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La scala PraDISI (abbreviazione di Prassi Didattiche della Scuola dell'Infanzia) nasce in seguito ad un lungo itinerario di ricerca condotta nella scuola dell'infanzia bolognese da due ricercatrici: Rossella D'Ugo e Ira Vannini. L'obiettivo principale di tale scala è, come scrivono le ricercatrici, “quello di entrare all'interno dei processi didattici dei contesti tre-sei anni per osservarli sulla base di specifici indicatori di qualità e condurre gli insegnanti verso una maggiore consapevolezza e intenzionalità progettuale, a partire da dati osservativi rilevati in modo valido e affidabile”361.

Quindi, la ricerca è stata caratterizzata, come scrive Eugenia Lodini nella presentazione del volume sullo stesso strumento, da “un forte coinvolgimento dei coordinatori pedagogici e delle insegnanti nel processo facendo della ricerca un percorso di ricerca-formazione”362. La scala PraDISI non si

presenta soltanto come uno strumento di osservazione e valutazione della qualità delle prassi didattiche dell'insegnante della scuola dell'infanzia, ma mira anche a promuovere una riprogettazione e attivare processi di miglioramento per offrire ai bambini e alle bambine una buona qualità della scuola dell'infanzia. A tal proposito, la stessa autrice scrive: “La principale intenzionalità pedagogico-didattica dello strumento appare [...] indirizzata a un miglioramento delle prassi educative e didattiche degli insegnanti di scuola dell'infanzia al fine di garantire a tutti i bambini lo sviluppo multidimensionale delle loro competenze in un clima sociale di rispetto e di valorizzazione del singolo e del gruppo”363. Per di più, lo stesso strumento ha come principale

direzione intenzionale, “quella di affrancare gli insegnanti dotandoli di apparati metodologici forti, così da rendere loro possibile di sciogliere nuovi problemi e di escogitare nuove procedure a seconda delle molteplici situazioni – didattiche – nelle quali si troveranno di volta in volta364.

Inoltre, lo strumento può anche essere utilizzato per formare l'insegnante dato che è uno strumento paradigmatico, di natura esplicativa e tecnologica.365

Per capire meglio lo strumento partiamo dal quadro teorico di riferimento, in base al quale è stato elaborato lo stesso strumento. Dato che è uno strumento valutativo, la prima cosa importante da chiedersi sarà cosa si intende per qualità dell'insegnamento. Distante “da un costrutto di qualità dell'insegnamento inteso come mera efficacia dell'insegnamento stesso, inferibile, a posteriori, dal

361 Rossella D'Ugo, Ira Vannini, Osservare le prassi didattiche nella scuola dell'infanzia. Il PraDISI come opportunità

di formazione e sostegno della professionalità, in “Giornale Italiano della Ricerca Educativa – Italian Journal of Education Research”, n. 13, 2014, p. 102.

362 Rossella D'Ugo, La qualità della Scuola dell'infanzia. La scala di valutazione PraDISI, Milano, FrancoAngeli, 2013,

p. 9.

363 Ivi, p. 62. 364 Ibid.

'successo' nei risultati degli allievi”366, la qualità dell'insegnamento nel PraDISI fa riferimento

all'idea di buon insegnamento che, secondo Ira Vanni, “rende evidenza degli aspetti contenutistici e metodologici che vengono proposti in classe e qualificano la didattica in quanto azione coerente con finalità educative “di valore”367. Inoltre, Rossella D'Ugo specifica che l'idea di buon insegnamento,

su cui si focalizza il PraDISI, poggia fondamentalmente su due modelli teorici riferiti all'insegnamento di qualità. Al riguardo scrive quest’ultima:

“Da un lato un'idea di insegnamento concepito nell'ottica delle scienze cognitive, centrato sul docente che conosce a fondo le strategie di apprendimento degli studenti e li guida intenzionalmente - osservandoli durante i processi didattici e fornendo loro feedback mirati – verso l'acquisizione di specifiche competenze, nei vari ambiti disciplinari (dei quali ha una profonda conoscenza) e all'interno di un ambiente motivante; dall'altro un'idea di insegnamento concepito come facilitazione dell'apprendimento, nella prospettiva teorica del costruttivismo, dove il docente diviene soprattutto colui che organizza l'ambiente e fornisce stimoli facilitando l'allievo nella costruzione autonomia delle proprie competenze”368.

