• Non ci sono risultati.

LEINÌ (TORINO)

Saet (Società Applicazioni Elettro Termiche) viene fondata nel 1966 da Pietro Canavesio e Giovanni Gay. Tra il 1968 ed il 2006 l'azienda conosce una crescita delle dimensioni occupazionali e un incremento dei prodotti per diversi usi industriali: dalla prima macchina tempratrice nel 1968 alla prima macchina tempratrice ad atmosfera protetta del 1993, fino alla prima macchina tempratrice per ingranaggi rotanti del 2000.

Nel maggio 2006 la società di gestione Star Capital Sgr14 entra in qualità di socio di maggioranza nel capitale Saet (attualmente detiene direttamente il 74,29% delle azioni). Sempre nel 2006 Davide Canavesio, il figlio di Pietro, da Londra rientra in Italia per seguire l’azienda, con l’obiettivo di mantenere italiana la società, con l’aiuto del padre, del management e di un gruppo di investitori, mettendo a punto un piano di crescita basato su internazionalizzazione e Ricerca & Sviluppo. L’azienda infatti cresce divenendo Gruppo, e il primo passo è l’incorporazione di Emmedi, che da oltre trent’anni produceva generatori ad alta frequenza per la saldatura in continuo di tubi metallici e generatori a media e alta frequenza per trattamenti termici e ricotture. Ancora nel 2008 acquisisce il 70% di Inova Lab, spin-off dell’Università di Padova, per un importante progetto di sviluppo in nuovi e rivoluzionari settori, che vanno dall’energia, all’ambiente alle nuove frontiere della bio-medicina.

Il 2007 è l’anno di avvio dell’internazionalizzazione di Saet, con l’acquisizione del 63,84% di Iei (Induction Equipment India), tra i maggiori produttori indiani nel settore dell’induzione specializzata in macchinari per l’automotive, con clienti come Tata e Bharat Forge. Nel biennio 2008-2009 lo start up in Cina, dove oggi ha 2 stabilimenti. Nel 2009 Saet entra anche nel mercato americano, attraverso l’acquisizione del 60% di Edms Incorporated, esperta nei processi di riscaldo a induzione combinati con le tecniche di pressatura a tempra, che arricchisce Saet di una nuova linea di prodotto sotto pressa. Nello stesso anno si investe notevolmente in Italia, acquistando 4.000 mq destinati all’ampliamento dello storico stabilimento di Leinì.

Negli ultimi anni di attività di Saet Group in Italia si possono distinguere quattro fasi. Tra il 2004 ed il 2006 il numero di dipendenti è rimasto costante (120 circa) per poi crescere significativamente nei tre anni successivi: 157 nel 2007, 168 nel 2008 e 183 nel 2009. Il biennio successivo ha visto invece una contrazione che ha riportato il dato a livello del 2007 (162 nel 2010 e 157 nel 2011). Oggi il numero di dipendenti è nuovamente cresciuto (170 circa) e l’azienda rimarca di essere – in provincia di Torino e riconosciuta la supremazia in tal senso di Italdesign – tra le primissime metalmeccaniche per assunzioni a tempo indeterminato (30 solo nel 2012).

L’andamento del fatturato si muove in parallelo al numero di dipendenti, con scostamento grossomodo di un anno in anticipo: la prima crescita importante di fatturato si registra nel 2006 (un anno prima del significativo aumento del numero di dipendenti), quando l’azienda passa da 22-23 a 33 milioni di euro. L’anno seguente il fatturato rimane sostanzialmente stabile per crescere fortemente ancora nel 2008, quando supera i 40 milioni. Nel 2009, il fatturato scende a (27 milioni di euro) ma torna a salire sensibilmente nei due anni successivi (31 e 35 milioni di euro), con una prospettiva di 40 milioni nel 2012. Un dato sicuramente importante in un periodo di crisi mondiale, che mostra come l’investimento in ricerca e sviluppo possa comunque rappresentare una leva di crescita.

