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Come elemento di differenziazione tra individui di sesso maschile e femminile, la deposizione bipolare fa la sua prima comparsa in Europa nelle culture di Tiszapolgar e di Bodrogkeresztur nel bacino carpatico. Qui gli uomini erano deposti sul fianco destro e le donne su quello sinistro; in entrambi i sessi il capo era orientato a N. Lo sguardo dei defunti era quindi diretto verso opposti punti polari: quello delle donne ad est e quello degli uomini verso il tramonto del sole. Anche nella cultura della Ceramica a Cordicella (Corded Ware) l’orientamento dei defunti era di tipo bipolare: gli uomini erano deposti sul

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fianco destro con il cranio ad ovest e le donne sul fianco sinistro con il cranio ad est (de Marinis & Valzolgher, 2013).

I rituali funerari presenti in Europa centro-meridionale durante il Bronzo Antico sono però strettamente legati alla tradizione Campaniforme nella quale gli uomini venivano deposti sul fianco sinistro e le donne sul fianco destro. Le sepolture erano orientate lungo l’asse N-S e lo sguardo dei defunti era rivolto ad E.

Questo tipo di rituale è ben documentato nei principali gruppi culturali stanziati nelle aree a sud del Danubio ed in particolare è presente nell’Austria meridionale o nella Bassa Austria, zona di diffusione delle culture di Wieselburg e di Unterwölbling.

Le principali necropoli del gruppo di Unterwölbling sono Franzhausen e Gemeilebarn, situate nella valle del Traisen, un tributario del Danubio. In questa cultura il rito sepolcrale di derivazione Campaniforme è rigidamente rispettato: gli individui maschili erano deposti sul fianco sinistro con il cranio a N e le femmine sul fianco destro con il cranio a S; lo sguardo dei defunti era rivolto ad E (Neugebauer, 1987).

Il sito di Franzhausen (I e II), venuto alla luce nel 1981 durante i lavori di realizzazione di una superstrada, ha restituito moltissime sepolture (716+1400) che al momento non sono state ancora tutte pubblicate (Berner & Wiltschke-Schrotta, 1992; Neugebauer & Neugebauer, 1997). L’area venne utilizzata per scopi funerari per più di 700 anni, dalla fine dell’età del Rame fino al Bronzo Medio (2300/2200-1500 cal BC). I corredi degli individui di sesso maschile erano composti da armi come pugnali, da elementi di ornamento in metallo (collari a capi aperti), da dischetti e vaghi in altri materiali e da uno spillone singolo. Anche nel corredo degli individui femminili sono presenti oggetti di ornamento in metallo, come lamine e fasce che potevano servire da decorazione sia per la testa che per le vesti. Sono presenti inoltre gioielli personali e vasi in ceramica.

A Franzhausen I quasi tutte le sepolture contenevano un solo individuo e sono rarissimi i casi di sepolture multiple. Ad esempio, in questa necropoli, è documentata una sola sepoltura trisoma. Tutti gli individui presenti all’interno di questa tomba (tb. 599) erano deposti sul fianco sinistro ma il cranio e lo sguardo erano orientati secondo punti opposti. L’individuo giovane-adulto (18- 20 anni) aveva il cranio a N e lo sguardo ad E, mentre gli altri due soggetti (un bambino e un adolescente) erano rivolti a S con lo sguardo verso O.

Il sito funerario di Gemeilebarn F (G), scavato tra il 1973/1974 e il 1978/1981 nel comune di Traismauer distretto di San Pölten in Traisental (Neugebauer, 1991), ha restituito 257 inumazioni e una tomba a cremazione. Grazie agli oggetti ritrovati (manufatti in metallo e ceramica) è stato possibile datare la necropoli alla fase Gemainlebarn III – Bz A2b e Bz A2c del Bronzo Antico (1675-1550 cal BC). In base alla distribuzione delle tombe è stato possibile osservare la presenza di gruppi di sepolture probabilmente riferibili a

49 nuclei familiari. Tutte le tombe hanno un orientamento N-S, ma in un gruppo la testa dell’inumato era orientata verso sud e nell’altro gruppo verso nord. Nei primi scavi effettuati in questa necropoli non furono svolte analisi di antropologia fisica e gli studiosi si basarono esclusivamente sugli oggetti del corredo tombale (ornamenti e armi) per poter attribuire il sesso ai defunti. Gli inumati con la testa orientata verso sud risultarono essere femminili, gli altri maschili (Stein, 1968). Le sepolture maschili sono caratterizzate dalla presenza di armi (asce, pugnali e ganci di cintura) e da uno spillone singolo. All’interno delle tombe di individui di sesso femminile sono invece presenti lamine in metallo (probabili elementi per la decorazione dei cappelli in cuoio), “fermatrecce” sempre in metallo (ritrovate solo nelle sepolture di donne di età adulta), due spilloni e un anello.

Le necropoli della cultura di Wieselburg-Gata erano formate in media da 30-70 tombe. Un’eccezione è però costituita dalla necropoli di Hainburg- Teichtal nella quale sono venute alla luce circa 350 sepolture. In generale le tombe presentano un orientamento NE-SO e gli individui erano deposti in posizione bipolare ma non contrapposta. Infatti i maschi erano posizionati sul fianco sinistro con lo sguardo rivolto ad ovest, mentre le femmine erano deposte sul fianco destro con lo sguardo ad est, ma entrambi i sessi avevano il cranio rivolto a sud. In alcuni casi sono documentate anche sepolture orientate in modo diverso, ovvero sia i maschi che le femmine potevano essere deposti sul fianco destro con il cranio posizionato però rispettivamente a sud e a nord (Neugebauer, 1994).

Dal punto di vista del rituale funerario, le necropoli dell’area padana come Arano e Sorbara di Asola presentano maggiori collegamenti con i siti funerari del gruppo culturale di Wieselburg dove per gli individui di sesso maschile è attestata la deposizione sul fianco sinistro, con cranio a sud e sguardo ad ovest. Un ulteriore contatto tra Arano e i gruppi appartenenti a questa cultura può essere riscontrato nella presenza nella necropoli veronese di un individuo (tb. 60) deposto secondo il rituale riservato agli individui di sesso femminile del gruppo di Wieselburg. Come il soggetto della tb. 60, queste erano posizionate sul fianco destro con il cranio a sud e lo sguardo ad est. Solo in alcuni casi è documentata la presenza di sepolture femminili sul fianco destro con cranio a nord e sguardo ad ovest (deposizione tipica nella pianura padana).

Da un punto di vista della cultura materiale, le necropoli delle zone di pianura dell’Italia settentrionale presentano maggiori collegamenti con quelle della cultura di Unterwölbling dove è attestato, per esempio, l’utilizzo dello stesso tipo di metallo (Fahlerz con Ni tipo Singen) e la presenza di altri elementi di corredo come collari, vasi biconici in fayance e in dentalium, anelli/dischi in osso.

La necropoli di Arano presenta inoltre analogie con quella di Singen situata in Germania meridionale in prossimità del Lago di Costanza (Krause, 1988). La necropoli, più antica rispetto a quella veronese (2200-2000 cal BC –

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BA IA/BzA Ia) ha restituito 95 sepolture con individui deposti secondo la tradizione campaniforme. I due siti presentano strette somiglianze non solo per i materiali ritrovati (fra cui anelli in osso, perle in fayance, collari aperti, spilloni e pugnali in metallo) ma anche e soprattutto per il tipo di strutturazione delle tombe. Come ad Arano, anche a Singen è attestato l’utilizzo di pietre e ciottoli sia per le pareti interne della fossa che per la sua copertura.

Il rito funerario documentato ad Arano, ovvero l’inumazione in posizione rannicchiata, l’orientamento delle sepolture lungo l’asse N-S, la bipolarità dei corpi nelle tombe, rappresenta una chiara testimonianza del legame e dei collegamenti che dovevano esserci tra i gruppi presenti nella Pianura padana a nord del Po e quelli stanziati a sud del Danubio. Il rituale di deposizione sepolcrale presente nella necropoli veronese costituisce inoltre una rielaborazione “locale” di un patrimonio ideologico diffuso, durante la fine dell’età del Rame e nel Bronzo Antico, in Italia settentrionale e nell’Europa centro-meridionale.

I.10. Il quadro delle conoscenze antropologiche sui resti scheletrici umani del