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Scheda di esercizi di lingua macedone

Nonostante gli alunni non abbiano dimostrato particolari difficoltà nello svolgimento delle attività (esclusa la scrittura per le alunne più piccole), l’insegnante, grazie anche al ridotto numero di alunni, ha potuto osservare da vicino lo svolgimento di ogni esercizio e dare il proprio aiuto ad ogni alunno, qualora ve ne fosse bisogno.

Come conclusione della lezione, data la mia presenza, le alunne hanno di loro iniziativa proposto di cantarmi una canzone popolare macedone, Makedonsko devojče, cosicché io potessi ascoltare e scoprire una piccola parte della loro cultura.

6.5. Insegnare lingua e cultura serba in Slovenia

Oltre alle lezioni extracurricolari di lingua serba e bosniaca, la scuola elementare Livada ha reso disponibili i propri spazi anche per le lezioni di lingua e cultura serba. Queste, a differenza di quelle di bosniaco e macedone non sono frequentate solamente dagli alunni della scuola Livada, ma sono dirette a tutti gli alunni delle scuole elementari di Lubiana e dintorni.

Anche in questo caso per capire lo svolgimento, l’organizzazione di tali lezioni e le difficoltà incontrate ho chiesto aiuto ai due insegnanti del corso, che hanno gentilmente risposto alle mie domande.

I due insegnanti ricoprono ruoli diversi: la prima si occupa principalmente di lingua e cultura serba, mentre il secondo di storia e geografia.

Entrambi di madrelingua serba, laureati in Serbia, vivono in Slovenia ormai entrambe da una decina d’anni.

Una prima difficoltà incontrata dagli insegnanti è la frequenza saltuaria a questo ciclo di lezioni. Ufficialmente gli alunni frequentanti le lezioni di lingua serba sono una quarantina, tuttavia accade molto di rado che vengano tutti a lezione. Secondo gli insegnanti ciò è dovuto principalmente al fatto che le lezioni si svolgano il sabato mattina. Spesso, infatti, capita che un sabato sia presente un gruppo di alunni, un sabato un altro, un terzo altri alunni ancora, il che fa venir meno la possibilità di poter svolgere gli argomenti delle lezioni con una certa continuità.

Se tutti gli alunni frequentassero regolarmente le lezioni, gli insegnanti riuscirebbero a realizzare quanto previsto ad inizio anno, ovvero a creare due gruppi per poter seguire al meglio ogni alunno. Ad ottobre, mese d’inizio delle lezioni, gli insegnanti suddividono gli alunni due grandi gruppi, uno formato da alunni frequentanti le classi più avanzate e l’altro dagli alunni più piccoli, tuttavia, per le problematiche appena descritte, con il passare dei mesi questi si riducono ad un solo gruppo più piccolo.

Rispetto alle lezioni di macedone e bosniaco, alcuni bambini frequentano le lezioni di serbo da più tempi, già da tre o quattro anni. Un paio di alunni, ad esempio, ha iniziato due anni fa, mentre solamente tre hanno iniziato quest’anno. La maggior parte degli alunni è nata in Slovenia ma molti sono arrivati negli anni attorno al 2005, nella prima infanzia. Diverse coppie di genitori degli alunni sono miste con un genitore sloveno e uno serbo.

I bambini nati in Slovenia parlano un ottimo sloveno avendo frequentato l’asilo e adesso la scuola in Slovenia, il serbo invece è limitato alla comunicazione domestica con i genitori. Le

lezioni di serbo forniscono quindi un’ottima opportunità per imparare ed esercitare la lingua serba letteraria.

Nell’attuale gruppo di alunni non vi è nessuno di etnia non serba (ad es. montenegrini). Secondo un’insegnante ciò deriva maggiormente dal non sapere dell’esistenza di tale offerta didattica più che dall’espresso desiderio di non prenderne parte, per motivi diversi da quelli puramente linguistici.

Dove e quando possibile, gli insegnanti cercano sempre di stabilire contatti con scuole o

associazioni in Serbia affinché possano organizzare scambi didattici, gite, corsi di lingua in Serbia per gli alunni che vivono in Slovenia.

