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TOTALE Fuori regione

Nel documento Obiettivi di salute (pagine 73-78)

Obiettivi di Sistema

TOTALE Fuori regione

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dell’infanzia, con caratteristiche specifiche per il neonato, il bambino e l’adolescente sino a 18 anni, che si riportano di seguito:

• la riorganizzazione in rete delle strutture ospedaliere e territoriali pediatriche su tre livelli di intensità assistenziale come da Progetto obiettivo materno infantile;

• il monitoraggio dei neonati con basso peso alla nascita e quello delle malformazioni congenite e l’osservazione epidemiologica delle malattie genetiche, attraverso la creazione degli appositi registri;

• il coordinamento e l’integrazione tra i pediatri di libera scelta e gli altri servizi (continuità assistenziale, consultorio, medicina dello sport, unità operative ospedaliere, centri di riferimento per particolari patologie, servizi riabilitativi e unità di salute mentale per bambini ed adolescenti);

• la riduzione del livello di inappropriatezza dei ricoveri in età pediatrica per cure di primo livello;

• la umanizzazione dell’assistenza attraverso interventi di qualificazione del personale, adeguamento delle strutture, ospitalità del genitore durante il ricovero.

2003* 2004 2005

2.4. La continuità assistenziale

Il servizio di continuità assistenziale assicura interventi domiciliari e territoriali per le urgenze notturne, festive e prefestive. Attualmente è articolato in 192 punti di guardia medica, distribuiti nel territorio regionale come riportato nella cartina allegata e occupa circa 860 medici per un monte ore complessivo di circa 29.000 all’anno.

Rispetto alla media nazionale di 0,2 medici di guardia medica per 1.000 abitanti, il dato relativo alla Sardegna è decisamente superiore (0,5 per mille), dato giustificato dalle condizioni geomorfologiche del territorio e dalle caratteristiche della rete viaria.

La situazione è caratterizzata da una diffusa presenza di punti nel territorio regionale (in circa la metà dei comuni dell’isola); la parcellizzazione della rete pone problemi di sicurezza degli operatori (spesso costretti a operare in situazioni di isolamento) e di efficienza del servizio.

Il Piano si propone una riorganizzazione della continuità assistenziale, attraverso un progetto obiettivo, adottato ai sensi del comma 2 dell’articolo 12 della legge regionale n. 10 del 2006 entro centoventi giorni dall’entrata in vigore del Piano. La

riorganizzazione è finalizzata a garantire tempestività delle risposte ed equità

nell’accesso, in modo da assicurare un’effettiva continuità dell’assistenza rispetto sia ai medici di assistenza primaria sia al sistema del 118. Particolare attenzione va riservata all’esigenza di garantire la massima sicurezza al personale, già vittima di gravi episodi di violenza che hanno scosso tutto il mondo sanitario ed i cittadini sardi.

La riorganizzazione della rete di continuità assistenziale, da realizzare attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti afferenti all’area della medicina di base nonché dei rappresentanti delle comunità locali, mira a restituire ai punti di guardia medica le caratteristiche di accoglienza e dignità dei luoghi di cura, affinché essi siano in grado di accogliere le persone in sedi sicure, facilmente riconoscibili come strutture sanitarie integrate con le altre strutture del Servizio sanitario regionale e nelle quali i problemi di sicurezza sono affrontati attraverso una diversa localizzazione delle sedi ed un

rafforzamento delle figure sanitarie presenti (e non solo attraverso la presenza di personale di vigilanza).

A tal fine, la riorganizzazione prevede:

• la localizzazione dei punti di guardia medica, ove è possibile, presso i presìdi sanitari o sociosanitari presenti nei territori di riferimento (Pronto soccorso ospedalieri, postazioni di soccorso avanzato, associazioni di volontariato inserite nella rete dell’emergenza o, in assenza di uno dei presìdi sopraindicati, anche presso strutture residenziali afferenti alla rete dell’assistenza residenziale territoriale); nel caso di allocazione presso i Pronto soccorso e presso le postazioni di soccorso avanzato dovrà essere favorita l’integrazione degli operatori afferenti ai diversi servizi anche al fine del miglioramento delle competenze professionali;

• l’accorpamento in via sperimentale, ove è possibile, dei punti guardia nelle costituende Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP) che dovranno garantire le cure primarie 24 ore al giorno per tutti i giorni dell’anno, attraverso la presenza di medici di assistenza primaria e di continuità assistenziale, di medici specialisti, infermieri professionali ed altro personale sanitario non medico;

la situazione attuale

Obiettivi di organizzazione

• la riallocazione, ove possibile, sulla base degli interventi di cui ai punti precedenti, delle risorse attualmente utilizzate per il servizio di vigilanza, a favore dell’acquisizione di professioni sanitarie, risorse che rafforzino la presenza di personale di assistenza presso i punti di guardia medica (ed anche eventualmente negli interventi a domicilio) e restituiscano a tali punti le caratteristiche di luoghi di accoglienza e cura in grado di garantire sicurezza al personale ed agli utenti.

La ristrutturazione del servizio di continuità assistenziale, nell’ottica del miglioramento della qualità della prestazione sanitaria resa, persegue l’obiettivo del mantenimento degli attuali livelli di occupazione, anche valutando ipotesi di impegno dei medici dell’attuale continuità assistenziale in altre attività sanitarie distrettuali.

