Prospettive sul futuro energetico del Giappone
4.2 Proiezioni e analisi del futuro energetico del Giappone nel mondo accademico
4.2.2 Terashima Jitsurō: l’affidamento al nucleare da una prospettiva storica e politica
Terashima Jitsurō è stato direttore del Japan Research Institute e un membro del Comitato di consulenza sull’energia e le risorse nucleari al METI durante la revisione del Basic Energy Plan dopo l’incidente di Fukushima. In diverse dichiarazioni e interviste ha esplicitato la sua posizione sul futuro del Giappone, sottolineando che il Paese ha affrontato sfide energetiche in passato, soprattutto durante le crisi petrolifere degli anni ’70, ma che le soluzioni sono sempre state troppo calibrate per risolvere i problemi dal punto di vista finanziario, invece che mirate a risolvere il vero problema strategico. Ora il Giappone è ad un bivio energetico ancora una volta e nonostante il crescente sentimento anti-nuclearista, ci sono pressanti motivi strategici per i quali il Giappone dovrà mantenere le sue capacità energetiche nucleari23.
Negli anni Sessanta il periodo di boom economico e di crescita è stato supportato dal cambiamento della struttura primaria della fornitura di energia quando la fonte chiave per il Giappone passò dal carbone al petrolio. Ma poi giunsero le crisi del petrolio del 1973 e 1979 e il Paese fu costretto a realizzare, in maniera brusca, quali fossero i rischi dell’eccessiva dipendenza dal petrolio. Nelle sue prime ricerche, Terashima fu uno dei i primi ad abbracciare una nuova scuola di pensiero che considerava l’idea di un passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili24, risorse su cui tuttora sostiene che si debba investire per il futuro25. Tuttavia, nello stesso periodo nel quale le energie rinnovabili cominciavano a suscitare interesse, entrava in funzione il primo reattore nucleare giapponese ad uso commerciale appena prima della prima crisi petrolifera.
Il Giappone ha affrontato due crisi del petrolio. Terashima sostiene però che il Paese non abbia formulato un approccio strategico imparando dal proprio passato. In effetti, il paese ha sempre affrontato i vari problemi con delle soluzioni ad hoc. Per esempio, nel 1973 il Medio Oriente forniva il 78% del petrolio che importava il Giappone. Oggi siamo arrivati a oltre l’80%, nonostante il richiamo alla diversificazione delle fonti energetiche a seguito delle due crisi petrolifere26.
Durante gli anni Ottanta e Novanta, il dibattito sulla sicurezza energetica globale è passato rapidamente dal pensare a investimenti a lungo termine e diversificazione dei rischi, al cercare di comprare più petrolio possibile al più basso prezzo. La politica giapponese si adeguò a questa nuova
23
Terashima Jitsurō, “Japan’s Energy Strategy: Past and Future”, EIU Publishing, 2012, p.8
24
Nakamura Yuji, “The Historical Flow of Black Gold”, Two approaches to energy security”, Institute for International Policies Studies, Tokyo, gennaio 2002, p.16
25 Itō Nagato, “Mr. Jitsuro Terashima speaks ‘For a revival plan in which the people participate’ ”, Rebuild Nippon Symposium Report, 8 giugno 2011, http://www.nikkeibp.co.jp/rebuild/en/article_05/, 13-01-14.
26
Terashima Jitsurō, “International and Geopolitical Trends Concerning Energy Security”, Japanese Journal of Political Science, Volume 6, Numero 2, dicembre 2005, p.438-445.
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e facile soluzione al problema energetico, in altre parole assicurare la fornitura energetica significava costruire petroliere più grandi, e importare petrolio dall’estero27.
Le conseguenze di queste scelte si stanno pagando ora. Nonostante Terashima non neghi che alcuni miglioramenti in termini di sicurezza energetica in Giappone siano concreti, grazie ad esempio ad un contributo maggiore del gas a discapito del petrolio, sostiene che fondamentalmente la situazione della sicurezza energetica del Giappone resta molto fragile.
Con l’incidente, l’obiettivo del 50% del mix rappresentato dal nucleare proposto nel 2010 dal DPJ, secondo Terashima valutato tenendo in considerazione soltanto la bassa quantità di emissioni di gas serra, si è dimostrato irrealistico e ha portato al cambio di politica di Kan, che ha dichiarato successivamente che la società non dovrebbe dipendere dall’energia nucleare. Ora che anche i media e l’opinione pubblica si trovano concordi con questa posizione anti-nuclearista, la sensazione di Terashima è che si sia pronti ad applaudire chiunque prenda posizione contro il nucleare. In molti sono fissati sul pensiero che spostarsi dal nucleare alle energie rinnovabili sia la moda del momento, nella strategia energetica giapponese28.
Terashima non si definisce un “nuclearista”29e crede che sia possibile costruire una società non dipendente dall’energia nucleare, ma che il Giappone dovrebbe mantenere per ora intorno al 20% di energia nucleare nel mix30. Oltre ai vantaggi già citati nel il mantenimento del nucleare, il prezzo minore rispetto ad altre fonti e la bassa emissione di carbonio, Terashima sottolinea il ruolo internazionale che ricopre il Giappone nel settore. Se il Giappone scegliesse di non mantenere il suo capitale umano specializzato nel nucleare e tutte le infrastrutture ad esso collegate, perderebbe influenza nella comunità internazionale, ad esempio nel negoziare la sicurezza degli impianti nucleari in altri paesi. Senza un’applicazione pratica della ricerca, è irrealistico che il Giappone possa assicurare il budget nazionale e il talento necessari ad assicurare che la tecnologia nucleare resti ad un livello competitivo. Inoltre, la posizione del Giappone nella comunità internazionale è unica, e di assoluta rilevanza: in quanto unica vittima di attacchi nucleari durante la seconda guerra mondiale, il Giappone è assurto a garante della politica contro l’uso militare del nucleare, tramite organizzazioni internazionali come la IAEA.
27
Ibid.
28
Terashima Jitsurō, “Japan’s Energy Strategy: Past and Future”, EIU Publishing, 2012, p.9
29
“Jitsuro Terashima: 'Either-or' argument won't help energy policy”, The Asahi Shinbun, 20 luglio 2011, http://ajw.asahi.com/article/0311disaster/analysis_opinion/AJ201107204806,13-01-15.
30
Terashima Jitsurō, “Statement of Position n.2”, Advisory Committee on Energy and Natural Resources, METI, 14 febbraio 2012, citato in Citizens' Nuclear Information Center, “What are the main issues in future discussions on energy policy? Departure from a nuclear-dependent energy policy is the right direction for Japan”, http://www.cnic.jp/english/newsletter/nit147/nit147articles/energypolicy.html, 13-01-14.
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Per questo il Giappone dovrebbe rimanere il simbolo esemplare di un paese che resiste alla militarizzazione del nucleare, e si concentra invece sul suo uso pacifico, aiutando altri paesi con gli stessi obiettivi31.