Fino all’anno scolastico precedente questa ricerca (2012-2013) agli alunni veniva data la possibilità di frequentare nel periodo estivo la Škola prijateljstva- Scuola dell’amicizia- in Serbia sulla montagna Tara. Questo soggiorno di dieci giorni, che si è svolto per tre anni di seguito, era stato organizzato per gruppi di alunni di scuola elementare frequentanti corsi di lingua serba (e di conseguenza di origine serba) provenienti da paesi appartenenti all’ex Jugoslavia, dalla Croazia (regione di Vukovar, Borovo, Slavonija orientale) e dalla Slovenia, dall’ Ungheria, dalla Romania e dall’Albania. Per la durata del soggiorno i 260 alunni sono stati suddivisi in cinque gruppi formati ciascuno da cinque alunni provenienti da diverse nazioni. Al mattino erano previste diverse attività: gruppo di ballo etnico, gruppo musicale, gruppo di disegno, dell’ attività sportiva; mentre il pomeriggio era riservato allo Srpski Kod, nome del progetto che prevedeva lo studio della lingua e della cultura serba. Ogni anno le attività vertevano su di un tema centrale, due anni fa ad esempio sulla figura di Marko Kraljević, tre anni fa sulla famiglia dei Nemanja e la formazione della nazione serba nel medioevo. Ogni serata era dedicata a qualche rappresentazione teatrale, musicale o d’intrattenimento come i giochi senza frontiere, il karaoke, il ballo in maschera … . La socializzazione e l’amicizia tra i bambini venivano promosse ed incentivate in ogni modo possibile. L’insegnante desidera sottolineare a questo proposito un aspetto particolarmente interessante: Il primo, il secondo, il terzo giorno quando si ritrovavano a fare il tifo nelle competizioni sportive (calcio, pallavolo), tifavano in base alla nazione di provenienza mentre, già il quarto, quinto giorno, queste differenze non esistevano più, sentendo i bambini di avere un’origine comune e di essere tutti uguali.

Purtroppo, per mancanza di fondi, nell’anno scolastico 2013/2014 non è stato possibile organizzare o prendere parte a nessuna manifestazione o scambio linguistico.

Per quanto riguarda il programma di lingua e cultura serba questo viene generalmente rielaborato dagli insegnanti. L’insegnante di lingua e cultura utilizza come base il manuale elettronico ideato dal Ministarstvo za školstvo Republike Srbije97 – Ministero per l’istruzione della Repubblica di Serbia- per le classi dalla prima alla terza, dalla quarta alla sesta e per le classi settima e ottava. Il programma non prevede solamente lo studio del funzionamento della lingua serba: regole grammaticali, ortografia, bensì anche della letteratura e della cultura: le tradizioni popolari, la poesia epica, gli strumenti musicali e i balli popolari, della storia e della geografia.

A seconda dell’interesse riscontrato tra gli alunni, l’insegnante apporta delle modifiche proponendo più dettagliatamente le tematiche che hanno destato più interesse e trattando le altre più velocemente. Questo manuale viene quindi utilizzato come base a cui poi l’insegnante aggiunge diverso materiale tratto da libri per l’infanzia, album da colorare, disponibili presso la biblioteca serba dell’associazione culturale Mihajlo Pupin di Lubiana. Il programma annuale, semestrale e mensile e il piano di lavoro vengono nel complesso quindi realizzati ed organizzati dagli insegnanti stessi.

Per la parte del programma riguardante la cultura serba in questo anno scolastico si sono concentrati per lo più sugli eventi che caratterizzano il mese in corso. Ad esempio a novembre è stato trattato Vuk Karaždić (essendo il suo mese di nascita), a dicembre le usanze legate al Natale e dell’anno nuovo, a febbraio è stata fatta la comparazione tra il giorno della cultura sloveno, il Prešernov dan, e la cultura del popolo serbo, a marzo si è parlato dell’otto marzo, festa della donna sia in Slovenia che in Serbia, il che ha portato gli insegnanti ad intrattenere con gli alunni discorsi sul ruolo della donna oggi, sulla posizione della madre e della donna in generale nella società serba ancora fortemente patriarcale. Ad aprile è stato affrontato il tema della Pasqua e delle tradizioni pasquali serbe come le Lazarice, la Lazareva subota e la colorazione delle uova.

Vediamo dunque come durante tutto l’anno, tramite l’uso e lo studio della lingua, vengono incorporate nelle lezioni anche la cultura e le tradizioni del popolo serbo.

Secondo gli insegnanti le difficoltà maggiori che i madrelingua serbi incontrano nell’apprendere lo sloveno sono date dagli elementi simili tra le due lingue. Proprio gli elementi simili vengono visti come maggiormente problematici ed è per questo che in ogni lezione si cerca di sottolineare queste similitudini. Un’insegnante cita a tal proposito esempi dell’ambito ortografico che creano delle insicurezze negli alunni: in serbo, nello scrivere la data, si mette il punto dopo il giorno, il mese e l’anno mentre in sloveno mai dopo l’anno; in sloveno dopo i numeri romani si mette il                                                                                                                

97 I libri di testo per i bambini appartenenti alle comunità serbe all’estero sono disponibili all’indirizzo http://www.zavod.co.rs/index.php?route=information/information&information_id=48

punto, in serbo mai. Anche per quanto riguarda l’uso della lettera maiuscola in sloveno nei nomi propri geografici abbiamo: Novi sad, Novo mesto, Velika vas dove il secondo sostantivo viene scritto con la minuscola mentre in serbo dev’essere scritto tutto in maiuscolo. L’uso della maiuscola crea dei problemi anche nella scrittura delle festività le quali in sloveno vengono scritte con la minuscola, mentre in serbo con la maiuscola: božič (sloveno)-Božič (serbo).

