Consumo energetico del Giappone,
1.7 Il ruolo del governo
Nell’ultima parte di questo capitolo, l’attenzione sarà focalizzata sulla stretta relazione che esiste tra il governo e le aziende dell’energia elettrica, che ha avuto come risultato una perdita di fiducia da parte dei cittadini nelle capacità del governo di gestire l’energia nucleare in sicurezza.
Questo legame è un riflesso della posizione pro-nucleare del governo adottata per molti anni e che è continuata anche dopo il disastro di Fukushima. La percezione popolare è di un rapporto malsano che ha portato ad una gestione inefficiente e a misure di sicurezza inadeguate per questo settore. Il problema deriva dal fatto che il principale promotore del Paese di energia nucleare, il Ministero dell’Economia, Commercio e Industria (METI), non era inizialmente separato dall’organo responsabile di supervisionare gli impianti, la NISA, facendo così emergere un conflitto di interessi tra il regolatore ed il produttore76. Secondo un reportage pubblicato sul Japan Times “Un’analisi dei legami aziendali e istituzionali di 95 persone correntemente presenti nei tre principali corpi regolatori del nucleare, siano essi burocrati o membri di consigli consultivi per l’elaborazione delle politiche, mostra che 26 di
73 “Genpatsu Saikadō ‘Hantai 59%’” (Rimessa in funzione delle centrali nucleari ‘59% contrario’), Asahi
shinbun seron chōsa (Sondaggio dell’opinione pubblica di Asahi Shinbun), Asahi Shinbun, 18 marzo 2014. http://www.asahi.com/articles/ASG3K42CKG3KUZPS001.html, 1-12-14.
74
Ibid.
75
Andrew Dewitt, “In the Wake of Fukushima: Japan’s Nuclear Energy Policy Impasse”, Global Research, Pacific Asia Journal, 7 aprile 2014. http://www.globalresearch.ca/in-the-wake-of-fukushima-japans-energy-policy-impasse/5376899
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essi sono stati affiliati all’industria o a gruppi di promozione dell’energia nucleare, tipicamente con fondi governativi. Ci sono anche 24 persone con posizioni di rilievo nei tre gruppi regolatori, di cui un terzo ha connessioni con le industrie o con i gruppi pro-nucleari”77.
Tra l’altro, lo stesso report mostra che la TEPCO, l’operatore del reattore Fukushima Daiichi, nel 2001 aveva trasmesso un promemoria alla NISA affermando che la centrale era sicura da ogni tsunami nel caso in cui le onde non avessero superato i 5.7 metri. La NISA, dal canto suo, non ha approfonditamente analizzato le informazioni o richiesto delucidazioni e dati in merito a tale dichiarazione. Da notare che le onde che hanno colpito Fukushima nel marzo 2011 erano di 14 metri di altezza, dunque quasi il triplo di quanto sostenuto nel promemoria redatto dalla TEPCO.
Il conflitto di interessi che pervade il settore nucleare in Giappone è stato reso ancora più complesso a causa dell’influenza delle aziende energetiche su quasi tutti i politici. È stato riportato che i maggiori partiti politici avrebbero ricevuto ingenti donazioni dall’industria nucleare per aumentare i propri interessi. Solo nel 2010, i due maggiori partiti hanno ricevuto la somma di 600 milioni di yen in donazioni societarie e organizzative78. Queste donazioni vengono effettuate per assicurare un futuro all’industria nel Paese, che avrebbe potuto perdere 4,4 miliardi di yen all’anno se tutti i reattori del paese fossero stati chiusi79. Ciò conferma che il governo continua ad essere indulgente nei confronti degli interessi delle industrie promuovendo l’energia nucleare e ignorando i cambiamenti che il panorama industriale richiederebbe, vale a dire ridurre l’influenza delle grandi aziende e creare una migliore gestione e trasparenza. Ad esempio, la sostituzione della NISA con un regolatore più indipendente ed efficiente è rimasta in sospeso persino dopo un disastro nucleare epico: la Nuclear Regulation Authority (Genshiryoku kisei iinkai, NRA) è stata sostituita alla NISA solo nel settembre 2012, come parte del Ministero dell’Ambiente80. Inoltre, le aziende giapponesi continuano a godere di monopoli straordinari nelle aree in cui operano: le aziende energetiche sono responsabili sia della produzione che della distribuzione di energia, una pratica poco diffusa nel mondo81. Il disastro di
77 Justin Pritchard, “Realistic debate not nuke sector, regulator forte”, Japan Times, 5 maggio 2011, p.35 78
Kyodo, “Utilities, Long held cozy ties”, Japan Times, 29 luglio 2011, http://www.japantimes.co.jp/news/2011/07/29/national/utilities-ldp-long-held-cozy-ties/#.VHy3hNKG-So, 1- 12-14.
