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RISULTATI E DISCUSSION

GDO 13 SCORFANO Sebastes

viviparus Fresco FAO 27 Sebastes sp. NV

GDO 16 CERNIA

INDOPACIFICA

Epinephelus

retouti Fresco FAO 51

Epinephelus diacanthus CERNIA INDOPACIFICA GDO 28 MERLUZZO SUDAFRICANO Merluccius

capensis Surgelato FAO 47

Merluccius paradoxus MERLUZZO O. INDIANO GDO 32 GAMBERO INDIANO Parapenaeopsis

stylifera Surgelato FAO 51

Metapaeneus

sp. ND

GDO 33 SEPPIA

INDOPACIFICA Sepia pharaonis Surgelato FAO 51

Sepiella sp (S. maindroni; S. inermis; S. japonica) SEPPIA ORIENTALE GDO 41 BACCALA’

SALATO Gadus morhua Salato

FAO 27, IIa Theragra chalcogramma POLLACK D’ALASKA GDO 43 BACCALA’ BAGNATO Gadus macrocephalus Salato FAO 27,

IIId Gadus morhua

MERLUZZO NORDICO

Tab.8.D: Estratto da Appendice, Tab.II. Dati non conformità rilevate. NR= non rilevato, NV= non verificabile

(evidenziato in grigio).

La percentuale ottenuta si pone in linea con quanto evidenziato in un report dell’organizzazione no profit Oceana (Warner et al., 2013) ed alcuni studi di DNA barcoding applicati al controllo di prodotto a base di pesce acquistati presso la grande distribuzione e punti di ristorazione (Cawthorn et al., 2012; Di Pinto et al., 2015; Sogn‐Grundvåg et al., 2014). In linea con quanto riportato da alcuni studi precedenti (Bernard-Capelle et al., 2015; Di Pinto et al., 2013), i 2/3 delle sostituzioni sono state riscontrate a carico di filetti freschi o surgelati di pesce bianco, appartenenti all’Ordine Gadiformes e alla famiglia Serranidae. Per quanto riguarda i Gadiformes, tra le non conformità riscontrate, si evidenziano sostituzioni intra e intergenere all’interno della famiglia Merluccidae e Gadidae. Il

mislabeling di specie all’interno del genere Merluccius sp.è stato attribuito, sia a fenomeni

di sostituzione deliberata, a fini economici, delle specie Atlantiche e Mediterranee con le specie sudafricane di minor pregio commerciale (Garcia-Vazquez et al., 2010), sia a limiti di formazione degli operatori di settore a bordo dei pescherecci, evento quest’ultimo favorito dalla morfologia spesso simile degli esemplari (Perez et al., 2004). Nel caso specifico, la sostituzione intragenere per le specie Merluccius capensis e Merluccius paradoxus potrebbe

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essere favorita anche dal fatto che le due specie presentano un’area di distribuzione e di pesca sovrapposte (www.fishbase.org).

I mislabeling di specie riscontrati per la famiglia Gadidae sono relativi ad alcuni prodotti tipici, salati, che a livello nazionale presentano la denominazione commerciale di Baccalà.

Nel rispetto della normativa vigente (DM MIPAAF 31-01-2008) con il termine Baccalà si fa riferimento esclusivamente al prodotto salato ottenuto dalla lavorazione delle specie

Gadus morhua e Gadus macrocephalus. Per tutte le altre specie, sul prodotto salato, deve

essere riportata la denominazione commerciale attribuita alla specie in questione ed il termine “salato”. Alla luce di ciò, per due dei tre prodotti commerciali analizzati nello studio e riportanti la denominazione “baccalà” è stata riscontrata rispettivamente una non conformità parziale e totale. Per il campione GDO 43 è stata riscontrata una non conformità parziale in quanto, seppur in presenza di mislabeling intragenere, la sostituzione di specie è avvenuta nell’ambito delle due specie ammesse per la denominazione baccalà mentre per il campione GDO 41 è stata riscontrata una non conformità totale e inter genere in quanto la specie Gadus morhua, dichiarata in etichetta, è stata sostituita con la specie Theragra

chalcogramma per la quale non è ammessa tale denominazione.

Mislabeling evidenziati nello studio all’interno della famiglia Serranidae sono relativi

esclusivamente al genere Epinephelus sp.che anche a livello internazionale è considerato uno dei generi più soggetti a frode in conseguenza dell’elevato valore commerciale e la notevole richiesta di mercato da parte del consumatore (Warner et al., 2013; http://collier.ifas.ufl.edu/SeaGrant/pubs/Tips%20for%20avoiding%20fake%20grouper%20 Fact%20Sheet.pdf; Trotta et al., 2005). Nel presente studio, per tali prodotti sono state riscontrate una sostituzione intra genere (GDO 16) ed una sostituzione con una specie appartenente ad un ordine filogeneticamente molto distante (GDO 07). Per il campione GDO 16 il mislabeling riscontrato potrebbe essere legato, come precedentemente evidenziato per il genere Merluccius sp., da limiti operativi degli addetti alla pesca e dal fatto che gli esemplari, soprattutto nelle forme giovanili, sono morfologicamente simili. Pertanto, il riconoscimento di specie diventa di difficile esecuzione per personale non adeguatamente formato (Govindaraju & Jayankar 2004). Inoltre, per quanto riguarda il campione nello specifico, anche in questo caso, la non conformità è risultata parziale in quanto la specie sostituente, Epinephelus diacanthus, e la specie sostituita, Epinephelus retouti, presentano la stessa denominazione commerciale (DM MIPAAF 31-01-2008 e succ. mod.).

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Per il campione GDO 07 invece è stata riscontrata una tipica frode commerciale (Trotta et

al., 2005) messa in atto soprattutto in prodotti filettati, freschi o surgelati, di piccole

dimensioni in cui anche le caratteristiche del filetto appaiono meno evidenti al consumatore finale (Filonzi et al., 2010).

Fig.8.B: visualizzazione degli esemplari interi della specie sostituente e sostituita del campione GDO 07

Per quanto riguarda i cefalopodi sono state evidenziate tre non conformità relative alle tre famiglie più commercializzate anche a livello internazionale: Octopodidae, Ommastrephidae e Sepiidae (http://www.fao.org/3/a-i6094e.pdf).

Per il prodotto GDO 09 la sostituzione della specie Eledone cirrhosa (Moscardino bianco) con la specie Scaergus unicirrhus, riscontrata in uno solo dei campioni analizzati, è stata attribuita ad un evento accidentale correlabile ad un by catch di specie dal momento che le due condividono la stessa area di distribuzione geografica e le forme giovanili insistono nello stesso habitat (Jereb et al., 2016).

Un aspetto da sottolineare per la specie Scaergus unicirrhus è rappresentato dall’assenza di una denominazione commerciale ufficiale all’interno delle liste ministeriali a dispetto dell’interesse di mercato e della relativa abbondanza di specie sia nel Mar Mediterraneo che lungo le coste spagnole dell’Oceano Atlantico (Silva et al., 2011; Clarke, 2006 ).

La proposta di aggiornamento delle liste ministeriali da parte dell’azienda, in questo caso, potrebbe costituire un elemento utile per il miglioramento della tracciabilità ed etichettatura del pescato locale.

Per il prodotto GDO 10 è stata evidenziata una non conformità di etichettatura parziale in quanto, seppur in presenza di una chiara misidentificazione e la sostituzione della specie

Todarodes sagittatus con la specie Todaropsis eblanae, entrambe le specie presentano la

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Per il prodotto GDO 33, è stata confermata una chiara non conformità e la sostituzione della specie Sepia pharaonis (Seppia indopacifica) con Sepiella sp. Data la morfologia notevolmente distinta dei due generi ed il valore commerciale notevolmente superiore della specie sostituita, la non conformità rilevata è ascrivibile plausibilmente a una frode consapevole. La corretta denominazione scientifica del prodotto non è stata attribuita dal momento che è stato raggiunto un livello d’identità (97-98%) sovrapposto e inferiore al cut-

off stabilito per le tre specie appartenenti al genere Sepiella (Sepiella inermis, Sepiella japonica, Sepiella maindroni) contemplate nel Decreto Ministeriale, tutte corrispondenti alla

denominazione commerciale Seppia orientale

Anche nel caso del prodotto GDO 13 le indicazioni riportate in etichetta sono risultate non del tutto verificabili (NV) in quanto il target COI, seppur confermando l’appartenenza al genere Sebastes sp, non ha permesso di verificare l’esatta denominazione scientifica a causa del basso grado di variabilità interspecifica e l’evidenziazione di tre specie distinte con livelli d’identità pari al 100-99%. Inoltre, secondo quanto riportato nelle liste ministeriali consolidate, sotto la denominazione commerciale SCORFANO, sono riportate soltanto due specie del genere Sebastes (Sebastes marinus e Sebastes mentella) mentre la specie Sebastes

viviparus non è contemplata. A tal proposito quindi, anche in questo caso, sarebbe

auspicabile una revisione e aggiornamento di tali liste al fine di implementare l’etichettatura del Genere.

Infine, per il prodotto GDO35, posto in vendita con la denominazione “tonno in o/o qualità pinne gialle” e conforme a quanto richiesto dal REG. CE 1536/92 sull’etichettatura del tonno in conserva, non è stato possibile verificare la dicitura facoltativa “pinne gialle” evidenziata in etichetta in quanto l’analisi molecolare sul frammento corto del 16S rRNA non ha consentito il raggiungimento dell’identificazione specie specifica. Pertanto non è stato possibile verificare l’appartenenza del campione alla specie Thunnus albacares.

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CAP. 9

CONCLUSIONI

I risultati ottenuti nello studio hanno mostrato che la corretta identificazione di specie nei prodotti ittici rappresenta a tutt’oggi uno dei punti deboli del sistema di tracciabilità. Per la GDO, al fine di tutelarsi e salvaguardare gli interessi del consumatore, diventa essenziale investire nuove risorse per la formazione continua del personale addetto alle vendite, al ricevimento merci e al controllo qualità. Inoltre, data la complessità della filiera ittica il solo controllo documentale non offre all’operatore la sicurezza di una corretta etichettatura del prodotto. A tal proposito, la presenza di una percentuale non trascurabile di mislabeling ha confermato la necessità di inserire all’interno del piano routinario di autocontrollo aziendale strumenti analitici, quali la tecnica di DNA Barcoding. Questa metodica si è dimostrata efficiente, standardizzabile ed applicabile sia al controllo dell’etichettatura per i prodotti freschi da esporre al banco vendita che, più in generale, per la vigilanza sui fornitori. Inoltre, l’utilizzo di una tecnica di mini barcode si è dimostrata discriminante quanto la metodica di barcoding standard rivelandosi quindi particolarmente utile e applicabile per l’analisi di prodotti trasformati. I filetti di pesce e i molluschi cefalopodi si sono dimostrati trai prodotti più soggetti a frode in accordo con quanto già verificato a livello internazionale ed europeo.

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