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Le dimensioni della brand experience sono state utilizzate per connotare i segmenti dei consumatori: a tal fine è stata implementata sui soggetti una cluster analysis, gerarchica e non gerarchica (k means); è stato valutato poi il contributo dei fattori alla segmentazione, attraverso test T per campioni indipendenti. Le dimensioni invece sono state sottoposte ad elaborazioni solo di tipo gerarchico.

6.4.1 Analisi dei dati

La cluster analysis è una tecnica di analisi multivariata che permette di suddividere in gruppi i casi che compongono un dato campione. Pertanto è stata eseguita una cluster analysis gerarchica di tipo agglomerativo, per cui si inizia con tanti cluster quanti sono i casi, per arrivare, attraverso n-1 stadi, ad un unico gruppo che li comprende tutti; ad ogni stadio, si uniscono quelli più vicini fra loro sulle variabili considerate; non è necessario conoscere in quanti cluster si divideranno: dall'analisi del dendogramma si deciderà in merito. Per il procedimento gerarchico è stato utilizzato il legame di Warde come metodo di raggruppamento, e la distanza euclidea quadratica per misurare le distanze. Questa stessa metodologia è stata applicata anche sulle variabili.

Successivamente è stata effettuata una clusterizzazione di tipo non gerarchico in cui, invece, è necessario definire a priori in che modo si desidera ripartire il campione (stabiliti in base ai risultati della gerarchica): l’obiettivo della procedura è quello di assegnare i casi a quel cluster il cui centroide è più vicino.

Tuttavia, questa tecnica di analisi non è in grado di mostrare quali siano le variabili che abbiano effettivamente inciso nella ripartizione. Per questo motivo sono stati eseguiti test T per campioni indipendenti, di U di Mann e Whitney nel caso di mancata normalità delle distribuzioni, per capire se e quali abbiano contribuito significativamente ai risultati. Per verificare la presenza o meno di omogeneità delle varianze è stato utilizzato il test di Levene.

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6.4.2 Risultati

Dal dendogramma è stato possibile visualizzare tutte le fusioni dei cluster, da sinistra, quando ogni caso era un cluster, a destra, dove tutti i casi confluiscono in uno solo. Da sinistra verso destra, avvengono prima le fusioni fra quelli più simili, al fine di minimizzare la loro varianza interna e massimizzare la quella esterna; poi verso destra abbiamo le fusioni tra quelli meno simili. Il taglio del dendogramma andrebbe fatto in corrispondenza del maggior salto in distanza fra una soluzione a k gruppi e la successiva, a k-1 gruppi. Sulla base di tali considerazioni è stata scelta una soluzione a 2 gruppi.

A partire da questi risultati è stata impostata la classificazione per la procedura non gerarchica. Da questa elaborazione si è ottenuta la tabella dei centri finali dei cluster, dalla quale si rileva che:

 il primo segmento di consumatori si caratterizza per avere tutti valori al di sopra della media. Il livello di Awareness si attesta a .36 ed aumenta nella fase di Discovery con .45; l’Engagement con cognitive e affection arriva a .53 e .57, e raggiunge il massimo con activation a .91; la fase Purchase ha valori molto alti (.89) ma è Loyalty quella che raggiunge 1; i livelli di Advocacy si staccano di poco dalla media, con quella di prodotto (.09) superiore a di quella di locale (.02).

Il cluster è caratterizzato da punteggi di gran lunga sopra la media per Engagement activation, Purchase e Loyalty, con valori favorevoli più per il prodotto che per il locale in fase di Advocacy;

 il secondo segmento di consumatori è caratterizzato da valori al di sotto della media. Già le fasi di Awareness e Discovery si attestano su -.23 e -.29; in fase di Engagement la distanza aumenta con cognitive e affective (-.34 e -.37), raggiungendo -.59 con activation; la fase Purchase ha un punteggio di -.57 e quella di Loyalty di -.65, il più alto in assoluto. L’ Advocacy ha livelli di poco inferiori a quelli medi, meno per il locale (-.01) e più per il prodotto (-.06).

Il cluster è caratterizzato da punteggi al di sotto della media soprattutto per Engagement activation, Purchase e Loyalty, con valori più favorevoli per il locale che per il prodotto in fase di Advocacy.

161 Consideriamo che la tecnica della cluster analysis crea sempre e comunque una

suddivisione, anche quando non c’è una evidente diversificazione tra i soggetti di un gruppo e i soggetti di un altro gruppo. Ora, il seguente test ANOVA ha lo scopo di rilevare quali sono state le variabili che hanno contribuito significativamente a crearli, ossia quelle su cui i punteggi medi (centroidi) sono significativamente differenti fra di loro.