È all'interno di queste due prospettive che il PraDISI definisce l'idea operativa di prassi didattiche di qualità. La dottoressa D’Ugo evidenzia: “Tali due prospettive portano a definire via via che il PraDISI percorre i vari “campi”, prassi didattiche maggiormente cognitive based e individualizzate e prassi didattiche maggiormente constructivist based e pernalizzate”369. Dopo avere delineato l'idea

di qualità sulla quale si poggia il PraDISI, vediamo ora come essa si struttura e si organizza nello strumento stesso. Innanzitutto, notiamo che nella sua organizzazione e strutturazione interna richiama altre scale di valutazione, quali SOVASI (Scala di Osservazione e Valutazione della qualità della Scuola dell'Infanzia) e SVANI (Scala di Valutazione della qualità dei Nidi d'Infanzia). Tuttavia, la differenza tra il PraDISI e gli ultimi due consiste proprio nella sua caratteristica di poter collocarsi all'interno delle scuole dell'infanzia come una vera e propria proposta di formazione degli insegnanti in servizio. Detto questo, entriamo nel merito della struttura della scala del PraDISI. La scala di osservazione PraDISI, con i suoi 23 item, è suddivisa in tre macro aree d'interesse, di cui ognuna è frazionata in più item. Possiamo averne un'idea più chiara dalla seguente descrizione370

della medesima scala.

A. Le ruotine della giornata educativa 1.Accoglienza dei bambini e dei genitori 2.Circle time di inizio giornata educativa 3.igiene personale

366 Rossella D'Ugo, Ira Vannini, Osservare le prassi didattiche nella scuola dell'infanzia, cit., p. 100. 367 Ibid.

368 Ivi, pp. 102-103. 369 Ivi, p. 103.

4.pranzo 5.riposo

6.ricongiungimento dei bambini con i familiari B. Promozione delle competenze

B1. Linguistiche

7.linguaggio attivo e passivo fra i bambini 8.scambi verbali adulto/bambini

8a. letture 8b. parole

B2. Logico-matematiche-naturalistiche 9.logica e ragionamento

10.spazio, ordine e misura

11.natura, ambiente, ecosostenibilità B3. Motorie

12.motricità fine 13.motricità globale 14.motricità ritmica

B4. Espressive

15.esperienze creative e pratico-manipolative 16.esperienze musicali

17.tecnologie, nuovi media e comunicazione B5. Relazionali e sociali

18.qualità dell'interazione sociale tra bambini e insegnante 19.gioco spontaneo dei bambini

20.educazione alle differenze culturali 21.cittadinanza

C.Scelte di metodo dell'insegnante 22.individualizzazione

23.personalizzazione

A proposito della struttura degli item, scrive Rossella D'Ugo: “La struttura di ciascun item PraDISI è quella di una rating scale con tre descrittori espliciti relativi all'agire dell'insegnante; ogni item propone categorie comportamentali non elementaristiche, ma osservabili in relazione al contesto descritto”371. Ad esempio, nell'item 2, nella situazione A è scritto:

“Nella sezione è presente un angolo che renderebbe possibile al gruppo/sezione momenti di riflessione comune (ad es.: sedie o panchine poste in modo circolare, ecc.), ma l'insegnante riunisce i bambini in questo angolo solo in specifiche occasioni (ad es.: presentare qualcuno, raccontare una storia, dare una notizia particolare, rimproverare,

ecc.)”372.

Dall'esempio riportato sopra, l’oggetto dell’osservazione risulta molto chiaro: l'ambiente della sezione, la frequenza e la modalità con cui l’insegnante utilizza questo ambiente. Riguardo a questo, scrive la stessa autrice,

“Si tratta di micro-situazioni esemplari di quanto si realizza nella quotidianità o nell'arco settimanale, in ciascuna di esse sono inserite due o tre modalità comportamentali ed elementi contestuali tra loro coerenti e rispondenti a livelli di qualità minima, buona, eccellente (in relazione alle idee di qualità esplicitate per l'intero strumento)”373.