Gli insegnanti, data anche la propria esperienze di apprendenti di sloveno come L2, reputano molto utile effettuare un apprendimento parallelo delle differenze tra le due lingue.

Altra difficoltà nell’apprendimento dello sloveno riscontrate dagli insegnante durante il proprio processo di apprendimento della lingua slovena è stato, ad esempio, l’ordine delle parole nella frase; tuttavia, non credono che questo aspetto possa costituire una difficoltà anche per gli alunni, che, come notato, imparano la lingua slovena molto in fretta.

Per quanto riguarda la collaborazione con le famiglie, nei colloqui con i genitori l’insegnante consiglia di parlare serbo con i figli in ambito domestico, considerato che la maggior parte dei genitori parla uno sloveno che l’insegnante definisce “debole”, non del tutto corretto mentre, d’altro canto, il serbo che parlano, sebbene non letterario, si dimostra più corretto. Eviteranno così che i bambini sentano costantemente uno sloveno non corretto, con il rischio di assorbirlo molto in fretta. Pochi genitori parlano uno sloveno talmente corretto da potersi permettere di rivolgersi ai figli sia sloveno che in serbo senza commettere interferenze. Come per i genitori di madrelingua bosniaca, anche la maggior parte di quelli di madrelingua serba appartiene alla classe operaia, arrivati in Slovenia in età adulta.

Un’insegnante ricorda con piacere un aneddoto che fa intendere quanto queste lezioni possano, in realtà, essere utili anche per i genitori stessi. Una mamma, vedendo i quaderni delle lezioni di serbo del figlio, essendosi accorta di aver dimenticato molte cose, ha deciso di studiare assieme al ragazzo, sostenuta dall’insegnante. Non è raro che accada che alcuni genitori si rendano conto e ammettono le proprie mancanze a livello linguistico, incentivando di conseguenza la frequenza dei figli alle lezioni di serbo.

Entrambi gli insegnanti si dimostrano concordi nel sottolineare l’importanza di possedere una base linguistica solida nella propria madrelingua, elemento basilare per poter imparare un buono sloveno.

Sebbene a livello statale non sia al momento realizzabile, inserire la lingua serba nel programma scolastico e non relegarla a materia a scelta non curricolare, si rivelerebbe, secondo l’opinione di entrambe, la soluzione migliore sotto diversi punti di vista. Da un lato risveglierebbe l’interesse e

la coscienza linguistica dei genitori che, data la non obbligatorietà di tali lezioni, vedono

l’apprendimento della lingua serba come mero passatempo che può facilmente essere tralasciato e trascurato. Dall’altro, i genitori non si rendono probabilmente conto dell’importanza che riveste per i propri figli un corretto studio della propria madrelingua, non solo dal punto di legato allo sviluppo linguistico e cognitivo, ma anche come conoscenza aggiuntiva, che potrebbe essere utile in futuro nel percorso educativo o lavorativo.

Offrendo la possibilità di seguire lezioni di lingua serba per i propri alunni, la scuola Livada, nel settembre 2013, in occasione della manifestazione Medkulturni dan, ha invitato una dei due insegnanti a svolgere un laboratorio di lingua e cultura serba, cui hanno preso parte diversi alunni. Prima di iniziare il laboratorio vero e proprio l’insegnante ha distribuito agli alunni presenti un breve questionario che chiedeva agli intervistati che cosa si aspettassero dal laboratorio, e quali nuove conoscenze si aspettassero di acquisire. Tutti gli alunni hanno risposto di non aspettarsi nulla di nuovo, parlando già fluentemente la lingua serba in famiglia e conoscendo la cultura serba. A fine mattinata, terminato il laboratorio i questionari sono stati nuovamente distribuiti per rispondere alla domande: Le tue aspettative sono state soddisfatte? Cosa ti è piaciuto? Cosa cambieresti o aggiungeresti? Tutti gli alunni hanno risposto di aver imparato molte cose nuove e di aver trovato la lezione molto interessante e che prenderanno parte di nuovo il prossimo autunno al Medkulturni dan, partecipando sicuramente a questo laboratorio. Durante l’incontro l’insegnante ha parlato della geografia della Serbia, del suo patrimonio naturale, delle minoranze etniche e linguistiche, della lingua, della capitale e dei simboli nazionali: lo stemma l’inno e la bandiera. Successivamente ha coinvolto gli alunni nella comparazione della nazione in cui vivono e della nazione da cui sono originari, accorgendosi ad esempio che la maggior parte degli alunni non sapeva che l’inno serbo, Bože Pravde, è stato composto dal compositore sloveno Davorin Jenko. Per quanto riguarda la cultura serba l’insegnante ha presentato agli alunni i monasteri, i musei, le fortezze ed i castelli, come ad esempio quelli della Vojvodina ed ha introdotto personaggi serbi famosi non solo dell’ambito letterario, ma anche linguistico e storico: Vuk Karadžić riformatore della lingua serba, Ivo Andrić in quanto premio Nobel, Jovan Jovanović Zmaj come poeta per l’infanzia (facendo a tal proposito un parallelo con il poeta sloveno Oton Župančič), gli scienziati Mihajlo Pupin e Nikola Tesla, il compositore Stevan Mokranjac, il fondaotre del primo stato serbo Stefan Nemanja, San Sava primo arcivescovo serbo … . Il laboratorio si è concluso con una discussione scon gli alunni sulle tradizioni da loro considerate tipicamente serbe, come ad esempio, i tre baci come forma di saluto, i brindisi di benvenuto o per festeggiare una nascita, il

