I MODELLI CONCETTUAL
5.3 La Dichiarazione di principi internazionali di catalogazione del 2009 (ICP2009)
5.3.2 Il ritorno del soggetto
Per quanto riguarda la criticità più importante per la nostra analisi vediamo come i
173 Lucia Sardo, La catalogazione: storia, tendenze, problemi aperti. Milano: Editrice bibliografica, 2017, p. 77.
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principi del 2009 si propongano di sanare la sproporzione in favore della parte descrittiva presentandosi come universalmente validi e in grado di estendere i
Principi di Parigi «dalle sole opere testuali a tutti i tipi di materiali e dalla sola
scelta e forma della registrazione a tutti gli aspetti dei dati bibliografici e di autorità utilizzati nei cataloghi di biblioteca».174
Tentativo ribadito anche nel punto 1 Ambito di applicazione dove si afferma chiaramente «I principi enunciati […] intendono fornire un approccio coerente alla catalogazione, descrittiva e per soggetto, di qualsiasi tipo di risorsa bibliografica».175
Anche in questo caso, nonostante queste dichiarazioni di intenti, i risultati non sono del tutto soddisfacenti e molto viene demandato al nuovo modello IFLA dedicato proprio all’indicizzazione semantica: i Functional requirements for
subject authority data. Non possiamo non sottolineare nuovamente
l’inopportunità di basare così fortemente dei principi internazionali di catalogazione su standard e modelli concettuali, in questo caso in fase di sviluppo.
Principi generali
Il primo accenno alla semantica lo troviamo nel punto 2, dedicato ai principi generali. Prima di enunciarli si sottolinea la centralità del principio dell’interesse dell’utente, che deve prevalere su tutti gli altri, e si informa in nota che essi sono stati ripresi dalla tradizione catalografica mediata attraverso la riflessione di Elaine Svenonius. Si passa quindi a una sibillina dichiarazione riguardante l’indicizzazione semantica: «Per quanto riguarda i thesauri di voci di soggetto, ci sono ulteriori principi da applicare, ma ancora non sono stati inseriti in questa
174 Statement of International Cataloguing Principles 2009, cit., p. 1. 175 Ivi, p. 2.
177 dichiarazione».176
Non è ben chiaro il significato di questa nota che suona come una generica excusatio per non aver approfondito nello specifico il tema della semantica nonostante le premesse. Si afferma con sicurezza che “ci sono principi da applicare” ma neanche gli sviluppatori di ICP sembrano certi del fatto che questi principi esistano realmente o, meglio, che sia opportuno inserire i principi per lo sviluppo di thesauri all’interno di una dichiarazione di principi internazionali di catalogazione, d’altra parte non se ne farà più menzione negli ICP del 2016. Altro aspetto che non viene chiarito è se e quali principi generali già presenti siano da considerarsi applicabili anche all’indicizzazione semantica. Per Mauro Guerrini questa dichiarazione di ICP2009 rappresenterebbe un’implicita rinuncia a «enunciare principi validi per l’accesso per soggetto»177, d’altra parte, nella
stessa nota si legge che si tratterebbe di “ulteriori principi da applicare”, dal momento che, avendo reinserito il soggetto tra gli altri aspetti della catalogazione, bisognerebbe forse considerare già validi tutti i principi previsti per i punti di accesso. Quello che è certo è che «ICP 2009 viene meno alla dichiarata finalità di estendersi all’intero processo catalografico»178 e che il rapporto tra i principi
generali esposti e quelli tipici della costruzione di thesauri doveva essere indagato maggiormente. Come nota Guerrini179, la fonte per tali principi avrebbe potuto
essere il documento IFLA Principles underlying subject heading languages
(SHLs)180 del 1999 che prevedeva: uniformità, sinonimia, omonimia, nome,
sintassi, semantica, coerenza e garanzia bibliografica e utente. In questo caso, ad
