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Riflessioni ed osservazioni conclusive sui risultati ottenuti

Nel documento , , Corso di Laurea Magistrale in (pagine 97-136)

In chiusura di questo capitolo dedicato all’analisi dei risultati ottenuti durante l’esperienza di tutorato, si desidera proporre qualche ulteriore riflessione riassuntiva e conclusiva per completare il quadro generale della ricerca svolta.

In prima istanza si ritiene necessario spendere qualche parola sulla valutazione di un effettivo potenziamento delle competenze linguistiche di S1 ed S2, con particolare riferimento alla produzione scritta, derivato dallo svolgimento di attività corpus-based e

data-driven.

Facendo un bilancio complessivo di tutte le attività proposte durante il tutorato – includendo quindi anche quelle dedicate alla sezione su mediazione ed interpretariato – è stato in effetti possibile riscontrate una tendenza piuttosto positiva ed incoraggiante emersa dal confronto tra i circa quindici essay elaborati rispettivamente da S1 ed S2. Sembrerebbe infatti che le nozioni lessicali, grammaticali e di strutturazione del testo, trasmesse con un approccio didattico induttivo in cui le studentesse stesse erano protagoniste del processo di apprendimento, siano state interiorizzate da entrambe dimostrando non solo di aver compreso tali principi nel contesto in cui sono stati trattati, ma di saperli riutilizzare e riadattare adeguatamente anche in ambiti diversi.68

Inoltre, le analisi delle concordanze, riproposte durante tutta la durata del corso applicandole a casi sempre diversi, ha permesso, come previsto e sperato, il raggiungimento di una maggiore autonomia nella risoluzione di problemi e dubbi linguistici. Questo aspetto è stato riscontrato soprattutto in S1: come messo in luce nel § 3.2.1, la scarsa fiducia nelle proprie capacità portava spesso la studentessa a segnalare eventuali dubbi sulle forme espressive utilizzate attraverso l’uso abbondante di punti interrogativi e proponendo, ad esempio, per uno stesso aggettivo due o tre opzioni diverse,69 manifestando così una scarsa indipendenza nell’operare delle scelte di tipo

68 È comunque necessario constatare la possibilità di ampi margini di miglioramento delle competenze linguistiche di S1 ed S2.

69 Si consideri ad esempio questa frase introduttiva tratta dal primo tentativo di traduzione descritto nei paragrafi precedenti:

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lessicale o sintattico da lei ritenute sufficientemente adeguate al contesto. Con la progressiva acquisizione di una sempre maggiore confidenza nella padronanza dei corpora, S1 ha iniziato però a perdere gradualmente (anche se mai del tutto) questa abitudine, elaborando analisi in cui le formule espressive utilizzate erano per lo più frutto si selezioni consapevoli e ragionate.

Si può quindi concludere affermando che attività come quelle svolte durante questo tutorato possano essere valutate, nel complesso, piuttosto positivamente70, collocando in ultima analisi questa ricerca tra le voci a favore di una maggiore diffusione in ambito didattico della traduzione e dei corpora, non solo in contesti accademici, ma anche in quelli scolastici.

Si desidera inoltre riservare una riflessione finale anche alla questione del

learner-as-researcher (Johns 1991 in Kennedy, Miceli 2010) o traveller (Bernardini

2000 in Kennedy, Miceli 2010) riprendendo le interessanti osservazioni di Kennedy e Miceli (2010) introdotte nel § 2.4.5.

L’esperienza pratica di didattica della lingua inglese mediante l’uso dei corpora ha infatti permesso di sperimentare in prima persona quali possono essere alcune delle principali problematicità che questa metodologia presenta. Si condivide quindi la visione di Keneddy e Miceli (2010) secondo cui la metafora del learner-as-researcher sia valida principalmente per apprendenti che sono già in possesso di basi teoriche e competenze pratiche avanzate nella ricerca linguistica condotta con i corpora.

