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95 sapere che il suo Conte è nel campo , e molto

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meno

di non indicarglielocon qualche segno dimezzoal

numero

diquellicheparteggeranno per essa.

Ah

! tu nonsai

come

lavista diun oggetto amato scemi talvolta il nostro corag-gio,

quando avremmo

maggiore bisogno d’es-sernearmati

«

Faremo

ogni possibile, risposeil Varen-go,di assestarelecosea

norma

de’vostri de-siderj, basta poichelafiniateditirarea

mano

altrefantastichedifficoltà; perchè, in parola d’onore, unaffaregià tantointralciatodisua natura,non ha bisogno di divenirlo di più grazieai raffinatissimighiribizzi d'el!a vostra Francacavalleria.Intanto

ho

a faremoltecose in questa notte; mentreesco per esse

, sarà

molto bene, SerCavaliere,che nonvi

mo-viatedi qui, evestiateperil

momento

quei panni chevisomministrerà Edrico, delquale parimentepotrete valerviper farvi portare cibo o altrochevi occorresse.

Non

temete chè nes-sunoquis’introduca. Noi Varcnghi

rispettia-mo

i segretigli uni degli altri

,qualunque possa esserne lanatura. »

I-CAITOLO

V.

Larovinagiàincalzaallecalcagna Cotesti congiurati.Voi,buonZio, In Oxford, odovunqueitraditori Sitrovin, fatedimandarde’ vostri.

Nonvivrannocostorsopralaterra, Io velogiuro.

RiccardoII.

Congedatosidal Conte,chelasciònelle pro-priestanzeincompagniadiEdrico, Ercvardo prese lavia del Blachernale.

Descrivemmo

,

tempoc, ilsuoprimo ingressoinquesta Cor-te;

ma

venned’allorainpoi chiamato quivi frequentementedaicomandi didiversi perso-naggidella imperiale famiglia.

Era

questifu

Anna Comnena,

cheassaidilettavasi interro-garlo su lecostumanze del suonativo paese, pervestireindi colsuoinfioratostile le ri-sposte chele venivanodate;

ma

nel palazzo stessoloconduceanopositive chiamatediben altraimportanza, quelledel medesimo Ales-sio,cheinciònondissimile d’umore damolti altrisovrani

,

amava

ascoltareimmediatiriferti daindividuipostianchenelle infimeclassidella sua Corte. L’anello chelaPrincipessa avea donato al

Yarengo

servì aquestopiù d’una voltaper segno dipasso

, edera sì general-mente conosciuto daglischiavi del palazzo

,

che bastavaadErcvardoilguizzarlounistante nella

mano

delprincipale iraessi, pervenire introdotto ad una picciolastanza quasi

con-DigitizedbyGoogle

97 tigua al

Tempio

delle

Muse

danoi altrove de-scritto. JNel lapredettastanzastavano seduti in

mutuo

colloquiol’Iinperatore, la sua moglie Irene,e l’ornatissima figlia'loro

Anna

Cem-nena,vestili allorasenza

pompa

; e per dir vero l’apparatostesso .diquella stanzanon la distingucadalla solitad’un agiato cittadino, o ladistingueaho soltanto certecortine, che avrebbero potuto dirsimaterassiimbottiti di calugine

,poste innanziaciascunuscio quale impedimentoalla,curiositàdiesterni ascoltanti.

«

Oh

!ilfedelenostro

Yarengo

!»disse l’Im-peratrice.

«Il

mio

maestro! soggiunse laPrincipessa

Anna Comncna

, lamia guida nelconoscere le usanze di que’ gagliardivestitid’acciaio, de’

qualimi èsiessenzialeil formarmi una giu-sta’idea

!» >

« Vostra ImperialeMaestà,disse l'Impera-trice, non troveràspero che la suaconsorte elanostrafiglia,inspirata dalle

Muse

,orqui sienodi troppo nell’udire incompagnia della Maestà Vostraqualinotizie porti quest’uomo

valorosoe fedele. » ; .