176 Ibidem.
177 Mauro Guerrini, I principi internazionali di catalogazione (ICP), cit., p. 270. 178 Ibidem.
179 Ivi, p. 219-220.
180 International Federation of Library Associations and Institutions, Principles underlying subject
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esempio, si sarebbero verificate alcune sovrapposizioni con i principi già previsti in ICP2009, soprattutto per quanto riguarda l’interesse dell’utente e la coerenza. 1. Interesse dell’utente. Le decisioni adottate nel creare le descrizioni e le forme controllate dei nomi quali punti di accesso vanno prese tenendo presente l’utente;
2. Uso comune. Il lessico usato nelle descrizioni e nei punti di accesso deve concordare con quello della maggioranza degli utenti;
3. Presentazione. Le descrizioni e le forme controllate dei nomi delle entità per i punti di accesso devono essere basate sul modo in cui ciascuna entità descrive se stessa.
4. Accuratezza. L’entità descritta deve essere rappresentata fedelmente; 5. Sufficienza e necessità. Nelle descrizioni e nelle forme controllate dei nomi per i punti di accesso, devono essere inclusi solo gli elementi necessari per soddisfare l’utente e indispensabili per identificare in modo univoco un’entità; 6. Significatività. I dati devono essere bibliograficamente significativi; 7. Economia. Se per raggiungere uno scopo esistono modalità alternative, la preferenza deve essere data a quella che contribuisce maggiormente all’economia complessiva (vale a dire al costo minore o all’approccio più semplice);
8. Coerenza e Standardizzazione. Le descrizioni e la creazione dei punti di accesso devono essere il più possibile normalizzate. Ciò consente una maggiore coerenza, che a sua volta rende più facile la condivisione dei dati bibliografici e di autorità;
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9. Integrazione. Le descrizioni per tutti i tipi di materiali e per le forme controllate dei nomi delle entità devono basarsi il più possibile su regole comuni.181
Entità, attributi e relazioni
Si dichiara che i codici catalografici devono tener conto di entità, relazioni e attributi dei modelli concettuali elaborati dall’IFLA: FRBR, FRAD e FRSAD. Le Entità nelle registrazioni bibliografiche che vengono elencate, tuttavia, sono riprese unicamente da FRBR e FRAD, dal momento che FRSAD era ancora in fase di sviluppo e non aveva visto una pubblicazione definitiva:
Opera Espressione Manifestazione Esemplare Persona Famiglia Ente Concetto 181 Ibidem.
180 Oggetto
Evento Luogo.
In nota si specifica l’appartenenza delle diverse entità ai singoli gruppi e ai diversi modelli: Opera, Espressione, Manifestazione e Esemplare182 costituiscono le
entità del Gruppo 1 di FRBR; Persona ed Ente sono le entità del Gruppo 2 di FRBR, con l’aggiunta di Famiglia ripresa dal modello FRAD.
Per quanto riguarda il soggetto si specifica in nota: «Concetto, oggetto, evento e luogo costituiscono le entità del Gruppo 3 descritte nel modello FRBR. Qualsiasi entità può essere interessata da una relazione di soggetto con un’opera».183
Come si può vedere, anche in questo caso non c’è stata la possibilità di inserire FRSAD perciò si riprende la concezione di soggetto di FRBR in cui sono in via privilegiata le entità del terzo gruppo ad instaurare relazioni di soggetto con l’Opera anche se, correttamente, si sottolinea il fatto che ciascuna entità può stabilire questo tipo di relazione.
Obiettivi e funzioni del catalogo
Al di là delle già citate ambiguità e indecisioni riguardo ai ruoli di principi, standard e modelli, di cui risentono tutti gli aspetti della catalogazione, gli
182 La traduzione di ICP2009 scaricabile dal sito IFLA riporta Esemplare, il tema è dibattuto ma, più correttamente, dovremo parlare di Item.