Lasciare ad un apprendente inesperto la stessa libertà di un ricercatore, senza offrire una guida adeguata, rischia infatti di influire in modo negativo sull’esperienza dell’uso dei corpora. È anche per questo motivo che, durante le ore di tutorato, si è scelto di provare a fornire sempre, in modo particolare durante i primi incontri, una forma di apprendimento guidato, pur cercando di stimolare ed incentivare la partecipazione attiva delle studentesse.

In terms of conveying a meaning /concerning meaning-transmission, The concordance of information informazioni appears to be more significant/weighty for its left collocates rather than for its right collocates.(?????)

70 Sebbene come già specificato, tale esperienza rimanga comunque circoscritta e non particolarmente incisiva nel vasto panorama di studi che oggi vengono condotti su questo argomento.

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Sulle differenze tra apprendente e ricercatore Gavioli (2005) approfondisce e problematizza ulteriormente la discussione specificando che:

“There are obviously differences between learners and researchers in mastery of the language they are dealing with, in their meta-linguistic knowledge and, last but not least, in the purposes they want to achieve with their searches. For these reasons many metaphors, such as that of the traveller or the spy71, have been used here and elsewhere (e.g. Bernardini 2000a; Tan 2002a) to distinguish between the search work of learners and that of researchers.”

(Gavioli 2005:129)

Gavioli (ibid.) continua poi sostenendo che non operare una distinzione netta tra gli obiettivi di studio del ricercatore e dell’apprendente potrebbe essere una delle cause che ha contribuito a rendere poco chiara la differenza, in ambito di linguistica dei corpora, tra cosa debba essere considerato scientificamente interessante e cosa sia invece rilevante da un punto di vista pedagogico.

Nel tentativo di chiarire questa differenza di intenti, l’autrice sfrutta un’altra metafora per definire in modo più preciso il ruolo degli studenti (anche in questo caso di ESP), ovvero quella del learner as double-agent (Gavioli 2005:131).

Tale metafora viene spiegata come segue:

“The gradual process of assimilation [of the discourse community ndr.] may turn them into “double-agents”, capable of participating in the communicative processes of the discourse community. This seems to me a distinctive outcome characterizing language learners, ESP learners in particular.”

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La metafora che associa l’apprendente ad una spia viene introdotta da Gavioli (2005:88-89) in riferimento al ruolo degli studenti di English for Specific Purporse (ESP). Questa definizione è legata al concetto della “discourse community” introdotto da Swales (1990:30 in ibid.).

Sulla validità di tale paragone nell’ambito di studi sull’ESP, Gavioli afferma che:

“it seems to me that the very concept of “spy” is, in any case, interesting in a language learning perspective because, in a sense, it provides a “bridge” between insiders and outsiders of the discourse community.”

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Gavioli conclude infine domandandosi se attività corpus-driven di studio della lingua possano incentivare un atteggiamento simile a quello di un double-agent anche in studenti di EGP e applicando quindi le considerazioni valide per le discourse

communities anche, ed in senso più ampio, alle comunità linguistiche.

Inizialmente, si sarebbe voluto indagare questo aspetto durante il tutorato, tuttavia, come si è compreso fin dai primi incontri, i limiti di tempo ed un campione di studenti molto ristretto, non avrebbero permesso di raccogliere abbastanza elementi per formulare un’ipotesi credibile. Inoltre, poiché le lezioni si sono focalizzate prevalentemente su tasks di produzione scritta, questo avrebbe circoscritto il campo di indagine, certo non nella stessa misura degli studi dei linguaggi specialistici, ma avrebbe comunque prodotto con tutta probabilità dei dati non attendibili.

Questa questione rimane comunque di grande interesse e sicuramente meritevole di ulteriori studi ed approfondimenti.

3.4 CONCLUSIONE

Cercando di proseguire ed approfondire la discussione iniziata in chiusura del capitolo 2, nel capitolo 3 sono stati riportati i risultati di un esperienza di tutorato, svolta presso il corso di Lingue e Culture Europee dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La prima parte del capitolo è stata dedicata ad una descrizione degli obiettivi e delle finalità del corso e, conseguentemente, anche del tutorato. Tali informazioni sono state fornite per permettere di avere una panoramica completa delle ragioni che hanno dettato alcune scelte didattiche prese per organizzare il tutorato.

La seconda parte si è invece concentrata sulla discussione e sull’analisi delle attività svolte insieme a due studentesse con le quali si è avuto modo di impostare un percorso di studio più lungo rispetto ad altri apprendenti. Come è stato spiegato, questo elemento ha consentito di sperimentare tecniche ed approcci diversi per favorire lo studio e l’utilizzo dei corpora. A questo riguardo, si è preso in esame in modo particolare uno dei task proposti in cui le apprendenti, dopo aver elaborato l’analisi scritta in italiano della concordanza di information/informazioni, sono state invitate a tradurla in inglese, perfezionando poi in due revisioni successive il loro elaborato, cercando di renderlo in

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più possibile native-like sfruttando il BNC e le concordanze. Come si è avuto modo di riscontrare, guidando le studentesse ed aiutandole a familiarizzare con l’uso di tali strumenti, S1 ed S2 hanno dimostrato di essere in grado di apprezzare i differenti percorsi di analisi possibili per indagare in maniera sempre più autonoma aspetti nuovi della lingua.

Sebbene il campione selezionato per lo studio, ed i tempi di svolgimento del tutorato non consentano di considerare questa esperienza come rappresentativa di tendenze generali, è stato comunque interessante osservare come, soprattutto nell’ambito della produzione scritta, l’uso di un corpus abbia prodotto risultati positivi per quanto riguarda il miglioramento delle competenze linguistiche.

Infine, si è concluso proponendo alcune riflessioni più approfondite sul ruolo del

learner-as-researcher, come quelle riportate da Gavioli (2005). Su questo argomento si

è inoltre cercato di fornire una prospettiva elaborata a partire dai risultati ottenuti durante le attività di tutorato, le quali hanno permesso osservare, sul lato applicativo, non solo i vantaggi, ma anche le difficoltà di una didattica data-driven.

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CONCLUSIONE

Utilizzando come punto di partenza il paper di Zanettin (2009), nel primo capitolo di questa tesi sono stati presi in esame alcuni dei principali aspetti teorici riguardanti, da un lato, la definizione di traduzione e, dall’altro, il ruolo che questa ha assunto nel corso del tempo all’interno della glottodidattica.

A tale proposito, tra le varie metodologie didattiche prese in esame e possibile distinguere tra quelle che ammettono l’uso della traduzione, come il Grammar

Translation Method e quelle che invece lo rifiutano, come il Movimento Riformista, il Direct Method e tutti gli approcci sviluppati a seguito della loro diffusione. Nonostante

sia necessario specificare che nessuno degli approcci o metodi sviluppatisi nel tempo abbia mai soppiantato definitivamente il Grammar Translation Method è tuttavia evidente che, dopo l’avvento del Movimento Riformista e del Direct Method, in ambito pedagogico la traduzione è stata frequentemente relegata ad un ruolo di secondo piano in quanto erroneamente non riconosciuta come attività comunicativa dal grande potenziale.

Come si è avuto modo di osservare, tuttavia, in tempi recenti è stato riscontrato un lento cambiamento nei confronti di questa tendenza: il dibattito sulla traduzione come strumento pedagogico è quindi da considerarsi ancora aperto.

Restringendo il focus della discussione, il secondo capitolo propone una prospettiva di studio di taglio più metodologico. In questa sezione vengono infatti discussi i vantaggi di attività di traduzione corpus-based e dell’uso dei corpora per gli apprendenti di una lingua straniera, prendendo a riferimento in modo particolare il caso della lingua inglese. Dopo una sezione introduttiva dedicata a definire le principali caratteristiche e tipologie di corpora, si prosegue analizzando in quale modo questo strumento può essere sfruttato in ambito didattico. Sono pertanto presi in esame i principali metodi di elaborazione di un corpus, ovvero liste di frequenza e concordanze, mettendo in luce quali possono essere le informazioni utili che uno studente ne può ricavare. Per quanto riguarda le liste di frequenza viene sottolineato come queste evidenzino, ad esempio, eventuali particolarità nella costruzione di un testo. Le concordanze sono invece fondamentali per studiare le relazioni che si instaurano tra le parole. Come spiegato, tali legami possono essere di natura diversa e vengono definiti