«

Mie

carissimemogliee figlia

, l’Impera-tore rispose,vi ho fincheho potuto rispar-miato ilpeso di un dolorososegreto,che

mi

eratenutoimprigionato entroil miopetto, a costoc di solitarjcordogli ed’affanno privo di sfogo.Nobilefiglia, tusentiraiin particolare

modo

questacalamità, imparando,

come

ho doyjilQtimparare io, apensaresinistramente

d

un

uomo

,sulquale finoraèstatotuo debito il mantenere una bendiversa opinione. »

RobertodiParigi.Tom.lJT. 5

«BeatissimaVerginei»laPrincipessaesclamò.

«Raccoglile forze,deltuo

animo

,proseguì l’Imperatore.Pensa che sei natanellaStanza dellaPorpora;nèviseinataperpiangere uni-camentesuglioltraggi fatti a tuopadre,

ma

pervendicarli;non per riguardare ehigiacque altuo fianco,

come

cosa ditanta importanza quanto la sacragrandezzaimperialeondesei partecipe tumedesima! »

A

che intendono tali discorsi? trchiese olire

modo

agitata

Anna Comncna.

nIntendonoa dire,replicòl'Imperatore

,che

ilCesareèun

uomo

ingrato atuttelemie be-neficenze, cpersinoaquella di averlo unito alla

mia

stessafamigliar eadottato perfiglio.

Coluisiècollegatocont|nabandaditraditori,i

cui

nomi

sonobastanti a suscitaretuttiidemonj dell’inferno, quasi all’uopodighermirelavitti-?

ma

cheilfurore di quelmostro hadivisata.»

«

È

eglipossibilecheINiceforogiungaatanto»?

esclamò attonita ein

un

desolata la Princi-pessa. INiceforoche

ha

cosìdisoventechiamati

i miei occhila luce regolatricede’suoi?

Po-fea

mai

procedereintalguisa contro

mio

pa-dre, lecuigeste egli udivaripetere d’orain ora, protestandoch’eglinon sapea sela bel-lezza dellostile,ol’eroismo delleimprese nar-rate lo rendessero ammirato di più? Egli avvezzoainon pensare checol

mio

stesso pcn-siere, a non vedere checo’miei stessi occhi, a non

amare

checolmio stessocuore?

O

pa-dre

mio

!èaffattoimpossibile ch’egli siacosìp perfido.Per noncrederlotalepensatealvicino

Tempio

delle

Musei

»

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99

«

E

per crederloun perfido

,meditava fra sestessoAlessio,

mi

basterebbeappunto pen-sareaquesta unicascusa chepotrebbeessere addotta indifesadiquel traditore.

Un

po’di lode vabene,

ma

chi neestomacato prendea ri-brezzo SHio.il favo vótodi mele.

Mia

figlia (in questasivolsead Anna)fattitofaggio.

Noi

stessi c’induccvamo di

mala

.voglia acredere questaobbrobriosaverità;

ma

ifattisonfatti.

Le

nostreguardie sonostatepervertite;illor coman-dante l’ingratoAchilleTazio, e conesso

A-gelaste

non men

traditore, sono stati sedotti daluiasecondarel’attentato delmio imprigio-namento,o della

mia

morte.

E

tuttociò... mi-seraGrecia! nel

momento

medesimoincuipiù abbisognavidellebenefiche sollecitudini di

un

padre, questopadretiveniva tolto dal subita-neo colpod’un braccio spietato!»

Qni

iImperatoresidiedea piangere, seper la perdita chetemea sovrastanteaisuoi sud-diti,o per quella dellapropria vita, la sto-ria noidice.

«

Mi

sembra,soggiunseIrene, chela

Mae-stàVostra vada lentamentenelpremunirsi con-trail pericolo. »

«

E

iodireipiuttosto, sempre con benigna licenza,onoratissimamadre,replicò

Anna

Com-nena,iodirei piuttostoche corretroppo nel credere l’esistenzadi questo pericolo

Mi

pare che la testimonianza del

Varcngo

,senza intendermi derogareaisuoi meriti

come

guer-riero^ nonsiacheuna prova bendebole coatra l’onoredi vostrogenero,contra lagagliardi»

e lafedeltà 'sperimentata del

Comandante

ge-JOO

ncrale delle vostreguardie, confrailprofondo sentire, lavirtù, l’altasaggezzadelmaggiore

defilosofid’oggidi. » v

E

conira, proseguì l’Imperalore, l’alta opinioneche'hadi se

medesima

questa nostra arci-addottrinata figliuola,la qualenon con-cede a suopadrealmeno bastantecriterio

-per giudicare

sudo

cosecheloriguardano più da vicino.

