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IL RUOLO DELLE ACCUSE DI SODOMIA NEL PROCESSO A GILLES DE RAIS

Come abbiamo avuto modo di vedere, uno dei capi di imputazione a carico di Gilles de Rais era il reato di sodomia. Negli anni in cui ebbe luogo il processo, si trattava di un reato molto grave, perseguito con rigore dalla giustizia ecclesiastica e civile. In questo capitolo cercherò dunque di chiarire la natura di tale reato, di esporre i modi in cui i colpevoli venivano solitamente puniti, sempre in riferimento agli atti del processo a Gilles de Rais.

7.1 La sodomia: “un reato contro natura”.

Sin dal cristianesimo delle origini e in particolar modo dopo l'adozione della religione cristiana da parte degli imperatori romani, le relazioni tra persone dello stesso sesso venivano osteggiate e punite severamente. Esse, secondo quanto esposto da San Paolo nella Lettera ai Romani66, erano la causa di terremoti, sconvolgimenti naturali, guerre intestine e invasioni di nemici. San Paolo si rifaceva alla teoria aristotelica della natura come preordinata verso un fine superiore: il fine dell'uomo era la procreazione, quindi ogni atto sessuale non destinato alla continuazione della specie era percepito come contro natura. Il Medioevo vide un continuo fiorire di trattati teologici contro le relazioni omo-erotiche, e queste dottrine furono talvolta incorporate nei codici civili. Nella sua Summa Theologiae San

66 San Paolo, Romani 1:26-27: Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l'uso naturale in quello che è contro natura, e similmente i maschi, lasciando l'uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento.

Tommaso d'Aquino riassunse e riordinò tali trattati e, per quanto riguarda la sodomia, la Summa divenne così il testo base sia per la Chiesa Cattolica, sia per la giustizia civile. Tommaso costruiva la sua teoria della sodomia intesa come reato contro natura su due assunti principali: neppure tra gli animali intercorrevano unioni tra membri dello stesso sesso; ogni atto sessuale naturale aveva come fine la procreazione. Alla luce di questi due postulati, gli atti sessuali non naturali erano di quattro tipi: la masturbazione; gli atti, anche eterosessuali non “in proprio vaso”, ovvero anali o orali; la sodomia; la bestialità, cioè la zoofilia. Secondo Tommaso, questi quattro tipi di atti sessuali non procreativi erano peggiori dell'adulterio o anche dello stupro, poiché rivolti direttamente contro Dio, quale creatore della natura.

L'opera di San Tommaso, costituiva, ancora ai tempi di Gilles de Rais, l'apparato teorico su cui poggiavano le accuse di sodomia che gli vennero contestate. Leggiamo nei capi di imputazione: “et avec lesdits innocents,

tant mâles que femelles, vivants, quelquefois après leur mort et aussi en mourant, le vas naturel des femelles dédaignant, et avec lesdites mâles le péché de sodomie ou contre nature horriblement commis, et autrement luxurié”67

. Come appare da tali affermazioni, Gilles de Rais si era macchiato del peccato di sodomia e di un altro peccato non specificato ma anch'esso contro natura. La confessione del barone e le deposizioni dei due servi, compiono un resoconto dettagliato delle pratiche sessuali di Gilles, che, da sole, avrebbero potuto motivare la pena di morte68. Il tribunale ecclesiastico di Nantes fu molto attento ai dettagli delle pratiche sessuali, tanto che esigeva dall'imputato una sempre maggiore precisione, proprio perché doveva accertare se i crimini da lui commessi rientravano in quelli definiti contro natura o meno. Tale insistenza da parte della pubblica accusa

67 Ludovico Hernandez, Le Procès Inquisitorial de Gilles de Rais (Barbe-Bleue) cit, pag.23. 68 sulla punizione del sodomita prevista dalla Chiesa e dai tribunali laici tornerò più avanti.