       

14

 Mission di Star Capital è favorire la trasformazione delle PMI italiane in società a forte vocazione internazionale,  accompagnandole e supportandole nel processo di espansione e internazionalizzazione. www.starcapital.it/missione.php 

 

Il mercato dei prodotti per il trattamento termico a induzione di Saet Group è globale, sia dal punto di vista settoriale che territoriale. Sul primo aspetto, per esempio, l’azienda e presente nel trattamento di parti di auto o aerei, nella realizzazione di componenti per il settore energetico (in particolare eolico) o nell’industria dei tubi; tra le aziende che oggi utilizzano nelle proprie linee di produzione macchinari usciti da imprese del Gruppo Saet ci sono Mercedes, Toyota, General Motors, Renault, Fiat, Fiat Tata, Marcegaglia, Ratier-Figeac, Caterpillar, Daimler Chrysler, Piaggio, Rothe Erde, Defontaine. Rispetto alle aree di mercato, oltre il 70% della produzione è venduto su mercati internazionali; il 50% dell’export è destinato a paesi extraeuropei, in particolare India e Cina.

L’esportazione verso paesi di nuova industrializzazione (solitamente sono le nazioni ad antica industrializzazione gli importatori di prodotti semilavorati o finali) si spiega con il particolare posizionamento dei prodotti Saet a livello globale. Nella tipologia di macchinari proposti si ravvisano infatti due range: uno di macchine di livello medio-basso, sul quale l’azienda dichiara di non considerarsi assolutamente competitiva; uno di prodotti di alto livello, in cui sono presenti pochissime aziende nate in paesi con grande tradizione industriale, oltre a Saet Group (unica impresa italiana) tre aziende tedesche, due americane, due giapponesi e una spagnola.

La tecnologia utilizzata da Saet Group è basata su nove competenze distintive: metallurgia, fisica, scienza dei materiali, elettronica di potenza, automazione, fluidica, elettronica, elettrotecnica, informatica. È un mix di sapere stratificato, di competenze e di esperienza sedimentato e non automaticamente replicabile, difficile da trasferire perfino negli altri stabilimenti del Gruppo presenti all’estero ed ancor meno riproducibile nella sua interezza. Si può infatti ripetere una fase di produzione ma non la complessità della progettazione e della costruzione ad hoc per il cliente. Queste peculiarità, unite alla varietà di applicazione dei prodotti realizzabili dall’impresa, sono i veri appeal che la rendono competitiva.

Saet Group nasce e prospera grazie a una tecnologia (ancora) innovativa. La sua vera arma vincente non sta però nel solo prodotto o processo di produzione, ma si deve alle competenze presenti in azienda e al modello di selezione e organizzazione del capitale umano. In particolare, il personale in ingresso è valutato sulla base di sette brand values chiaramente definiti in termini di innovazione, flessibilità, eccellenza, internazionalità, apertura, coraggio, e “tocco umano”; le competenze tecniche mancanti vengono poi integrate nella “Saet Academy” aziendale, dove si lavora sulla aree migliorabili. Questa forma valutativa che mette al centro la corrispondenza tra i valori dell’azienda e della persona, avviata nel 2012, fa dichiarare il management soddisfatto dei primi risultati. Le nuove professionalità ingaggiate sono giudicate con “un driver diverso”, allineate con la visione della proprietà: una necessità sentita come imprescindibile per un’impresa in espansione che ha avuto un forte cambio di pelle.

Saet Group è specializzata nella produzione di macchinari per trattamento termico a induzione15. I vantaggi di questa tecnologia sono innumerevoli: la rapidità di esecuzione; la possibilità di eseguire piccoli e grandi lotti mantenendo inalterata la qualità, efficacia ed efficienza; la riproducibilità. L’aspetto più importante del trattamento è dovuto al risultato tecnologico che consente di trasformare superficialmente l’acciaio, indurendolo senza alterare lo stato del particolare a cuore. Questo conferisce al prodotto finito una resistenza all’usura e una tenacia impossibile con altri trattamenti. L’induzione elettromagnetica è una tecnologia green che sta sostituendo altre tecnologie, perché offre un grande risparmio energetico.