Devo

dirti,

Anna mia

,ch’ioconosca ciascunode’ trepersonaggi chehai nominati, c il generedi fiduciachepossomettere inessi.

So quanto pesino c l’onor del tuo Piiccforo,

elagagliàrdia e lafedeltà dell’Accolito, e ie yictùc la saggezza di Agelasle.Tutti questi loromeritinon sonoessi misurati conla

mia

borsa? Se avesse questa continuato a mante-nersipiena,e se laforza delmiobracciofosse quella diunavolta,costorosarebbero anche adesso perme.

Ma

le farfallecol sopraggi u-gneredellafreddqstagionesparirono.

Tu mi

parli di

mancanza

diprove; per

me

nehoas-i sai

quando

tocco con

mano

il pericolo.

Que-stoonestosoldato

mi

baportati indizjche col-limano perfettamente con le indagini da

me

praticate in disparte su Jostesso argomento.

Quest’uomosaràil

Varengodei

Varenghi; ver-rà nominatoAccolito in luogo dell’attual tra-ditore; cchi'saache altezzamaggiorepotrà salire fra poco?»

«Piaccia a vostraAltezza(soggiunseil

Va-rcngOjchenvcataciuto sinoaquesto

momento)

piaccialechealtriuomini, e qui;non ne

man-cheranno, salgano alla grandezza per la ca-duta di chi fu in origine loro supcriore;

ma

/

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.101 ètalestradad’ingrandimentoch’iononso Con-ciliarecon lamia coscienza;anzi,avendo io ricuperata da pocoinqua una persona a

m#

strettainamiciziafin dallaprima giovinezza, e dalla qualerimasi separato pertantianni, nontarderòadomandarvi, Signore,lavostra imperialelicenzaper

andarmene

daquesto pae-se, ovelasccrò dietro a

me

nemicia migliaia, per impiegared’allora inpoila

mia

vita,non

meno

d’altri mici compatriolti

, sottola ban-diera del reGuglielmo di Scozia...»

« Io.separarmi

DA TE

, inimitabile fra tuttigliuomini!l'I-mpcratoreesclamò»

Ove

tro*

vereiunsoldato,un campione,

un

amicotanto fedele?»

«Nobile Principe,l’Anglo -Sassonerispose,

immensa

è la gratitudine ch’io professoalla vostra .bontà

,alla vostramunificenza;

ma

deh!

permettetevipreghi anon chiamarmicon altro

nome

chenonsiailmiodibattesimo, eanon concedermialtragrafiasenonse il vostro per-donoper essere stato cagione di alterazioni nel sistema de’vostri imperiali domestici.

Non

sola-menteilcontemplareleConseguenzedel destino chesovrastaadAchilleTazio,

mio

benefattore;

al Cesare ch’io non so credere

mio

nemico;

persinoallo-stessoAgelaste,

mi

sarebbe

un

og-gettoaffliggenteinquantoix>stesso ho dovuto contribuireal loro

danno

;

ma

sonostato co-stretto a vedere più d’unavolta

come

tanti ai quali laMaestà Vostrafuprodigadellepiù preziosedimostrazioni del suo favorein

un

dato giorno,andassero ildìappressoadingrassare co’lorocadaveri lecornacchiecdi corvi.

E,

103

loconfesso,non vorreisidicessechecon que-stocostruttoho portatole

mie membra

inglesi' su le spiaggede’Greci.»

« Prosegui a chiamarti col tuo

nome

pro-prio,mio Eduardo....

Per

tuttiiSanti!( bor-bottò frasòstesso

mi

sono nuovamente dimen-ticato il

nome

di questobarbaro)....Certo conservailtuo

nome

,

almcn

peradesso,e fin-chenc troviamo uno più corrispondente alla fiducia che

abbiamo

riposta in te.Intantodà un’occhiata aquesta nota, ovedevono essere registrale tuttele particolarilà cheho potuto raccoglieresoprauna tramasìindegna, e por-gila tustesso, porgilaa queste incredule don-ne, incapacidi persuadersicheun Imperatore siainpericolo, senonglivedonoipugnalide*

cospiratoribenconficcati tramezzoallecoste.»

