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Riflessioni conclusive: prospettive di sviluppo per le forme di rendicontazione

sociale in sanità

Il presente contributo ha inteso proporre un’analisi dei documenti di «rendicontazio-ne sociale» ad oggi pubblicati dalle aziende sanitarie italiane pubbliche e private, cercan-do di tracciare l’identità di un fenomeno che sembra destinato ad aumentare di intensità nel prossimo futuro.

Il bilancio sociale è stato interpretato dal-le aziende che per primo lo hanno adottato come uno strumento fi nalizzato all’arricchi-mento della propria immagine e alla rendi-contazione delle azioni realizzate e dei risul-tati ottenuti nei confronti degli interlocutori dell’azienda. Ciò evidenzia l’esigenza più Tabella 7

La leggibilità dei documenti

generale, comune a tutte le aziende, di iden-tifi care e utilizzare strumenti nuovi per la ge-stione delle relazioni istituzionali che coin-volgono le aziende sanitarie. Tale esigenza è comprensibile alla luce delle recenti dina-miche evolutive del settore sanitario (azien-dalizzazione e deintegrazione istituziona-le, regionalizzazione, etc.), che pongono le aziende sanitarie all’interno di un sistema di interdipendenze e interazioni complesso con i soggetti che infl uenzano la vita dell’azienda e che partecipano a vario titolo alla funzione di tutela della salute.

Possiamo affermare che il tratto comune a tutte le esperienze realizzate consista nella volontà di progettare e realizzare documenti di reporting che consentano di attrarre l’at-tenzione di determinate categorie di interlo-cutori su variabili/dimensioni strategiche per l’azienda che rendiconta.

D’altra parte, si è osservato che le nuo-ve forme di rendicontazione nelle aziende sanitarie stanno assumendo forme e deno-minazioni peculiari (bilancio sociale, bilan-cio di mandato, bilanbilan-cio di missione, etc.).

A fronte di fi nalità e valenze dichiarate so-stanzialmente coincidenti, ogni documento tende in realtà ad evidenziare determinati

profi li informativi, a rivolgersi ad alcuni de-stinatari privilegiati e ad adottare modalità di presentazione delle informazioni specifi che.

In alcuni casi i documenti sembrano legati a doppio fi lo all’accountability istituzionale, in particolare con gli enti regionali. In altri casi si scorge la ricerca di visibilità e conoscen-za da parte del vasto pubblico non addetto al settore; in altri ancora si evince distintamen-te la necessità di condividere con gli opera-tori aziendali cambiamenti organizzativi e dinamiche istituzionali che coinvolgono di-rettamente l’azienda. Vi sono poi documenti in cui la ricerca della massima ricchezza ed esaustività in relazione a molteplici interessi informativi non consente una chiara focaliz-zazione del documento che, in diversa misu-ra nei vari casi, risulta non centmisu-rato rispetto alla capacità di lettura delle diverse categorie di interlocutori.

Tali caratteristiche sono dovute almeno in parte a scelte intenzionali di valorizzazione di determinate relazioni istituzionali ritenute più critiche, ma senza dubbio sono infl uen-zate anche dalla disponibilità di dati ed infor-mazioni da parte delle aziende e dalle capa-cità di elaborazione e presentazione secondo la prospettiva dei destinatari.

Figura 3

Le tipologie dei bilanci sociali

In questa fase di prima diffusione dello strumento risulta signifi cativo evidenziare le possibili esigenze specifi che che, alla lu-ce della lettura e dell’analisi dei documenti, sembrano spingere le aziende alla sua ado-zione:

– ricerca di visibilità da parte delle Dire-zioni aziendali delle aziende pubbliche nei confronti della Regione, dalla quale deriva il mandato amministrativo, e degli interlocu-tori istituzionali, che condizionano in modo rilevante il livello di consenso sulla gestione aziendale;

– realizzazione di nuove basi informative

«comuni» per impostare e rinnovare relazio-ni con gli interlocutori e i partner sul terri-torio (Conferenze dei sindaci, organizzazioni di volontariato, soggetti privati accreditati, altre Asl, Aziende ospedaliere);

– ricerca di legittimità per il proprio ope-rato da parte della società e degli altri sogget-ti che partecipano al sistema di tutela della salute mediante la comunicazione del profi lo di «responsabilità sociale» adottato;

– volontà di migliorare l’immagine azien-dale di aumentare la consapevolezza sul ruo-lo e le attività svolte dell’azienda sanitaria da parte della popolazione e degli utenti;

– ricerca di strumenti per aumentare il senso di appartenenza aziendale e agevolare l’interiorizzazione della mission aziendale da parte del personale dipendente e collaborato-re.

La ricerca dell’identità delle pratiche di rendicontazione sociale, condotta median-te l’analisi dei conmedian-tenuti dei documenti, ha dunque condotto alla scoperta di molteplici diverse valenze e fi nalità sottese agli stessi.

L’avvio e lo sviluppo di esperienze di rendicontazione innovative deve essere let-to come la ricerca di strumenti nuovi per il rafforzamento della gestione delle relazioni istituzionali, che stanno diventando sempre più cruciali nel governo delle aziende sani-tarie. Nel futuro, l’impegno dovrà consistere nell’attivazione di un processo di «appren-dimento di sistema», che permetta di con-frontare le varie esperienze sia sul piano dei contenuti (alla ricerca di modelli e standard di rendicontazione adeguati), ma anche e so-prattutto sul piano degli utilizzi effettivi de-gli strumenti di rendicontazione. Questi

ul-timi infatti potranno prendere un signifi cato compiuto nel prossimo futuro nella misura in cui assumeranno un ruolo proprio in termini comunicativi, decisionali e/o gestionali.