provocò un forte sbigottimento nell'imputato, che chiese a cosa sarebbero valsi altri dettagli considerata la gravità degli omicidi già confessati69. Questo atteggiamento del tribunale vescovile è riconducibile al tentativo di stabilire una eventuale connessione tra i crimini di sodomia e di eresia: più gravi erano le colpe commesse, minore era la speranza di assoluzione del colpevole e della sua riammissione all'interno della Chiesa. Di solito infatti erano questi gli obiettivi dei procedimenti ecclesiastici, nonostante le frequenti condanne a morte. Sulla tipica connessione tra sodomia ed eresia tornerò tra poco. Se il tribunale civile interrogò Gilles e i complici sul numero delle vittime, sui luoghi e le modalità del loro rapimento, quello ecclesiastico puntò alla definizione dei reati, attraverso l'analisi, non sempre approfondita e priva di preconcetti, dei racconti dei testimoni. Queste sono le parole di Gilles: “dit publiquement et confessa que, […] plusieurs

enfants en grand nombre […] avec lequels le vice et péché de sodomie il commettait sur le ventre desdits enfants, tant avant qu' après leur mort et

aussi durant leur mort, émettant damnablement la semence spérmatique”70

. Il racconto dei due servi appare invece caratterizzato da una maggiore dovizia di dettagli, ma siccome le testimonianze coincidono, cito solamente le parole di Poitou: “ledit Gilles de Rais, pour exercer avec lesdits enfants,

garçons et filles, ses débauches contre l'usage de la nature, et ardeurs libidineuses, prenait prémierment sa verge virile entre l'une ou l'autre de ses mains, la frictionnait et érigeait ou tendait, puis la posait entre les cuisses et le jambes desdits garçons et filles avec grande délectation, ardeur et concupiscence libidineuse, jusqu'à ce qu le sperme s'émît sur leurs ventres”71. Da quanto risulta dai dettagli delle deposizioni, Gilles de

69 “Je vous ay dit de plus grandes choses que n'est cette cy, et assez pour faire mourir dix mille hommes”in Ibid. pag. 49-40.

70 Ibid. pag. 53. 71 Ibid. pag. 89.

Rais sembrerebbe non essersi macchiato del reato di sodomia nel senso stretto del termine; in ogni caso gli atti sessuali commessi rientravano nella categoria delle pratiche contro natura, e, secondo la teoria tomistica, costituivano i delitti più gravi contro Dio.

7.2 Sodomia ed eresia

Dalla prima metà del XIII secolo, i sodomiti vennero abitualmente designati con il termine eretici72. Questa consuetudine traeva origine dalla bolla papale Vox in Rama del 1233, indirizzata da Gregorio IX ai domenicani germanici, che stavano combattendo l'eresia Luciferiana. Tale bolla descriveva gli incontri tra gli eretici come dissacranti e orgiastici, e forniva i presupposti per la nascita di un nuovo apparato accusatorio; da quel momento in poi, infatti, agli eretici generalmente non si imputava più solamente la negazione di un qualche dogma cristiano, ma la pratica di atti sessuali promiscui, finanche la zoofilia, nonché l'idolatria73. Alla bolla Vox

in Rama si deve inoltre l'identificazione ufficiale delle pratiche omo-

erotiche come peccati contro natura da parte della Chiesa romana .

Lo stereotipo del sodomita-eretico si rafforzò con il Catarismo: I catari, infatti, ritenevano che la procreazione rappresentasse la vittoria della materia sullo spirito, ovvero, secondo la loro visione dualistica, la vittoria di satana su Dio. Per tale motivo incitavano alle pratiche sessuali non riproduttive, ed erano generalmente ritenuti sodomiti.

Così, in questo periodo, gli accusati di sodomia spesso venivano processati dal tribunale dell'Inquisizione, e, soprattutto dopo l'introduzione della tortura nei procedimenti, prevista dalla bolla Ad extirpanda del 1252,

72 Bernd-Ulrich Hergemoller, Sodom and Gomorrah. On the Everyday Reality and Persecution oh Homosexuals in the Middle Ages, trad. John Philips, Free Association Books Limited, London, 2001, pag. 10.

divennero frequenti le associazioni tra eresia e sodomia.

Un esempio dell'idea di stretta interconnessione tra i due reati è il processo ai templari. Filippo il Bello, per accaparrarsi i beni dell'ordine, mosse contro i cavalieri templari delle generiche accuse di eresia e sodomia: il vivere tra soli uomini e la segretezza delle riunioni dell'ordine, rendevano queste accuse plausibili. Dopo aver subito la tortura, numerosi cavalieri confessarono rapporti omosessuali e furono mandati al rogo.