Eseguìil

comando

Erevardo,chedopo avere ripassata quel fogliaedattcstatacon

un

chinar di capo laverità diquantocraviscritto, alla Imperatrice Irenelo presentò. Questa non ne avea letto

che una

parte,

quando

con

una

fi-sonomia incui si pignea l’amarezzadel cor-doglio,c Iorendeatantomaggiorela difficoltà dipartecipare lapiùodiosa delle notizie asua figlia,s'attennefinalmentealpartitodifar ch’el-lasiprendessedasèmedesima,lasua sentenza.

«Leggi! leggi! egiudica su la gratitudine csu l’amoredeltuoCesare! »c le segnòcolditoil

punto di quelloscritto più fatale per

Anna Comncna.

Ridestatasida unostato diprofonda predo-minante malinconia

, portò

Anna

losguardoal trattoindicatole, da primainariadilanguida

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curiosità, che Benpresto nellapiùintensa pro-fonda amarezzasiconverti.

Aggruppò

quel, fo-glioentro il pugno aguisa di falco che lasua preda ghermisca; le Balenarono'gli occhi di sdegno; furonod’aquila disperatalesue grida, allorché in esclamazioni proruppe: «

Anima

nodritadisangue! cuordoppio?traditore!

Che

voleviancoradi-più?Sì

, padre! ( gridò fat-tasiviepiufuribonda).

Non

temiateched’ora in poila voced’unaprincipessa infamemente delusainterceda per allontanare’ dal traditore Niceforo uncastigotroppodacostuimeritato?

Pensò

l’indegnoche

una

donna natanella por-porapotesse essere percossadadivorzio-, scac-ciata,decisaforsecon laforinola laconica de’

Romani

: restituiscilechiavi!

non

seipiu al servigiodi casa

mia? Dovea mai una

figlia delsanguedei

Comneni

aspettarsi

un

tale in-sulto,qualeilpiùabbiettode’

Romani

lo avreb-heusatocon una massaia? >r

Così dicendo- faceaviolenza allelagrimeche lesgorgavanudagliocchi, ein quel volto per natura belloe gentile tutta Tespressione del furoresidipignea.Erevardolacontemplavaeoi*

sentimenti misti di timore perleconseguenze, di disapprovazione aquegli sfoghi di sdegno chel’orgoglioSol provocava, di compassione allo statoincui lavedeadal tradimento del maritoridotta.Ellaintantonegl’impeti delsuo sdegnonuovamente proruppe,perchè lanatura nel dotarladinoncomuni prerogative, lediede ancoraunaenergiadicarattere,digran lunga superiore nella sua forza c alla fredda

am-bizione d’Ircoe e alla politicaastuta, pieghe-vole,tergiversante di Alessio.

io4

fi i*

«

Ma

dee scontarla! a caro prezzo scontarla, la Principessariprese adesclamare. Falsario, impostore,assassinofinnel sorriso!

E

per chi initradisti?Per una femmina barbara!Ioera giàentrata in sospetto diqualchecosafindal giorno del banchetto in casa di quel vecchio stolto.Però,sequestoindegno Cesaresiespone alrischiodi un combattimento, èanche più incauto diquanto io avessi piùd’unaragione per immaginarlotale.

Pensatevoi,padre mio, che lapazziadicoluiarriveràalsegno di sug-gellane ctìn quest’ultima frenesia il disprezzo incui ci tiene? ]Nèsaprete immaginare qual-che viaonde rendere piùsicuralanostra ven-detta? »

«

Manco

male!Alessiopensòfra sestesso.

V

nadifficoltàè fuori-. Costeigaloppasìa pre-cipizio nellesue ideedivendetta,che ornaiha più bisogno di brigliae morso che di frusta esperoni.Vivadio! setutteledonnegelose di Costantinopolicorressero alla vendetta conla stessaindomabileviolenza, le ^qstre leggi do-vrebbero,

come

quellodìDracone,esserescritte colsangue, nonpiùconl’inchiostro.

