, 4, 5 sono da attribuire a

Marco Ingrosso.

2 Si tratta di particolato formato da particelle con dimensioni minori di 10 µm, disperso

virus, ma riguarda i paesi del sud del mondo. In Italia, abbiamo semmai il problema contrario (rimboschimento selvaggio).

Se consideriamo l’ambiente come territorio è evidente che anche l’orga- nizzazione urbano-industriale conta. Ad esempio, sistemi metropolitani mo- nocentrici, quali Milano o Torino, inducono flussi e concentrazioni di popo- lazione elevate: condizioni favorevoli per la diffusione esponenziale di molti agenti patogeni. Nell’ambiente come territorio includiamo anche il sistema sanitario, che ha per l’appunto una sua articolazione spazio-dimensionale.

In un quadro così complesso è utile focalizzare l’attenzione solo sui rap- porti fra i sistemi di monitoraggio ambientale espressi dalle Agenzie Regio- nali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e le Aziende Sanitarie Locali (ASL). Il punto di partenza è il referendum del 18 aprile 1993 che sancì la separazione dei servizi di monitoraggio ambientale dalle ASL. Una prospet- tiva di analisi che possa gettare luce su quella scelta e sugli sviluppi succes- sivi poggia su un approccio interorganizzativo.

La separazione fra la funzione sanitaria e ambientale appare coerente con l’idea di Luhmann (1992) che la società si vada differenziando in sistemi sempre più autopoietici. Sia la salute che l’ambiente, certamente più il se- condo della prima, hanno conosciuto un incremento di complessità, ponendo l’umanità di fronte a problemi del tutto nuovi, come la concentrazione di CO2

nell’atmosfera o il trattamento di migliaia di sostanze di sintesi. Di fronte a queste novità i governi hanno creato delle task force, fra queste le ARPA. Giocoforza che non potessero essere tenute dentro un sistema, quello sanita- rio, già molto complesso e con una propria codifica dei problemi e delle re- lative soluzioni.

Nell’ottica di Luhmann la separazione crea problemi di comunicazione laddove il monitoraggio dell’ambiente genera segnali incomprensibili al si- stema sanitario e viceversa. Ricordiamo che l’incenerimento dei rifiuti sani- tari è un minuscolo, ma significativo problema ambientale. Ma la questione più ampia è se l’inquinamento produca danni alla salute e quali siano i metodi per il monitoraggio delle fonti. Sia le ARPA che le ASL tendono a comuni- care all’esterno solo secondo un proprio codice, con forte rischio di incom- prensioni reciproche. Se le classificazioni di una stessa sostanza chimica ri- spondono a due diversi criteri di analisi e di scopo è evidente l’esito di inco- municabilità.

Nonostante la comune matrice amministrativa ASL e ARPA, dunque, non sembrano sistemi particolarmente aperti al dialogo reciproco; se avviene, è spesso per iniziativa di singoli direttori o uffici. Ma la tendenza alla chiusura organizzativa rimane forte. Nella teoria dei sistemi luhmanniana la mitiga- zione dei problemi di specializzazione e autoreferenzialità consiste

nell’accoppiamento strutturale (Pelikan, 2007; Cardoso 2019). Noe e Alrøe (2015), studiando all’apparenza ambiti lontani dal nostro campo (sistemi agroalimentari), propongono tre modalità: 1) accoppiamenti funzionali, 2) accoppiamenti fra organizzazioni mediante certificazioni (labels) o reti, 3) meta-accoppiamenti.

Dietro un linguaggio notoriamente esoterico, vi sono alcuni spunti utili al nostro scopo. La prima modalità di functional couplings consiste nel connet- tere il sistema sanitario ad un insieme di valori e mete di sostenibilità am- bientale. Questo è stato fatto tipicamente dalle ASL creando al loro interno i comitati etici, ma per questioni eminentemente umane. Quindi, o si allarga il ventaglio di questioni che i comitati etici devono trattare, oppure si crea un organismo con una funzione simile ma rivolto all’ambiente. Pensiamo all’ob- bligo di istituire un energy manager nelle aziende con oltre 300 dipendenti.

La seconda modalità di organizational coupling è a sua volta divisa in due: la prima (mediated coupling) consiste nell’ottenere da un ente terzo una patente di sostenibilità ambientale per le pratiche e le apparecchiature medi- che di un’ASL. La proposta non è semplice perché vi è un forte rischio di burocratizzazione. In Italia il settore industriale è da tempo attrezzato con un sistema di autoregolazione dei flussi dei rifiuti, la nota etichetta ‘Contributo Ambientale CONAI assolto’. Per una ASL appare più difficile certificare ambientalmente tutti le sue procedure, ma non impossibile, ad esempio con sistemi blockchain (www.agendadigitale.eu/sanita/blockchain-per-miglio-

rare-la-sanita-ecco-come/). Il network coupling appare ancora più abborda-

bile. Si tratta di inserire nelle pieghe dei processi di cura soggetti/entità esterni. I sistemi sanitari sono molto gelosi della propria chiusura organizza- tiva, per cui, ad esempio, la funzione terapeutica esercitata dalla visita dei parenti del paziente è rigidamente regolamentata. La pet therapy è una irru- zione di un aspetto ambientale molto particolare nelle strutture sanitarie. Gli antichi sanatori avevano accorgimenti per includere sole e aria dotando le stanze dei malati di poggiolo. Sono tutte misure parziali e pure storiche. Un più ampio “accoppiamento strutturale” potrebbe avvenire grazie ad una ulte- riore specializzazione delle ARPA, alle quali chiedere di sviluppare indica- tori e dispositivi ambientali dentro i luoghi di cura. Ad esempio, misure per l’isolamento termico e acustico di ospedali e ambulatori. Anche la Rete Ita- liana Ambiente e Salute (RIAS) è una iniziativa nel senso del network cou-

pling. Essa si presenta nelle vesti del progetto; non è una rete istituzionale

permanente3.

3 Il Progetto RIAS “Integrazione, formazione e valutazione di impatto dell’inquinamento

Infine, la terza modalità di coupling: dalle esemplificazioni di Egon Noe e Hugo Alrøe (2015) si intuisce che si tratta di spostare l’attenzione su meta- significati, la cui ampiezza, astrattezza e indeterminatezza possono far pro- gredire il dialogo fra due organizzazioni, altrimenti condannate all’autorefe- renzialità. È una concettualizzazione vicina ai boundary objects, che proprio per il fatto di essere ampi e passibili di diverse interpretazioni permettono a soggetti diversi di sedersi ad un tavolo e aprire negoziati. Bisogna aggiungere che tali oggetti di confine devono essere di grande fascino e capacità evoca- tiva. La sostenibilità ambientale ha questo potere. E infatti quotidianamente si vedono i settori più disparati della società appellarsi a svolte green nel loro operato.

In conclusione, rispettando lo schema di analisi sono tre le proposte am- bientali per il SSN: creare una sezione dedicata all’ambiente dentro le ASL, adottare certificazioni green per procedure e dispositivi, creare gruppi di la- voro misti con le ARPA, secondo il modello RIAS, che andrebbe quindi am- pliato e reso una istituzione permanente.