Nel processo a Gilles de Rais, il tribunale vescovile cercò di stabilire se vi fossero connessioni tra le invocazioni demoniache, la sodomia e gli omicidi perpetrati dal barone. In altre parole la convinzione dei membri della corte, dovuta a una cultura giuridico-teologica ormai fortemente radicata, era che gli atti omo-erotici e contro natura facessero parte del rito demoniaco, culminante nell'invocazione del demonio e nei sacrifici umani. Le continue richieste di delucidazioni sulla causa degli abomini sessuali del barone devono essere interpretate come un tentativo del tribunale di definire se le pratiche comunemente ascritte dall'intera comunità a quel tipo di imputati nel caso specifico trovavano un riscontro fattuale. Ricordiamo in tal senso il ruolo determinante che ebbero le voci popolari sul conto del barone nell'attivazione della macchina giudiziaria. Si riteneva infatti che i bambini rapiti fossero stati sodomizzati e sacrificati ai demoni: nella diocesi di Nantes, tutti sapevano che Gilles si era dato all'alchimia e alla loro invocazione, anche per via delle cattive frequentazioni, e inoltre tutti ritenevano che le sparizioni dei bambini fossero dovute agli appetiti del barone. Supporre che la sodomia e l'infanticidio servissero alle invocazioni appariva logico. Leggiamo infatti nel resoconto finale delle deposizioni di vari testimoni del processo canonico: “dirent et déposèrent sans désaccord

ou différence que la voix publique et rumeur commune dans les villes, cité et diocèse de Nantes […] était que ledit Gilles de Retz, accusé, avait pris ou

fait prendre frauduleusemnete plusieurs enfants, tant de sexe masculin que féminin, et avait exercé avec eux l'abominable péché de sodomie, […] et luxurié avec eux contre nature, les avait égorgés et fait égorger et tuer, […] et fait faire des invocations aux malins esprits et horribles démons, et qu'il faisait hommage aux démons et leur faisait offrir les membres des enfants tués”74. La posizione del tribunale canonico in merito alla connessione tra

la sodomia e l'eresia imputate a Gilles, non è sempre chiara ed univoca. Se talvolta la corte sembra semplicemente accettare l'opinione comune, altre volte essa valuta attentamente quanto dichiarato dall'imputato e dai testimoni. Tale connessione merita di essere chiarita, in quanto la differenza tra la condanna per sodomia, omicidio (che però era competenza del tribunale civile), semplice stregoneria da quella per eresia, sacrifici umani al diavolo e persino apostasia era enorme, non tanto per la pena, che sarebbe stata in entrambi i casi di morte, ma per la possibilità di perdono del condannato.

L'atto di accusa mosso dal promotore del processo sembra riflettere le opinioni comuni. Esso scaturiva dalle inchieste segrete vescovili, condotte nella diocesi prima del procedimento: “avoir pris […] égorgés, occis,

démembrés et brûlés […] les corps desdits innoncents immolés aux démons, invoqué les malins exprits et à eux sacrifié, […] avec lesdits mâles le péché

de sodomie ou contre nature horriblement commis, et autrement luxurié”75

. Invece risulta sia dalle affermazioni di Gilles che dalle confessioni dei servi e dei due preti che le invocazioni demoniache e gli abusi e uccisioni dei bambini in realtà non erano connessi. A ciò fa eccezione un solo caso: il sacrificio compiuto da Prelati della mano e del cuore di un bambino, di cui però non fu dichiarata la provenienza. Le membra, infatti, potevano

74 Ludovico Hernandez, Le Procès Inquisitorial de Gilles de Rais (Barbe-Bleue) cit, pag. 114- 115.

provenire da una vittima del barone, ma verosimilmente anche da un qualunque altro cadavere, al tempo facilmente reperibile. I racconti dei preti fornirono alla corte i dettagli delle invocazioni; tuttavia in essi non vi è traccia di sacrificio umano. Eustache Blanchet affermò che nella diocesi correva la voce che il barone uccideva i bambini per utilizzarne il sangue, del quale intendeva servirsi per scrivere un libro: “la rumeur publique ès

partie de Nantes […] était que ledit Gilles de Retz tuait et faisait tuer des enfants en grand nombre, et que de leur sang il écrivait de sa propre main un livre et que ce livre ainsi fait, […] prendrait toutes le fortresses qu'il voudrait et qu'avec cedit livre, ainsi décrit, personne ne pourrait lui nuire”76. Ma tale libro non ebbe alcun ruolo nel processo e non fu mai

ritrovato.