Note

1. I risultati descritti sono frutto di una ricerca svolta dalla Divisione Amministrazioni Pubbliche della SDA Bocconi. Oltre ai tre autori del contributo hanno partecipato alla ricerca e pertanto meritano un ricono-scimento ed un apprezzamento specifi co anche Filip-po Giordano (SDA Bocconi) e Silvia Vigna. L’inda-gine riguarda tutti i documenti pubblicati tra il 1998 e il (giugno) 2005 resi noti attraverso canali uffi ciali di comunicazione (internet, testate giornalistiche di rilevanza regionale e nazionale).

2. Per un approfondimento sulla diffusione delle pra-tiche di responsabilità sociale e di rendicontazione sociale in generale si vedano Visconti (2002) ed Hin-na (2002). Per un approfondimento sull’applicazione del Bilancio sociale al contesto pubblico, Marcuccio (2002); Marcuccio e Steccolini (2005) e Dipartimen-to Funzione Pubblica (2004).

3. Si tratta, in particolare, della attività fi lantropiche, di assistenza e benefi cenza.

4. Si fa riferimento, per esempio, alle attività di promo-zione della CSR da parte dell’Unione Europea e di diversi governi ed istituzioni nazionali.

5. Al proposito vale peraltro la pena di ricordare che l’applicazione dei principi di responsabilità sociale per un’azienda pubblica può essere inteso in due mo-di mo-distinti: i) in senso generale, come perseguimento della trasparenza e della responsabilizzazione delle modalità attraverso le quali l’azienda persegue i pro-pri fi ni istituzionali; ii) in senso più ristrettivi e spe-cifi co, come adozione di pratiche gestionali orientate alla sostenibilità sociale ed ambientale (p.e. riduzione del consumo di risorse non rinnovabili; investimento in tecnologie eco-sostenibili; promozione e sostegno delle pratiche di rendicontazione sociale da parte del-le imprese del territorio, ecc.) (§ successivo).

6. Gli strumenti a supporto di tali funzioni sono in con-tinua evoluzione. Si pensi, ad esempio, alle forme contrattuali tra le aziende sanitarie e gli erogatori pri-vati accreditati per la regolazione della produzione di questi ultimi (Zangrandi, 1998), agli strumenti di pro-grammazione fi nalizzati all’integrazione socio-sani-taria sul territorio (allineamento tra i piani di zona e i piani distrettuali, realizzazione dei Piani comunitari per la salute), all’introduzione ed all’affi namento dei sistemi di budget dei professionisti convenzionati (con particolare riferimento ai medici di medicina generale e più in generale al sistema delle cure pri-marie). Si tratta, comunque e nella maggior parte dei casi, prevalentemente di strumenti della programma-zione, mentre l’aspetto della rendicontazione e del confronto ex-post è rimasto spesso e sbilanciato e non adeguatamente valorizzato.

7. In realtà in questi primi anni di applicazione si è as-sistito a fenomeni che, a seconda delle fasi e degli oggetti di analisi, sono stati di differenziazione o di omogeneizzazione. È da notare, infatti, che le diverse regioni tendono a confrontare le loro pratiche e, con

ciò, infl uenzano reciprocamente le scelte istituzionali ed organizzative.

8. L’indagine riguarda un totale di 13 documenti di ren-dicontazione sociale pubblicati fi no al giugno 2005 e dei quali si è avuto conoscenza tramite mezzi di infor-mazione e ricerche su internet con motori di ricerca.

In base alle informazioni a disposizione, il campione analizzato corrisponde all‘intera «popolazione» dei bi-lanci sociali pubblicati nel periodo considerato. L’in-dagine alla base del presente contributo è stata svolta esclusivamente tramite l’analisi del contenuto dei documenti. Per quanto riguarda il modello di bilancio di missione elaborato dalla Regione Emilia-Romagna l’indagine ha preso in considerazione il manuale di re-dazione realizzato dall’Agenzia sanitaria regionale.

9. Si è a conoscenza di un’ulteriore esperienza di ren-dicontazione sociale all’interno di questo segmento, l’Istituto Clinico Mater Domini di Castellanza, il cui documento fi nale non risulta peraltro ancora pubbli-cato.

10. L’analisi del contenuto dei bilanci sociali è stata rea-lizzata da un team di due ricercatori, che hanno

utiliz-zato la stessa griglia di analisi e metodologica, ma in maniera autonoma e separata. I risultati dell’analisi dei due ricercatori sono poi stati confrontati e omo-geneizzati, chiarendo e modifi cando, ove necessario, lo stesso modello di analisi. La griglia metodologi-ca presentata nel testo è l’esito fi nale del processo iterativo di miglioramento del modello di analisi e i risultati discussi sono pienamente condivisi dai due ricercatori.

11. Al fi ne di ricondurre le evidenze qualitative contenute nella tabella 5 a giudizi sintetici di rilevanza sono stati tenuti in considerazione per ogni profi lo informativo:

– la numerosità degli elementi caratterizzanti dei sin-goli bilanci (elemento «oggettivo»);

– il peso relativo attributo ad ogni elemento caratte-rizzante (elemento «discrezionale»);

ciò ha permesso di mantenere il riferimento oggettivo all’interno dell’analisi e nel contempo di valorizzare le specifi cità proprie dei contenuti analizzati, diffi -cilmente rappresentabili con esaustività in schemi analitici.

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Le linee guida per il Sistema