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Schemi di classificazione

IL CATALOGO E I LINGUAGGI DI INDICIZZAZIONE SEMANTICA: LE CLASSIFICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

2.2 Schemi di classificazione

Anche storicamente non è sempre facile porre un confine tra classificazione del sapere e classificazione di documenti. Anche limitandosi all'ambito ambito documentale possiamo notare come alcuni studiosi rintraccino criteri classificatori fin dall’antichità63 e, in senso lato, fin dalla preistoria.64

Pur non volendosi spingere così lontano nel tempo vediamo come, non conoscendo molto degli strumenti di indicizzazione messi in atto nelle grandi biblioteche dell’antichità classica, possiamo formulare delle ipotesi al riguardo proprio guardando all’ispirazione filosofica che probabilmente ne influenzava l’ordinamento.

È opinione diffusa che queste biblioteche riproponessero una concezione del sapere ripresa dal pensiero platonico mediato dalla lettura aristotelica.

In questi casi il confine tra classificazione filosofica e bibliografica doveva essere labile in quanto nella filosofia antica e medievale ritroviamo ben salda l’idea di

62 Luigi Crocetti, La classificazione. In: Manuale del catalogatore. Firenze: BNI, 1970, p. 249. 63 Per una trattazione delle classificazioni in Mesopotamia e in Egitto si veda: Michele Santoro, Per

una storia delle classificazioni bibliografiche. Parte prima: introduzione: le origini: Mesopotamia e Egitto, in «Bibliotime», vol. 18, n. 1 (2015).

64 Le posizioni in proposito di antropologi come Emile Durkheim, Marcel Mauss e Jack Goody si possono trovano esposte nel sopracitato articolo di Michele Santoro.

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una perfetta corrispondenza tra struttura conoscitiva e struttura del reale. Dal momento che la realtà si dispone davanti all’uomo come accessibile e indagabile, le classi del reale corrispondevano pienamente con quelle della conoscenza, che vi si uniformavano.

Secondo Platone:

la caratteristica in comune di più oggetti era una Forma assoluta, ed è la conoscenza di tale forma che ci permette di riunire quegli oggetti in una classe; tale classe viene definita da un nome comune o 'universale'. Le Forme sono così insieme i modelli della Realtà e le basi della conoscenza. La classificazione del mondo dell'esperienza viene rimandata alla classificazione del Mondo delle Forme, che sussiste assoluto e immutabile. Per Platone quindi esiste un ordine assoluto che precede il mondo reale; la conoscenza di un tale ordine è il fondamento sul quale si può costruire una classificazione unica e vera del reale.65

Come abbiamo avuto modo di vedere tramite l’Albero di Porfirio, questa impostazione si conferma in Aristotele, che ordina i concetti secondo il loro grado di somiglianza e differenza.

Per Aristotele le categorie costituiscono i “generi sommi” della conoscenza e del mondo stesso in quanto raccolgono le proprietà che possono essere predicate. Il filosofo ateniese, tuttavia, non si limita ad elaborare la sua teoria delle categorie ma formula una struttura del pensiero che pone in primo piano la logica come

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strumento di analisi ultimo della verità a cui subordinare tutte le scienze così disposte:

 Scienze teoriche  che scaturiscono da ciò che è

Comprendono: matematica, fisica e filosofia naturale, teologia o filosofia prima (metafisica).

 Scienze pratiche  che scaturiscono dall’azione Comprendono: etica, politica, economia, retorica.

 Scienze “poietiche”  che scaturiscono dalla creazione Comprendono: poesia, musica, architettura e arti varie.66

Quasi certamente questo schema aristotelico di divisione delle discipline fu quello usato per organizzare la biblioteca più famosa dell’antichità, quella di Alessandria d’Egitto.

Quello che è certo è che Callimaco (320-240 a.C.) lo ebbe presente quando elaborò il proprio catalogo per autori e titoli per i 500.000 volumi della biblioteca dei Tolomei:67

66 Ernesto Milano, Le classificazioni bibliografiche: note per una storia. In: La biblioteca pubblica:

manuale ad uso del bibliotecario, a cura di Maurizio Bellotti. Milano: Edizioni Unicopli, 1985, p.

179-203.

67 Si tratta dei 120 volumi dei Pinakes, per molti il primo catalogo bibliotecario della storia. Le suddivisioni sono elencate in: Alfredo Serrai, Le classificazioni, cit., p. 8.