Dai racconti dei servitori, possiamo dedurre che gli abusi sessuali, le uccisioni dei bambini e le invocazioni non fossero connesse. Innanzi tutto perché avvenivano in tempi e luoghi diversi. Secondariamente poiché, dopo aver stuprato e ucciso i bambini, il barone li faceva ridurre in pezzi e bruciare, probabilmente nei forni alchemici delle sue stanze. Ecco quanto depose Poitou “Interrogé de ce que l'on faisait desdits garçons et filles

après leurs mort, ou de leurs cadavres, répond qu'on les brûlait avec leurs vêtements. […] Interrogé où on les brûlait, répond en la chambre dudit Gilles. […] Interrogé où l'on mettait les cendres ou poussières, répond quelquefois aux cloaques, autrefois dans les fossés ou douves ou autres

cachettes, selon la diversité du lieux”77. Da nessuna parte, nei documenti in

nostro possesso, i servitori o il barone de Rais affermano che i cadaveri o le ceneri delle vittime servivano per le invocazioni demoniache.

Lo stesso barone ripeté più volte alla corte che gli abusi perpetrati ai danni

76 Ibid. pag. 78. 77 Ibid. pag. 91.

dei bambini, avvenivano per suo proprio diletto, e che non avevano altri fini se non il piacere dello stupro e dell'omicidio78. Probabilmente l'associazione compiuta dalla corte tra sodomia, abusi sessuali ed eresia era dovuta sì ai racconti e alle voci popolari, ma anche all'impossibilità di concepire come fini a se stessi i comportamenti sessuali non ordinari, tanto meno gli abusi di questo genere. Le convinzioni dell'epoca imponevano il preconcetto che i sodomiti e i peccatori sessuali contro natura avessero un qualche intento diabolico. Quindi, sebbene non si possano sollevare dubbi consistenti in merito alla totale indipendenza tra le invocazioni demoniache e i comportamenti sodomitici, la corte continuò a percepirli come manifestazioni diverse della stessa eresia. Tuttavia, è bene sottolineare che nella sentenza non si fece menzione di stupri rituali e di omicidi perpetrati per ottenere un buon esito delle invocazioni, diversamente da quanto era stato affermato nei capi d'accusa: “Prononçons, decernons et déclarons, toi,

Gilles de Retz susdit, […] hérétique, apostat, pour avoir commis et perpétré les perfides et horrible invocations au demon, avoir encouru la sentence d'excommunication et autres peines de droit, et comme hérétique, apostat et invocateur des démons, devoir être puni et sainement corrigé, ansi que le droit et les santions canoniques le veulent. […] avoir commis et mechamment perpetré les crimes et vice contre nature avec des enfants de l'un et l'autre sexe, mœurs sodomitiques, sacrileges, […] pour ce, par cet ecrit, t'excommunions, et decernonts autres peines de droit encorues, pour ulterieurement par nous etre puni et sainement corrigé, ainsi que le droit et

les sanctions canoniques le veulent.”79

.

78 “ledit Gilles de Retz, accusé, volontairement, dit publiquement et confessa que, pour son ardeur et délectation de luxure charnelle, plusieurs enfants en grand nombre, duquel nombre il n'est pas certain, prit et fit prendre, lequels il tua et fit tuer, avec lesquels le vice et péché de sodomie il commettait sur le ventre desdits enfants” In Ibid. pag.53.

Per concludere, abbiamo visto come l'immaginario comune, tra la fine del medioevo e l'età moderna, stentasse a riconoscere i comportamenti omosessuali come indipendenti da un qualche tipo di eresia. L'amore omoerotico non era percepito come fine a se stesso, ma, essendo un peccato contro natura, era ritenuto un'azione volontaria rivolta contro Dio. Nel processo a Gilles de Rais la componente sodomitica delle accuse costituiva uno sfondo alla generica accusa di eresia. Infatti le invocazione demoniache di per sé, potevano dare luogo ad un'accusa per stregoneria o maleficio: un'imputazione più lieve, non sempre punita con la condanna a morte. Ho cercato di dimostrare che gli abusi sessuali e le uccisioni dei bambini furono con tutta probabilità indipendenti dalle invocazioni; anche la corte vescovile forse ne prese atto, come appare dalla sentenza. Probabilmente per questo motivo a Gilles venne revocata la scomunica. Tuttavia la sola sodomia era un reato gravissimo e talvolta più grave persino dell'omicidio.

