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Risparmi possibili grazie all’innovazione digitale in sanità

L’UE ribadisce i vantaggi che derivano dall’utilizzo delle tecnologie informatiche, in particolare per il settore sanitario. In uno scenario demografico caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, da una crescente diffusione delle cronicità, e dagli

prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro. Cfr. http://ec.europa.eu/esf/main.jsp?catId=35&langId=it.

133 Cfr. Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, La maturità delle aziende sanitarie negli ambiti di innovazione digitale: l’eHealth Journey 2.0, Rapporto 2015.

elevati costi che comportano le nuove terapie, si stima che le spese sanitarie e quelle per l’assistenza sociale aumenteranno sino a raggiungere circa il 9% del Prodotto Interno Lordo dell’UE nel 2050. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono dare un prezioso contributo fornendo ai cittadini servizi più efficienti, economici e di alta qualità. Per fare qualche esempio, si stima che il tele-monitoraggio a domicilio per i pazienti cardiaci possa migliorare del 15% il tasso di sopravvivenza, ridurre del 26% i giorni di ricovero e far risparmiare il 10% delle spese infermieristiche; mentre le prescrizioni elettroniche possano ridurre del 15 % gli errori di dosaggio dei medicinali134.

Ci sono numerosi studi sul tema della misurazione dei benefici che l’e-Health può generare, ciascuno dei quali propone un approccio diverso, in termini di risparmi di spesa, di recupero di produttività, di beneficio economico netto, di redditività sul capitale investito, di recupero di efficienza per l’intero sistema sanitario. La Commissione Europea propone inoltre di misurare i benefici in termini di crescita dell’industria e-Health e del numero di occupati sia nel settore privato che in quello pubblico135. Il Governo italiano, nel documento Strategia per la crescita digitale 2014-2020, riprende le stime sui risparmi di spesa del Politecnico di Milano136. L’Osservatorio, infatti, grazie all’approfondimento di 50 progetti di innovazione digitale sviluppati da aziende sanitarie in Italia, ha potuto analizzare i reali benefici che il digitale può portare al sistema sanitario e ai cittadini. La stima dei benefici è stata fatta basandosi su casi reali, tenendo in considerazione gli attuali livelli di maturità e ipotizzando diversi scenari di digitalizzazione.

Quello che va tenuto presente è che stiamo parlando di un settore, quello sanitario, che si presta a valutazioni diverse rispetto ad altri settori. Quello che si vuole sottolineare è che i benefici generati dall’e-Health spesso non sono monetizzabili, ma possono offrire molto di più e molto di meglio in termini di Return on Investment (ROI) indiretto. In molti casi, si traducono spesso in risorse liberate per altri impieghi, p.e. maggiore tempo da dedicare ai pazienti, o in utilità intangibili, p.e. riduzione degli errori medici e dei contenziosi, che rappresentano un valore economico importante, anche se raramente si traducono in entrate finanziarie aggiuntive.

134 Commissione Europea, Agenda digitale europea. Le politiche dell’Unione Europea. Riavviare l’economia europea. L’agenda digitale europea aiuterà i cittadini e le imprese dell’UE a trarre il massimo beneficio dalle tecnologie digitali, novembre 2014.

135 Cfr. Commissione Europea, Unlocking the ICT growth potential in Europe: Enabling people and businesses, 2013.

136 Cfr. Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del della School of Management del Politecnico di Milano, L’eHealth Journey: un modello di evoluzione dell’innovazione digitale nelle aziende sanitarie, Rapporto 2015. www.osservato.net.

Lo studio ha preso in considerazione due ambiti, il primo riguarda quello clinico sanitario, mentre il secondo, l’innovazione digitale a supporto della relazione con il cittadino. Per quanto riguarda il primo, l’Osservatorio ha concentrato l’attenzione sulle opportunità offerte dalla Cartella Clinica Elettronica, che consente, da un lato, di razionalizzare le attività degli operatori sanitari e, dall’altro, di annullare i costi di stampa e di gestione del cartaceo. Sulla base di questi casi reali, è stato possibile stimare una riduzione dei tempi per lo svolgimento delle attività medico-infermieristiche a seguito dell’adozione della CCE in reparto. Il risparmio complessivo ipotizzato è pari a 30 minuti al giorno per paziente sia per i medici sia per gli infermieri. Pertanto, se l’utilizzo della CCE, completamente dematerializzata, fosse esteso a tutte le aziende presenti sul territorio, si otterrebbero importanti benefici in termini di migliore impiego di tempo dei professionisti sanitari. Tradotto in numeri, questo risparmio moltiplicato per il numero di ricoveri annuali, che sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute137 è pari a circa 9,8 milioni di casi l’anno e a un totale di circa 64 milioni di giornate di degenza, vale circa 1,47 miliardi di euro. Un secondo tipo di risparmio che si può ottenere con l’implementazione della CCE è quello legato all’annullamento dei costi di gestione e di stampa delle cartelle cliniche. Ad oggi vengono ancora stampate nella quasi totalità dei casi, infatti, solo l’8% risulta completamente dematerializzato con meccanismi a norma di legge. Se si assume un costo unitario di stampa della CCE pari a 3 Euro, si può ottenere un risparmio complessivo pari a circa 170 milioni di euro l’anno.

