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Capitolo 1 L’educazione dell’infanzia in Cina: cenni storici

6. La scuola dell'infanzia privata Yilin

6.1 Storia della scuola dell'infanzia Yilin

Sempre grazie al professore Yong Jiang, ho potuto entrare nella scuola dell'infanzia Yilin per effettuare osservazioni sulle giornate educative. La scuola si trova nel quartiere Minhang, uno dei diciotto quartieri di Shanghai. È stata Zhu, la vice-direttrice della scuola ad accogliermi e a presentarmi alla scuola.

La scuola dell'infanzia Yilin è una scuola privata aperta nel 2005. Non è una scuola montessoriana ma è conosciuta come una scuola con sezioni eterogenee nelle quali molti genitori non possono mandare i propri figli a causa della mancanza di posti. Ora nella scuola ci sono 8 sezioni eterogenee e 4 omogenee, situate in due edifici scolastici l'uno di fronte all'altro. L'idea di creare sezioni eterogenee nasce dalle esperienze di visita a scuole dell'infanzia all'estero da parte di Xu, la direttrice, che ha iniziato a sperimentarla nella scuola qualche anno fa, in una sola sezione, apprezzando subito i vantaggi che una sezione omogenea non può avere. All'inizio è stato un percorso abbastanza duro, in quanto nessun insegnante aveva esperienza di sezioni eterogenee con bambini delle tre fasce d'età. Inoltre, molti insegnanti mandavano i bambini cosiddetti problematici delle loro sezioni nella sezione eterogenea, perché venissero seguiti dagli insegnanti più competenti e più esperti della scuola. Tuttavia, gli insegnanti esperti, rispetto a quelli nuovi, facevano più fatica a cambiare le modalità dell'insegnamento che avevano formato per anni. Quindi dopo un anno di esperimento, si è iniziato ad assegnare gli insegnanti con minore esperienza di lavoro nella sezione eterogenea. Un anno dopo la sua messa in pratica, i genitori hanno riconosciuto dai cambiamenti positivi i vantaggi di tale modalità dell'organizzazione di sezione e hanno cominciato a chiedere di mandare i figli in una sezione eterogenea: così sono diventate otto. La direttrice ha intenzione di trasformare tutte le sezioni omogenee in eterogenee. Basandosi sulle esperienze accumulate in questi anni di lavoro, la scuola ha fatto pubblicare i diari scritti da tutti gli insegnanti che lavorano in sezioni eterogenee, nei quali raccontano le loro storie, fanno osservazioni e riflessioni sul lavoro. Essendo una scuola dell'infanzia privata, la difficoltà consiste nel gestire il rapporto con i genitori. Difatti, la vice-direttrice dice:

La zona in cui si situa la scuola è una in cui i genitori sono in maggioranza colletti bianchi che conoscono i modelli educativi esteri, perciò vogliono che la scuola faccia quello che pensano. Da un lato, essi vogliono che i loro figli siano felici a scuola; dall'altro lato però vogliono anche che imparino delle cose, ad esempio, sapere leggere e scrivere, saper parlare in inglese e conoscere la matematica, ecc., mentre l'Ufficio dell'educazione di Shanghai proibisce che la scuola insegni a leggere, a scrivere e faccia matematica”283.

Mi pare che questi genitori potrebbero mandare i figli a una scuola montessoriana perché essi sappiano leggere e scrivere e siano bravi in matematica. Comunque secondo la vice-direttrice, molti genitori sono troppo esigenti nei confronti della scuola. Inoltre, se la sezione cambia l'insegnante perché quello vecchio si è licenziato, alcuni genitori intervengono rimproverando la scuola di non aver fatto tutto il possibile per trattenerlo. A volte alcuni genitori pubblicano su wechat (tipo Facebook) messaggi non positivi sulla scuola: il gruppo dei genitori li legge e poi alcuni di loro ne approfittano per creare problemi alla scuola. La scuola preferisce invece un dialogo frontale con le famiglie per risolvere i problemi, poiché non è facile la comunicazione tramite gli strumenti di internet. Ma di solito sono i nonni e le nonne ad accompagnare i nipoti a scuola e a venire a prenderli, quindi quando si devono comunicare dei problemi, la scuola deve convocare i genitori. Da quello che racconta la vice-direttrice della scuola, mi sembra che pagando di più rispetto a chi sceglie la scuola dell'infanzia pubblica, le famiglie della scuola dell'infanzia di Yilin partecipino maggiormente (anche se non fisicamente) alla vita scolastica dei figli, sebbene la modalità di partecipazione non sia sempre apprezzabile.

