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- Lib r ob ia n c o - (*)

Mi n i s t e r o d e l l e Fi n a n z e

I

So m m a r i o: Premessa. — Parte Prima: I m o t iv id e l l ac r is if is c a l eit a l ia n ael er a­

g io n i d e l l a r if o r m a. — 1. Il sistema fiscale italiano, come è adesso. — 2. Il federalismo fiscale (le ragioni per attuarlo). — 3. Il pragmatismo fiscale (le ragioni per introdurlo). - 3.1. Il rapporto fisco-economia. - 3.2. Il rapporto fisco-contribuente. — 4. I vincoli e gli obiettivi della riforma. - 4.1. I tre vincoli del progetto. - 4.2. I tre obiettivi della riforma. — Parte Seconda: La r if o r m a f i s c a l e. — I . Dal centro alla periferia - Il federalismo fiscale.

0. Premessa. — 1. Il federalismo tra riforma costituzionale e riforma fisca­ le. — 2. I « cinque pilastri » del federalismo fiscale. — 3. Il « municipali­ smo » fiscale. - 3.1. Le spese e le risorse attuali. - 3.2. Il trasferimento del patrimonio agli enti locali. - 3.3. Il trasferimento dei tributi. — 4. Un fede­ ralismo provinciale? — 5. Il federalismo fiscale regionale. - 5.1. Le dimen­ sioni finanziarie. - 5.2. La « dotazione » patrimoniale. - 5.3. La « dotazio­ ne » fiscale. — II. Dalle persone alle cose. — 1. L ’energia e l’ambiente. — 2. La tassazione dei consumi. — 3. L ’Irpef. — 4. La tassazione delle im­ prese. - 4.1. La tassazione delle imprese individuali. - 4.2. La tassazione delle società. — 5. La tassazione dei redditi di capitale. — 6. I tributi mino­ ri. — III. Dal complesso al semplice. — 0. Premessa. — 1. La riorganizza­ zione dell’amministrazione finanziaria e lo « sportello del cittadino ». — 2. Il rapporto fisco-contribuente. — 3. La giustizia tributaria. - 3.1. Le tra­ sgressioni amministrative. - 3.2. Le trasgressioni penali. - 3.3. Il processo tributario. — 4. La politica legislativa. - 4.1. « E pluribus unum ». - 4.2. La fabbrica della legge. - 4.3. L ’agenda legislativa.

Premessa. Questo libro:

— contiene solo una parte dei materiali elaborati nel corso dei lavo­ ri preparatori della riforma. Una versione più tecnica, completata dalle

(*) Questo è il Libro bianco sulla riforma fiscale. Libro bianco vuol dire es­ senzialmente due cose: che è ancora aperto nelle scelte e nelle conclusioni e che ogni lettore può riscriverne dei pezzi, esponendo le sue idee sulla scheda « Sugge­ rimenti & Commenti » allegata, da inviare per posta o per fax al Ministero delle Finanze. Buona lettura. Giulio Tr e m o n t i (dicembre 1994). In questo fascicolo ri­ portiamo la Parte Prima, nel prossimo pubblicheremo la seconda parte.

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ricerche di base (si tratta di num erosi v olu m i), sarà com u n q u e presenta­ ta nelle prossim e settim ane;

— è diviso in du e parti: nella prim a parte si analizzano le cause di crisi del sistem a fiscale esistente; nella secon d a parte si form ulano le ipotesi di riform a.

Chi è interessato ad una v ision e com plessiva, legga tutto il libro. C hi è in v e ce interessato solo alle proposte di riform a, vada direttam ente alla secon da parte (m a n on lo consigliam o, p erch é, le ragioni del n u ovo si com p ren d on o m eglio in base alla ricostruzione del v ecch io).

In estrem a sintesi, la riform a si m u ov e su tre direttrici:

dalcentroallaperiferia(il federalism o fiscale);

dallepersoneallecose(la tassazione am bien tale e dei consum i);

dalcomplessoalsemplice(la certezza e la sem plicità del diritto).

L u n go queste direttrici, la v elocità di m arcia pu ò variare. A d alcu­ ni, le soluzioni ipotizzate potranno sem brare trop p o « d eb oli » , ad altri troppo « forti ». F erm o il disegn o com p lessiv o, quasi tutte le ipotesi for­ m ulate son o com u n q u e abbastanza flessibili. A d esem pio, sulla tassazio­ ne delle person e fisiche si presentano quattro « cu rve I r p e f » , tra cui scegliere: una curva « di cen tro » , du e cu rv e « borghesi » , una curva « proletaria » (queste defin izioni son o, ov via m en te, sch e rzo s e ...). Sarà il dibattito ad in dividu are la soluzione più opportu na, ad introdurre co r­ rezioni e ulteriori alternative.

A l fo n d o , resta com u n q u e la con v in zion e che l’in terven to proposto non è una sem plice som m atoria di aggiustam enti marginali, m a una vera e propria riform a. D a to il disastro dei conti p u bb lici, non ci sono infatti alternative: l’unica possibilità di risanam ento ch e ci si o ffre è costituita da un cam biam en to radicale del sistem a fiscale attuale.