Questo tipo di tecnologia si può sperimentare già in molti ambiti della vita quotidiana, per esempio con le cucine a induzione (rendimento del 90%), che stanno progressivamente sostituendo le cucine a gas (rendimento del 30%); in questo comparto Saet Group è technology partner dei maggiori produttori.

Ma fin dal 2006 l’azienda è impegnata ad ampliare la propria veste green: non si occupa più soltanto di mettere tecnologie green a disposizione di tecnologie no-green (come l’automotive), ma sviluppa prodotti applicabili agli stessi settori green (ad esempio il citato trattamento dei cuscinetti a sfera delle pale eoliche).

Nel 2010 Saet è entrata in un altro ambito del mondo green attraverso il progetto Saet Solar, basato su un nuovo standard di funzionamento dei forni per la produzione dei lingotti di silicio, dove oltre alla precisione e all’accuratezza del processo, è un fattore chiave il risparmio energetico. L’azienda ha investito, prima al mondo, nella progettazione e realizzazione di questi forni, è titolare di un brevetto e sta iniziando a vendere ai top player a livello mondiale.

Infine ha continuato a investire nel perfezionamento di tecnologie utilizzabili per la cura dei tumori, con prospettive che si confermano interessanti anche se a lungo termine.

Torino business friendly?

Saet Group nasce a Leinì, è una delle tante aziende che fanno da corona alla tangenziale di Torino. La sua localizzazione si deve a una vocazione iniziale fortemente locale, date del resto le dimensioni semi-artigianali degli inizi. Però oggi gli orizzonti di Saet Group sono differenti e la localizzazione potrebbe essere oggetto di una scelta strategica. Secondo la dirigenza del Gruppo, la scommessa di puntare su Torino non ha elementi razionali particolarmente elevati; anzi una scelta strumentale non potrebbe che portare a spostarsi in Francia, Svizzera o Austria, solo per parlare di paesi confinanti che, pur non presentando un costo del lavoro particolarmente basso, porterebbero a un incremento della marginalità fino al 30%.

        15  Un corpo buon conduttore di elettricità, posto entro un campo magnetico alternato, si riscalda per effetto Joule grazie  alle correnti indotte: questo fenomeno permette di portare ad alta temperatura, e quindi austenitizzare, un oggetto di  acciaio. Lo spessore dello strato riscaldato varia con la frequenza della corrente (ma dipende anche dalla conducibilità del  materiale); industrialmente si utilizzano generatori a bassa frequenza (inferiore a 5 kHz), media frequenza (da 5 a 30 kHz)  e alta frequenza (200 kHz); lo strato di materiale interessato dal riscaldamento è inversamente proporzionale alla  frequenza generata (ossia la bassa frequenza corrisponde a strati più profondi). Segue la fase di raffreddamento,che può  avvenire per immersione o spruzzamento; esempi di "tempra localizzata" sono: lame per forbici o falciatrici, taglienti di  pinze troncatrici, vomeri, denti di ingranaggi e soprattutto pezzi ruotabili durante il riscaldamento. La "tempra  progressiva" comporta invece lo scorrimento del pezzo rispetto alla bobina e immediato raffreddamento della superficie  in uscita. Il metodo è usato per guide di bancali, lame per seghetti, denti di ingranaggi di grandi dimensioni, alberi di  trasmissione, steli per attuatori pneumatici, cuscinetti a rotolamento... Ultima fase del processo è il rinvenimento ad  induzione, a 160‐200 °C. 

 

Tuttavia Saet Group, dal 2007, è una multinazionale che mantiene in Piemonte non soltanto la sede legale ma anche la mente operativa. Oltre a quello di Leinì, il Gruppo possiede altri 5 stabilimenti in 3 diverse nazioni: India e Cina (2 stabilimenti rispettivamente), e Stati Uniti, una struttura che globalmente dà lavoro a circa 350 dipendenti, metà in Italia e metà nel resto del mondo.