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1. Filosofi, comprendente anche Geometria e Medicina 2. Giuristi

3. Storici 4. Oratori

5. Poeti, divisi in: - Epici

- Tragici - Comici -Ditirambici

6. Scrittori di cose varie (ad. Es. di Pesci, Uccelli, Dolci col formaggio ecc.).

Per molti secoli questa fiducia nelle capacità cognitive e nelle possibilità di classificare il mondo delle cose rimase intatta68 «i modelli del reale, la costruzione

di tali modelli e il loro ordinamento diventeranno problemi inquietanti solo quando si discuterà, da parte dei filosofi i limiti e le condizioni di validità della conoscenza umana (Kant), da parte dei linguisti e degli etnologhi il substrato semantico (Destutt de Tracy, Von Humboldt, Sapir), da parte dei bibliografi e dei tecnici delle informazioni la organizzazione delle raccolte di simboli o delle memorie artificiali».69

68 Una forte eco della classificazione aristotelica delle scienze la ritroviamo anche nella ripartizione delle Arti Liberali del Trivio (Grammatica, Dialettica, Retorica) e del Quadrivio (Aritmetica, Geometria, Musica, Astrologia).

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Nel caso degli schemi di classificazione otto-novecenteschi, oggetto del presente capitolo, il confine con la filosofia è sicuramente meno sfumato e vince la consapevolezza di non volersi occupare della creazione di grandi mappe del sapere quanto dell’ordinamento sistematico per soggetto delle risorse bibliografiche sugli scaffali o nei cataloghi delle biblioteche. Nonostante ciò la fiducia nelle capacità razionali dell'uomo e nella possibilità di classificare il reale rimane salda, così come il legame con le classificazioni filosofiche e l'impostazione disciplinare.

Henry Evelyn Bliss, inventore della Bliss Classification definisce le classi bibliografiche come: «classi di libri, documenti, o altro materiale bibliografico; e per soggetti intendiamo soggetti, o argomenti di studio o interesse, o rami della conoscenza e del pensiero. Così la classificazione del materiale bibliografico è una classificazione di soggetti bibliografici, rappresenta una organizzazione strutturale della conoscenza e del pensiero ed è a servizio di organizzazioni funzionali di conoscenza, pensiero e fini. Per converso, un’organizzazione logica della conoscenza e del pensiero è applicabile in maniera coerente, con degli adattamenti, ad un sistema di classificazione bibliografica».70.

La classificazione è un’operazione concreta svolta in biblioteca e in quanto tale si distingue per:

1. L'oggetto di analisi  le risorse bibliografiche.

Mentre gli schemi per classificare il pensiero umano sono caratterizzati da un alto livello di astrazione e sono maggiormente interessati agli aspetti speculativi e teoretici, gli schemi di classificazione sono basati sulle risorse bibliografiche stesse. L’autonomia di tali sistemi rispetto a quelli filosofici e scientifici, che pure possono averli ispirati, risiede nel principio

70 Mauro Guerrini, Principi di classificazione bibliografica. In: Riflessioni su principi, standard,

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della garanzia bibliografica (literary warrant). Essi fondano la propria esistenza sulla produzione editoriale e la creazione di nuove categorie all’interno della classificazione è autorizzata solo se esiste sufficiente letteratura da giustificarla. Se la produzione su un soggetto aumenta anche lo spazio nella classificazione deve poter allargarsi a comprenderne tutte le sfumature o a darne collocazione più idonea, se invece diminuisce anche lo schema deve potersi adattare e fare altrettanto.

2. Il contesto  la biblioteca

Gli schemi di classificazione non si preoccupano di creare grandi mappe del sapere ma sono strumenti concreti utilizzati in biblioteca per l’ordinamento sistematico per soggetto delle risorse bibliografiche sugli scaffali o delle notizie nei cataloghi.

Data la loro finalità pratica, devono provvedere a rappresentare in modo ottimale ogni soggetto attraverso un numero di classificazione, un livello di dettaglio non richiesto alle classificazioni filosofiche del sapere.

3. L’obiettivo finale  l’utente

Trattandosi di un’attività biblioteconomica anche la predisposizione di uno schema di classificazione deve tenere conto primariamente dell’interesse dell’utente, il riferimento implicito di ciascuna scelta catalografica.71

71 Per un approfondimento puntuale sulle differenze tra classificazioni filosofiche (Knowledge

classification) e bibliografiche (Library classification) si veda: Krishan Kumar, Theory of classification. New Delhi: VIKAS, 1988, p. 453-456.

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