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con i termini collocations, colligations, semantic preference e semantic prosody. L’identificazione del rapporto che si crea tra le parole permette ad uno studente di costruire in maniera autonoma ed attraverso un processo di apprendimento induttivo una lessico-sintassi che spieghi le strutture della lingua anche su base idiomatica, ovvero dell’uso linguistico ricorrente. Il secondo capitolo si conclude infine con l’esposizione di tre case studies – Zanca (2018), Zanettin (2009) e Kennedy e Miceli (2010) – in cui vengono descritte alcune esperienze di utilizzo dei corpora come strumenti a sostegno della traduzione o della scrittura creativa.

Proseguendo la discussione sulle applicazioni pratiche di traduzione e corpora in contesti di apprendimento di una L2, il terzo capitolo fornisce la descrizione di un esperienza di tutorato svolta con due delle studentesse del corso di Linguistica,

Traduzione e Mediazione inglese – Laurea triennale in Lingue e Culture Europee – sotto

la supervisione della docente del corso.

Per permettere di comprendere appieno alcune delle scelte che hanno caratterizzato l’organizzazione del tutorato, si è ritenuto necessario fornire alcune informazioni di contesto sulla struttura del corso.

Successivamente, si è passati alla descrizione di un task specifico, ideato per verificare se – a seguito di un’accurata preparazione teorica sull’utilizzo e lettura di un corpus – un’attività di traduzione corpus-based potesse aiutare le due studentesse a migliorare le proprie competenze linguistiche. Il compito è stato suddiviso in più fasi:

1. Analisi di una concordanza a scelta (information/informazioni);

2. Stesura di un testo in lingua italiana in cui sono stati riportati e discussi gli elementi di maggiore rilevanza emersi nel punto 1;

3. Traduzione in lingua inglese del testo italiano;

4. Perfezionamento della traduzione ottenuta tramite due riscritture elaborate con l’aiuto del corpus BNC ed altre risorse online.

Dal confronto degli elaborati prodotti dalle studentesse è stato possibile osservare come queste si siano dimostrate in grado di sfruttare il corpus e le concordanze per correggere autonomamente problemi linguistici inerenti all’accuratezza grammaticale, alla scelta lessicale, alla valutazione dell’appropriatezza di un termine nel contesto dato ed alla

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collocazione delle parole all’interno della frase. È stato inoltre riscontrato come le apprendenti abbiano applicato le stesse tecniche di auto correzione anche in altre tipologie di esercizi svolte durante il corso del tutorato.

Nonostante gli incoraggianti risultati ottenuti, poiché il campione su cui è stata condotta l’indagine è troppo limitato, non si ritiene di avere sufficienti dati per poter formulare ipotesi o teorie a livello generale.

Riprendendo il dibattito aperto nel capitolo 2 sulla figura del learner-as-researcher suggerito nello studio di Kennedy e Miceli (2010), il terzo capitolo si conclude proponendo ulteriori spunti di riflessione su tale questione riportando i concetti di

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APPENDICE 1

Concordanza di information analizzata da S1 ed S2 nel task descritto nel capitolo tre:

g Group joining McKinsey. It said it would absorb information Consulting but could not disclose details of the d his brief, has provided all sorts of additional information about his sitter _ her pent up aggression, her so ed: `Particular attention needs to be paid to all information collected or costs incurred primarily to meet dem akeover is to be a principal case study, although information will be trawled from almost anyone prepared to gi ly cause loss of data or crash the computer, and ` information terrorist" which are designed to do harm. But the risk while still providing access to markets and information, are much more common than M&and;A activity as ye e and Gambling aims to act as a co-ordination and information centre, and to provide counselling and advice to istics that are involved, it is also research and information generally," he said. `Informed public discussion echnology capability of its consulting staff, and information Consulting could accelerate the process. <p> McK

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