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2. La CSR in finanza

2.4 I criteri di selezione degli investimenti socialmente responsabili

2.4.2 Lo screening

Lo screening è un criterio di selezione degli investimenti che prevede di scegliere che titoli includere o escludere dal portafoglio. Se il gestore o investitore decide di investire in titoli che escludono particolari settori o aree di attività economica (come la produzione di alcol, tabacco e gioco d’azzardo) si parla di screening negativo o esclusione. Al contrario, se si decide di investire in titoli che includono criteri ESG si parlerà di screening positivo o inclusione. Tra tutte le tipologie di selezione degli investimenti lo screening negativo è il più antico, poiché risulta essere anche il più semplice da attuare.

Un esempio di screening negativo riguarda quei portafogli che non comprendono al loro interno le sin stocks, ossia le azioni peccaminose che fanno riferimento alle azioni delle aziende coinvolte nella produzione di tabacco, alcol e gioco d’azzardo. Alcuni ricercatori americani hanno studiato le sin stocks ed hanno rivelato che molti investitori evitano questa tipologia di investimenti sebbene il rendimento atteso aggiustato per il rischio sia più alto rispetto agli investimenti tradizionali, il motivo di questa scelta degli investitori sarebbe da ricondurre alla negligenza causata dalle norme sociali. Un altro studio condotto da Julie Salaber sul mercato europeo, riguardante le sin stocks, ha riscontrato che la religione e la legislazione sono due fattori importanti per gli investitori. I risultati dimostrano che le sin stocks sovraperformano le altre azioni nei Paesi Protestanti rispetto ai Paesi Cattolici, a causa dell’avversione al

peccato26, e nei Paesi con un rischio di cause alto, a causa dell’alto livello di costi

esterni. Inoltre il rendimento delle sin stocks varia con il livello delle accise su alcol e tabacco (Salaber, 2007).

Oltre ai tre comuni screening negativi elencati sopra, ne sono presenti altri che si riportano di seguito:

− Difesa/armi: si evita di investire in aziende che producono armi per uso militare o domestico;

− Nucleare: si evitano i produttori di reattori nucleari o equipaggiamento simile e le aziende che operano nelle centrali nucleari;

                                                                                                               

26  Per “avversione al peccato” si intende uno stato dell’animo ostile ad azioni o oggetti che possono essere ritenuti peccaminosi, in questo caso appunto tabacco, alcol e gioco d’azzardo.  

− Attività estere irresponsabili: si evitano investimenti in governi controllati o in aziende sottoposte ad un regime oppressivo, come la Siria;

− Pornografia: si evita di investire in editori di giornali/film pornografici; − Aborto o controllo delle nascite: si evitano i centri specializzati nell’aborto

e le aziende che producono i farmaci per l’aborto e i prodotti per il controllo delle nascite;

− Condizioni sul posto di lavoro: si evitano le aziende che sfruttano i loro dipendenti e che non garantiscono la sicurezza fisica e igienica della struttura in cui si lavora;

− Ambiente: si evitano le fabbriche che producono prodotti tossici e che contribuiscono al riscaldamento globale;

− Diritti umani: si evitano le aziende che violano i diritti umani;

− Test sugli animali: si evitano le aziende che producono test sugli animali e quelle che usano la loro pelliccia per i prodotti;

− Assicurazioni per coppie non sposate: si evita di investire in compagnie di assicurazione che vendono polizze a coppie non sposate;

− Biotecnologie: si evitano le aziende che sono impegnate nella promozione e sviluppo dell’ingegneria genetica, come ad esempio la green

biotechnology, che concerne la modificazione genetica delle piante per

l’agricoltura.

Lo screening positivo si afferma a partire da metà degli anni Novanta. Questa tipologia di screening etico è più complesso rispetto allo screening negativo, poiché prevede una scelta da parte del gestore di un fondo su che aziende o settori poter andare a investire. Sebbene l’applicazione dello screening positivo sia più costosa rispetto all’uso di uno screening negativo a causa del tempo impiegato dal gestore nello scegliere i titoli delle imprese più socialmente responsabili, tuttavia uno studio condotto da Renneboog, Horst e Zhang (2007) ha evidenziato che i fondi SRI che utilizzano i

screening positivi hanno performance migliori rispetto ai fondi SRI che non utilizzano

questa tipologia di screening (Renneboog et al, 2007).

I criteri di inclusione possono presentare gradi di articolazione e complessità differenti. Infatti, possono esserci criteri di inclusione che tengono conto solo

dell’ambito ambientale e quindi i gestori dei fondi SRI scelgono le imprese che adottano politiche ambientali volte a preservare l’ambiente. Negli ultimi anni si è presa consapevolezza che l’ambiente è un fattore fondamentale per un’impresa che vuole crescere a livello economico. Quando si parla di green economy si intende un modello di sviluppo economico che tiene in considerazione l’impatto ambientale e i potenziali danni che un’impresa può provocare. Se il gestore del fondo SRI utilizza come criterio di screening positivo solo le politiche ambientali si è in presenza di un screening semplice. Si cresce di complessità se all’ambito ambientale è integrato quello sociale e governativo. Il fattore sociale comprende la gestione del capitale umano ed in particolare le relazioni lavorative, la qualità delle condizioni lavorative, le condizioni di salute e sicurezza nel lavoro. L’altro fattore ESG di rilievo per lo screening positivo è quello governativo. In termini di struttura di corporate governance l’azienda analizza la solidità della propria struttura e dei processi adottati nella gestione del rischio. Il tradizionale criterio ESG può avere dei sinonimi, come quanto riscontrato nella ricerca sugli SRI di D. Vandone; essa non parla di criteri ESG ma divide i criteri di inclusione in: ambientali, interni ed esterni. I criteri interni ed esterni si possono ricondurre rispettivamente al criterio sociale e di corporate governance della tradizionale forma

ESG, poiché la ricercatrice per politiche interne si riferisce alla gestione e relazione con

il personale e per politiche esterne si riferisce alla trasparenza della gestione e alla responsabilità sociale (Vandone, 2003).

Molto spesso l’uso dello screening positivo è combinato con l’approccio best in

class. Attraverso questo criterio i gestori dei fondi selezionano i titoli delle imprese che

si contraddistinguono per essere leader nei loro settori in termini di performance etica, sociale ed ambientale.

Nonostante queste distinzioni teoriche, “alla fine, lo spirito di un approccio positivo è quello di individuare le imprese che riescono a cogliere con maggior lungimiranza le sfide della sostenibilità e quindi, in linea di principio, a contribuire più efficacemente al perseguimento di un sistema economico più equo e compatibile con l’ambiente.” (Dal Maso e Fiorentini, 2013: 21).