L'altra sfida della scuola dell'infanzia Yilin, secondo la vice-direttrice, consiste nella fluttuazione degli insegnanti, poiché chi lavora nella scuola dell'infanzia pubblica ha la possibilità di diventare di ruolo, godendo del benessere di una pensione. Quindi, per risolvere tale problema, bisogna creare un senso di appartenenza degli insegnanti alla scuola, per cui la scuola dell'infanzia Yilin ha cercato di costruire una casa nella scuola tramite la progettazione dello spazio, la condivisione della cultura di solidarietà e la formazione attiva dell'insegnante.

Su indicazione della direttrice della scuola, sono stata assegnata alla sezione eterogenea più numerosa della scuola, situata nella seconda sede scolastica: in aula ci sono 38 bambini con tre insegnanti (tra cui Zhong, insegnante responsabile della sezione) e una collaboratrice. Lo spazio dentro la scuola è molto bello e grande e ora vediamo come è organizzato.

6.2 L'organizzazione dello spazio

Entrata nella seconda sede della scuola dell'infanzia Yilin, sono rimasta colpita dallo spazio. Lo spazio, come scrive Antonio Gariboldi,

“nelle sue caratteristiche fisiche e simboliche, è dotato di una dimensione comunicativa – un linguaggio – che tende a influenzare e regolare il comportamento degli individui, e, in quanto tale, può rappresentare una variabile estremamente significativa dell'ambiente educativo prescolare, è quindi il risultato sia degli studi che lo hanno indagato nella sua qualità di sistema culturale informale, sia delle ricerche di psicologia ambientale che hanno fornito strumenti interpretativi a un approccio pedagogico che ha progressivamente attribuito valore e rilevanza alla qualità organizzativa

del contesto formativo”284.

In genere, pensiamo che si debba allestire una casa dei bambini adattata allo sviluppo dei bambini e delle bambine, ma a Yilin lo spazio è stato pensato e preparato anche per l'adulto stesso poiché dopo tutta una giornata di lavoro faticoso, o quando si è in pausa, anche l'adulto ha bisogno di uno spazio in cui può prendere un tè, facendo due chiacchiere con i colleghi o confrontandosi con loro, anche l'adulto ha bisogno di sentirsi a casa, di provare il piacere di lavorare in uno spazio bello e curato. Tutto questo c'è nella scuola dell'infanzia Yilin, poiché la scuola dell'infanzia Yilin non è soltanto una scuola dell'infanzia dei bambini e delle bambine ma anche un luogo pensato appositamente per l'adulto, per chi ci lavora: insegnanti, collaboratrici, cuochi, ecc. Oltre alle sezioni, la sala riunioni, la cucina, la sala di pranzo, il dormitorio per i bambini e le bambine, che di solito si trovano anche nelle altre scuole dell'infanzia pubbliche, ci sono anche la sala da tè, lo spazio aperto con panchine di legno e la sala di riposo con divani morbidi, appositamente pensate per l'adulto.

L'idea della costruzione delle varie stanze sia per l'adulto sia per i piccolini rispecchia in genere le idee educative di chi gestisce e dirige la scuola. Rispetto a una scuola dell'infanzia pubblica, chi apre una scuola privata ha maggiori opportunità di mettere in pratica le proprie idee sull'educazione. Inoltre, data la priorità privata, la scuola cerca di creare una cultura imprenditoriale che riesca a produrre una forza di solidarietà tra i dipendenti. Mi pare che tramite lo spazio, la direttrice della scuola dell'infanzia Yilin voglia trasmettere il messaggio che la scuola è quasi la casa di chi ci lavora, nella quale si può trovare tranquillità, sicurezza, solidarietà, padronanza di sé e confidenza. Il senso di stare in una famiglia si nota ancora di più nel momento del pranzo quando gli insegnanti mangiano insieme condividendo confidenze sulle famiglie, gli amici, i viaggi e il lavoro. Quindi è una scuola accogliente non solo per i piccolini ma anche per gli adulti, abitata e vissuta non solo dai bambini e dalle bambine, ma anche dagli adulti.

Per di più è uno spazio caratterizzato dalla combinazione armonica tra la natura, la cultura e l'arte. In effetti, oltre alla progettazione delle sale, gli arredamenti sulle pareti che fanno parte del sistema di cultura informale possono anch'essi narrarci quello che vuole raccontare la scuola, vissuta dai bambini e dall'adulto. Nell'entrata del palazzo a pianoterra, sulle due pareti sono scritte alcune frasi conosciute, tipo epigrammi che ricordano agli insegnanti come devono comportarsi in modo adeguato nei confronti dei bambini e delle bambine. Ad esempio, “Heqin Chen dice di fare tutto per il bambino” e sotto questa frase c'è una riflessione della direttrice della scuola, cioè “fare per il tutto del bambino e per tutti i bambini”; “per dare al bambino una goccia, l'insegnante deve avere già preparato un secchio di acqua corrente”; “sono alto come il bambino” per sottolineare la relazione paritaria tra l'insegnante e il bambino, ecc.

pareti con le frasi sala da tè sala di riposo sala degli scacchi corridoio dei disegni Oltre alle frasi all'entrata della scuola, sulle pareti del corridoio si attaccano i disegni e le foto dei bambini e delle bambine e le frasi più note di Confucio, di Mencio, degli esperti pedagogici cinesi che potrebbero trasmettere in modo implicito ai piccolini e agli adulti la tradizione e la cultura cinese. Tutto ciò crea, come rivelano le ricerche di psicologia ambientale condotte da Dario Varin, professore di Ecologia dello sviluppo all'Università degli Studi di Milano Bicocca, “una qualità fisiognomica e simbolica dello spazio che possono indurre stati emotivi diversi negli individui”285,

poiché scrive lo stesso professore: “spazi e oggetti non sono affettivamente neutrali per l'uomo. Una reazione fisiognomica ha un carattere diffuso, che investe la globalità psicofisica dell'individuo”286.

Quindi i materiali, i colori utilizzati, lo stile di arredamento e l'architettura dello spazio, tutti i dettagli curati dall'adulto possono influenzare in misura consistente l'ambiente psicologico sia del bambino sia dell'adulto stesso. L'ambiente psicologico, come scrive lo stesso autore, “è quello vissuto, colto e percepito dal soggetto in riferimento ai suoi requisiti di età, personalità e cultura, alle sue aspettative, alle sue fantasie e ai suoi stati emotivi più o meno temporanei”287. L'ambiente

abita nel soggetto.

Se entriamo nella sezione mista n.3, in cui ho effettuato le osservazioni, troviamo uno spazio differenziato che è articolato in zone, circoscritte e finalizzate, le quali hanno una specifica valenza educativa e affettiva per i bambini e le bambine. Sono delle zone che sono adeguatamente separate l'una dall'altra e delimitate sulla base dei temi, percettivamente e funzionalmente, e consentono ai bambini e alle bambine di svolgere attività differenziate da soli o in piccoli gruppi. Ad esempio, c'è la zona parrucchiere, disegni, costruzione, esplorazione, lettura, ecc. La creazione di uno spazio differenziato, cioè un ambiente psicologico più differenziato, secondo Antonio Gariboldi, “favorisce un funzionamento psicologico (e comportamentale) più differenziato nel bambino”288, che, secondo

Dario Varin, impegna

“attività psicologiche differenti, che possono strutturarsi e durare senza essere continuamente sottoposte alla pressione di una eccitazione diffusa, fonte di disorganizzazione nell'attenzione e di dispersione degli sforzi; significa

285 Dario Varin, cit. in ivi, p.77 286 Dario Varin cit. in ibid. 287 Dario Varin cit. in ivi, p. 74. 288 Ivi, p. 75.

spazio privato per il Sé, che favorisce la riflessione e la creatività”289.

Quindi è necessario progettare e organizzare l'ambiente prescolare attribuendogli un carattere affettivo, estetico e socializzante per il bambino, in un quadro coerente dei fini educativi, in modo che, da un lato, favorisca la riflessione e la creatività dei bambini e delle bambine tramite la partecipazione della loro intelligenza e della loro esperienza cognitiva; dall'altro lato, secondo Loris Malaguzzi agevoli “la formazione di un positivo, impegnato e gratificante comportamento professionale da parte dei docenti”290.

Come già detto nel primo capitolo, la creazione delle zone delimitate in base a temi specifici rispecchia il concetto pedagogico che mette al centro il bambino, poiché secondo Yuandong Qin e Chunyan Wang, le attività svolte negli spazi differenziati e polifunzionali sono caratterizzate dalla libertà di scegliere, dalla soggettività nell'apprendimento, dalla regia indiretta da parte dell'insegnante e dalla personalizzazione dell'insegnamento e apprendimento.291 Tale idea è

condivisa anche da Antonio Gariboldi che scrive:

“Le modalità di delimitazione degli spazi rappresentano uno strumento importante per l'insegnante al fine di esercitare quel ruolo diretto di regia ambientale che può valorizzare le attività infantili di esplorazione e ricerca, e influire operativamente sulle capacità di autoregolazione e auto-organizzazione cognitiva e socio-affettiva dei bambini”292.

Dato il rilevante vantaggio sul piano educativo, la strutturazione dello spazio in angoli specifici diventa una delle modalità importanti nell'organizzazione delle attività didattiche nella scuola dell'infanzia della Cina. Difatti, non solo lo si adotta in quasi tutte le scuole dell'infanzia sia private che pubbliche di Shanghai, ma anche in altre zone della Cina. A questo proposito, dice l'insegnante Zhong: “Ho girato anche in altre città per visitare alcune scuole dell'infanzia: ad esempio, la

provincia di Hunan e la città di Wuyishan della provincia di Fujian, nelle quali ho visto le diverse zone organizzate dall'insegnante, come le nostre, però con meno materiali messi dentro”. Di solito

la quantità e la qualità dei materiali proposti in zone hanno a che fare con gli obiettivi educativi previsti dall'insegnante.

Mi chiedo: di solito nella sezione mista n. 3, chi decide il tema di ogni zona? L'insegnante? I bambini e le bambine? O entrambi? Al riguardo, l'insegnante Zhong racconta:

“Le idee delle zone provengono un po' dall'adulto, poiché di solito i temi che interessano ai bambini e alle

289 Dario Varin cit. in ivi, pp. 75-76.

290 Loris Malaguzzi, La scuola riapre: gli spazi organizzati, in “Zerosei”, settembre, 1977, pp. 44-45. 291 Cfr.Yuandong Qin, Chunyan Wang, Youeryuan quyu, cit., p. 2.

bambine sono più o meno quelli attinenti agli interessi comuni dei piccolini. Ad esempio la zona di disegno, di cucina, di costruzione, ecc. Un po' derivano anche dalle esperienze dei bambini e delle bambine. Ad esempio, due anni fa, avevamo una zona nella quale il tema era l'ospedale, poi i bambini grandi hanno consigliato di trasformarla in una cucina perché a loro piaceva di più. Inoltre, la zona di gioco sociodrammatico è stata trasformata in quella del parrucchiere, derivata dall'esperienza di una bambina, i cui genitori fanno questo mestiere”293.

Da quello che racconta l'insegnante Zhong, possiamo capire che la delimitazione degli spazi nella sezione mista n.3 della scuola dell'infanzia Yilin non è circoscritta al solo momento iniziale dell'allestimento e organizzazione della sezione, ma viene invece riproposta periodicamente basandosi sui nuovi significati che i bambini assegnano agli spazi. Al riguardo scrive Loris Malaguzzi:

“[La scuola] sa anche che dovrà organizzarsi molte volte nel corso dell'anno e che saranno i bambini, le esperienze, le iniziative, le esigenze a suggerirlo. L'ambiente della scuola non può essere a scena unica, fissa: deve cambiare non solo per superare le saturazioni percettive e le stanchezze di uso dei bambini (dei genitori e degli stessi insegnanti) ma per corrispondere tempestivamente ai mutamenti e allo scorrere dei suoi canovacci didattici”294.

Inoltre, secondo Antonio Gariboldi,

“trasformare e reinventare gli spazi nel corso dell'anno con il coinvolgimento ideativo e operativo dei bambini non significa provocare effetti di disorientamento e spaesamento, ma, al contrario, rafforzare la capacità di situarsi e agire nell'ambiente offrendo percorsi di continuità esperienziale, cioè occasioni per il progressivo allargamento, arricchimento e dipanarsi degli interessi infantili”295.

Oltre allo spazio-sezione che è molto differenziato e preparato, la scuola dell'infanzia Yilin tiene anche alla valorizzazione dello spazio extra-sezione in comune, che è strutturato e disegnato perche ne possano usufruire i bambini e le bambine di tutte le fasce d'età. Difatti, secondo Antonio Gariboldi, “l'utilità della predisposizione di uno spazio differenziato e polifunzionali non concerne unicamente lo spazio-sezione ma appare opportuna anche negli ambienti extra-sezione di grandi dimensioni”296. Durante le mie osservazioni, ho assistito a svariate attività ludiche svolte nel

corridoio e in uno spazio vuoto e ampio fuori di sezione che si trova in ogni piano del palazzo scolastico. Tali attività coinvolgono non solo la partecipazione di tutti i bambini e tutte le bambine dell'edificio, creando un'opportunità di socializzazione intersezione tra i bambini e le bambine, ma anche tra gli insegnanti e le collaboratrici che li sorvegliano e li osservano durante le attività. I

