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Tu cole j usti tiam ! tutti siamo obbligati a ri-

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ri-spettarla.

Te^ue

atqueaìios

manet

ultor! lutti saremo chiamati al tribunale d’una

suprema

Giustizia vendicatrice.

Voglio vedereil

Pa-triarca; vogliovederlo subito;c confessando tutte lemie colpe alla Chiesa, ottenerne un plenario perdono, c acquistarmi ildiritto di viveregliultimi giornidelmio regnonella si-curezza dell’innocenza,oinquellaalmeno del-l’ottcnutoperdono.

Ah

la prima di queste si-curezze èpur rare volteilprivilegiodicoloro cheildestinochiamòsuleviedellagrandezza!» In conseguenzadelle qualimeditazioni non pensò più che a trasferirsi al palazzo del

Pa-triarca, colquale vedeatanto più sicure le confidenziali espansioni delsuo

animo

, perchè

non

ignorava il vecchioastioche

Zozimo

no-driva perAgelaste, incuiravvisavaun

uomo

cavverso allaChiesa eaffezionatoalleantiche dottrinedelPaganesimo.

Anche

ne’consigli di stato questiduecortigiani erano in perpetua

i5 7 guerradi pareri fraloro, ondel’Imperatore comunicando alPrelato il segreto della con-giura, non dubitava non procacciarsi inlui

un

validoesincero sostenitorede’divisamenti cheavevaideatiperguarentirsene.

Con

un leg-gierefischiochiamòvicinoase, per additargli la stradacheprendevainallora,un ufizialc diconfidenza

, dalquale durantequel viaggio a cavallosierafattoaccompagnare ad unacerta distanza e in

modo

dinon dare nell’occhio.

Procedeva atalmeta con quantaspeditezza

J

'Otcaconciliarsicolsuopropositodischivare e altrui osservazioni

; elungo il

cammino

as-sediandogli dicontinuo lamenteil tremendo ricordodiAgelastc, ricapitolava ad untempo tanti atti del suoregno, giustificati da quella sola necessitàche suoldirsiimpropriamente la scusa della tirannide, emeritevoli neH’essenza loro dellaforaivendetta pronosticatagli,nè per-donata perche differita.

Giuntoaveggente dcllcmagnifichctorri che ornavano ilfrontispizio del palagiodiZozimo, neevitò isuperbi ingressi, cercando un an-gustocortile, ove consegnata la

mula

all’u-fizialcdiservigio, andòsoletto apicchiare ad unaporticclla,il cuibasso arco e ilmodesto architrave cscludcano la possibilità d’immagi-nareglisplendenti soggiornine’quali essa met-te».

Venne

ad aprirgliun prete dell’infcrior classe, cheappenal’Imperatoresidiede a co-noscere,glitributòildovuto omaggio, ealle stanze interneilcondusse. PoichéAlessioebbe spiegata l’intenzione di starein.colloquio se-gretocolPatriarca,venneintrodottonella

bi-158

blioteca del vecchioPrelato,ilqualeloaccolse con dimostrazioni del più profondorispetto, chebenpresto in quelle deU’orrorccdella sor-presasiconvertirono.

Benché tantifrai cortigiani, e in partico-lare alcuni

membri

della famiglia stessa im-periale, vedessero inAlessiopoco meglio d’ùn ipocrita, cad ostentazione attribuisserotutti gli atti suoi religiosi, forsenel gradodi se-verità onde similtaccia gli apposero furono

men

chegiusti.