L’Osservatorio ha poi preso in considerazione l’impatto legato alla diffusione di un’offerta completa di servizi digitali agli utenti, come il download dei referti via web, la prenotazione on-line di esami/visite o degli accessi al centro prelievi, fruibili anche tramite App e totem self service presenti all’interno delle strutture. Attraverso lo studio dei casi in cui queste soluzioni sono state adottate e dei benefici che hanno portato ai cittadini/pazienti e alle strutture sanitarie, ha stimato i risparmi che si potrebbero ottenere all’aumentare della diffusione di tali servizi. In particolare, il ritiro dei documenti clinico-sanitari via web o tramite l’utilizzo di totem esterni alla struttura può portare a un risparmio di tempi e costi per il cittadino. Si calcola che con il ritiro via web dei referti, il cittadino può risparmiare fino a 60 minuti, mentre con il ritiro tramite totem esterno il risparmio è inferiore, circa 40 minuti, ma comunque considerevole. Mentre il risparmio economico per le due modalità è rispettivamente pari a 20 Euro e 13 Euro a referto. Tale risparmio si basa sul costo opportunità del tempo per il cittadino che dovrebbe

effettuare il viaggio verso la struttura sanitaria e dovrebbe mettersi in cosa allo sportello. Questi servizi permettono di ottenere un risparmio anche per le strutture, che si stima in 5 minuti a referto per le attività di stampa, imbustamento e consegna. Complessivamente, ipotizzando di arrivare alla percentuale del 60% di referti consegnati via web, al 35% via totem e che solo il 5% continui a essere ritirato allo sportello, ciò permetterebbe un risparmio fino a 240 milioni di euro all’anno alle strutture sanitarie, e ben 2,7 miliardi di euro l’anno ai cittadini, in termini di minor tempo per recarsi alle strutture e di attesa agli sportelli.

Anche la prenotazione delle prestazioni, effettuata tramite telefono, web o totem, potrebbe portare ad un risparmio di tempi e costi per il cittadino, circa 60 minuti, pari a 20 euro a prenotazione, se effettuate via web o al telefono e di circa 40 minuti, pari a 13 Euro, se effettuate via totem. Se la percentuale di prenotazioni via web o telefonica arrivasse all’80% e quella via totem al 10%, ipotizzando che il 10% delle prenotazioni non sia effettuabile da remoto, questo porterebbe a un risparmio di ulteriori 670 milioni di Euro per i cittadini.

Il risparmio per le strutture sanitarie, che si ha solo nei casi in cui la prenotazione avvenga via web o totem, è mediamente pari a 5 minuti dell’operatore per ciascuna operazione. Anche in questo caso, se le prenotazioni on-line e via totem arrivassero a regime, il risparmio per le strutture sarebbe di 115 milioni di Euro l’anno.

Un altro aspetto che è stato valutato è quello relativo alle prenotazioni dell’accesso al centro prelievi via web, che eviterebbero attese medie di 60 minuti, valorizzate a 20 Euro ad accesso. A trarne beneficio non sarebbero solo i cittadini che prenotano, ma anche quelli che non lo fanno, i quali potrebbero risparmiare circa 30 minuti del loro tempo, grazie a una migliore gestione delle code e degli accessi. Se si arrivasse all’80% di prenotazioni degli accessi al centro prelievi per esami di laboratorio, i cittadini potrebbero risparmiare complessivamente 1,52 miliardi di euro.

Il risparmio complessivo legato all’introduzione di servizi digitali al cittadino, secondo questo studio, sarebbe pari a circa 4,93 miliardi di Euro per i cittadini e a 350 milioni di Euro per le strutture sanitarie.

L’Osservatorio ha quindi previsto che tali iniziative, da portare a termine entro il biennio 2016-2017, siano in grado di determinare consistenti risparmi nella spesa pubblica. Secondo le stime proposte dal Politecnico di Milano, grazie alla digitalizzazione, le strutture sanitarie potrebbero risparmiare circa 3,8 miliardi di euro annui. In particolare:

 circa 2,2 miliardi di euro grazie al FSE, alla cartella clinica elettronica e alla dematerializzazione dei referti, attività che come abbiamo visto consentono un risparmio di tempo in attività mediche e infermieristiche e una riduzione di sprechi dovuti alla stampa;

 oltre 800 milioni di euro attraverso sistemi di gestione informatizzata dei farmaci, che consentono la riduzione di ricoveri dovuti ad errori evitabili;

 circa 400 milioni di euro grazie alla consegna dei referti via web e a un miglior utilizzo degli operatori allo sportello;

 160 milioni di euro con la prenotazione on-line delle prestazioni;

 150 milioni attraverso la razionalizzazione dei data center presenti sul territorio e al progressivo utilizzo di tecniche di virtualizzazione.

A questi benefici vanno poi aggiunti i possibili risparmi economici per i cittadini, stimabili complessivamente in circa 5,4 miliardi di Euro; in particolare: 4,6 miliardi di euro dovuti alla possibilità di ritirare referti via web; oltre 600 milioni di euro grazie alla prenotazione via web e telefonica delle prestazioni; e 170 milioni di euro grazie alle soluzioni di gestione informatizzata dei farmaci.