di Valeria Quaglia, Marco Terraneo e Mara Tognetti
1. Sistemi sanitari regionali e disuguaglianze di salute
Il tentativo di mettere in luce in che misura i tre modelli precedentemente descritti di SSR abbiano prodotto esiti differenti rispetto ad alcuni indicatori di cura e contrasto alla diffusione del virus, a nostro avviso, è importante non solo perché mostra il portato delle diverse scelte organizzative adottate dai diversi SSR ma, soprattutto, per le conseguenze rilevanti che tali scelte pos- sono avere sulla salute dei cittadini. L’andamento degli indicatori per i tre modelli sanitari selezionati è rappresentato dai quattro grafici sotto riportati.
Fig. 1 – Percentuale di persone ospedalizzate sul totale dei contagiati. Fonte: nostre elabo- razioni su dati Protezione Civile
3 https://www.scienzainrete.it/articolo/alessandro-marinaccio-lavorare-ai-tempi-della-pande-
Fig. 2 – Tamponi giornalieri effettuati per 1000 residenti nella regione. Fonte: nostre elabo- razioni su dati Protezione Civile
Fig. 3 – Rapporto tra ricoverati con sintomi e persone in isolamento domiciliare (x 100). Fonte: nostre elaborazioni su dati Protezione Civile
Note: Il rapporto tra ricoverati con sintomi e persone in isolamento domiciliare è limitato a
Fig. 4 – Rapporto tra casi da screening su casi totali (x 100). Fonte: nostre elaborazioni su dati Protezione Civile
Note. Il dato che distingue tra i casi totali quelli individuati tramite screening e quelli che
invece vengono da un sospetto diagnostico è disponibile solo da fine luglio.
Il primo grafico mette in evidenza che all’inizio della pandemia, almeno fino alla fine di marzo, il sistema sanitario lombardo ha optato per trattare le persone contagiate per lo più in ambito ospedaliero, con punte tra il 60 e l’80%. Al contrario, in Veneto il rapporto tra persone ospedalizzate per Co- vid-19 sul totale dei soggetti contagiati non supera mai il 30% anche nella fase più acuta della diffusione del virus. Questa differenza si riduce in modo significativo solo a partire da maggio, per poi annullarsi con l’inizio di luglio. La Campania, d’altra parte, ha un andamento intermedio tra questi due estremi, con l’eccezione del picco di ricoveri di fine maggio e soprattutto di giugno (con un valore massimo di circa il 60%). Il peso differente giocato dall’ospedalizzazione rispetto alla scelta di curare/seguire i soggetti è quanto emerge nel secondo grafico, che mette in rapporto il numero di ricoverati con
sintomi con la quota di persone in isolamento domiciliare4. Si osserva una
sostanziale sovrapposizione negli andamenti con quanto visto nel grafico precedente: il ricorso all’ospedalizzazione si conferma la scelta più usuale per la Lombardia, in contrapposizione alla strategia del Veneto che invece sembra aver ricoverato i soggetti solo come ultima ratio. Ancora una volta, la Campania si colloca in posizione intermedia e registra un’impennata dei ricoveri sull’isolamento domiciliare tra la metà e la fine di giugno. Il terzo grafico mostra il numero di tamponi giornalieri effettuati per 1000 abitanti. Pur a fronte di un andamento giornaliero molto altalenante, emerge in modo evidente che il Veneto abbia, per l’intero periodo preso in esame, svolto un numero di tamponi molto più alto rispetto alle altre due regioni considerate, in particolare rispetto alla Campania. L’individuazione dei soggetti conta- giati (soprattutto se asintomatici e paucisintomatici) e il loro conseguente isolamento sono certamente elementi centrali nel contrasto alla diffusione del virus. Infine, sempre in merito al tentativo di controllo della diffusione del virus, è stato calcolato quanti casi sul totale siano stati individuati grazie a screening mirati e, dunque, in modo complementare, quanti invece fossero il risultato di un sospetto diagnostico. Dopo un primo periodo di sostanziale omogeneità, con un peso relativo dello screening molto basso fino alla prima metà di agosto, si assiste a un ampliamento significativo della forbice tra i modelli sanitari regionali. La Lombardia ha individuato nel mese di ottobre tra il 10 e il 20% dei casi grazie allo screening, la Campania, con un anda- mento leggermente diverso (a U rovesciata), mostra valori medi simili a quelli della Lombardia, mentre il Veneto mostra una crescente importanza dei casi trovati grazie allo screening già a partire dalla fine di agosto, tanto che gli ultimi dati (27 ottobre) indicano che la percentuale dei casi totali in- dividuati con questa modalità si attesta attorno al 45%.
Questa (breve) ricognizione di alcuni indicatori che mostrano le diverse scelte fatte dai SSR nel tentativo di rispondere alla diffusione del virus e delle soluzioni adottate per curare i contagiati necessita certamente di ulteriori ve- rifiche e approfondimenti, ciononostante rappresenta, a nostro avviso, un ele- mento importante da considerare nel momento in cui si valutano i differenti esiti di salute per le popolazioni coinvolte. A questo proposito si deve segna- lare l’esistenza di differenze significative tra i modelli sanitari considerati rispetto a tre indicatori abitualmente utilizzati per valutare l’impatto della pandemia: la prevalenza di contagiati, il tasso di letalità e il tasso di mortalità.
4 Non abbiamo al momento informazioni che indichino che il virus abbia avuto una diffe-
rente aggressività tale da rendere necessario un ricorso più frequente all’ospedalizzazione in alcuni contesti regionali piuttosto che in altri.
Al 31 maggio (data indicativa della fine della prima fase acuta della pande- mia) in Lombardia la prevalenza per 100.000 abitanti era pari a 880, 390 in Veneto e 83 in Campania. Differenze tra regioni emergono anche guardando al tasso di letalità grezza, che segnava un valore di 181 su 1.000 contagiati in Lombardia, 100 in Veneto e 86 in Campania. Infine, anche il tasso mortalità grezza mostra evidenti disparità regionali: si passa, infatti, dai 171 decessi per 100.000 residenti in Lombardia ai 39 in Veneto, ai soli 7 in Campania.
Tab. 1. – Indicatori di prevalenza, letalità e mortalità al 31 maggio e 27 ottobre 2020. Cam- pania, Veneto, Lombardia. Fonte: Nostre elaborazioni su dati della Protezione civile
Campania Veneto Lombardia
31 mag- gio 2020 27 ottobre 2020 31 mag- gio 2020 27 ot- tobre 2020 31 mag- gio 2020 27 otto- bre 2020 Prevalenza conta- giati* (per 100.000 abitanti) 83,00 748,98 390,24 957,51 880,53 1612,91 Tasso di letalità grezza** (per 1.000 contagiati) 85,80 14,01 100,15 49,88 181,10 106,22 Tasso di mortalità grezza*** (per 100.000 abitanti) 7,12 10,49 39,08 47,76 159,46 171,32
* La prevalenza periodale corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’ini- zio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo)
** La letalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti po- sitivi al Covid-19-19 nell’intervallo di tempo considerato
*** La mortalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito della popola- zione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato
2. Tre differenti visioni, tre modalità d’azione: l’impatto sul personale