2.5. Le dipendenze

Il crescente utilizzo, anche da parte dei giovani, di sostanze che inducono dipendenza (droghe, alcool, fumo, ecc.), e la diffusione delle dipendenze comportamentali, spesso associati a difficoltà sociali, psicologiche e mediche, determinano gravi problemi di salute che devono essere presi in carico e trattati nell’ambito dei servizi sanitari delle ASL e degli organismi pubblici e privati accreditati e del privato sociale.

Data la complessità delle problematiche e dell’articolazione degli interventi richiesti alle ASL nell’area delle dipendenze, si predilige una logica organizzativa di carattere dipartimentale (aziendale o interaziendale) laddove compatibile con l’organizzazione complessiva.

A tal fine, costituiscono obiettivi prioritari da perseguire nel triennio di validità del presente Piano:

• garantire la presa in carico personalizzata delle persone con problemi di abuso/dipendenza patologica, integrando la valutazione e gli interventi di ordine farmacologico, psicologico, riabilitativo nei contesti ambulatoriali, semiresidenziali o residenziali più indicati nel singolo caso;

• coordinare e raccordare le risorse e l’operatività dei diversi punti della rete dei servizi (sanitari, sociosanitari, sociali, educativi) impegnati nell’attività di prevenzione, cura e riabilitazione anche attraverso una unità di coordinamento tecnico-scientifico regionale istituita con compiti di rilevazione epidemiologica, disseminazione delle evidenze scientifiche di efficacia, monitoraggio degli interventi, formazione;

• riorientare l’operatività dei servizi, promuovendo:

a) la territorializzazione dell’assistenza e l’integrazione nel distretto con gli altri servizi;

b) la diversificazione degli interventi, in accordo con l’evoluzione dei comportamenti di abuso e dipendenza e con le richieste di salute;

• garantire in particolare l’integrazione con i servizi per la tutela della salute mentale per assicurare la presa in carico integrata dei pazienti in situazione multiproblematica.

A tal fine si prevede la formulazione di uno specifico atto di indirizzo che assicuri la piena collaborazione dei servizi per le dipendenze e di quelli per la salute mentale, in presenza di problemi di abuso e dipendenza associati a livelli significativi di sofferenza mentale;

• adottare strumenti di analisi epidemiologica a livello regionale con compiti di raccolta di dati epidemiologici, da trasmettere all’Osservatorio epidemiologico

Piano regionale dei servizi sanitari

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regionale per sostenere la pianificazione degli interventi, il loro monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti;

• attuare programmi di prevenzione, (primaria, secondaria e terziaria) e di riduzione del danno, definiti in base alle evidenze scientifiche della loro efficacia, con l’intento di scoraggiare l’uso delle varie sostanze d’abuso (legali ed illegali) e di prevenire le complicanze (sanitarie e sociali) associate al comportamento tossicomanico;

• valorizzare ed integrare con il sistema pubblico, l’esperienza delle associazioni di volontariato operanti nel settore.

La Regione, entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente Piano, predispone un programma di interventi nel settore delle dipendenze (inclusi alcolismo e

tabagismo), prevedendo il coinvolgimento di tutta la rete dei servizi, pubblici e privati, impegnati nella risposta a tale bisogno di salute.

Anche a tal fine, e nello stesso termine di novanta giorni, la Regione istituisce la Commissione regionale per le dipendenze, con compiti di supporto all’analisi e valutazione degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nonché di sostegno tecnico nella promozione delle iniziative.

Obiettivo strategico del Piano sanitario 2006-2008 è la riorganizzazione della rete ospedaliera, allo scopo di adeguarla alla reali esigenze dei cittadini, garantendo appropriatezza e qualità dei percorsi diagnostico-terapeutici, superando ingiustificate carenze ed evitando inutili duplicazioni.

La parziale trasformazione di alcuni piccoli ospedali in strutture a bassa intensità assistenziale potrà consentire il miglioramento della qualità dell’assistenza nonché la salvaguardia dei livelli di occupazione; la riqualificazione degli ospedali delle zone interne sarà delineata tenuto conto del ruolo che tali strutture possono svolgere anche in termini di coesione sociale, di mantenimento delle persone in difficoltà nel proprio ambiente di vita e di contrasto delle tendenze allo spopolamento.

Nel complesso, l’intera offerta ospedaliera dovrà essere programmata sviluppando un sistema a rete che risponda in modo coordinato alla domanda della popolazione sarda. Il modello a rete “hub and spoke“, che prevede la creazione di strutture assistenziali con differenti gradi di complessità, rappresenta un modello da sviluppare al fine di favorire una risposta appropriata ed efficiente su tutto il territorio regionale.

In tale ottica, il ridisegno della rete ospedaliera comporta interventi per la razionalizzazione e la riqualificazione dell’offerta di posti letto e lo sviluppo del sistema a rete.

In particolare è necessario tenere conto delle peculiarità dell’offerta ospedaliera legate alle condizioni di insularità della Regione Sardegna, che rendono assai difficile la mobilità extraregionale, ovviamente molto più agevole nel resto del territorio nazionale. E’

pertanto indispensabile programmare un’offerta sanitaria ospedaliera regionale di qualità, indirizzata alla richiesta sanitaria con i tassi epidemiologici più elevati.

3.1. Il quadro di riferimento nazionale

La riorganizzazione della rete ospedaliera non può prescindere dagli indirizzi nazionali in materia di assistenza ospedaliera, con particolare riferimento a:

a) i livelli essenziali di assistenza;

b) la classificazione degli ospedali;

c) l’organizzazione interna degli ospedali.

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