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Rischi e ostacoli legati all’adozione del sistema BIM

Capitolo 2. L’impatto delle tecnologie digitali sul processo

2.5 L’avvento del Building Information Modeling

2.5.2 Rischi e ostacoli legati all’adozione del sistema BIM

Nonostante BIM permetta ai diversi attori coinvolti nel processo di progettazione e realizzazione di un’infrastruttura di ottenere rilevanti vantaggi nell’espletamento delle loro attività, la presenza di alcuni rischi e limitazioni ne sta rallentando la completa diffusione e adozione da parte delle suddette figure professionali (vedi Tabella 12). Le principali fonti di incertezza riguardano gli aspetti tecnici e procedurali relativi alla sua implementazione.

Per quanto concerne la prima prospettiva, le maggiori questioni sono direttamente legate al concetto di interoperabilità. Sebbene l’utilizzo di un unico formato per lo scambio dei dati (IFC) abbia decisamente ridotto le dimensioni di tale problematica, i software in grado di assicurare una corretta e completa condivisione delle varie indicazioni non sono molti. Infatti viene ravvisata ancora la mancanza di standard generali predefiniti che stabiliscano le informazioni minime necessarie perché un

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applicativo possa garantire un efficace ed esatto scambio di informazioni con le altre tipologie di programmi tramite il formato IFC. Ciò aumenta il rischio che si vengano a formare incongruenze tra i vari dati, che potrebbero, in alcuni casi, portare alla creazione di un modello impreciso. Come affermato in precedenza, la nascita di “Open BIM” punta proprio a eliminare detto problema per consentire la perfetta integrazione tra informazioni provenienti da diversi software.

Dal punto di vista procedurale, invece, i rischi maggiori possono essere ricondotti a questioni legali, contrattuali e organizzative. Innanzitutto una delle difficoltà più evidenti consiste nella determinazione della proprietà dei dati condivisi in BIM. La comunicazione di particolari informazioni riservate potrebbe infatti risultare necessaria per la buona riuscita del progetto, ma la mancanza di adeguati sistemi legali, atti a proteggerle, potrebbe disincentivare la loro divulgazione agli altri soggetti. Lo stesso discorso vale per la condivisione di dati non corretti, i quali devono dunque venire costantemente controllati per tutelare l’esattezza del modello complessivo. Anche questo aspetto richiede un’assunzione di responsabilità da formalizzare adeguatamente attraverso garanzie o altri mezzi.

Una buona soluzione per risolvere tali problematiche è quella di inserire all’interno del contratto le opportune disposizioni che regolino diritti, responsabilità e compensi di ogni parte.

Un’indagine effettuata nel 2011 su 31 imprese appaltatrici americane ha evidenziato quali siano i principali ostacoli all’adozione di BIM. Fattori come l’assenza di personale qualificato, gli elevati costi di implementazione, la difficoltà nel convincere le altre figure al suo impiego e nel raggiungere con esse accordi contrattuali, nonché i problemi legati all’interoperabilità costituiscono importanti barriere all’introduzione di tale

metodologia di lavoro56.

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Tabella 12. Limiti allo sviluppo del BIM e conseguenze derivanti dal suo impiego a livello organizzativo57.

Building Information Modeling

Limiti allo sviluppo e all’implementazione

 Mancanza di standard generali predefiniti che assicurino un adeguato scambio di informazioni tra i vari software e conseguente rischio di incongruenze tra i dati

 Difficoltà nel determinare e formalizzare la proprietà dei dati condivisi in BIM

 Problematiche nel definire la responsabilità dell’inserimento di dati non corretti

 Resistenza al cambiamento delle consuete modalità di operare

 Carenza di personale qualificato  Alti costi di implementazione

 Difficoltà delle varie figure professionali nel raggiungere accordi contrattuali

Effetti a livello organizzativo derivanti dalla sua adozione

 Possibilità di accedere a essenziali informazioni riguardanti le attività degli altri attori

 Coinvolgimento continuo e fin dalle fasi iniziali del processo di tutte le figure professionali

 Integrazione all’interno di un unico processo di diverse tipologie di approccio di lavoro

 Non necessario abbandonare specifiche competenze, ma esigenza di ampliarle tramite formazione

 Necessità di modificare le procedure di progettazione finora adottate

 Necessario integrare le competenze tecniche di base con capacità di coordinamento e gestione delle attività e del flusso di informazioni  Approccio indirizzato alla pianificazione delle

diverse attività da compiere

 Processo decisionale maggiormente preciso, veloce e consapevole

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Come già detto, l’utilizzo del Building Information Modeling nel settore AEC è molto diffuso negli U.S.A. così come nel Nord Europa, mentre in Italia il suo percorso di sviluppo procede a rilento soprattutto a causa dell’elevata parcellizzazione delle attività di progettazione. Nel 2015 la Società di consulenza Arch-Vision ha condotto una ricerca tra 1600 architetti europei appartenenti a otto Paesi (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia) riguardante il grado di diffusione del BIM e ha poi stilato il report “Q4 2015 European Architectural Barometer” in cui sono stati riportati i risultati dell’indagine. Dallo studio è emerso che Paesi Bassi (51%) e Regno Unito (36%) rappresentano gli Stati in cui tale metodologia si rivela maggiormente impiegata, mentre l’Italia è costretta a rincorrere con solamente il 13% di utilizzo, una delle percentuali più basse. Il confronto con i dati della medesima analisi svolta nel 2013 dimostra come lo sviluppo del BIM, nonostante sia ancora in fase embrionale in molti Paesi, stia seguendo un ritmo di crescita graduale e costante.

In Italia la sua adozione è aumentata del 3%, mentre la Francia ha fatto registrare l’incremento maggiore passando dal 7% al 20% a testimonianza del fatto che il mondo dell’architettura sta acquisendo sempre più consapevolezza dei vantaggi derivanti da questo strumento58.

In Paesi quali Finlandia e Norvegia, da qualche anno il suo utilizzo è stato reso obbligatorio per la realizzazione di opere pubbliche e presto lo sarà anche nei restanti Stati Europei. Con la direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici, l’Unione Europea ha infatti stabilito che, a partire dal 2016, i vari Stati membri devono impegnarsi nell’incoraggiare l’adozione di BIM per i progetti di carattere pubblico con specifici decreti.

Anche l’Italia ha dovuto recepire la direttiva e l’impiego di questa metodologia/tecnologia diventerà progressivamente obbligatoria per l’esecuzione di questo genere di opere nei prossimi anni.

Il Building Information Modeling rappresenta quindi un processo totalmente nuovo in grado di garantire il raggiungimento di notevoli vantaggi nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture. Il BIM muta completamente l’approccio adottato dai vari attori nell’effettuazione delle loro attività, migliorando incredibilmente la collaborazione e la comunicazione tra di loro. Le limitazioni, che ancora oggi lo

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caratterizzano, stanno trovando le giuste soluzioni con il passare del tempo; la sua diffusione è dunque destinata a crescere rapidamente. Le decisioni politiche prese a livello europeo testimoniano la valenza di questo strumento che assumerà un ruolo sempre più importante all’interno del processo di sviluppo e gestione degli immobili.

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