Ebbe

Alessio,egli cvero, l’ac-corgimento di conoscerequal grandesostegno poteaderivare allasuaautorità dalmanteners in buonconcettocolCleroecoi primati della Chiesa,aidesiderjde’quali,massimediquelli fraessichemostraronopiù fedeltà allaCorona, fu proclivealargheggiare a costodi sagrifìzj;

ma

benchétalisagrifìzj per una parte andas-sero rare volle disgiuntida mire ditemporale interesse, dall’altraegliarrivavadibuonafede acrederli mossida proprioreligioso sentimento, ead apprezzaresemedesimo,

come

seuna ve-race pietà gli avesse suggeritoquanto era ef-fetto di

mondana

politica. In

somma

nel

modo

ondeintorno a ciòconsideravalecose,nonera moltodissimiledaquelli cheavendo la guar-datura obbliqua, non vedono gli oggettiche asecondadel versoda cuiaccadeloro il con-templarli.

Questavolta peròl’Imperatore, neldeporre mediante una sincera confessionela

soma

de’

fallicommessi durante ilsuoregnoa’piedidel Patriarca, attribuìa ciascunode’medesimi il peso dovuto, spogliandoli di quella vernice,

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ossiadiquelle circostanzeondenellapropria immaginazione aveacercato perloinnanzi pal-liarlio diminuirli.Seppe

Zozimo

,ene rimase sorpreso,ilverofilodimoltilabirinti diquella Corte, elachiave di tanti mistericheaisuoi occhisieranomostrati in aspettoaffattodiverso"

simoa questo

momento

incuil'Imperatore giu-stificò in alcuni casila propriacondotta, in altrilalasciòpriva di scusa.

E

perdir vero, nellatotalità labilanciasitrovòpenderea fa-vore d’Alessiopiùdiquanto probabilmente Zo-zimo lo avesse immaginato, allorché stando egli inun punto divista piùlontanodalnodo maestro de’ cortigianeschi viluppi, i ministri eicolleghidi luiallaCortesi rifaceano co-m’èl'usanza degliapplausi tributati,presente il monarca,agliatti piùvituperevoli delsuo dispotismo, coll’imputargli dietrolespalle ca-gionipiùree diquello cheilfosseroin realtà.

E

apparvealPrelato

,

come

tanti individui chevenneronel

momento

dellelorosventure eredùti solmiserandovittimedcH’aslioo della gelosiadi Alessio

Comneno

, fosserostati pri-vati divitaodi libertà unicamente perchè o l’unaol’altraeranodel tuttoimcompatibilicon latranquillità dello statoe lasicurezza dichi lo reggea.

Zozimo

ebbe ancora in talcircostanza una spiegazionecompiuta,eda luidianzi indovi-natasolo inconfuso, del fenomeno onde in mezzo al profondosilenzio di undispotismo, universale in tuttal’estensionedel Greco Im-pero, sifaceanoaquandoaquandoudire pe-nosi scotimenti cheindicavanol’effervescenza

i6o

diqualche vulcanolatentesotto lasua super-ficie.

Conforme

aciò,mentre eranorariicasi persino divenialimancanze, o discontenti imprudentemente palesaticontro l'attuale

Go-verno, ogni qualvoltaperò ne occorreanotali colpeeranopunite con la massima severità;

edintantole più profondeemortalicongiure contro lavitae1autorità dellImperatore ve-nivano tramateealimentate dallepersone più prossimea luif edegli stessoquasi tutte le volte sene accorgea, benché non prima che loscoppiodellemedesimefosseimminente, ar-disseoperareincorrelazione aquantosapea.

epercuoterei traditori.

Tutto il tenore della tramadel Cesare e de’suoi confederati AchilleTazioeAgelaste,

giunsenuovo alPatriarca,cheattonito né rimase, eil massimostupore fu in lui ecci-tatodalla profondadestrezzadi Alessio

Com-ncno, il quale non ignorando che

un

tanto incendiocovavaincasa sua,seppe nel mede-simo tempoteneretesta aipericolichel'arrivo deCrociatigli minacciava.

«

Ah!

in ciò

(dissel’Imperatore, chedi questo sentimento di sorpresa del Patriarca savvide

) sta in vece la

mia

principale sfor-tuna.

Oh

! se avessi avuto lasorte di essere sicuro delle forze delmio Impero, mi stavano innanzi due vie,nobili entrambe edaperte onde condurmi conquesti frenetici guerrieri,

dellOccidente.

