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I rischi del parto.

Corredi delle sepoltire infantil

Capitolo 2: Le prime fasi di vita del bambino.

2.1 Il parto: l’immagine del cargo di una nave e gli incantesimi di protezione per madre e bambino 254

2.2.1 I rischi del parto.

Il parto è un momento critico e difficile sia per la madre che per il bambino. Dal punto di vista fisiologico ciò è determinato dal fatto che, attraverso l‘evoluzione, rispetto ai nostri antenati ominidi, il cranio del nascituro è aumentato gradualmente di dimensioni per lasciare spazio ad un cervello più grande (Figura 120). Questa modifica dimensionale non si è riportata anche nella pelvi femminile, perciò al momento del parto in molti casi la testa del neonato è il 2% più grande della pelvi della madre255.

254

Il cuore del capitolo è ripreso per lo più da Stol 2000, che presenta tutto il materiale disponibile, gli altri riferimenti verranno riportati

255

Killgrove K. ―Childbirth and C-Sections in Bioarchaeology‖

http://www.poweredbyosteons.org/2012/03/childbirth-and-c-sections-in.html

Figura 120 Spaccato con ossa pelviche e cranio del feto in

scimpanzè (sx) e umani (dx)(Killgrove)

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Nella maggior parte dei casi, grazie al rilascio di un ormone che permette la dilatazione del bacino il neonato non trova particolari problemi a nascere, ma nel caso il neonato sia piuttosto grande e la madre gracile, o non sufficientemente matura (spesso all‘epoca le gravidanze erano molto precoci, e scendendo sotto i 20 anni, momento del raggiungimento della maturità scheletrica per una donna, il rischio aumenta esponenzialmente) può accadere che il canale del parto sia troppo stretto perché i movimenti del bambino e della muscolatura materna possano far nascere il bambino da solo. Al giorno d‘oggi in tali casi si ricorre ad un aiuto meccanico, come il forcipe, oppure al taglio cesareo. Ma questi strumenti e metodi non erano presenti nel Vicino Oriente, ed anche ipotizzando che potessero essere utilizzate tecniche simili il parto era un grande rischio. Nel caso di un blocco normalmente la madre moriva per emorragia, portando il bambino con sé a meno che non fosse estratto con un taglio dopo la sua morte. Ci si aspetterebbe di trovare frequentemente sepolture di madri con il loro bambino ancora nel grembo, ma così non accade. Se ne contano pochissime in tutto il mondo, e soltanto due nel vicino oriente, in Israele256 ed Egitto257. Vi sono alcuni motivi per spiegare questo fenomeno:

 La cattiva conservazione del materiale osseo e cartilagineo di un feto o di un perinatale

 Il bambino veniva rimosso dal grembo materno, dopo la morte di entrambi, e sepolto a parte

 Il parto si era concluso con successo ma la madre aveva contratto un infezione post-partum o un emorragia post-partum. In tale caso a livello scheletrico non vi è distinzione da una qualsiasi altra donna morta per altre ragioni

 Allo stesso modo poteva essere il bambino a morire poco dopo il parto per aver contratto infezioni o per il trauma subito nel caso di un parto molto lungo e difficile (sono numerosissime le sepolture di neonato)

Esistono casi estremamente rari di aborto spontaneo dopo la morte della madre258

256

Una ragazza di 14 anni con i resti di un feto poggiati sulla pelvi sono stati ritrovati in una tomba comune a Gerusalemme datata al III-IV sec. d. C. Zias 1995 p. 232.

257

Almeno per quanto riguarda il materiale pubblicato

258

Estrusione fetale post-mortem: non sono presenti casi noti nel vicino oriente, si tratta di evidenze in sarcofagi di epoca romana. Tuttavia non è da escludere che ciò si verificasse anche in Oriente, se ciò fosse successo in una sepoltura a fossa probabilmente la cartilagine del feto sarebbe scomparsa rapidamente senza lasciare alcuna evidenza archeologica.

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La mortalità per parto era una delle cause di morte principali per le donne, e spesso anche il bambino moriva con loro. Sono presenti esempi letterari di questi tragici avvenimenti. Ad esempio un testi dalla Biblioteca di Assurbanipal chiamato ―Complainte d'une femme morte en couches‖259

.

"Pourquoi derives-tu comme une barque au milieu de la riviere, Le gouvernail brise et les amarres coupees ?

Le visage couvert tu traverses la riviere de la Ville."

Comment ne deriverais-je pas, comment mes amarres ne seraient-elles pas coupees ? Le jour ou j'ai porte le fruit, combien j'etais heureuse !

J'etais heureuse, mon epoux etait heureux.

Le jour ou commenca le travail, mon visage s'assombrit, le jour ou j'enfantai, mes yeux s'obscurcirent.

J'ouvris les mains pour prier la Reine des Dieux: "Toi qui es aussi une mere, sauve ma vie !"

La Reine des Dieux m'entendit et detourna la face: "… Pourquoi me pries-tu sans arret ?"

Mon epoux qui m'aimait s'ecria: "Pourquoi me prends-tu la femme que j'aime ?" Toutes ces annees, j'ai vecu avec mon epoux,

j'ai vecu avec lui, il m'aimait.

