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In Siria e nel Levante.

Corredi delle sepoltire infantil

1.4 Le immagini di madre e bambino.

1.4.2 In Siria e nel Levante.

In queste aree l‘iconografia del kurotrophos è derivata dall‘Egitto, vi sono comunque varianti molto limitate e poco comuni, derivate dalla tradizione locale. La ―discendenza‖ egiziana premette di presumere che ci sia almeno una parte di raffigurazioni di nutrici divine accanto a quelle delle madri comuni.

In Siria, ed in particolare a Biblo, sono evidenti le influenze egiziane, con sincretismi tra la dea nutrice venerata nella città, Baalat, e l‘egizia Hator. In una statuina in argilla del Medio-Bronzo vediamo una donna seduta su un trono che allatta il bambino, tenendolo parzialmente appoggiato alle gambe (Figura 109). Non è presente la corona divina perciò potrebbe trattarsi anche di una mortale, forse la regina. In un'altra statuetta in bronzo, la postura è simile alla precedente, ma la mancanza totale di qualsiasi attributo fa propendere per l‘umanità dei personaggi229

.

227 Parziale accoglimento dell‘ipotesi della Bahrani dell‘istinto maschile 228

Budin 2011 p. 214

229

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Figura 109 Statuina in bronzo con scena d‟allattamento da Byblos, bronzo tardo (Winter 1983 Abb.61)

Ad Ugarit in un pannello d‘avorio (Figura 110) è raffigurata una dea che nutre due bambini in piedi davanti a lei. L‘ispirazione è chiaramente egiziana e si può datare 1250 a. C. ca. La dea porta l‘acconciatura hatorica230

ed ha le ali, i bambini sono maschi, assolutamente identici, in posizione stante che suggono uno per ogni seno della dea. La dea è stata identificata con Anat, ma l‘iconografia è compatibile anche con Athar e Asherash231; forse l‘artigiano non intendeva raffigurare una dea in particolare. I bambini sono probabilmente raffigurazione di un re o di un principe, ma il fatto che siano due crea qualche problema: potrebbe trattarsi di due gemelli, ma gli altri pannelli rinvenuti raffigurano scene di vita del re. È probabile che siano due in base all‘accezione derivata dall‘Egitto di simmetria della scena. Il motivo del re che viene allattato dalla dea è ben noto in Egitto ed è altresì presente anche nella letteratura mesopotamica. L‘importanza dell‘adozione divina del re tramite allattamento da parte della dea è dovuta al fatto che questo gesto gli conferisce l‘autorità per regnare232

. Nella cultura egiziana ci sono immagini di Hator che allatta due bambini , e dal sito di Afek, in area levantina, è nota una statuetta femminile che regge due neonati tra le braccia e sembra rimandare a questo tema233.

230

Ward 1969 p. 225

231

Asherash però solitamente è raffigurata mentre nutre divinità, ed in questo caso sembra trattarsi di due re.

232

Barrelet 1968 pp. 292-293

233

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Figura 110 Pannello decorativo in avorio dal cocchio reale, da Ugarit palazzo reale 1250 a. c. (Damascus Museum, Cornelius 2004 pl. 3.11)

In Palestina la situazione è completamente diversa, il kurotrophos è molto meno raro. Durante l‘età del bronzo si trovano figurine ad imitazione di quelle egiziane, le figurine più tarde invece presentano più influenze mesopotamiche con raffigurazioni su placchetta. Queste sono di frequente donne in piedi su animali (Figura 111), oppure agghindate da molti gioielli.

Figura 111 Figurina siriana di dea che allatta in piedi su un leone, Bronzo Medio (Winter 1983 pl. 55)

È molto difficile definire la differenza tra divinità e umane, eccetto per le figure in piedi su animali che sono certamente dee. Da Bet-Shean (Figura 112) e Tell Wawiyat di XV secolo a. C. sono note 2 statuine di donne non intente ad allattare ma che tengono in

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braccio il bambino poggiato sul fianco, l‘influenza egiziana è evidente, ricorda una statuina simile dell‘epoca di Tutmosi III.

Figura 112 Statuetta in terracotta, madre con bambino, da Bet Shean, età del ferro (Winter 1983 Abb. 57)

A Bet-Shean sono presenti altre due figurine con la raffigurazione prominente dei genitali, come accade anche a Cipro. Alcune raffigurano la donna stesa con il bambino accanto a sé. A Deir el-Balah è stata rinvenuta una placchetta conservata solo dalla vita in giù su cui sono visibili due gambette appoggiate su una delle due gambe della donna. A Revadim è stata trovata una figurina fittile con genitali molto marcati, le mani al pube aprono la vagina, e nello spazio sul torace lasciato tra le braccia ed i seni sono raffigurati due neonati.

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Due figurine identiche a questa sono state trovate ad Aphek234 (Figura 113) e si datano al XIII secolo a. C.; sulle gambe di una delle due sono raffigurati animali ed un albero. Per quanto riguarda i due bambini si pone un problema interpretativo: stanno suggendo il seno o non sono ancora nati e si tratta di una raffigurazione di donna incinta? Sulla base dell‘osservazione della particolare posizione delle mani è stata interpretata dalla Budin come un iconografia legata al parto235. La questione tuttavia è estremamente complessa, nel caso si tratti invece di una scena di allattamento, queste figurine sono l‘unico esempio in tutto l‘oriente con due neonati contemporaneamente (fatta eccezione forse per la dea alata di Ugarit, ma lì i bambini sono già grandi). Nel rilievo paleo-babilonese della dea madre, la dea allatta un bambino ed altri due spuntano dietro le sue spalle ma non sono attaccati ai seni. Inoltre le mani portate alla vagina non sembrano permettere alla donna di sorreggere i bambini per l‘allattamento, sembra più plausibile che si stia preparando al parto. Tuttavia non vi sono altri esempi di ―spaccato‖ della donna per vedere al suo interno, anche in questo caso si tratterebbe di un unicum. È Stata proposta dalla Beck una terza ipotesi: si tratta di una raffigurazione del prima e dopo la nascita contemporaneamente236. Per Shaeffer e Ward, che ricorda la dea di Ugarit, si tratta anche in questo caso di un raddoppiamento voluto per simmetria, e propone che si tratti di un piccolo re e del suo ―doppio‖. Ma le raffigurazioni di animali e alberi, in stile Mitannico, non sono simmetriche. Restando su generale si può solo concludere che la raffigurazione può essere quella di una dea legata sia alla nascita che alla fertilità237.