79
Kyodo, “Utilities face ¥4.4 trillion hit if 50 reactors are axed”, Japan Times, 19 giugno 2012, http://www.japantimes.co.jp/news/2012/06/19/business/utilities-face-4-4-trillion-hit-if-50-reactors-are- axed/#.VHy38NKG-So, 1-12-14.
80
Dal sito web della NRA: http://www.nsr.go.jp/nra/
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Ad esempio in Italia il sistema elettrico nazionale è articolato in tre fasi: produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Negli anni novanta il settore è stato progressivamente liberalizzato, e attualmente diverse aziende tra cui società private e municipalizzate svolgono il servizio producendo in proprio l'energia o acquistandola alla borsa elettrica da produttori e trasportatori. Le reti di trasporto e trasmissione vengono esercite da un operatore nazionale denominato TSO (Trasmission System Operator), la cui funzione per l’Italia è svolta da Terna S.p.A. La società è responsabile della gestione del sistema elettrico, provvedendo
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Fukushima è considerato da molti esperti la migliore opportunità per il governo di effettuare questa separazione.
I primi passi in questa direzione sembrano essere stati effettuati a partire dagli anni Novanta fino ai più recenti sviluppi negli ultimi anni: infatti, è stato emesso il 13 novembre 2013 un emendamento alla Legge sul Sistema Elettrico che propone, tra le altre cose, la formazione di un’organizzazione per promuovere una rete elettrica più ampia nel 2015, piena liberalizzazione della vendita al dettaglio dell’elettricità nel 2016 e la separazione della produzione e della trasmissione energetica nel 2018- 202082.
Il governo si assicurerà che la neutralità della trasmissione e distribuzione del settore energetico sia ulteriormente garantita in modo che le aziende produttrici e le aziende per la vendita siano in grado di utilizzare la rete al meglio ed equamente. In particolare, il dipartimento per la trasmissione e distribuzione di ogni azienda elettrica dovrà essere parte di un’azienda separata. Il governo, dal canto suo, dovrà fornire la legislazione adeguata per garantire contromisure in caso di emergenza nonostante la separazione strutturale e legale prevista, in modo da permettere aggiustamenti nella domanda e nell’offerta, nonché nella frequenza di distribuzione.
Una collaborazione tra il governo e i gestori dell’energia nucleare in Giappone ha portato, a seguito del disastro di Fukushima, ad un, seppur molto lento, un progresso anche in questo settore. Una delle ragioni principali per la riluttanza a sostituire l’energia nucleare consiste nel desiderio della maggioranza del governo di riallacciarsi alla tecnologia nucleare per sfruttare le strutture esistenti per la generazione di energia a basso conso, nonostante l’opposizione della maggior parte della popolazione e dei governatori delle prefetture.
(continua nota) all'attività di dispacciamento che assicura l'equilibrio tra l’energia richiesta e quella prodotta, della manutenzione della rete e del suo sviluppo. Infine la distribuzione fino agli utenti finali è stata liberalizzata a più operatori con il cosiddetto Decreto Bersani favorendo la libera concorrenza nel mercato elettrico.
FIRE (Federazione Italiana per l’uso razionale dell’Energia), “I principali attori del sistema elettrico”, http://www.fire-italia.it/caricapagine.asp?target=elettricita/attori.asp, 8-01-15.
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