Mais la mort s'est glissee dans ma chambre et moi,

elle m'a chassee de ma maison, elle m'a arrachee a mon epoux. Elle a dirige mes pas vers le Pays sans Retour

I dati esatti della mortalità durante il parto sono sconosciuti, ma probabilmente non si discostano dalle altre società antiche, ad esempio in Grecia la mortalità materna era del 10%, quella infantile prima dell‘anno d‘età del 20-30%. Una parte di questa percentuale è determinata dall‘eliminazione dei bambini molto deformi (con arti mancanti, ermafroditi o gemelli siamesi) che venivano gettati dal fiume in quanto ritenuti il prodotto di un sortilegio260. 259 Verardi 2000 p. 13 260 Nardo 2007 p. 72

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2.2.2 Le modalità.

Il parto avveniva normalmente in casa, con l‘assistenza di altre donne e quando possibile una levatrice. Queste donne erano qadištu, delle guaritrici con competenze simili alle moderne ginecologhe, ostetriche e pediatre. In alcuni casi anche le sacerdotsse nadītu sono citate in questa funzione, come ad esempio in un poema neo babilonese in cui ―the

nadītu women who with skill save the foetus‖261

, conoscevano le tecniche per un parto sicuro, l‘uso dei farmaci contro il dolore e gli incantesimi adatti262

. La donna spesso portava degli amuleti per scacciare gli spiriti demoniaci che potevano compromettere il buon esito del parto. Un amuleto usato di frequente era quello che raffigurava il demone Pazuzu per scacciare la Lamashtu che era considerata la causa delle emorragie durante il parto. Alla donna veniva dato da masticare un pezzo di corteccia d‘albero, e la levatrice le spalmava dell‘olio sul ventre. Nel caso di un parto difficile un‘altra donna o un incantatore recitavano appropriati incantesimi per aiutarla263.

In genere la donna stava in posizione accucciata, talvolta in ginocchio su due pietre o mattoni, oppure in posa stesa. Le scene di parto e la documentazione scritta forniscono un‘idea del modo di partorire. Le raffigurazioni sono presenti soprattutto nei sigilli, eccetto per un paio di casi di statuine in terracotta. Le donne sono in alcuni casi stese con la levatrice posta davanti a loro ed in altri sedute con le gambe piegate divaricate e le mani a sorreggere le ginocchia. Nel sigillo paleo-accadico A 27902 (Figura 121), ad esempio, è raffigurata nel registro inferiore una scena di parto264, con una donna stesa su una lettiga, una inginocchiata ai suoi piedi con le braccia tese verso di lei (probabilmente un'ostetrica) ed altre due alle sue spalle. Sotto la lettiga è raffigurato uno scorpione e sopra una luna, simboli legati alla gravidanza. Nel registro superiore è rappresentato un eroe che protegge due quadrupedi dall'attacco di due leoni. La funzione della scena mitologica del registro superiore, apparentemente non collegata è quella di portare buon auspicio265.

261

Harris 2000 p. 155

262

Bienkowski p. 71 voce ―childbirth‖

263 Nardo 2007 p. 72 264 Battini 2006 pg. 12 265 Battini 2006 pg. 14

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In una terracotta neo-babilonese266 da Tell de l'Est (Figura 122) è raffigurata una donna con le gambe divaricate, le mani appoggiate su di esse ed i seni in evidenza. Presentano anche un dettaglio che conferma il suo ―status‖ di partoriente: sono incise due mani aliene alla figura in prossimità del pube.

Per quanto riguarda infine il parto con le ginocchia poggiate sui mattoni è presente un riferimento prosopografico, un nome sumerico Sig4.gá-tu ―Born on my brick‖, ed

uno letterario ―Ishtar will go to the house of Gula of the steppe (and) she will sit on the brik‖ (da una lettera neo-assira) che confermano la presenza dei mattoni del parto.

Per quanto riguarda gli amuleti citati in precedenza, venivano applicati per madre e figlio dai demoni lilû e dalla Lamashtu, dea dei sortilegi, figlia di Anu. Quest‘ultima è un demone femmina, dalla testa di leone, denti d‘asino e gambe d‘uccello. È responsabile di aborto e morti bianche267. Nel Mito di Atra-ḫāsis, quando gli dei decidono di ridurre la popolazione umana, inviano la Lamashtu a colpire le puerpere e a portare via i neonati dalle loro madri:

266

Battini 2006 pg. 13

267 Morte in culla durante i primi mesi di vita per cause tuttora sconosciute

Figura 121 Sigillo A 27902 con scena di parto (Oriental Institute Chicago Battini 2006 p. 12)

Figura 122 Placchetta in terracotta Neo babilonese da Tell de l'Est (Battini 2000 p. 13)

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―Among the people the woman who gives birth yet does not give birth (successfully); Let there be the pašittu-demon [Lamashtu] among the people, to snatch the baby from its mother‘s lap.268

Concluso il parto, sia la donna che il bambino erano ritenuti impuri, e così anche chiunque li avesse assistiti. Nel caso fosse stato chiamato un sacerdote incantatore, non avrebbe potuto eseguire altri incantesimi per 30 giorni per essere venuto in contatto con l‘impurità269

. Probabilmente questo è dovuto alla copiosa quantità di sangue che veniva persa tramite il parto.