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Salute Mentale

Nel documento Obiettivi di salute (pagine 46-51)

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Epidemiologia

Attuale assesto organizzativo

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• le strutture residenziali, per quanto sufficienti (2,9 posti letto ogni 10.000 abitanti), ospitano in molti casi un numero eccessivo di persone e sono spesso carenti i programmi di socializzazione e di riabilitazione;

• le forme della cooperazione sociale si sono sviluppate con lentezza e non

partecipano, come accade in altre regioni, alla costruzione di percorsi di abilitazione;

• i percorsi di formazione e inserimento lavorativo sono carenti, con la conseguenza che molte persone finiscono con l’utilizzare programmi che riproducono invalidità ed esclusione;

• i programmi per la salute mentale dei bambini, degli adolescenti e dei giovani adulti sono ancora poco sviluppati;

• l’assistenza alle persone detenute con disagio o disturbo mentale è ancora carente;

insufficienti sono i programmi finalizzati al rientro dei cittadini sardi internati in Ospedali psichiatrici giudiziari.

L’associazionismo dei familiari, dei cittadini e delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale si è particolarmente sviluppato nel tempo. Va migliorata l’interazione di tali associazioni con i Servizi di salute mentale.

La Regione Sardegna si propone di riorganizzare i propri servizi di salute mentale sulla base dei valori, dei principi, e delle pratiche definiti nella “Dichiarazione sulla Salute mentale per l’Europa” e nel “Piano d’Azione” sottoscritti da tutti i Governi europei nella Conferenza promossa dall’OMS a Helsinki il 12–15 gennaio 2005. A tal fine, la Sardegna attiva le conseguenti opportune collaborazioni.

Obiettivi prioritari del Piano sono la concreta istituzione dei Dipartimenti di salute mentale, DSM, nonché la riduzione della disomogeneità di risposta nel territorio regionale.

Le singole ASL, nel breve periodo, operano per rafforzare i programmi di salute mentale, mirando a prefigurare un’organizzazione dipartimentale e il raggiungimento dei parametri operatori/popolazione prossimi a quelli individuati dal Progetto obiettivo nazionale. A tal fine, le aziende verificano le risorse impegnate per la salute mentale.

5.1. Progetto strategico salute mentale

Entro centottanta giorni dall’entrata in vigore del presente Piano, la Regione

predispone un Progetto strategico salute mentale, finalizzato a conseguire nell’arco del triennio i seguenti obiettivi:

a) individuazione del Centro di salute mentale (CSM) come struttura che coordina tutte le attività di prevenzione, cura e riabilitazione a livello distrettuale, anche avvalendosi delle altre unità operative della rete dei servizi, secondo un approccio multidisciplinare e garantendo la continuità della presa in carico. Il CSM si raccorda con i servizi sociali e con i servizi del Ministero della Giustizia, e per gli interventi di diagnosi, consulenza e presa in carico delle persone con disturbo mentale detenute negli Istituti penitenziari, attraverso la sottoscrizione di protocolli e convenzioni e attiva risorse per avviare programmi di riabilitazione in alternativa all’internamento in Ospedale psichiatrico giudiziario; per i detenuti dell’area della doppia diagnosi il DSM Obiettivi prioritari

Il Centro di salute mentale

si coordina con il SERT. Il CSM gestisce il programma terapeutico riabilitativo, è in grado di rispondere alla crisi, detiene la continuità dei progetti e ne assume la responsabilità per il territorio di propria pertinenza.

Nell’area territoriale di competenza del CSM, è programmata la disponibilità di almeno una sede idonea all’ospitalità sanitaria diurna (day-hospital, centro diurno) ed, in prospettiva, notturna compatibilmente con le risorse umane.

Il CSM, per quanto di competenza, promuove la ricerca e l’attivazione di azioni a sostegno della vita quotidiana a domicilio e in alloggi comunitari, per la gestione di attività di tempo libero e attività di socializzazione e di animazione, in collaborazione con gli enti del terzo settore e del privato sociale non profit ed in coerenza con la normativa in vigore, con il Piano regionale dei servizi sociali ed il Piano locale unitario dei servizi alla persona.

Nel primo anno di validità del Piano, le aziende sanitarie si attivano per la realizzazione dell’obiettivo minimo di apertura dei CSM per almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, compatibilmente con la disponibilità di risorse; la Regione individua almeno 3 aree pilota nelle quali sperimentare progetti di funzionamento del CSM sulle 24 ore;

b) pervenire, attraverso il potenziamento delle risorse umane e strutturali ed i CSM così riorganizzati, alla progressiva riduzione dei TSO, dei ricoveri ripetuti e della loro durata. Il Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura, che è attivo presso la struttura ospedaliera, è integrato ed in continuità con le altre strutture del STSM (DSM) ed in particolare col CSM.

Il Centro di salute mentale, in quanto responsabile del progetto sul singolo caso, collabora alla gestione del ricovero di competenza territoriale, compatibilmente con la disponibilità di risorse, e stabilisce il più rapidamente possibile un programma di presa in carico territoriale. È compito degli operatori portare il paziente, nel corso della degenza, ad un livello di progressiva accettazione della cura ed alla collaboratività. La organizzazione di progetti personalizzati riduce il fenomeno dei ricoveri ripetuti.