La qualità minima corrisponde a 10 punti, quella buona da 20 a 30, quella eccellente da 40 a 50. Riguardo all'assegnazione del punteggio, “per ogni descrittore, occorre osservare la presenza di almeno due categorie comportamentali e, se ne manca una (o più), si ricade nel punteggio immediatamente inferiore: 0, 20, 40”374. Qui è necessario specificare come si è arrivati a definire i

livelli di “qualità” del PraDISI. Da un lato, scrive D'Ugo, “ci si è ispirati ai principi – largamente condivisi – relativi allo sviluppo dei bambini tra i tre e i sei anni previsti nei curricoli ministeriali della scuola dell'infanzia (Orientamenti '91 e Indicazioni Nazionali per il curricolo 2007 e 2012)”375;

dall'altro, “alle evidenze emerse durante molteplici osservazioni di prassi didattiche all'interno di scuole dell'infanzia riconosciute di “eccellenza” sul territorio bolognese”376. Nonostante questo

stretto collegamento con la realtà educativa della scuola dell'infanzia di Bologna, la scala di PraDISI viene applicata, dal novembre 2013 a maggio 2014, in altri contesti nazionali, quali la Provincia Emilia-Romagna, la città di Roma, la Provincia di Foggia.377

Dopo avere conosciuto la struttura del PraDISI, vediamo come si applica sul campo, vale a dire, come un osservatore esterno può utilizzarlo per avere un'idea di qualità della scuola dell'infanzia osservata. Basandosi sulla descrizione del PraDISI, possiamo delineare le seguenti tappe378 da

effettuare per l'applicazione dello strumento.

• Prima di iniziare l'osservazione, è necessario leggere per intero la scala per avere un'idea di cos’è lo strumento e della “filosofia” su cui si basa. Non è possibile applicarlo per osservare due insegnanti di sezione in una sola volta.

• Prima di entrare nella sezione osservata, bisogna chiedere agli insegnanti la scansione della loro giornata educativa in modo da capire i loro turni di lavoro. Essi, infatti, servono per organizzare l'osservazione: se si osservano le prassi didattiche dell'insegnante relative alle routine, per esempio,

372 Rossella D'Ugo, La qualità della Scuola dell'Infanzia, cit., p. 85.

373 Rossella D'Ugo, Ira Vannini, Osservare le prassi didattiche nella scuola dell'infanzia, cit., p. 105. 374 Ivi, p. 106.

375 Ivi, p. 104. 376 Ibid.

377 Cfr. Rossella D'Ugo, Ira Vannini, Osservare le prassi didattiche nella scuola dell'infanzia, cit., pp. 107-113. 378 Cfr. Rossella D'Ugo, La qualità della Scuola dell'Infanzia, cit., pp. 67-68.

è necessario sapere quando questo insegnante svolge il turno di mattina, poiché non basta osservare una sola volta, ma più volte, almeno un paio, durante il periodo di somministrazione dello strumento;

• Durante l'osservazione, bisogna avere presente:

a. “si tratta di situazioni didattiche che contemplano momenti da osservare trasversalmente durante l'intera giornata educativa”;

b. se ci sono degli intem incerti, chiedere ulteriori spiegazioni all'insegnante;

c. per quanto riguarda le osservazioni relative all'area A, “occorre osservare più di una volta (almeno due volte) durante uno stesso periodo di somministrazione dello strumento e avere presente che si tratta dei momenti specifici da un punto di vista temporale, ovvero che si compiono dall'inizio alla fine in quella stessa situazione”;

• Per quanto riguarda l'assegnazione dei punteggi di ogni item, si nota:

a. bisogna tenere presente l'oggettività dell'osservazione, vale a dire che l'assegnazione dei punteggi non si basa sull'ipotesi personale, ma sulla coerenza con l'indicatore di ogni item;

b. per gli ultimi due item sarà possibile attribuire un punteggio solo dopo avere completato l'osservazione e aver attribuito i punteggi degli item dall'1 al 21;

c. nel caso in cui non si riesca ad osservare alcune situazioni didattiche, si abbia cura di chiedere in quale periodo possa essere possibile farlo; oppure se sono già state svolte precedentemente, nella nota, si segna “non visto” e si spiega in quale periodo è stato svolto.

