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Si ricordi l’assunto iniziale per cui l’anomalia trae origine dal rapporto tra la frase pro verbiale – in quanto segno, dotata di un significato e di un significante – e il contenuto d

I.2. PAREMÌE A CONFRONTO: PROVERBI ED ESPRESSIONI IDIOMATICHE

I.2.3. LA DESIGNAZIONE METAFORICA COME TRATTO DISTINTIVO

79 Si ricordi l’assunto iniziale per cui l’anomalia trae origine dal rapporto tra la frase pro verbiale – in quanto segno, dotata di un significato e di un significante – e il contenuto d

lia interessa tutte le paremìe indistintamente? Parrebbe proprio di no. Si pensi a frasi del tipo Essere un leone o Essere una civetta. A prima vista par- rebbero della stessa natura ma con una serie di prove ci si rende imme- diatamente conto che così non è. Infatti mentre posso dire tranquilla- mente frasi quali X è un po’ civetta, o Quanto sei civetta! non altrettanto pos- so fare se sostituisco il termine civetta con il termine leone: *X è un po’ leone, o *Quanto sei leone!

Esisterebbero infatti casi in cui nel termine non sono più compre- senti l’aspetto metaforico e quello letterale (di langue); è il caso di civetta utilizzato in modo da non contenere più alcun riferimento all’animale civetta: si tratterebbe di un caso di mera polisemia, in cui il lessema in esame avrebbe una duplice accezione, da un lato civetta = uccello rapace notturno, dall’altro civetta = donna che ama farsi corteggiare, in cui si è perso però il legame con il senso originario, a differenza di quanto si verifica per leone. È dunque opportuno distinguere, nel codice lessicale di un determinato idioma, le metafore vere e proprie, che con Agostiniani definiamo istituzionalizzate, nelle quali coesistono la designazione meta- forica e quella letterale di langue, e altre tipologie che definiamo metafore morte (che non sono metafore se non nella dimensione diacronica della lingua), «vale a dire quei termini in cui il meccanismo di designazione metaforica ha cessato di funzionare e che perciò non presentano altre peculiarità di comportamento semantico al di fuori della polisemia»80.

A tale punto della trattazione è possibile traslare il ragionamento dagli elementi del codice lessicale a quelli del codice retorico della lingua:

80 L.AGOSTINIANI, op. cit., p. 104. Si tenga presente che, ancora una volta, esistono casi difficilmente classificabili; si pensi ad asino: metafora istituzionalizzata o metafora morta?

così come accade per civetta, in idiomatismi quali Perdere la bussola, Menare il can per l’aia o Prendere un granchio, il significato è univoco, poiché non c’è designazione metaforica dei concetti espressi, ovvero ‘perdere il control- lo di sé’, ‘tergiversare’, ‘commettere un grosso errore (di interpretazio- ne)’. «Tali concetti costituiscono l’unico contenuto associato alle espres- sioni in questione: contenuto che si determina linguisticamente nelle strutture paradigamatiche»81, nel senso che il significato di Perdere la busso- la si qualifica linguisticamente in rapporto ai contenuti associati ad altre espressioni (come arrabbiarsi) o idiomatismi quali Uscire dai gangheri o Non vederci più.

«Viceversa il concetto perdere la bussola è semanticamente assente e non può emergere che dalla riflessione metalinguistica: con varie gradazioni di difficoltà, e varie possibilità di successo, in ragione della maggiore o mi- nore rispondenza della struttura sintattico-semantica dell’idiomatismo al- le regole funzionanti della lingua (le probabilità di successo paiono mi- nime, per esempio, con un idiomatismo come di punto in bianco)»82.

Invece la compresenza dei due designata al livello di langue, da cui scaturisce designazione metaforica, così come capita per leone, pare inte- ressare un’altra tipologia di idiomatismi, quali Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, Battere il ferro finché è caldo, o Parlare di corda in casa dell’im- piccato. In questo tipo di espressioni idiomatiche l’anomalia semantica è della stessa qualità di quella riscontrata nei proverbi «e come i proverbi, e in contrapposizione alla univocità di interpretazione di idiomatismi come

81 Ibid., p. 104. 82 Ibid., pp. 104-105.

Perdere la bussola, mostrano un complesso gioco di interazione tra signifi- cato (“letterale”), designatum “letterale” e designatum metaforico»83. Tale stretta analogia è confermata anche dal fatto che i modi di dire sopra citati possono essere utilizzati come proverbi, «e alcuni di fatto lo sono, e ampiamente», seppur con qualche piccolo accorgimento «che li renda autonomi e commutabili a livello della frase o del testo»: Il ferro va battuto finché è caldo, È inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.

La conclusione di Agostiniani è che si deve distinguere tra due tipo- logie paremìache:

1. La prima qualificata dalla presenza della designazione metaforica (detta anche, meno tecnicamente, motivazione o meglio “motivabilità”, come si è detto), e quindi di anomalia, da cui scaturirebbe l’ambiguità semantica, o meglio pluralità dei significati. Si pensi al caso di La botte dà il vino che ha, o Essere un leone. Ecco schematicamente i tratti essenziali (ovviamente applicabili con segno negativo alla tipologia seguente):

presenza di ambiguità semantica (polisemia); presenza di anomalia semantica;

maggiore rigidità del significante.

2. La seconda tipologia paremìaca è contraddistinta dall’assenza di designazione metaforica (si badi bene, in sincronia ma non in diacro- nia)84, da cui, come accennato, deriverebbero alcune conseguenze:

83 Ibid., p. 105.

84 A tale riguardo è opportuno segnalare l’interessante passo di Nunberg, evidenziato da F. CASADEI (op. cit., p. 62), in cui lo studioso dichiara che c’è spesso una motivazione diacro- nica alla base della relazione tra significato letterale e idiomatico e dunque non si capirebbe per quale ragione essa non possa rivelarsi ed essere percepita anche in sincronia, conferendo all’idiomatismo una «post hoc motivation».

presenza di significato univoco; assenza dell’anomalia semantica; minore rigidità del significante85.

È quest’ultimo il caso delle metafore morte come Essere una civetta o Perdere la bussola. Si conviene con Agostiniani, relativamente all’opinione espressa da Coseriu, quando afferma che solo in casi di espressioni idio- matiche come Perdere la bussola il legame tra l’espressione e i lessemi che la compongono è di tipo etimologico e va ricercato dunque in diacronia. Non così per altre tipologie di espressioni idiomatiche e per i proverbi, qualora siano entrambi caratterizzati da designazione metaforica, per i quali non c’è altro contenuto semanticamente determinato se non quello derivante dalla struttura sintattico-semantica.

Tra l’altro alcune teorie psicolinguistiche, quali la Idiom Decomposition Hypothesis (attribuibile a Gibbs e Nayak)86, e la Multistage model of figurative language understanding (attribuibile a Honeck e collaboratori)87, che conflui-

85 Per quanto attiene alla rigidità sintattico-semantica delle espressioni idiomatiche, da