N on prom ettiam o, e non possiam o fare, m iracoli: non lo consente — si ripete — l ’an dam en to dei conti pu bb lici. T uttavia, la riform a rende possibile:

a) l’inversione nella ten den za alla spesa pu bblica irresponsabile.

C i si arriva con il federalism o fiscale, che consente ai cittadini di con ­ trollare la spesa con il « v o to fiscale »: vedo, pago, voto-,

b) una m igliore distribuzione d el carico tributario, trasferendone una parte, dal reddito d elle person e, ai consum i e ai patrim oni;

c) una riduzione, se non della pressione, alm eno dell 'oppressione

fiscale, costituita da una m iriade di tasse e di adem pim enti inutili. L e tasse passano da circa 100 ad 8. In particolare, scom p aion o m olte tasse « storiche » : dalla carta d a bollo alla tassa sulle successioni. L e persone anziane e non ricche saranno « liberate » dal m od ello 740 e dagli oneri fiscali connessi. E poi si riduce l’ evasione fiscale: si p re v e d e ad esem pio ch e, per la prim a v olta in Italia, sia elim inato, non per finta m a d a v v e ­ ro, il segreto bancario. S com p are, ancora, un cum ulo di adem pim enti fi­ scali perditem po. In fin e, si organizza il fisco al servizio d el cittadino; non v icev ersa , com e è stato finora. C o n la riform a, non è più il cittadino ch e è costretto ad andare dal fisco, m a il fisco ad andare dal cittadino. T u tta la n u ov a struttura am m inistrativa ruota, infatti, intorno allo « sportello d el cittadino ».

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zare di pagare meno tasse. Questo effetto potrà essere ottenuto se la ri­ forma sarà attuata in tempi rapidi, consentendo di:

ridurre l’evasione (effetto che si può tra l’altro ottenere anche ri­ ducendo la convenienza ad evadere perché, con aliquote troppo elevate, l’evasione è la « migliore » — si fa per dire — forma di investimento;

ridurre la spesa pubblica come conseguenza del federalismo fiscale, che è l’unico modo serio per risanare i conti pubblici, riportandoli a cen­ tri di decisione vicini ai cittadini.

Alcune parti del sistema fiscale non sono trattate in questo libro, perché, sono marginali o comunque fuori dall’area centrale della rifor­ ma. Inoltre, qui non si tratta la materia delle esenzioni e delle agevola­ zioni, materia che sarà organicamente razionalizzata, in fase di riscrittu­ ra dei nuovi testi di legge. Una apposita normativa disciplinerà infine il regime transitorio di passaggio dal vecchio al nuovo.

A grandissime linee, alcuni dei cambiamenti più evidenti del siste­ ma fiscale sono riportati nei riquadri che seguono.

Da lc e n t r a l is m o

Vecchio

Alf e d e r a l is m o

Nuovo

De-responsabilizzazione degli ammi­ nistratori pubblici

Responsabilità fiscale degli ammini­ stratori pubblici

Imposte statali 80% del gettito Imposte locali 20% (compresi i con­ tributi sanitari)

Imposte statali 70% del gettito Imposte locali 30%

Demanio in mano allo Stato Gli immobili pubblici (oltre 20.000) tornano ai Comuni (e alle Regioni)

In conclusione: si attiva il circuito « vedo, pago, voto ».

Da l l ep e r so n e Al l ec o s e

Vecchio Nuovo

Il sistema fiscale è « politicamente » Le tasse sono meglio distribuite su centrato sul reddito redditi, patrimoni, cose

Imposte sulle persone 60% del gettito Imposte sulle persone 54% del gettito Imposte sulle cose 40% Imposte sulle cose 46%

L ’Irpef è il 35% del gettito L ’Irpef è il 31% del gettito

In conclusione: oggi si tassa troppo chi lavora e vuole produrre ricchezza. Con la rifor­

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Da lc o m p l e s s o

Vecchio

Al s e m p l ic e

Nuovo

Oltre 100 tasse 8 tasse

a esempio:

14 tributi sulla casa 9 tributi sull’automobile

1 tributo sulla casa 1 tributo sull’automobile

3.368 leggi e decreti vigenti 1 codice tributario

200 milioni di documenti inviati ogni anno al fisco

137 milioni di versamenti l’anno

Questi numeri si riducono fortemente grazie all’autocertificazione, allo « sportello del cittadino », alla ridu­ zione del numero di tributi

3.200.000 processi tributari pendenti e « manette » per tutti (cioè per nes­ suno)

Un filtro amministrativo per evitare le liti.

Giustizia penale limitata ai veri casi di evasione

In conclusione: dal cittadino al servizio del

del cittadino.

fisco, ci si muove verso il fisco al servizio

Prim a di passare alla lettura del testo, p er avere un ’ idea d ell’am ­ biente e con om ico e fiscale in cui si cala la riform a, può essere com u nque utile u n ’occh iata ai seguenti dati. 57,1 m ilion i è il num ero degli italiani, in base al censim en to Istat del 1991. Q uesta popolazion e si suddivide in:

1 9 ,7 m ilion i di fam iglie le quali, nel corso d el 1994, hanno prodotto un

reddito com p lessiv o di 1 ,5 6 m ilion i d i m iliardi. L e fam iglie italiane di­ spongono di una ricch ezza finanziaria pari a oltre 3 m ilioni d i m iliardi ch e n ell’ultim o anno si è increm entata di oltre 200 mila miliardi. M a questa m ole di risparm io non ha im pedito agli italiani di sp endere 970

m ila m iliardi per consum i: generi alim entari, abbigliam en to, divertim en ­

ti, ecc. S on o inoltre ben 1 3 ,h m ilion i le fam iglie che possiedon o una ca­ sa, a fronte di un patrim onio im m obiliare com p lessiv o di 25 m ilioni di abitazioni. E infine d ispon gon o di un p a rco autom obilistico di 27 m ilioni di unità, rispetto ai 29,6 m ilioni di au tovetture che corron o sulle strade della penisola.

Q uesti num eri costituiscono l’ identikit e co n o m ico delle persone fisi­ ch e ch e, insiem e alle person e giuridiche (enti e società), com p on gon o l ’universo di riferim ento d el fisco. D al punto di vista d e ll’am m inistrazio­ n e finanziaria, gli italiani sono classificati in 3 2 ,9 m ilioni di contribuenti. U n n um ero superiore a q u ello d elle fam iglie in quanto all’interno di un n u cleo fam iliare esiste m olto spesso più di un titolare di reddito. Si trat­ ta, in dettaglio, di 14,9 m ilioni di lavoratori dip enden ti, 11,8 m ilioni di pensionati, 3 ,3 m ilioni di im prenditori, 1,3 m ilioni di lavoratori autono­ m i, 1,6 m ilioni di soggetti con redditi diversi. A com pletare la platea

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dei contribuenti occorre som m are 1,4 m ilioni di società di person e e di capitali. JfJfO m ila m iliardi è l’am m ontare ch e tutti questi soggetti hanno versato nelle casse dello Stato alla fin e del 1994. L ’im posta di gran lun­ ga più im portante è l’ Irp e f, che nel ’94 ha p rodotto un gettito di 155 m i­

la m iliardi al qu ale i lavoratori dipenden ti hanno concorso p er 91.100

miliardi, gli autonom i per 18.000, gli im prenditori per 21.200, i pen sio­ nati per 22.000 e gli altri contribuenti per 2.700 miliardi. L a secon da m aggiore im posta è l ’iv a , ch e nel ’94 ha fatto incassare oltre 90 m ila m i­

liardi seguono, in ordine di im portanza, le im poste sugli interessi e red­

diti da capitale con 39.400 m iliardi, le accise con 45.000 m iliardi, l’Irp eg con 26.200 m iliardi, l ’ Ilor con 20.400 miliardi. L e im poste locali genera­ no un introito di circa 105 mila miliardi, 14 mila dei quali derivanti dall’Ici. Il sistem a tributario italiano è m olto fram m entato: sono, infatti, cir­ ca 100 le tasse degli italiani. M a il gettito è m olto concentrato. B en 1 ’8 5 % del gettito d eriv a infatti da 7 im poste (Ir p e f, Iv a , interessi e red­ diti da capitale, oli m inerali, Irp eg, Uor e le i), m entre le prim e 15 c o ­ prono il 96% d el gettito. Q uesto significa che esistono decin e e decin e di tasse e balzelli dalle quali lo Stato incam era poch e m igliaia di miliardi.

M a questo non è il solo aspetto patologico d el sistem a tributario ita­ liano. Q uello forse più preoccu p an te riguarda gli adem pim enti connessi al pagam ento di queste im poste. N e l corso di un anno, i contribuenti ita­ liani d ev on o effettuare l’ in credibile cifra di 137 m ilioni di versam enti, tra Irp ef, Ilor, Irpeg, ritenute, le i e concessioni governative. 23 m ilioni sono le dichiarazioni dei redditi (730, 740, 750, 760, 770); 5 ,2 m ilion i so­ n o le dichiarazioni Iv a ; 4 .7 m ilion i gli atti del registro. N elle m ontagne di scartoffie generate ogni anno dal fisco ci sono inoltre 4 m ilion i di rim­ borsi Irp ef, 3 ,5 m ilion i di cartelle di pagam en to per im poste iscritte a ruolo.

Questi dati sono em ersi alla fin e di un p eriod o ch e ha visto un au­ m en to notevolissim o della pressione fiscale (cfr. G ra fico 1).

P eriod o nel quale le im poste dirette hanno soppiantato qu elle indi­ rette (cfr. G ra fico 2).

L a pressione fiscale ha raggiunto livelli elevatissim i rispetto agli al­ tri Paesi industrializzati (cfr. G ra fico 3).

N e ll’insiem e, questi dati riassum ono una situazione di crescen te di­ sagio. L a riform a cerca di porvi rim edio.

Pa r t e Pr im a

I MOTIVI DELLA CRISI FISCALE ITALIANA

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