cibo tipico (argomento particolarmente interessante per gli alunni), la tradizioni della Slava, le usanze in occasione del Natale e della Pasqua.

Parlando della propria esperienza personale come immigrati da un paese dell’ex Jugoslavia in Slovenia, nessuno dei due insegnanti ha affermato di aver incontrato particolari difficoltà nell’integrazione, non si sono mai sentiti trattati diversamente, non sono stati vittime di particolari pregiudizi né li hanno notati nei confronti e tra gli alunni.

La scuola Livada, secondo questi insegnanti, è un ottimo esempio di come i bambini, adeguatamente guidati, riescano ad integrarsi facilmente da un lato e riescano ad accogliere facilmente i nuovi arrivati.

6.5.1 L’insegnamento della lingua e della cultura serba presso la scuola Livada

Le lezioni di serbo nell’anno scolastico 2013-2014 si sono svolte da ottobre a metà maggio, ogni sabato mattina dalle ore 10 alle ore 11:30.

Nel periodo dell’osservazione (aprile- maggio 2014), gli alunni erano già stati raggruppati in un solo gruppo. La prima parte della lezione, affidata al primo insegnate, era solitamente dedicata alla cultura ed alla letteratura serba, mentre la seconda parte della lezione, affidata alla seconda

insegnante, veniva dedicata alla lingua ed alle tradizioni serbe.

Rispetto alle lezioni di lingua bosniaca e macedone, quelle di serbo sono frequentate da alunni più grandi (dalla terza alla sesta classe), il che permette un maggiore utilizzo di diversi tipi di materiali, tutti comprendenti abilità di scrittura e lettura attive da parte degli alunni.

Tutti gli alunni partecipano con piacere alla lezione, rispondono alle domande e propongono delle attività. Si dimostrano molto interessati alle attività proposte, sia a quelle legate alla letteratura, che a quelle legate alla lingua. Per incentivare l’interesse degli alunni, gli insegnanti hanno fatto in modo che a fine anno scolastico abbiano la possibilità di partecipare a Trieste al Takmičenje srpskih udruženja Hrvatske, Slovenije i Italije- Competizione tra le associazioni serbe della Croazia, Slovenia e Italia-, dove, per vincere la gara dovranno rispondere ad un numero più alto possibile di domande riguardanti la cultura e la lingua serba. Inoltre, chi si dimostrerà diligente durante le lezioni, riceverà in dono il volume Srpski kod.

6.5.2 Nel vivo della lezione

Tra le due lezioni da me osservate, una si è in particolare dimostrata molto interessante in quanto ha riscosso un enorme successo tra gli alunni.

Alla lezione sono presenti solamente sei alunni, il che permette agli insegnanti di poterli seguire da vicino e, nella seconda parte della lezione, di differenziare le attività tra i diversi alunni.

La prima parte della lezione è interamente dedicata alla poesia epica, in questo caso alla figura di Marko Kraljević.

Il materiale distribuito agli alunni è stato adattato dall’insegnante dal volume Legende balkanskih naroda e dal sito internet Ispeci pa reci.

Come si evince dalle immagini seguenti, in classe viene letta la poesia epica serba Marko Kraljević i Beg Kostadin. Una volta letta ad alta voce a turno dagli alunni (l’alfabeto cirillico stampatello è stato studiato l’anno scolastico precedente, mentre quest’anno gli alunni sono chiamati ad imparare il corsivo), l’insegnante spiega i termini meno comuni ed invita gli alunni a rispondere alle sette domande di comprensione del testo. Dopo aver dato alcuni minuti affinché gli studenti iniziassero a rispondere autonomamente, l’insegnante ha assegnato ad ogni alunno una domanda.