-Io polca impiegare tutto il

danaro che

mi

sono costati c

Bocmondo

ed altri dc’piùinteressati fra que’ pellegrini guer-rieri

, nel porgereonesti e lealisoccorsi

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i6i l’esercito d’Occidente, enelprocurargli

un

salvo tragitto alle terre di Palestina, senta esporlo alle graviperdite «heglitoccherà pro-babilmente soffrire dalla resistenza degli In-fedeli; infineilorobuoni successisarebbero stati miei proprj,e

un Regno

Latinoin Pa-lestina, difesoda quegliuomini armati

ani-ma

ecorpod’acciaio, sarebbestato

un

inespu- -gnabileantemuraledel l’Imperocontroi Sara-eini.—Oppure, se

mi

fossesembratacosa più espediente albenedellostessoImperoedella Santa Chiesa, cheèregolatada voi, Reve-rendo

Padre

, avreipotutoalla prima e con forzedecise difendereiconfini de’ nostri Sta-ti da

un

esercito, comandato dacapitani sì diversidi costumiediscordi tanto fraloro, e che inondavainostri paesiconintenzioni così sospette. Seil primo sciame di tali locuste

,

condotte daquelGualtiero dettoilMeschino, fu scemato dagli Ungari e distrutto affatto daiTurchi,

come

loattestano lepiramidi d’os-sa

umane

che mantengonovivala

memoria

di tale stragesu lefrontiere dique’ paesi, cer-tamenteleforze unitedcllTmpero

Greco

non avrebberotrovato moltadifficoltà nel disper-dereilsecondostuolo, ancorchécomandato da questi Goffrcdi, daquesti

Boemondi

,da que-stiTancredi. »

Nulla il Patriarca rispose,perche

comun-que non fosseromolto insua grazia i Crocia-ti, anzili detestasseper essere eglino

mem-bri dellaChiesalatina,noneramolto persua-soche alparagone dell’armi le forzegreche potessero

mai

competereseco loro,cmolto

me-no

sottometterli.

xfn

; «

Ad

ogni

modo

, continuò l’Imperatore cheinterpretòperilsuogiusto versoilsilenzio di

Zozimo

, ancorché vinto sareimortosotto il

mio

scudo, elamia caduta sarebbe stata degnadi un Imperatore dellaGrecia.

Non mi

sarei veduto costretto ai bassi espedienti di assalireilnemico con praticheladre, e trave-stendo sottopanni dimiscredenti imiei com-battenti; le vite di tanti fedeli soldati del-l’Impero sacrificate inoscurescaramucce, sa-rebberostale,meglio per essi eper

me,

per-dute inbuònabattaglia, guerreggiatapel loro nativo Imperatore,' perla loro terra nativa.

Ora, e

come

stanno lecose, il

mio nome

ver-rà tramandato alla posterità siccome quello di onoscaltrotiranno,chetrasse iproprj sud-diti in lotteprived’onorecolsolo fine di sal-vare l’abbietta suavita.Patriarca! questi de-littinongravitano su me,; gravitano suiribelli che

mi

costrinseroadadottare viesidisoneste.

•—Ebbene, Reverendo Padre, qual saràil

mio

destino avvenire? Sotto qual punto"divista scenderà ai tardiposteri l’autore ditaati vi*

tuperj? »

« Circaaldestinoavvenire,ilPatriarca ri-spose,la Signoria Vostrasi èpostasottoil

manto

dellaSanta Chiesa,che hala potestà di legare e di sciogliere.

Le

vostre vieai

ren-detela

propiziasono ampie, eavendoviio al-travoltaindicato qualiconcessioniessa desi-derasse,vedeteoraquantosiaindiritto di at-tenderledavoiinprovadèi vostro pentiménto, inbenemerenza delsuo perdono. »

«

Le

saraonoguarentite intutta laloro

estén-a

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