7.3 Leggi ecclesiastiche e laiche contro il reato di sodomia

Sebbene la sodomia fosse un reato contro Dio e dunque pertinente alla giurisprudenza ecclesiastica, tuttavia sin dai temi dell'impero romano anche gli stati secolari emanarono delle leggi per regolare la persecuzione e la condanna dei sodomiti. Tali leggi confluirono nelle Novellæ dell'imperatore Giustiniano, poi entrate a far parte del Corpus Iuris Civilis. In esse si affermava che i comportamenti sessuali contro natura provocavano catastrofi naturali e malattie, secondo quanto già sostenuto da San Paolo; per questo motivo, sebbene durante l'epoca classica le relazioni omosessuali fossero ampiamente tollerate, gli stati cristiani le osteggiarono duramente. Le Novellæ furono molto importanti nella storia della giurisprudenza relativa al reato di sodomia innanzi tutto perché esso venne definito demoniaco -e così aprirono la strada all'associazione tra sodomia ed eresia-, in secondo luogo perché autorizzavano la tortura e prevedevano la

condanna a morte dei colpevoli.

Nel medioevo numerosi teologi definirono le basi di una sempre più intensa lotta alla sodomia, e soprattutto si scagliarono contro quei membri del clero che segretamente la praticavano ed erano fino ad allora rimasti impuniti. Così durante il Concilio Laterano III, nel 1179, si affrontò il problema dell'omosessualità di alcuni prelati: tuttavia, diversamente da quanto succedeva ai laici, che venivano condannati a morte, i membri del clero generalmente erano semplicemente sollevati dal loro incarico e rinchiusi nei monasteri80. Sempre nel medioevo alcune città europee, in particolar modo i comuni italiani, si dotarono di tribunali speciali che giudicavano i reati sessuali, come il Collegium Sodomitarum a Venezia. In pratica si instaurò un regime di terrore: i supposti sodomiti venivano sistematicamente torturati e obbligati a denunciare i complici. Le pene per questo tipo di reato erano molto severe: dalla mutilazione pubblica alla condanna a morte. Gli stati francesi medievali seguivano la tendenza di dotarsi di leggi particolari contro il reato di sodomia. Tuttavia, esse non erano basate sul diritto romano, ma sulle consuetudini locali. Il corpus più importante è il cosiddetto Établissement de Saint Louis del 1272. In esso eretici e sodomiti venivano condannati alla stessa maniera e i due termini considerati sinonimi81. Approssimativamente nella seconda metà del XIV secolo, Jean Bouteiller de Tournay raccolse le leggi relative al reato di sodomia in un corpus, la Somme Rural, ou le Grand Coustumier général: un'opera popolare, che rimase in voga fino alla fine del XVII secolo82. Verosimilmente questo testo dovette costituire il riferimento dell'accusa nel processo a Gilles de Rais. Nella Somme Rural si diceva che chi si fosse

80 Bernd-Ulrich Hergemoller, Sodom and Gomorrah. Cit, pag. 31.

81 Louis Crompton, Homosexuality and Civilization, Harvard University Press, Cambridge, 2006, pag. 198.

macchiato del reato di sodomia doveva essere arso sul rogo e i suoi beni espropriati. Dunque questo crimine da solo avrebbe potuto determinare la condanna a morte del barone.

Per concludere, l'accusa di sodomia svolse nel processo a Gilles de Rais un ruolo fondamentale. La consuetudine e la giurisprudenza consideravano questo crimine demoniaco e strettamente connesso con l'eresia. Il fatto che in realtà le invocazioni e gli abusi sessuali fossero stati compiuti in modo indipendente le une dagi altri, probabilmente costituì un'attenuante. Gilles de Rais non evitò la condanna a morte poiché troppi erano i delitti gravi di cui si era macchiato. Tuttavia fu perdonato sia dalla corte che dalla comunità e riammesso nella Chiesa. Sicuramente non fu esclusivamente l'attenuante di cui si è detto a consentire per lui l'annullamento della