I DSM si dotano di programmi volti al conseguimento dei seguenti obiettivi:

• adozione, attraverso il rafforzamento e la qualificazione delle risorse, anche umane, di modalità di assistenza che consentano di prevenire le condizioni che portano ad ogni forma di contenzione fisica e limitare allo stretto necessario il ricorso all’uso dei farmaci a scopo esclusivamente contenitivo;

• qualificazione di spazi, arredi e forme dell’accoglienza, in particolare negli SPDC;

• definizione, in accordo con i servizi dell’emergenza – urgenza e dell’ordine pubblico, di protocolli organizzativi per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza e per le procedure di attuazione dei Trattamenti sanitari obbligatori;

c) qualificazione delle strutture residenziali e verifica dell’appropriatezza nell’utilizzo, allo scopo di renderle luoghi di “abitare assistito”, ove si realizzano progetti riabilitativi integrati e personalizzati con il coinvolgimento dei familiari, della rete sociale, delle associazioni e della comunità, con la regia del CSM. Tali strutture fanno parte della rete dei Servizi con la quale operano in costante collaborazione.

Al fine di rispondere ai bisogni differenziati delle persone, le aziende sanitarie prevedono l’attivazione di almeno 3 tipologie di strutture:

• comunità ad alta intenzionalità terapeutica, con sostegno continuativo (24h) e con non più di 8 posti letto;

Piano regionale dei servizi sanitari

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Il servizio Psichiatrico di diagnosi e cura

Le strutture residenziali

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• gruppi famiglia, con spiccata intenzione abilitativa e di socializzazione, con sostegno per tempi compresi tra le 10 e le 14 ore, e con al massimo 6/8 posti letto;

• gruppi di convivenza, volti a sostenere l’abitare anche per lunghi periodi e la vita sociale, con la presenza di operatori per alcune ore al giorno;

d) integrazione delle attività psichiatriche universitarie nelle attività assistenziali del DSM attraverso la definizione di aree territoriali di intervento e la condivisione degli obiettivi di Piano. L’Università contribuisce alla formulazione ed al sostegno di percorsi formativi in accordo con le indicazioni regionali e tenuto conto del fabbisogno formativo espresso dalle realtà territoriali;

e) rafforzamento, con il contributo del DSM, dei rapporti tra le associazioni dei pazienti e le strutture sanitarie e gli operatori che in esse operano, al fine di garantire il maggior coinvolgimento e la maggior consapevolezza possibile dei familiari e dei cittadini nelle attività sanitarie e sociali di sostegno al paziente affetto da infermità psichica;

f) verifica della presenza, nel territorio di competenza dei singoli CSM, della cooperazione sociale ed attivazione, con questa, di idonei percorsi rivolti sia alla formazione ed all’inserimento lavorativo di persone con esperienza di disturbo mentale, sia alla progettazione di qualificati percorsi residenziali;

g) predisposizione in ogni ASL di un programma di prevenzione del suicidio in particolare nelle persone che manifestano disagio mentale, privilegiando l’ambito distrettuale e la collaborazione con il medico di medicina generale;

h) attuazione della convenzione siglata con l’Amministrazione penitenziaria al fine di garantire la presa in carico da parte dei Servizi di Salute mentale, delle persone con disturbo mentale detenute negli istituti penitenziari dell’Isola.

Per la realizzazione degli obiettivi di Piano, la Regione promuove un progetto di formazione, rivolto a tutti gli operatori della salute mentale, finalizzato a sviluppare ed integrare conoscenze ed abilità tali da renderli protagonisti attivi del processo di cambiamento. Particolare attenzione è posta alla formazione dei formatori ed ai programmi specifici rivolti ad ogni singola professionalità operante nel sistema.

Al fine di assicurare una base conoscitiva adeguata la Regione implementa il Sistema informativo per la salute mentale.

Nelle more della predisposizione del Progetto Strategico Salute mentale, le ASL attivano azioni finalizzate alla graduale realizzazione di quanto previsto nel presente Piano, al fine di:

• definire, attivare e organizzare il DSM;

• realizzare l’apertura dei CSM per almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7;

• disporre risorse e progetti per avviare percorsi di riabilitazione in alternativa all’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario;

• monitorare le attività di ricovero, al fine di ridurre, fino ad evitarla, ogni forma di contenzione fisica;

• qualificare gli spazi, i luoghi e gli arredi dove le persone con disturbo mentale vivono e vengono curate, al fine di migliorare le forme dell’accoglienza e le condizioni di lavoro degli operatori e verificarne costantemente la opportuna distribuzione nel Le associazioni dei familiari

e il protagonismo sociale

Cooperazione sociale

Prevenzione del suicidio

Convenzione con l'Amministrazione penitenziaria

La formazione degli operatori

Azioni da avviare

territorio in base a indagini epidemiologiche e di valutazione di aree di criticità;

• definire, in accordo con le agenzie dell’emergenza e dell’ordine pubblico protocolli per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza ed in particolare per condividere le procedure per l’attuazione dei Trattamenti sanitari obbligatori;

• verificare l’appropriatezza dell’utilizzo delle strutture residenziali in rapporto alle mutate esigenze delle persone che necessitano di percorsi riabilitativi ed evidenziare la presenza, nel territorio di competenza, della cooperazione sociale;

• migliorare attraverso forme di partecipazione concordata il riconoscimento ed il rafforzamento delle associazioni dei familiari e delle persone con disturbo mentale;

• avviare un piano di monitoraggio continuo del suicidio nel territorio di competenza e promuovere forme di sensibilizzazione per far fronte al comportamento suicidario.

Piano regionale dei servizi sanitari

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Parte Seconda

Nel documento Obiettivi di salute (pagine 46-51)