• Riguardo la durata dell'osservazione, sono previste non meno di due settimane di osservazioni nell'arco di un mese, così articolate:

a. nel primo giorno: abituare il contesto alla propria presenza; chiedere la programmazione annuale e settimanale agli insegnanti ed eventualmente porre loro domande relative alla giornata educativa; b. primi giorni: effettuare le prime osservazioni generali, ipotizzando poi, in un secondo momento, i punteggi da attribuire a ciascun item;

c. ultimi giorni: dedicarsi alle osservazioni finalizzate alla conferma delle ipotesi.

Fin qui abbiamo presentato lo strumento di PraDISI sul piano teorico. Tuttavia, bisogna tenere conto anche degli aspetti problematici dello strumento, in quanto la scala presenta, scrive D'Ugo, “caratteristiche e indicatori molto specifici che consentono di 'catturare' solo alcuni aspetti delle realtà scolastiche, ma non altri”379. Ad esempio, con lo stesso strumento non sarà possibile osservare

l'insegnante atelierista che, insieme all'insegnante di sezione, costruisce relazioni e ambienti commisurati ai bisogni e alle esigenze psicologiche dei bambini e delle bambine. Perciò, il PraDISI necessita, scrive la ricercatrice, “di un uso in complementarietà con strumenti differenti, in modo

tale da avere uno sguardo più ricco e valido sulle realtà studiate”380. Per tale motivo, oltre alla scala

PraDISI, si è scelto di utilizzare il metodo 'carta-matita' per potere trascrivere il più possibile gli avvenimenti della giornata educativa. Alla fine, c'è da specificare che non “si osserva per classificare o selezionare, bensì si osserva per disporre di dati validi che consentano di assumere decisioni in merito all'innovazione delle proposte didattiche”381. Ciò significa che l'insegnante

osservato non deve preoccuparsi di essere giudicato idoneo o meno.

Avendo approfondito anche la problematicità dello strumento, giungiamo ai due casi della sua applicazione sul campo. Lo strumento è stato applicato nella scuola dell'infanzia Don Milani a Bologna e nella scuola dell'infanzia Michelangelo di Reggio Emilia. Nella scuola dell'infanzia Michelangelo, si è utilizzata anche la Scheda della Valutazione Criteriale per verificare quanto l'idea di qualità della scuola indagata fosse vicina agli indicatori della scala medesima.

Nella scuola dell'infanzia Michelangelo, sono previste le seguenti tappe dell'applicazione del PraDISI per potere garantire la scientificità dell'utilizzo:

1.incontro nella scuola dell'infanzia Michelangelo tra i docenti universitari (Maurizio Fabbri, Ira Vannini, Rossella D'Ugo), l'osservatore, le insegnanti della scuola, la pedagogista della medesima scuola e il direttore d'Istituzione del Comune di Reggio Emilia, con l'obiettivo di presentare lo strumento;

2.effettuare l'osservazione nella sezione grandi assegnata dall'Istituzione del Comune di Reggio Emilia per raccogliere i dati validi che consentono di attribuire i punteggi ad ogni item presentato nel PraDISI;

3.restituzione con le due insegnanti di sezione osservate

4.incontro nella scuola Michelangelo tra le insegnanti della scuola, la pedagogista, il direttore e l'osservatore, per compilare la scheda di Valutazione criteriale;

5.incontro nella scuola dell'infanzia Michelangelo tra i docenti universitari (Maurizio Fabbri e Ira Vannini), le insegnanti della scuola, la pedagogista, il direttore e l'osservatore, per restituire i dati raccolti durante l'osservazione.

380 Ibid. 381 Ivi, p. 114.