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ICP2009 hanno il merito di aver inserito per la prima volta in una dichiarazione di principi internazionali di catalogazione l’aspetto semantico.
In particolare, il fattore più significativo è aver restituito al soggetto il proprio posto all’interno degli Obiettivi e funzioni del catalogo, che riprendono da vicino le Funzioni utente enunciate da FRBR, con l’aggiunta della funzione Navigare, derivata direttamente dall’opera di Svenonius The intellectual foundation of
information organization184:
Il catalogo deve essere uno strumento efficiente ed efficace che consente all’utente:
1. di trovare risorse bibliografiche in una raccolta come risultato di una ricerca basata sugli attributi o sulle relazioni delle risorse:
1.1. per trovare una singola risorsa
1.2. per trovare insiemi di risorse che rappresentino: tutte le risorse che appartengono alla stessa opera tutte le risorse che incorporano la stessa espressione tutte le risorse che esemplificano la stessa manifestazione
tutte le risorse associate a una determinata persona, famiglia o ente tutte le risorse su un determinato soggetto
184 Elaine Svenonius, The intellectual foundation of information organization. Cambridge: MIT Press, 2000.
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tutte le risorse definite secondo altri criteri (come lingua, luogo di pubblicazione, data di pubblicazione, tipo di contenuto, tipo di supporto, ecc.), di solito utilizzati per selezionare ulteriormente i risultati della ricerca
2. di identificare una risorsa bibliografica o un agente in una registrazione corrisponda a quella cercata o distinguere fra due o più entità con caratteristiche simili);
3. di selezionare una risorsa bibliografica appropriata alle necessità dell’utente (cioè, scegliere una risorsa che risponda ai requisiti posti dall’utente per quanto riguarda formato, contenuto, supporto, ecc. oppure rifiutare una risorsa in quanto inadeguata alle proprie esigenze);
4. di acquisire o ottenere accesso a un esemplare descritto (cioè, fornire informazioni che consentano all’utente di ottenere un esemplare mediante acquisto, prestito, ecc. o di accedere a un esemplare in modalità elettronica, tramite una connessione in linea a una fonte remota); oppure di accedere, acquisire o ottenere dati di autorità o bibliografici);
5. di navigare in un catalogo e al di fuori (cioè tramite la disposizione logica dei dati bibliografici e di autorità e la presentazione di chiare modalità per muoversi, compresa la presentazione delle relazioni fra opere, espressioni, manifestazioni, esemplari, persone, famiglie, enti, concetti, oggetti, eventi e luoghi).185
Punti di accesso indispensabili
Non analizzeremo in questa sede tutte le norme presenti nella Dichiarazione, limitandoci a sottolineare i punti in cui il soggetto è maggiormente presente.
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A questo proposito non si può non accennare anche al capitolo 7 Elementi di base
per le funzionalità di ricerca in cui si chiarisce che:
I punti di accesso sono gli elementi delle registrazioni bibliografiche che: 1) provvedono al recupero adeguato delle registrazioni bibliografiche e di autorità e delle risorse bibliografiche a esse collegate e, 2) limitano i risultati della ricerca.186
Tra i vari punti di accesso ne vengono individuati alcuni come indispensabili per le registrazioni bibliografiche e di autorità perché basati sui principali attributi e relazioni previsti per ciascuna entità.
Tra i punti di accesso indispensabili per le registrazioni bibliografiche troviamo anche i «termini di soggetto controllati e numeri di classificazione per l’opera».187
È importante notare come in questa dichiarazione di principi si ritenga indispensabile l’inserimento di un termine di soggetto attinto da un vocabolario controllato e come a questo vada affiancato, in aggiunta, un numero tratto da una classificazione bibliografica.
Vedremo come questo cambierà in occasione della versione del 2016 e come sarà oggetto di discussione in occasione della stesura dello standard internazionale di catalogazione RDA.
186 Ivi, p. 7
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