È un gruppo glocal, nel senso che la dimensione globale dell’impresa si riverbera in un legame positivo e collaborativo con il territorio e le sue istituzioni amministrative (Regione, Provincia, Comune); i servizi dell’Unione Industriale (l’Amministratore Delegato di Saet Group è anche presidente della sezione “Giovani”) sono considerati molto utili e risulta proficuo il rapporto con il Politecnico di Torino e la partnership con Inova Lab di Padova. Ma non per questo l’azienda intravede nei servizi, nelle infrastrutture e nelle politiche locali la possibilità di cambiare l’impegno dell’azienda nello sviluppo della propria strategia aziendale, che va definendosi sempre più in un ambito globale.

Rispetto ai competitor, i punti di debolezza sono il costo del denaro e l’accesso al credito: quando coesistono innescano un meccanismo di feedback che si autoalimenta, aggravando le difficoltà economiche dell’impresa. Non sono invece considerati problematici i costi energetici, in quanto Saet è un’azienda che progetta e assembla.

Il costo del lavoro, e soprattutto la flessibilità, rappresentano invece un tema centrale: il modello ideale per Saet vedrebbe uno scambio tra maggiori ingressi a fronte di una più alta discrezionalità in uscita, da attuare in caso di scarsa efficienza o poca fidelizzazione del personale: secondo il management aziendale si garantirebbe un saldo positivo, a patto di ulteriori opportunità di espansione del mercato.

L’azienda vive quindi come punti di debolezza quelli del “sistema Italia”, anche perché per le lavorazioni che ne costituiscono il business, Saet Group “è l'Italia” – sottolinea Davide Canavesio – essendone unica rappresentante sui prodotti di fascia alta. In altre parole: la pressione fiscale, la lentezza e l’opacità della macchina burocratica nazionale che ostacolano la crescita.

Ma Torino viene riconosciuta differente, in qualche modo, dal complesso delle ricorrenti problematiche del paese. Una percezione che trova conferma nel feedback sulla città da parte di non residenti: non si tratta di “inseguire le chimere della Torino turistica” – spiega Davide Canavesio – ma di valorizzare alcuni aspetti positivi che rappresentano un utile fattore di attrattività complementare. Torino possiede un forte substrato di competenze industriali e una subfornitura molto avanzata: una cultura manifatturiera che oggi si rischia di disperdere, anche a causa dell’assenza di una politica industriale capace di andare oltre i players di grandi dimensioni.

La scelta, o la sfida (come dicono in azienda) è internazionalizzare ma non delocalizzare: è necessario presidiare i mercati statunitensi e del Far East, perché lì sono presenti i clienti per cui si produce “su misura” , ma l’headquarter resta in Italia, con in investimenti (1 milione di euro all’anno in ricerca e sviluppo), crescita occupazionale (+65% di assunzioni in 5 anni), formazione (spin-off universitario a Padova per il lancio di nuovi prodotti).

Anagrafica del caso

Il settore di riferimento

Il Gruppo Saet è il terzo player al mondo nella progettazione e realizzazione di impianti per il trattamento termico a induzione – si utilizzano campi elettromagnetici per scaldare e lavorare materiali conduttivi – destinati all’industria manifatturiera. Gli impianti realizzati sono pertanto utilizzati in diversi settori: trattamento di parti di auto o aerei, realizzazione di componenti per il settore energetico (in particolare eolico) o per l’industria dei tubi.

La peculiarità del prodotto non consente di riferirlo a un settore industriale di riferimento.

Il posizionamento dell’azienda

Il Gruppo, con headquarter a Leinì (Torino), si articola in 5 società (Saet, Inovalab, Edms, Iei, Saet Induction Equipment Shangai). La presenza è globale, oltre il 70% della produzione è destinata ai mercati esteri, il 50% dell’export è assorbito dai paesi extraeuropei e specialmente India e Cina. Il 2011 ha chiuso con oltre 27milioni di euro di fatturato, ritornando ai livelli pre-crisi del 2009, anche se ancora lontano dai 34 milioni di euro raggiunti l’anno precedente. Nell’ultimo biennio considerato, hanno registrato ancora valori fortemente negativi, anche se in miglioramento, sia l’utile (perdita) netto (da -3,2 milioni a 1,3 milioni di euro) sia il ROE che è passato da -36% (nel 2010) a -19 % (nel 2011).