— Badate-mi

, le mie creature, eanchetu,

mio

caro

Eduardo

, esaprete,

ma

voitresolamente,

co-me

ioconti governare la nave delloStatoin mezzoagli scogliattuali.

Esaminiamo

prima di-stintamentei disegni cheicialtronisi prefig-gono mettere in opera, poiché questi disegni stessi ne somministranole

norme

per andarci incontro.

Un

certo

numero

di Varenghi sfor-tunatamente èstatosedottocolpretestodi torti usati loro,torti che quel birbantediAccolito

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io5 ha saputa con artetirar fuori.

Una

porzione~ dicostorosarà studiosamenteappostata in vi-cinanza della nostra persona. LeUrsclio, reo di Stato,èmorto, aleuni diessisuppongono;

ma

se lo fosseanche veramente, ilsuo

nome

bastaadunire insiemegliantichi suoi partigia-ni.

Quanto

aciò, hoioinserboperappagarli

un modo

cheli farà subito stare zitti.

Al-che una porzione considerabile d’immortali

siè prestataalle vocidellaseduzione, e ver-ranno uniti aquella banda diVarengbi tra-ditori che saranno posti in fazione adassar lire la nostrapersona.

— Or

benerunpiccolo cambiamentonelle distribuzionide’ posti di guar-dia,adeseguireilquale tu,mio fedele

Edu-ardo.

.

.

Ara

....

Evra

....basta, siaquel chesivoglia iltuo

nome

,adeseguireilquale, dissi, ticonferiscofind’orapienissima facoltà;

talcambiamentosaràsufficientead imbrogliare lamatassa diqueste canaglie, ametterài no-strifidati inquellabuonaposturacheal

mi-nimo

romore potranno tagliarlea pezzi. »

«E

ilduello,mioPrincipe?»chieseErcvardo.

« INon cri

nemmeno

un buon Yarengo se non mifaceviquesta

domanda

, disssc Alessio che dava segnidi essersi posto di

men

tristo umore.

Quanto

alduello, questaètutta fab-bricadelCesare, esarà

mia

curachenonsi veda defraudato almenodellaparte più peri-colosadi essa. Egli nonpuò secondoleleggi dell’onoreschivaredi battersi conquesta don-na,

comunque

stranoappaia un tale combat-timento; c inqual sisia

modo

lagiostravada afinire

, inqualche

momento

di questa

scop-*o6

pierà Fa cangiarsiy eper Buona sortecentra personechestanno armateaspettandola

, ela

affogherannonel sanguedeicongiurati.»

«

La mia

vendetta

non

chiede ciò, padre

mio

flaPrincipessadicea; edèanchenel l'in-tercssedel vostroimperialeonore chesia pro-tettalaContessaBrenilda.»

«Questo è

un

affaruzzo qhe ètuttomio,

Alessio

Comneno

soggiunse. Coleiinsostanzaè

x

3

uicon suo marito,chenonerastatoper niente esiderato. Siè comportato temerariamentealla

mia

presenza,ecosì egli

come

lasuasignora meritanotutto il peggioche potesse venireda questamatta avventura.

Per

dir veroionon desideravamoltopiachespaventarluialla vi-stadiqueglianimali ch'egli eredea per ef-fetto della sua ignoranza incantati,e mettere

uu

poco inapprensioneessoesua mogliecol far loroconoscerequalsiailfocosoimpeto d'un greco amante,cquila

mia

vendettadoveva es-serefinita.

Ora

che

mi

sono pigliata questa lieveSoddisfazione

può

esseie ch'io prenda ' anchea proteggere questaContessafrancese.»

«

Ed

è stata davverounamiserabile soddi-sfazione,soggiunse l'imperatrice, chevoi lon-tano ben benedagli annidellagioventù,con

una

moglie che meritava qualche riguardo,vi siatea vostra posta creato oggetto di

apprcn-*sioneapersone così avvenenti,comeilConte Robertoe lasua

Amazzone

moglie.»

«

Con

vostra pace,

madonna

Irene, no,

^Imperatore rispose; tal parte della ideata

commedia

lalasciai per interoal mio genero, alCesare.»

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POJ

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