293 Ibid.

294 Loris Malaguzzi, La scuola riapre: gli spazi organizzati, cit., p. 45. 295 Antonio Gariboldi, Valutare il curricolo implicito, cit., p. 83. 296 Ivi, p. 77.

bambini e le bambine giocano iniziando con i giochi allestiti a pianoterra oppure scelgono quelli che gli piacciono di più. Alcuni giochi si svolgono in piccoli gruppi con la partecipazione dell'adulto e con l'aiuto delle istruzioni fornite dalle regole di gioco sul foglio attaccato sulla parete; altri sono invece svolti coinvolgendo semplicemente una persona. Dopo ogni gioco, i bambini e le bambine possono chiedere all'adulto un elastico che diventa un segno della partecipazione. Lo spazio extra-sezione può anche essere utilizzato quando le condizioni climatiche non permettono l'uscita. Difatti all'inizio è stato proprio pensato per sostituire il gioco fuori della scuola, perché la qualità dell'aria non è adatta al gioco libero all'esterno. Data la nuova modalità dell'organizzazione dello spazio extra-sezione, inizialmente non solo gli insegnanti si preoccupavano molto della sicurezza poiché i bambini e le bambini piccoli correvano su e giù, ma anche il bambino e la bambina più grande non lasciavano i loro fratellini e sorellina più piccoli, stringendo sempre le loro manine, perché sono incaricati di prendersene cura. La direttrice però ha insistito che i bambini e le bambine fossero liberi di fare e muoversi.

Lo spazio fuori di sezione viene utilizzato anche nella scuola dell'infanzia Yiyi, nella quale l'insegnante valorizza non solo lo spazio del corridoio ma anche quello del dormitorio, in modo da offrire un ambiente psicologico più differenziato che favorisca un funzionamento psicologico altrettanto differenziato nel bambino.

Secondo Yuandong Qin e Chunyan Wang, l'idea di valorizzare lo spazio comune nella scuola dell'infanzia, quali corridoi e saloni è partita inizialmente come una strategia per evidenziare l'utilità dello spazio. Con il tempo la sua messa in pratica ha assunto un valore particolare per lo sviluppo infantile, soprattutto nell'incremento della competenza di socializzazione dei bambini e delle bambine. Alla fine tale idea si trasforma e acquisisce l'obiettivo di superare il limite dello spazio valorizzando il più possibile le risorse informatiche per realizzare un'interazione più ampia e approfondita tra i diversi spazi scolastici. In tale processo, la valorizzazione dello spazio comune parte da quello adiacente alle due sezioni e da quello di cui gode tutta la scuola, e dalla strategia di superare il limite della carenza di spazio si passa a quella di ottimizzare l'interazione tra gli spazi di comune e tra i bambini e le bambine.297

In una prospettiva ecologica di creazione delle zone proposta dai due studiosi cinesi, le attività svolte in ogni spazio differenziato devono essere aperte e dialogare con le altre, soprattutto con quelle svolte in collettivo, poiché sono due tipi di attività tipiche, organizzate quotidianamente nella scuola dell'infanzia di Shanghai. Nella scuola dell'infanzia Yilin, l'insegnante Zhong rivela che a volte, dopo l'attività collettiva, se c'è qualche bambino che vuol continuare a farla, può eseguirla negli angoli specifici. Tuttavia Yuandong Qin e Chunyan Wang rilevano che in molte scuole dell'infanzia, data l'abitudine di organizzare l'attività in collettivo, molti insegnanti non valorizzano

e trascurano la funzione e la valenza educativa e affettiva che hanno gli spazi differenziati. Tale trascuratezza apporterà una separazione tra le conoscenze ottenute nell'attività collettiva e quelle nell'attività svolta in piccoli gruppi in questi spazi.298

Tuttavia, se prendiamo i criteri irrinunciabili a cui riferirsi per l'allestimento e disposizione dello spazio educativo che ha proposto Antonio Gariboldi, quali, “differenziazione dell'ambiente nello spazio-sezione, qualità fisiognomiche e simboliche, privacy, bambino “proprio” e costanza, stabilità, continuità”299, mi pare che nelle tre scuole dell'infanzia di Shanghai osservate, quali Yiyi,