Tuttavia, i test F della non gerarchica hanno solo scopo descrittivo in quanto i cluster sono stati scelti per massimizzare le differenze tra i casi inseriti nelle diverse ripartizioni. I livelli di

162 significatività non sono corretti, per cui non interpretabili come test di ipotesi di differenza tra le medie; ricordiamo inoltre che il test F è adatto in presenza di almeno tre gruppi.

Pertanto è stato opportuno supplire attraverso dei test T, U di Mann e Whitney per le variabili non distribuite normalmente. Quest’ultimo è stato utilizzato per Advocacy di locale, i cui valori di asimmetria e curtosi sono maggiori di 1 (as=1.122; curt=1.074).

Dai risultati, esposti nella tabella in basso, vediamo che su tutte le variabili, tranne che per Advocacy di locale, c’è una differenza significativa tra le medie; quindi quasi tutte le dimensioni hanno contribuito in modo determinante alla definizione di due distinti segmenti di consumatori.

163  per awareness il primo gruppo mostra una media più alta (.3569) rispetto al secondo

gruppo (-.2299) statisticamente significativa t(200.539) = 6.872 p < .000;

 per discovery il primo gruppo mostra una media (.4525) più alta rispetto al secondo gruppo (-.2914) statisticamente significativa t(289) =8.735 p < .000;

 per engagement cognitive il primo gruppo mostra una media (.5315) più alta rispetto al secondo gruppo (-.3423) statisticamente significativa t(289) =13.185 p < .000;  per engagement affective il primo gruppo mostra una media (.5691) più alta rispetto

al secondo gruppo (-.3663) statisticamente significativa t(289) = 11.147 p < .000;  per engagement activation il primo gruppo mostra una media (.9109) più alta rispetto

al secondo gruppo (-.5869) statisticamente significativa t(289) =22.213 p < .000;  per purchase il primo gruppo mostra una media (.8856) più alta rispetto al secondo

gruppo (-.5704) statisticamente significativa t(289) =21.007 p < .000;

 per loyalty il primo gruppo mostra una media (1.0556) più alta rispetto al secondo gruppo (-6477) statisticamente significativa t(289) =24 p < .000;

164  per advocacy di prodotto il primo gruppo mostra una media (.00866) più alta rispetto

al secondo gruppo (-.0571) statisticamente significativa t(289) =4.156 p < .000;

 per quanto riguarda invece l’advocacy del locale non vi sono differenze statisticamente significative tra i due gruppi.

Quanto descritto può essere evinto anche graficamente nella figura in basso, dove sono mostrate le medie e le deviazioni standard in comparazione.

Infine vengono mostrati i risultati della cluster gerarchica sulle variabili. Dall’analisi emerge chiaramente una suddivisione a 2 gruppi:

 il primo gruppo è composto da Awareness, Discovery, Engagement cognitive, Engagement activation, Advocacy di locale e di prodotto;

165 Dal grafico si può osservare che: per il primo i rami del dendogramma sono molto lunghi e si uniscono a distanza, mentre per il secondo i rami si vedono da subito aggregati.

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6.4.3 Conclusioni

Attraverso la cluster analysis sono stati individuati due segmenti di consumatori: uno è caratterizzato da valori al di sopra della media e l’altro da valori al di sotto la media.

Le dimensioni sulle quali maggiormente differiscono sono Engagement activation, Purchase e Loyalty; in entrambi i gruppi creano un trend, ascendente nel primo e discendente nel secondo: la componente activation si stacca rispetto al resto dell’Engagement, il valore aumenta nella la fase Purchase e arriva al livello massimo con la fase Loyalty. Inoltre: nel primo segmento il passaparola è più favorevole per il prodotto e meno per il locale, mentre nel secondo è più favorevole per il locale e meno per il prodotto.

L’effettiva differenza tra i due gruppi è stata avvalorata dalla significatività del test T e U: tutte le variabli, tranne Advocacy di locale, hanno significativamente contribuito alla loro formazione.

I risultati di queste analisi sono stati avallati da quelli concernenti le variabili: si è infatti osservato che quelle su cui maggiormente differiscono i segmenti vengono ricondotte ad uno stesso cluster, per giunta molto coeso, testimoniando così un’affinità discriminatoria che le accomuna.

6.5 Analisi delle dimensioni della brand experience: